43. Ancora un rifugio
"Al nuovo lavoro di Nora" Bianca alza il suo bicchiere e noi facciamo lo stesso con i nostri, imitandola "che ci ha dato una motivazione valida per bere e che d'ora in poi ci farà assistere gratis a tante partite del Milan" scoppiamo a ridere sentendo le sue parole e facciamo tintinnare i bicchieri tra loro, brindando al mio nuovo lavoro.
Devo dire che i primi giorni sono stati fantastici, ancora meglio di come mi aspettavo. È bellissimo tutto ciò che facciamo, dallo scrivere i vari aggiornamenti della squadra per il sito web ufficiale al prepararci per le partite a cui assistiamo dall'aria apposita ai giornalisti in modo tale da non perdere i momenti più salienti dell'intera partita e poterli così riportare.
Non stiamo mai fermi, c'è sempre qualcosa da fare ma, per quanto possa essere stancante, è molto dinamico ed entusiasmante. Mi piace tutto da morire. Inoltre, Giovanna, la signora che mi sta facendo da tutor, è davvero una brava persona, e per questo mi ritengo più che fortunata. Non nutre nessun sentimento negativo nei miei confronti, al contrario di Rosanna al giornale, e mi riempie di consigli su come migliorare e adattarmi ancora meglio. Lo staff in generale, tra l'altro, è fantastico. Non trovo nemmeno un difetto in questo nuovo lavoro, e questo mi fa sentire molto più leggera rispetto alle settimane scorse.
Faccio un sorso dal mio bicchiere e poi scuoto la testa in direzione delle mie amiche "Lo sapevo che volevate festeggiare oggi solo per tenermi buona e poter venire a vedere il Milan senza pagare." le riprendo con ironia mentre loro ridacchiano e fanno battute sul fatto che adesso che ho scoperto il loro piano dovranno studiare qualcosa di diverso.
"Mi piace quando sei così spensierata" Elia sussurra al mio orecchio, spostandomi i capelli e catturando la mia attenzione "ti brillano gli occhi." mi volto verso di lui, siamo così vicini che i nostri nasi quasi si sfiorano, e gli sorrido. Dopo la discussione che abbiamo avuto in chiamata, le cose sono filate liscio. Per fortuna non ha mostrato altri segni di gelosia, anzi mi ha dimostrato la sua vicinanza in questi giorni, ribadendomi sempre quanto crede che io sia fantastica. Ogni volta che sono a lavoro mi ritrovo sul cellulare alcuni suoi dolci messaggi dove mi sprona a dare sempre il massimo e mi riempie di complimenti e parole dolci.
"Sono davvero felice che tu sia qua." lo bacio a fior di labbra, continuando a tenere gli occhi sui suoi. "È un bel momento, mi piace poterlo condividere con te." certo, è un bel momento se non consideriamo il fatto che gli incubi continuano a farmi svegliare nel bel mezzo della notte... quei maledetti incubi che sono nuovamente aumentati dopo la fine della relazione con Christian... colui che è uno dei protagonisti fissi dei miei brutti sogni.
Ogni notte la mia mente decide di giocare con me in modo tutt'altro che simpatico, facendomi rivivere gli avvenimenti del passato e del momento in cui ho rotto con Chris... ovviamente aggiungendo dettagli che non ho realmente vissuto, come lui che ride di me dicendomi che era ovvio che mi avrebbe tradita perché non sono mai stata abbastanza per lui, o lui che mi bacia e poi si allontana dicendo che mi ha preso solo in giro e che sono stata una sciocca a cascarci. Ogni volta, che sia un incubo su di lui o sui miei traumi degli anni prima, mi sveglio in preda al panico, con il cuore che martella fin troppo veloce nella gabbia toracica e il respiro corto.
Ma comunque, nonostante le mie notti siano tormentate, cerco sempre di ricompormi prima di vivere la nuova giornata, cercando di non mostrare i segni della stanchezza e dell'irrequietezza. Non voglio preoccupare nessuno, e poi non saprei spiegare ad Elia il perché di tutto ciò.
"Mi onora che tu voglia me al tuo fianco." posa la mano sulla mia coscia e mi accarezza dolcemente, facendomi arrossire di botto. Non sono ancora abituata al suo tocco su di me. "Sai che ci sarò qualsiasi cosa accadrà." mi ruba un altro bacio e io gli sorrido ringraziandolo, ma senza potergli rispondere visto che le nostre amiche attirano la nostra attenzione per una scommessa strana che hanno fatto su una persona che è seduta non molto lontano da noi.
Io ed Elia ci lanciamo un'occhiata complice e poi scoppiamo a ridere, trovando divertente la pazzia delle mie amiche, e io mi rendo conto che non potrei chiedere di più in questo momento leggero.
*****
Christian
"Mi hanno detto che devo fare un'intervista per il canale YouTube della squadra." con uno sbuffo mi lascio sprofondare nella poltroncina della sala comune, anche detta sala relax, senza nemmeno salutare, mentre Olivier, Rafa e Yunus mi guardano con espressione confusa per il mio tono preoccupato, così spiego loro il perché. "Giovanna mi ha detto che sarà Nora a farmela..."
"Aah, ora ha più senso." il portoghese sorride come se avesse appena scoperto come risolvere un quesito scientifico internazionale "Beh quale è il problema comunque? State lavorando entrambi, non c'è nulla di male..."
"Davvero?" Oli risponde prima di me, riprendendo il nostro amico "Lo sai benissimo che gli fa male averla accanto e avere con lei un rapporto freddo dopo ciò che hanno condiviso. Non penso sia bello lavorarci a stretto contatto."
"Questo lo sappiamo, ma se questa fosse un'occasione per riavvicinarsi?" Yunus interviene, buttandola lì e poi facendo spallucce come se ciò che avesse appena detto non mi facesse stringere la gola. Sarebbe bello, ma so che non sarà possibile.
"Vi devo ricordare come è finita tra noi? Vi devo ricordare che sta con un altro? E poi non approfitterò del fatto che lavora qua per tornare nelle sue grazie... non ho mica fatto in modo che facesse il colloquio con un secondo fine." e poi credo che queste cose con lei non funzionino, non servono sotterfugi con Nora, sono cose che odia da morire. Le piace la sincerità, le piacciono le cose vere e fatte alla luce del sole.
"Nessuno lo penserebbe mai Chris, nemmeno lei. Ti conosce, sa che non sei una cattiva persona, non sei un manipolatore." Sono così convinti che la sua opinione su di me non sia cambiata dopo tutto? Io non ne sarei così sicuro.
"Comunque devo andare, mi stavo giusto permettendo di prendere coraggio per qualche minuto. Mi sta aspettando... non posso fare tardi." sorrido nella loro direzione quando, mentre mi allontano, mi urlano parole di incoraggiamento e di buona fortuna. Dopodiché esco dalla sala relax e inizio a camminare lungo il corridoio del centro sportivo, per raggiungere la sala dove si terrà l'intervista.
Mi concentro sul rumore che fanno le mie ciabatte Puma sul pavimento, cercando di non farmi prendere dal panico, ma non è una cosa facile. La sola idea che starò accanto a lei per non so quanto tempo, rispondendo a delle domande in modo professionale, con distacco, quando l'ho amata e la amo ancora più della mia stessa vita, mi sembra una cosa più che assurda. Non so se sono in grado di fingere, visto che anche solo dai miei occhi si capisce il sentimento che nutro per lei.
Arrivo a destinazione dopo un paio di minuti e mi fermo con la mano sopra la maniglia della porta, cercando di mettere su l'espressione più amichevole ma professionale che riesco a fare, impedendo alla mia mente di navigare verso mete proibite.
Devo restare concentrato sul calcio, senza divagare con i pensieri. Sono un professionista in fin dei conti, posso farcela, devo farcela. Respiro profondamente e, nello stesso momento, abbasso la maniglia.
Nora alza lo sguardo, bloccando subito il suo cellulare e posandolo sul tavolo accanto a sé, e mi sorride in modo timido e insicuro, facendomi capire che molto probabilmente non vorrebbe essere qua con me. Comprensibile, non vuole stare a contatto con il suo ex stronzo, ma la situazione lavorativa evidentemente la obbliga e non può scappare lontana da me a gambe levate.
"Ehi, ciao..." richiudo la porta alle mie spalle e faccio qualche passo verso di lei, per raggiungerla. Non posso fare a meno di notare come sia bella con questa gonna nera e stretta che le fascia le curve e la camicia bianca che le dona un'aria esperta e sicura di sé. Per non parlare dei capelli lunghi che oggi ha legato all'insù in modo non troppo ordinato, con dei ciuffi che le scendono morbidi sulle spalle, lasciando scoperto il collo... la mia stupida mente riporta all'istante al centro dei miei pensieri l'immagine di me che bacio e assaggio la sua pelle, dal collo fino al seno... una fitta al petto accompagna questo ricordo, perché sono consapevole che fa parte del mio passato, di una passato che non torna. Dio, devo smetterla. Non posso affrontare così questa intervista.
"Ciao Christian, appena arriva Tancredi dovremmo iniziare." indica la telecamera, così mi giro per qualche secondo notando solo ora che il cameraman non è qua. Ero così preso da lei che non mi ero nemmeno reso conto. "Intanto, se vuoi, puoi accomodarti qui." indica la sedia accanto a quella dove si sta sedendo lei e io accetto immediatamente il suo invito. Mi mordo il labbro quando mi avvicino e il suo profumo invade le mie narici, facendomi aumentare ancora di più i battiti. Cristo, sarà più complicato del previsto. "Tranquillo, non ti farò domande compromettenti che possano metterti in imbarazzo."
Sorride nella mia direzione, tentando di smorzare la tensione con questa battuta, e io ricambio il suo sorriso. "Menomale, perché stavo già controllando da quale finestra sarei dovuto scappare per evitare di rispondere a certe domande." lei scoppia a ridere e questo mi fa sentire leggero per qualche attimo. Mi fa stare ancora così bene riuscire a farla ridere. "Come stai Nora?" mi faccio serio mentre le faccio questa domanda, e anche la sua espressione divertita sparisce. Voglio mi dica sinceramente come stia, visto che non la vedo da due settimane, ossia da quando è venuta a ringraziarmi per averle fatto avere il colloquio qui. Non capita nemmeno che ci incrociamo per le scale o in ascensore, come se il destino avesse deciso che è sbagliato far sì che accada.
"Sto bene, mi piace molto lavorare qua, sono molto impegnata e questo mi motiva a fare ancora meglio." so che non sta dicendo tutta la verità, so che si sta sforzando di esaltare la parte in cui davvero sta bene -ossia il lavoro-
per nascondere qualcosa che va decisamente meno bene. Comunque non le faccio pressioni, io sono l'ultimo al mondo con cui parlerebbe, il responsabile del suo cuore spezzato e del suo dolore. "Tu invece come stai?"
Bloccato nel passato. Bloccato alla mia vita quando c'eri tu. Non respiro più come prima. Non sorrido più come prima. Mi manchi così tanto che non faccio altro che scorgerti tra la gente, anche se non ci sei, di sognarti ogni notte. Con un senso di colpa che mi soffoca perché ho rovinato la storia d'amore più bella che io abbia mai avuto. Perché ho distrutto la persona più importante della mia vita. Spento. Vuoto. A pezzi. "Sto bene anche io, Nora. Siamo molto impegnati con gli allenamenti, tra Champions, campionato e Coppa Italia."
"Sì, mi sono accorta di questo..." ride appena, indicando il suo pc che è posato sul tavolo "aggiorniamo sempre il sito su quello che fate durante il giorno, sui tipi di allenamento, su come stanno gli infortunati, a che punto è la loro ripresa, quindi sono consapevole di quanto stiate lavorando, ma sono certa che tutto questo porterà tanti frutti e tante soddisfazioni."
Le sorrido, ma prima che possa ringraziarla per le sue parole pronunciate con dolcezza, come per darmi sostegno, un ragazzetto altissimo, con dei folti capelli ricci e degli occhiali che mi fanno pensare a Harry Potter posati sul naso adunco entra nella sala. Lo riconosco subito essere Tancredi, perché mi è capitato altre volte di collaborare con lui per dei contenuti TiKTok della pagina ufficiale del Milan. Ci scambiamo un saluto amichevole all'istante, poi lui inizia ad armeggiare con la telecamera, in modo tale da preparare il tutto.
Tra me e Nora, ora che c'è lui presente, cala il silenzio, ma non è imbarazzante o che, direi più che ognuno di noi è perso nei propri pensieri, forse su cosa ne uscirà fuori da questa benedetta intervista.
"Okay, io sono pronto." Tancredi ci informa di questo, strappandoci entrambi dalla nostra mente, così io mi volto d'istinto verso Nora che ha già assunto una posizione più dritta e professionale, con le gambe accavallate. Mio Dio, un'altra volta devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non osservare le sue gambe coperte da delle calze velate non molto grosse. Lei non si rende nemmeno conto di quanto sia sexy, e di come in questo momento io stia morendo per lei.
"Perfetto Christian iniziamo?" annuisco davanti alla domanda della donna perfetta accanto a me, tenendo gli occhi puntati sui suoi e, in un attimo, niente esiste più intorno a noi. È come se fossimo rinchiusi nella nostra bolla, a parlare amichevolmente e con sintonia come quando stavamo insieme, perciò di botta mi rilasso.
Mi rendo conto di stare meglio, che l'ansia è scemata, che lei è ancora il mio rifugio... e penso che se mi illudo, per qualche secondo, che siamo quelli di una volta e che nulla sia cambiato, non faccio del male a nessuno.
Anzi questo piccolo momento mi servirà per sopravvivere quando l'intervista finirà e poi ognuno tornerà a fare la propria vita in modo indipendente.
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