48. I girasoli
Christian
Ieri, nonostante Nora sia stata a casa mia solo per farmi un favore, è stata una bella serata. Sono stato bene e, anche se mi ha fatto male quando poi sono tornato alla realtà, mi sono sentito bene dopo molto tempo, come se niente tra noi fosse cambiato.
Lei è stata eccezionale, lo è stata con mia mamma, con mia sorella e pure con la mia nipotina... è entrata già nei loro cuori, dopo una cena e qualche chiacchiera, ma non avevo nessun dubbio, mai avuto. So che lei fa questo effetto, non si rende conto, ma quando inizia a parlare e ridere in quel modo sincero e spensierato le persone non possono che adorarla.
So che ciò che abbiamo vissuto ieri è stata una farsa, so che prima o poi dovrò trovare il coraggio per dire alla mia famiglia che tra noi è finita, ma ora voglio godermi questa calma, anche se forse è solo la calma prima della tempesta... ho bisogno di un po' di tranquillità, e devo dire che questa tregua con lei mi aiuta dopo questi mesi di dolore e lontananza, perciò ho intenzione di godermela totalmente.
"Chris, non puoi portarglieli a casa? Vivete nello stesso palazzo." Loftus-Cheek al mio fianco si lamenta del fatto che sia passato a prenderlo a casa prima del tempo perché, prima di andare al centro sportivo, devo fare assolutamente una deviazione. "Faremo tardi, lo so già..." si lamenta sbuffando come se fosse un bambino e io gli lancio un'occhiata malefica prima di riportare lo sguardo sulla strada in cerca di un parcheggio.
"Ruben, per favore. Le do i fiori e andiamo via, mica ci vuole un anno." ho provato a portarglieli stamattina a casa, ma era già uscita per andare a lavoro. Quando le ho mandato un messaggio per chiederle con una scusa che turno facesse, mi ha scritto che oggi avrebbe fatto solo la mattina, per cui non posso portarglieli nemmeno al centro sportivo. Alla fine sono venuto a sapere che pranzerà qualcosa al bar con Luna e Bianca e ho deciso di passare qui prima di andare all'allenamento, in modo tale che non debba portarglieli stasera quando torno a casa e i fiori quando i fiori non saranno più carini e freschi come ora.
"Certo che non sai nasconderlo quanto tu ancora le stia sotto." il mio amico mi deride scherzosamente, mentre io faccio manovra per infilare la macchina nel primo spazio che trovo, per fortuna vicino al bar delle ragazze. "In qualità di cosa le stai portando questi bellissimi girasoli?" indica un punto a caso dei sedili di dietro, dove è posato il mazzo dei suoi fiori preferiti.
"In qualità di amico. Le sto solo facendo un pensierino per il favore che mi ha fatto. Non c'è sempre un secondo fine nelle cose eh." lo riprendo con finto rimprovero, spegnendo il quadro della macchina e rivolgendo un sorriso all'inglese "E ora possiamo andare, abbiamo tempo per fare tutto."
Sbuffa ancora e io scoppio a ridere, mentre scendo dall'auto e prendo i fiori dal sedile posteriore e lui ancora si lamenta. "Mi pento di averti chiesto di andare all'allenamento insieme proprio oggi, 'Christian le sto ancora sotto Mate Pulisic'." improvvisa delle virgolette con le dita e io gli do una spinta scherzosa con la mano libera in direzione del bar.
"Sei pedante, quando eravamo a Londra eri un'ottima spalla." gli ricordo i vecchi tempi, riportando alla nostra mente tutte le uscite che abbiamo fatto insieme quando giocavamo al Chelsea. Attraversiamo la strada, nel frattempo che lui mi scocca un'occhiata assassina, ed entriamo nel bar. "Cerca di comportarti bene e non come un bambino a cui hanno rubato il giocattolo preferito, Rubes."
"Io sono un'ottima spalla, solo se non devo uscire un'ora prima da casa mentre mi riposo solo perché tu devi fare il principe azzurro." continua a lamentarsi, mentre io poso lo sguardo su Nora che sta mangiando a un tavolino con le altre due, poi lo sento trattenere il fiato, ma prima che abbia il tempo di chiedergli cosa gli stia prendendo ora rinizia a parlare. "Chi è la ragazza con i capelli rossi?" mi volto a guardarlo e lo vedo fissare con interesse in direzione di Luna.
Scoppio a ridere all'istante, incredulo a ciò che sentono le mie orecchie. Non riesco a credere che mi abbia assillato fino ad ora sul mio voler passare al locale e ora ha questa faccia da cretino mentre fissa la mia amica. "Che c'è? Non sei più infastidito dalla mia deviazione?! Se forse ti scusi per essere stato assillante e fastidioso, te la presento." non gli do il tempo di ribattere, ridacchio e mi avvicino al tavolino dove sono sedute le ragazze, seguito da lui.
Poso immediatamente il mio sguardo su Nora e il mio stupido cuore impazzisce come ogni santa volta. I nostri occhi si incrociano all'istante e un sorriso timido si dipinge sul suo volto. È chiaro che non si aspettava minimamente di vedermi qua.
Mi costringo a spostare lo sguardo anche su Luna e Bianca per non fare la figura del cretino o del maleducato. "Buon pranzo ragazze, scusate se sono piombato qua, ma volevo dare questi a Nora prima di andare all'allenamento." le porgo i girasoli, spostando nuovamente l'attenzione su di lei.
Sgrana appena gli occhi, facendo trasparire tutta la meraviglia per il mio gesto e li annusa con aria e fare dolce, facendomi tornare forte quella voglia di baciarla e stringerla a me. Ah Nora, come vorrei avere una macchina del tempo per risolvere le cose tra noi... potessi cambiare tutto, non sarei mai andato da Rosanna, non ti avrei mai fatto del male, mai.
"Chris, ma non dovevi, sono bellissimi." e invece dovevo, ne è valsa la pena soprattutto per vedere il suo sguardo brillare, cosa che non vedevo da un bel po' di tempo, ossia da quando io l'ho spenta. "A cosa devo questo regalo?"
Alza la testa e aggancia ancora una volta il mio sguardo, facendomi quasi mancare l'aria e dimenticare come si parla. "È un ringraziamento per la serata di ieri. Hai detto che non ti dovevo nessun favore, perciò ho deciso di regalarti almeno dei fiori per esprimerti la mia gratitudine." le sue guance si colorano di un leggero rosso e mi torna in mente il momento in cui ieri, quando l'ho accompagnata davanti al suo appartamento, mi ha regalato un abbraccio, aveva questa identica espressione. Non mi aspettavo assolutamente che lo facesse, ma il mio corpo sentiva così tanto la sua mancanza che ha ricambiato la stretta prima che mi rendessi anche solo conto. È stato bello averla tra le mie braccia anche se solo per pochi attimi, il freddo dentro di me si è scaldato per un breve tempo.
Fa per rispondermi, ma viene interrotta da Bianca che, solo ora, sembra aver notato la presenza di Ruben dietro di me, anche se non capisco come visto che con la sua stazza è impossibile da non vedere. "Lui è Loftus-Cheek..." mi giro a guardarla e mi trattengo dal mettermi a ridere -solo perché ancora non mi ha perdonato totalmente e rischierei di essere ucciso se lo facessi- quando vedo il suo viso paonazzo che fissa il centrocampista, cosa che mi ricorda che lei è una tifosa del Chelsea. "Non credo di sentirmi bene, tu giocavi nella squadra inglese che tifo da bambina..."
Mi volto per osservare Ruben e lo vedo annuire, ma allo stesso tempo non riesce a non lanciare occhiate verso Luna -la quale non si è accorta di nulla- anche mentre Bianca parla. Pare che qua qualcuno abbia fatto colpo ancora prima di aprire bocca, così decido che è arrivato il momento di presentarli. "Tu e Nora vi conoscete già." si scambiano un saluto e un sorriso, poi continuo con le presentazioni "Ragazze, lui è il mio amico Ruben. Ruben, loro sono Bianca e Luna." le indico e lui prontamente stringe le mani ad entrambe, anche se a Luna per qualche secondo in più. Non sa ancora che non finirò più di prenderlo in giro per come è cambiato il suo umore quando siamo entrati qua e ha notato la rossa. Mi divertirò parecchio.
Lui inizia subito a parlare con loro, cogliendo la scusa del tifo di Bianca, e io mi giro nuovamente verso Nora. "Grazie ancora per ieri... mia madre non smetteva di parlarmi di te a colazione." rido leggermente al solo ricordo di come l'ha elogiata, mentre la mia ex sorride in modo tenero. "Penso che ti preferisca a me."
Ride leggermente e questo mi scalda ancora una volta dentro. È incredibile come torni a vivere quando si tratta di lei "Sono persone speciali, sei molto fortunato." sarei più fortunato se fossi riuscito a tenermi stretto te... e invece guarda cosa ho combinato... sono ridotto al punto che ti devo parlare in questo modo distante, come se il mio cuore non ti appartenesse e non fosse nelle tue mani e come se la mia mente non urlasse ogni attimo il tuo nome.
"Bene... dobbiamo andare." lancio un'occhiata all'orologio al mio polso e mi rendo conto che è ora di rimettersi alla guida per raggiungere il centro. "Ruben, andiamo." richiamo la sua attenzione e lui mi lancia un'occhiata infastidita per averlo interrotto. Che razza di faccia tosta! Prima manco ci voleva venire e ora mi guarda male. "È tardi, Pioli ci uccide se arriviamo in ritardo."
Lui sbuffa e annuisce arreso, salutando le ragazze. Io faccio lo stesso, sfiorando poi il braccio di Nora con il pollice, in un gesto affettuoso, ignorando la scossa che mi colpisce appena ci tocchiamo.
Non vorrei andare via nemmeno io, vorrei restare qua e provare a risentire la sintonia che c'era ieri tra me e lei, ma il dovere chiama e, soprattutto, mi devo ricordare che lei non è più mia, e che quelle sensazioni non mi appartengono più. Lei ha un ragazzo, lei è andata avanti.
La osservo ancora per qualche secondo, poi muovo la mano in segno di saluto ed esco dal locale, con accanto Ruben.
Mi abbasso gli occhiali da sole sul naso, respirando l'aria fresca di Milano, e dopo aver fatto qualche passo scoppio a ridere, dando una spintarella al mio amico. "Beh? Che cazzo è successo là dentro? Mi era parso di capire che non eri per niente d'accordo sulla mia deviazione e poi, invece, qualcosa ha colpito la tua attenzione."
Lui alza gli occhi al cielo e mi rende la spinta, ma non smetto di ridere. Non ce la faccio, il suo cambio d'umore repentino mi diverte troppo. "Avanti, piantala. Piuttosto dimmi di più su Luna."
Faccio scattare le portiere della macchina e scuoto la testa scioccato, mentre salgo nel posto del guidatore e lui in quello accanto al mio. "Mi hai rotto le palle per tutto il tragitto da casa tua a qua, dicendo che potevo trovare un altro modo per dare i fiori a Nora, dopodiché cosa ti è preso?"
"Non rompere Chris. Non mi avevi mica detto che ha un'amica così bella, ma l'hai vista? Ha due occhi azzurri che ti tolgono il fiato." aziono la freccia e mi immetto nel traffico milanese, ridendo a gran voce per le sue parole e per il suo tono di voce sognante. Non avrei mai immaginato che portandolo sarebbe successo questo, non vedendo come era scocciato di dover venire con me. "Che cazzo ridi Pulisic?"
"Mi fa ridere che hai cambiato opinione così velocemente... va bene la smetto." Per il momento, ovviamente, non gli farò dimenticare tanto facilmente di questo suo episodio lunatico. "È una ragazza davvero speciale Luna comunque. Hai intenzione di conoscerla?"
Lui inizia subito a parlare, come se gli avessi dato il via con la mia domanda, chiedendomi di dirle di più di lei, visto che vuole capire se chiederle o meno di uscire perché ne è rimasto folgorato, e io lo sto ad ascoltare mentre mi ripete per l'ennesima volta le poche parole che si sono scambiati in questi minuti. Luna potrebbe essere la ragazza perfetta per lui, è generosa, dolce, simpatica, gentile, ed è molto carina... spero che magari abbiano l'occasione di scambiare più parole e magari la possibilità di conoscersi meglio.
Chi lo sa, magari ho rovinato la mia relazione ma sono stato in grado di dare vita a una nuova storia. Non sarebbe male. Mi piace l'idea che le persone a cui voglio bene siano felici. Staremo a vedere come va avanti questa situazione, sono proprio curioso dei prossimi sviluppi.
*****
Nora
Entro nel mio palazzo e faccio per andare all'ascensore, dopo aver salutato il portiere, ma proprio quest'ultimo mi ferma, dicendomi di aspettare visto che c'è qualcosa per me che è arrivato stamattina. Lo guardo confusa, perché non ho ordinato nulla, e curiosa vado in portineria.
"Ecco a te." mi porge un mazzo di tulipani bianchi e una busta da lettere prima che gli possa chiedere se c'era una bigliettino o che "Li ha portati un fioraio, quindi non so da parte di chi siano." lo dice scherzando, come se questa domanda gli fosse stata rivolta centinaia di volte, e forse è davvero così visto il mestiere che fa. Chissà quante storie ha visto, quante persone ha conosciuto, quante vite ha toccato con mano... tante diversità, tante realtà differenti, è una cosa così affascinante.
"La ringrazio tanto. Buon lavoro." Prendo i fiori, cercando di non farli cadere visto che ho in mano anche i girasoli di Chris, e salgo fino al mio appartamento velocemente, curiosa di leggere da parte di chi siano. Sono quasi convinta che chi me li manda sia sicuramente qualcuno che non mi conosce benissimo, dato che non conosce i miei fiori preferiti, ma potrebbe anche essere qualcuno a cui non l'ho mai detto.
Sono comunque molto belli, nonostante non siano girasoli. Certo, vedere quelli di Chris, qualche ora fa, mi ha fatto esplodere il cuore nel petto, soprattutto perché non me lo aspettavo proprio, e ho trovato molto dolce che abbia voluto sdebitarsi nonostante non ce ne fosse bisogno... ma anche questi tulipani inaspettati mi fanno sorridere.
Apro il portoncino di casa con un po' di difficoltà e metto entrambi i fiori nell'acqua, prima di sedermi sul divano, senza nemmeno togliermi il giubbotto per colpa della fretta, in modo tale da poter leggere il contenuto della lettera.
Nella busta non c'è scritto nulla, nemmeno il mittente, per cui tiro fuori il foglio da dentro e inizio a leggere, curiosa e stranita.
'Ciao Nora... lo so, non bastano dei fiori per scusarmi con te, non basterebbe forse tutto l'oro del mondo per farlo, ma ci voglio provare, voglio provare a farlo nel modo più classico e romantico possibile.
Mi dispiace per quello che ho fatto, per quello che ho detto, per come mi sono comportato. È passata praticamente una settimana, ho provato a cercare il coraggio per tornare da te fin dal giorno dopo che sono andato via, ma non sono riuscito. Ogni volta scrivevo i miei pensieri su carta, poi buttavo via tutto, perché sembrava banale ogni cosa.
Nora, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, e io ho rovinato tutto per paura e gelosia... gelosia ingiustificata, perché tu non mi hai dato modo nemmeno una volta per dubitare di te. Sono stato cattivo, sono andato via dopo averti parlato in quel modo. L'unica cosa che avrei dovuto fare era stringerti a me e dirti che ti capivo, che ti aspettavo, che non mi serve fare sesso con te per essere felice, perché mi bastava ciò che avevamo. Ma la rabbia e la paura mi hanno accecato, ho agito nella maniera meno giusta possibile. Ma sono pentito Nora... so che probabilmente ora mi odierai, per averti fatto male e averti lasciato sola a piangere, mi vorrei prendere a schiaffi per questo, ma vorrei una seconda possibilità. Mi piacerebbe farmi perdonare, non pretendo che tutte le cose tornino alla normalità come se non fosse mai successo nulla, ma mi piacerebbe recuperare piano piano con te. Accetterò qualunque decisione tu prenda, starò ad aspettarti quanto tu vorrai, perché so che nessuna è come te, perché so che non voglio nessuna che non sia tu.
Mi sto innamorando di te, non voglio perderti davvero.
Ti abbraccio forte.
Elia.'
Asciugo alcune lacrime che mi hanno rigato il volto mentre leggevo, e mi rendo conto che il mio stato d'animo ora è cambiato. Adesso non sono più curiosa, adesso sono un po' triste, arrabbiata, meravigliata, confusa. Cosa dovrei fare? Come si reagisce a una lettera del genere? Come faccio a sapere che le sue sono scuse sincere? Come faccio a sapere che ha davvero capito i suoi errori e che non pensa niente di quello che ha detto? Non mi aspettavo che facesse un gesto simile. Dopo ciò che ha fatto poi.
Lui mi ha mollata qua trattandomi come una puttana, mi ha lasciata a piangere e a chiedermi se avessi sbagliato qualcosa nella relazione con lui... e ora cosa dovrei fare? Odio questa situazione, stavo piano piano riabituandomi all'idea di essere sola, stavo piano piano abituandomi all'idea che non mi volesse più, mentre ora? Mi sento di nuovo in bilico, questo cambia nuovamente il mio equilibrio.
Non so come agire, non so cosa fare... e la cosa peggiore è che non posso nemmeno chiedere consiglio a nessuno, perché non ho avuto coraggio di raccontare ai miei amici cosa fosse successo con Elia.
Mi porto i capelli all'indietro con fare esasperato e continuo a piangere, guardando i fiori sul mobile, come se loro potessero darmi risposte in qualche modo.
Devo prendere una decisione, devo pensarci su e capire cosa è meglio per me. Se andare avanti senza ripensamenti o se dargli perlomeno modo di provare a recuperare. Ho bisogno di tempo per farlo, non posso decidere ora, non sono cose che si decidono su due piedi... devo pensarci bene su.
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