Capitolo 77 : Un trio inusuale
L'asfalto vibrava al riflesso del sole, seppur la luce dell'alba rosea era minima e delicata. Tenevo stretto il volante, impugnandolo con più rabbia del necessario. Inutile dirvi che non avevo dormito, la notte era passata insonne fra paranoie e sensi di colpa. Nemmeno con la stomaco colmo di pollo allo spiedo ero riuscita a fare una piccola penichella. Jesus ed io avevamo passato parte della sera a parlare, gli avevo narrato della mia storia, del passato del gruppo, di cosa fossimo stati costretti a superare e di come ne eravamo usciti. Gli avevo fornito giusto qualche dettaglio su ogni membro, in modo tale che potesse evitare certi commenti o figuracce che potessero dar luogo a screzi non necessari. E Paul, allo stesso modo, mi aveva raccontato di Gregory, del suo carattere affatto collaborativo e generoso, delle persone di Hilltop e di come venivano organizzate le diverse mansioni. Per quanto mi fosse sembrato strano, con Jesus ero riuscita a chiacchierare, più di quanto fossi riuscita a fare con nessun altro, quasi lo conoscessi da una vita. Era un bravo ascoltatore. Impossibile negarglielo. O semplicemente, essendo egli un semi-sconosciuto, non mi ero sentita particolarmente giudicata. L'unico interrogativo che avevo abilmente scansato, era stato rivolto all'operazione subita. Non c'era motivo per cui egli dovesse sapere assolutamente tutto. Daryl, al contrario, era stato per i fatti suoi per tutto l'arco della nottata. Non ci eravamo rivolti parola nemmeno al mattino, mentre dividevamo le provviste sul furgone. E, sinceramente, mi andava bene così. Perché, forse, sotto sotto, anch'io provavo del rancore nei suoi confronti, anch'io gli affibbiavo delle colpe. In un modo o nell'altro, eravamo riusciti a disintegrarci, proprio come avevo temuto. Lanciai uno sguardo al mio fianco, scorgendo Jesus palesemente in difficoltà a causa dell'aria pesante nell'abitacolo. Teneva le mani sulle gambe, picchiettando di tanto in tanto con le dita, come a darsi un tempo, un ritmo mentale. Sembrava un bambino, un ragazzino in tensione per via dei genitori al lastrico, vicino al divorzio, sempre in procinto di esplodere da un momento all'altro. Daryl, dal canto suo, pareva leggermente più rilassato. Aveva il braccio poggiato al finestrino, così come parte della fronte. Si limitava a fissare lo sfondo, il susseguirsi degli stessi dannati alberi di sempre. Jesus mi riservò un sorriso di circostanza, prima di aprir bocca.
-Credete che Rick non farà storie quando mi vedrà?
Le avrebbe fatte con me e Daryl, per averci messo un'infinità di tempo a tornare.
-Con noi sei al sicuro, al massimo ti guarderà torvo per un po'.
-Potrebbe sempre piantarti un proiettile in fronte. - borbottò l'arciere, continuando ad osservare l'esterno.
-Sono certa che non lo farà. - sbuffai, sterzando all'improvviso in modo da far sbattere la testa di Daryl al finestrino.
L'arciere mi fulminò all'istante, imprecando a denti stretti, ma prima che potesse sbraitarmi contro, lo precedetti sterzando nuovamente.
-Cristo, la vuoi piantare? - grugnì, massaggiandosi la nuca.
-Di fare cosa, esattamente? - mi morsi il labbro, evitando di ridere - Ho soltanto scansato delle buche.
Daryl si guardò all'indietro, puntando prima lo sguardo sul finestrino e poi sullo specchietto retrovisore.
-Non ci sono buche. - scandì in un sibilo adirato.
-Strano, ero convinta di averle viste.
-Io pure. - mi affiancò Jesus, restando serio - Erano belle grosse.
Daryl schiaffò le gambe sul cruscotto, incrociando le braccia al petto con fare scorbutico.
-Spero vivamente che almeno Abraham ti dia il benvenuto con un cazzotto. - sussurrò, lasciandosi trasportare nella sanguinolenta fantasia in cui Jesus se ne usciva col naso rotto od un occhio nero.
Rovia scrollò le spalle e il silenzio calò nuovamente. Stavolta non ci furono interruzioni. Non facemmo pause e nessuno osò dire qualcosa, un po' perché sapevamo che qualsiasi parola avrebbe scaturito una discussione, un po' perché nessuno aveva la benché minima voglia di parlare. Per quanto mi riguardava, più guidavo e più mi concentravo sul dito assente, e ciò comportava il calare vertiginoso del mio poco buon umore rimasto. Ma non appena scorsi i cancelli di Alexandria, mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo. Daryl si lanciò letteralmente fuori dalla vettura, prima che questa fosse del tutto immobile. Vidi Abraham sorridere al posto di guardia ed io ricambiai il gesto, scendendo dal furgone. Mi era mancato quel bestione rosso. Col sigaro in bocca, l'Ak-47 in spalla, la canotta sudata, Abe ci salutò a modo suo.
-Porca puttana, guarda un po' chi si è deciso a tornare. - scherzò, prima di fischiare per richiamare l'attenzione di qualcuno che potesse aprire i cancelli - Il fuggitivo, la pazza sconsiderata e lo stronzo con la refurtiva. Un trio niente male.
Un trio inusuale, sicuramente poco collaborativo ed efficiente. Non appena il cancello vibrò, mostrando Eugene occupato nell'azione, scorsi lo sceriffo avanzare con decisione. Nascosi d'istinto la mano nella tasca dei jeans, sfoderando un sorriso a trentadue denti.
-Voi due. - parlò rauco, indicando poi Jesus - E tu..
-Prima che tu possa partire con qualche sottospecie di minaccia o quant'altro, sappi che ci ha salvato la vita. - lo interruppi - Ben due volte.
Jesus lo salutò, agitando la mano con poca convinzione. Ma l'informazione era bastata per placare momentaneamente l'astio di Rick, dato che, comunque, eravamo tornati vivi e vegeti.
-Una settimana. - sillabò, preparandomi a subire una partaccia da genitore deluso coi propri figli - Siete spariti per una settimana.
-Ma adesso siamo qui, no? - ribattei, continuando ad ostentare un sorriso per nulla tirato.
-Ti ho concesso di andarlo a cercare, a patto che tu stessi con Aaron. - precisò, avvicinandosi con la sua solita espressione da pazzo - E dopo due giorni me lo vedo arrivare solo, con la febbre e totalmente ignaro del vostro ritardo esasperante.
Daryl non osava interromperlo, limitandosi a guardarlo pentito, mentre Jesus aggrottò la fronte, ascoltando in silenzio la ramanzina in atto.
-Avete una vaga idea di quello che abbiamo passato qui? Per ciò che ne sapevamo, potevate non fare più ritorno. - posò le mani sulla cinta, inclinando leggermente la testa - La situazione qui è critica. Siamo a corto di scorte. E sono stato costretto a dividermi fra il cercare provviste e scovare vostre tracce.
-Frena, cowboy. Frena un attimo. - mi feci forza, precedendo l'arciere - Siamo profondamente costernati per il ritardo, ma questo ci ha concesso di conoscere Jesus e di portare un bel po' di cibo. Noi stiamo bene, okay? Stiamo una favola. Non è vero Daryl?
Rick spostò lo sguardo sull'amico, quasi sperasse che almeno egli avrebbe risposto in modo meno ironico e più convincente. Daryl non esaudì i suoi desideri.
-Già, una favola.
Scansò lo sceriffo ed entrò ad Alexandria, ignorando i pochi componenti del gruppo che si stavano avvicinando. Concedeva qualche cenno di capo, non di più. Glenn e Maggie corsero ad abbracciarmi, ma io contraccambiai quel contatto sempre col braccio sinistro abbassato, con la mano nascosta, limitandomi a qualche calorosa pacca sulla schiena dei due. Mentre il coreano mi diceva di essere contento che fossimo tornati a casa, io continuavo a mantenere il contatto visivo con Rick, il quale sembrava non aver ancor terminato la paternale.
-Perché lui è qui? - indicò Jesus, avendo già annusato nell'aria qualche problema.
Non ebbi modo di rispondere, perché non appena Michonne mi vide, si precipitò a stritolarmi in un sorriso smagliante e luminoso.
-Pare che Rick abbia dimenticato le buone maniere. - constatò, lanciandogli un'occhiataccia - Andiamo, parliamo dentro.
Paul seguì la samurai ed Abe si avvicinò per prendere le chiavi del furgone, dicendomi che avrebbe provveduto lui a scaricare e sistemare il carico. Mi tirò un colpetto alla spalla, spingendomi praticamente nella direzione dello sceriffo. Abbassai lo sguardo come un cucciolo bastonato, sperando che Rick ignorasse il mio braccio. Ma non appena lo ebbi superato, non appena ebbi tirato un sospiro di sollievo, Rick mi bloccò, afferrando la camicia. Non si era nemmeno spostato di un centimetro, mi dava ancora le spalle.
-Possiamo parlarne più tardi? - pregai - Ci sono cose più importanti di cui discutere.
Indietreggiò lentamente, fino ad affiancarmi.
-Tu sei importante. - confessò - Tu e Daryl siete importanti.
Mi fece un cenno con le dita, prima di lasciare sospesa la mano in aria, esortandomi implicitamente a fargli vedere qualsiasi cosa stessi nascondendo. Non che avrebbe cambiato le cose il ritardare la scoperta, ma ci avevo davvero sperato. Trattenni il respiro, mostrandogli la fasciatura. Come immaginato, il suo volto mutò espressione diverse volte, prima di soffermarsi su una definitiva, glaciale tra l'altro.
-Kendra, che cazzo.
-È solo un dito. - ritrassi il braccio, massaggiandomi il polso nervosamente.
-Come.
-Non ha importanza.
-Dimmi come. - insistette, praticamente impartendomi un ordine.
-Un innocente morsetto.
I suoi occhi azzurri divennero una fessura brulicante di esasperazione.
-Ti sembra divertente?
-Forse?
Piegò le labbra di lato, schiaffeggiandomi mentalmente. Quasi avevo percepito le sberle.
-Rick, davvero, pensaci. Io la trovo comica come situazione. Esco per inseguire un idiota e mi ritrovo in un casino dietro l'altro, e per di più, perdo un dito. Che ha dovuto tagliare Daryl, tra l'altro. E poi, puff, sbuca dal nulla un tizio che dice di chiamarsi Jesus. - crollai in una risata isterica poco contenuta, la stanchezza cominciava a farsi sentire - Ci salva e, come se non fosse abbastanza, pare abbia pure una soluzione ai nostri problemi. Ora, ora dimmi se non è assolutamente ironico.
Grimes si passò una mano fra quel rovo di capelli scompigliati, sospirando avvilito.
-Sarà meglio raggiungere gli altri. - mi liquidò, senza darmi soddisfazione - Ah, e per l'esattezza, Daryl non è l'unico idiota a quanto pare.
*
Seduti al tavolo in casa Grimes, io, Rick, Carl, Daryl, Maggie, Glenn ed Abraham, attendevamo il ritorno di Michonne, la quale aveva deciso di accompagnare Jesus nella perlustrazione della comunità. Sulla superficie lignea erano già state disposte le pistole, giusto per voler incutere timore a Paul. Non che ce ne fosse bisogno, ma evitai di metterci bocca. Il silenzio era davvero logorante. Ogni tanto Glenn mi faceva qualche domanda, oppure mi raccontava qualche aneddoto di quartiere. E in quei momenti non potevo far altro che pendere dalle sue labbra, pregandolo telepaticamente di non chiudere bocca. Tutti avevano avuto modo di imprecare o dispiacersi per la mia piccola perdita, ma non ci badai più di tanto. Più che altro, odiavo lo sguardo di rimprovero dello sceriffo. E Daryl mi stava facendo letteralmente impazzire, visto che era l'unico a fare avanti e indietro in sala da pranzo. Come se i chilometri bruciati a piedi non fossero stati abbastanza. Anche il rosso roteò gli occhi, quasi avesse la nausea alla vista di quell'andamento ripetitivo. Non appena la porta vacillò, tutti ci voltammo nella sua direzione, scontrandoci con un Jesus intento a mangiare un biscotto. Alleluja. Michonne prese posto al mio fianco, mentre a Paul spettò la posizione da capotavola.
-Ho dato un'occhiata al vostro arsenale. Siete ben equipaggiati, ma le provviste sono scarse. -disse, deglutendo gli zuccheri - Pochissime per il numero di persone che avete. 54?
-Di più. - tagliò corto Maggie.
Okay. Cominciamo male. Nessuno dei presenti sembrava propenso ad una trattazione. Jesus avvertì la diffidenza e pensò di cambiare discorso, giusto per scaricare la tensione.
-Beh ho apprezzato i biscotti, i miei complimenti allo chef.
Lo guardai con disperazione. Era davvero la prima cosa che la sua testolina aveva partorito?
-Lei non è qui. - sputò l'arciere.
Grazie Daryl, grazie tante per facilitare le cose.
-Ascoltate, siamo partiti male. Ma siamo tutti dalla stessa parte, dalla parte dei vivi. - si schiarì la voce, cercando di cominciare da capo - Abraham, Rick.. voi avete tutte le ragioni per dubitare di me, ma Kendra e Daryl hanno visto di cosa parlo. Provengo da un posto che è molto simile a questo. Parte del mio compito è cercare altri insediamenti con cui fare degli scambi. Ho rubato il furgone perché alla mia gente servono delle cose e voi due sembravate tipi che portano guai. Mi sbagliavo. Siete brava gente. E questo è un buon posto. Credo che le nostre due comunità potrebbero aiutarsi a vicenda.
Glenn fu l'unico a prendere parte del discorso, chiedendo informazioni aggiuntive.
-Avete del cibo?
-A sfare. - lo rassicurai.
Jesus annuì.
-Abbiamo iniziato ad allevare bestiame. Ci procuriamo il cibo, lo coltiviamo. Qualsiasi cosa, dai pomodori al sorgo.
Il gruppo si scambiava qualche occhiata, ma nessuno pareva intenzionato ad aprir bocca, tanto erano occupati nella ricerca di bluff per smascherare qualche incertezza nelle parole di Jesus.
-Potete vedere coi vostri occhi. - informai - Potremmo andare e tornare, nemmeno un giorno di viaggio.
Maggie intrecciò le dita fra loro, corrucciando le labbra pensierosa.
-Un attimo, tu vai alla ricerca di 'altri' insediamenti. Questo significa che hai già fatto affari con altri gruppi?
-Il vostro mondo sta per diventare molto, molto più grande. - rispose Paul, sollevando un sopracciglio.
Come dargli torto. Ci eravamo rinchiusi in questa scatola, in questo finto angolo di paradiso per troppo a lungo. Qualche giorno nel bosco mi era stato sufficiente per rispolverare la memoria.
-È troppo bello per crederci, non trovi? - notò lo sceriffo, ancora sospettoso.
-Ma è così, Rick. - ribattei.
L'arciere sbuffò rumorosamente, avvicinandosi al tavolo per scrutare Jesus negli occhi.
-Non proprio. - grugnì.
Abraham fece scrocchiare le nocche fra i guanti in pelle.
-Insomma, dove è l'inghippo?
Lanciai direttamente un'occhiata a Jesus, esortandolo a parlare. Eravamo giunti al momento cruciale, al punto critico.
-Ci sono delle persone, un gruppo numeroso.. - esitò, un secondo di troppo e Daryl prese immediatamente il sopravvento.
-Sono conosciuti come 'Salvatori', sono pericolosi e tengono sotto torchio Hilltop.
Un riassunto coinciso, ma veritiero. Jesus sorrise ironico per ringraziare l'arciere di aver spiegato in parole povere il punto della situazione e poi aggiunse l'ultimo dettaglio.
-In pratica, sono ciò che impedisce uno scambio equo di risorse.
Fu in quel momento che tutto diventò chiaro. Fu in quel momento che Rick scosse la testa.
Fu in quel momento che Maggie cercò un parere nello sguardo del proprio amato.
Fu in quel momento che tutte le carte furono messe in tavola.
-In pratica. - borbottò lo sceriffo, accarezzando la Colt - Ci stai dicendo che per cooperare, dovremmo occuparci di loro?
Glenn non parve convinto, così come tutti i presenti del resto. Michonne mi guardava sperando di capire cosa ne pensassi al riguardo, ma penso che fosse abbastanza ovvio.
-L'idea sarebbe questa. - disse Jesus, anche se un po' titubante.
Da come Rick contrasse la mascella, compresi che stesse per partire in uno dei suoi sermoni, perciò lo interruppi immediatamente, prima che potesse mandare a quel paese Jesus e le sue risorse.
-Rick, ascolta. Si tratta solo di tempo. Tempo prima che i Salvatori scoprano questo posto e cerchino di prendere il comando. Abbiamo un vantaggio considerevole. Tanto vale ucciderli prima che si presenti il problema.
Ci fu un attimo vuoto, di silenzio contemplatore. Da lì a poco, però, cominciarono le più svariate domande e Jesus fu sommerso di interrogativi prepotenti che richiedevano risposte all'istante. Fuggii da quel caos, spostandomi in cucina. A giudicare dall'improvvisa animazione e curiosità per i minimi particolari, l'affare era andato a buon fine. Daryl era leggermente incredulo, ma una parte di sè lo aveva sicuramente immaginato. Forse si era aggrappato alla speranza che lo sceriffo conservasse un minuscolo briciolo di tolleranza ed umanità, che evitasse a tutti noi di scaturire una guerra fra fazioni ed avamposti. Abraham si avvicinò a me, masticando una mela ancora acerba.
-Penso che dovremmo festeggiare. - fiatò, porgendomi uno spicchio del frutto.
Lo guardai confusa, accettando però volentieri il cibo. Dopotutto non avevo fatto colazione.
-Siete tornati, stavo per darvi per spacciati. - scherzò, sgranocchiando rumorosamente.
-Beh, con un pezzo in meno. - mostrai la mano ironica, facendo tintinnare le nostre fette di mela.
-Vedi il lato positivo, almeno sei qui. - obiettò, squadrando Jesus - E in più, ci hai portato mezzo bottino ed una mezza alleanza.
In realtà, adesso tutto era nelle mani di Gregory. A quanto mi aveva detto Paul, sarebbe stato complicato farlo ragionare. Avevamo bisogno di una persona calma capace di tenergli testa, qualcuno che riuscisse ad essere risoluto senza dare i numeri. A mio avviso,
Maggie era adatta a questo ruolo. Soltanto se fosse riuscita a convincerlo, avremmo potuto dire che era fatta. Tuttavia, sebbene fossi felice in parte, dall'altra ero terribilmente preoccupata. Se questi Salvatori era tanto pericolosi quanto venivano descritti, non sarebbe stata una mossa poi tanto intelligente la nostra.
-Una quasi guerra, semmai. - lo corressi.
-Ci farà bene, fidati. Le cose erano troppo tranquille per i miei gusti.
Stranamente ottimista. Lo vedevo particolarmente rilassato e allegro. Forse Rosita aveva qualche merito, non so se mi spiego.
-Sei un idiota. - replicai, stirandomi la schiena.
-Non l'ho mai negato.
Buttato il torsolo nel cestino, ci preparammo a tornare nella stanza caotica. Intravidi Daryl appoggiato alla parete fissare un punto vuoto nella stanza. Ascoltava ogni singola parola, ma non si rendeva partecipe alla conversazione. E non appena alzò lo sguardo per incrociare il mio, come se avesse voluto accertarsi che fossi ancora presente in casa, fui colta nuovamente da tutte quelle stronzate che si erano create fra noi. Avevo bisogno di staccare col cervello, letteralmente.
-Per la festa, che alcool proponi? - dissi di getto, prima che raggiungessimo gli altri.
Abraham sorrise compiaciuto, comprendendo che ero disposta a far serata. E dalla espressione che assunse, capii che ci sarebbe stato ogni genere di alcolico possibile. O almeno, ciò che Alexandria offriva.
-Stavolta non puoi tirarti indietro, sarà una sfida all'ultimo sangue. - fece l'occhiolino, riferendosi alla precedente festa.
All'ultimo bicchiere, semmai.
Angolo autrice
Uh uh gente, il prossimo capitolo sarà super alcolico 😏 Mi viene la nausea solo a leggerlo. Chi mi conosce sa il motivo e chi non mi conosce, beh, sappiate che sono bloccata a letto dal peggior dopo sbornia di sempre 😂
Anyway, per quanto riguarda questo qua sopra, devo dire che Kendra è sempre più schizzata. E ancora non ho finito di torturarla. Ormai lo sapete che sono sadica, che ci volete fare u.u
Non siate pigri e usate i pollici per digitare un commentino, me lo merito suvvia, come regalino di natale 🎄
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