31.
E L I S A B E T H
Iniziai a preparare l'ultimo bagaglio, quando all'improvviso qualcuno bussò alla porta. Mi precipitai all'ingresso dove lasciai un'altra piccola valigia preparata poco tempo prima con tutti i vestiti da indossare per andare al mare.
≪Ancora qui sei?≫ Risposi con tono freddo guardandolo dritta negli occhi Mirko.
≪Sono venuto qui per dirti una cosa..≫ Si interruppe.
≪Aspetta, ma cos'è quella valigia?≫ Chiese nervoso.
≪Vado al mare.≫ Dissi sbuffando.
≪Vai via?≫ Continuò preoccupato.
≪No, non sono sola. Vado con Virginia e James.≫ Specificai.
≪Ed io?≫ Si avvicinò verso di me.
≪Cosa?≫ Domandai indifferente.
≪Non ti manco?≫ Chiese.
≪No.≫ Risposi fredda.
≪Non ci credo.≫ Mi fermò.
≪Non crederci. Ora vattene.≫ Urlai.
≪No basta, io non me ne vado più.≫
≪Dammi una possibilità ti prego. Solo una per iniziare tutto di nuovo. Rimedierò a tutto quello che ho fatto se solo me ne dai una.≫
≪Jade mi ha fatto ragionare, aprendomi gli occhi.≫ Riprese poco dopo.
≪Ah perfetto allora. Adesso te la fai con Jade.≫ Risposi disgustata e quasi sorpresa.
≪Mi ha fatto capire tanto. Sopratutto che io senza di te io non vivo, la mia vita è persa, non ha più senso.≫ Si interruppe.
≪Voglio solo dirti che io ci sarò per sempre. Un sempre che non mente, che non fa paura. Mi troverai, mi troverai ogni volta. Non importa se non avrò fatto un passo avanti, io ci sarò. Proteggerò il tuo essere speciale, proprio io che non credo negli angeli. Ti difenderò da questo mondo che distrugge e per quanti passi io abbia fatto, ne basterà solo uno indietro per raggiungerti.≫ Continuò guardandomi dritto negli occhi, con uno sguardo sincero e dolce.
≪Guardami.≫ I suoi occhi erano lucidi.
Ma non lo feci, continuai a tenere lo sguardo basso, finché lui non mi lasciò la mano posizionando la sua sotto il mio mento, facendomi alzare la testa.
≪Piccola non piangere.≫
Mi accarezzò la schiena su e giù.
I suoi occhi mi penetravano, scavavano nella mia anima.
≪Sono invitato anche io quindi?≫ Sorrise.
Si avvicinò sempre di più.
Avevo sempre creduto che un bacio non si potesse descrivere, qualsiasi tentativo di farlo lo banalizzerebbe, verrebbe snaturato dallo sforzo di trasferirlo sulla carta e tradurlo in parole. Come poteva una parola sostituire un bacio? Il bacio non andava riportato, andava dato, sentito e assaporato. Era un contatto quasi estraneo, la magia di un legame speciale, di un intensità improvvisa. Un bacio era il gesto più dolce e romantico che poteva esistere. Nessuno poteva rendere giustizia a un bacio con carta e penna, schiacciando delle lettere sulla tastiera del pc. I baci non avevano fretta, né di arrivare, ma nemmeno di partire. Li vedremo tutti, a colori o in bianco e nero, e li ascolteremo, perché i baci non erano muti, ma avevano sempre qualcosa da dire, sussurrare o da urlare al cielo.
**
Poco dopo andò a casa sua per preparare la valigia con all'interno lo stretto necessario per la vacanza al mare e nel frattempo controllai le mie, sperando di non aver dimenticato nulla. Stavo ripetendo a mente tutto quello che avevo messo al loro interno, quando fui interrotta dal suono del mio telefonino.
≪Amore!≫ Urlò quasi dalla gioia.
≪Ho appena finito di preparare le valigie, ti va di venire a casa mia?≫ Riprese.
≪Va bene.≫ Risposi.
La giornata passò in fretta, tornai a casa dopo aver mangiato a casa sua e successivamente varcai la porta d'ingresso e andai in camera mia per guardarmi un film, addormentandomi subito dopo con il computer tra le braccia.
**
Il giorno dopo mi svegliai alle sei di mattina e aspettai Mirko, James e Virginia sotto casa.
Misi velocemente le valigie all'interno della macchina del fratello di James e poco dopo partimmo per la Toscana.
Le vacanze erano brevi, d'altronde come tutti i periodi belli. Ma al contempo stesso erano state molto intense e piene di splendide esperienze che sognavo di poter rifare, era da molto che non lasciavo Roma.
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