27. Milan-Empoli
Le mie orecchie vorrebbero ascoltare Zoe e Jennifer che chiacchierano accanto a me, cercando anche di convincermi, ma non riesco a stare concentrata. Dopo la discussione di ieri, io e Chris non abbiamo più parlato, ma sono stata convinta dalle ragazze a venire comunque a San Siro per assistere all'anticipo della serie A che vede protagonista proprio la squadra del mio fidanzato contro l'Empoli. È la prima partita di Christian che vengo a vedere dal vivo, ma per quanto io sia orgogliosa di lui, non sono esattamente quello che si può definire felice... avevo immaginato in tutt'altro modo la mia prima volta qua, sarebbe dovuta essere un'emozione indescrivibile da condividere con lui, mentre ora non so più nemmeno cosa pensare.
Come è possibile che un ragazzo che viene dall'altra parte dell'Italia per risolvere con te solo perché avete litigato, non si è preoccupato minimamente di scriverti nemmeno un messaggio dopo ieri?! Ha davvero messo in secondo piano il fatto che stavo male, ha messo in secondo piano la nostra discussione, ha messo in secondo piano me. Io non voglio essere sempre la sua priorità, capisco che il mondo non gira intorno a me, ma non mi capacito del fatto che non abbia provato nemmeno per un secondo a risolvere le cose tra noi... è sempre attento a non ferire i miei sentimenti, e ora? No, questo non è da lui, e conferma solo che avevo ragione, sta succedendo qualcosa, e devo sapere cosa.
Sbuffo leggermente, uscendo dalla gabbia mentale che formano i miei pensieri, e poi mi alzo dal posto, scusandomi con le ragazze e dicendo loro che tornerò subito, per poi dirigermi verso il bar-ristorante. Ho bisogno di bere un bicchiere d'acqua, sono agitata come non mai, mi devo dare una calmata prima di rischiare che mi venga un attacco di panico qua. La parte più razionale di me al momento non risponde, sono troppo spaventato da quello che sembra dover per forza accadere. È un film già visto troppe volte, le persone prima diventano fredde e poi escono dalla mia vita senza darmi spiegazioni e dimenticandosi di me... questo pensiero mi fa davvero provare una forte nausea, non posso credere che Christian farà la stessa cosa... non lui, non può, non è come tutti gli altri.
Smetto di osservare per terra quando sbatto contro qualcuno, alzando la testa di scatto per scusarmi. Certo che ora ci mancava proprio che facessi una delle mie figure penose.
I miei occhi si posano all'istante su un ragazzo molto più alto di me, credo sia più o meno 1,90, cosa che mi fa sentire ancora più bassa del solito, che mi sorride in modo sbilenco. Non pare essersi infastidito dal fatto che gli sono andata addosso perché ero distratta, i suoi occhi scuri sembrano divertiti.
"Attenta a dove metti i piedi, altrimenti penso che sia una scusa per parlarmi." mi schiaccia un occhiolino mentre io lo osservo con un sopracciglio inarcato. Chi diavolo è questo pallone gonfiato?
"Sì guarda, stamattina è stato il primo pensiero che ho fatto quando ho aperto gli occhi. Non vedevo l'ora di studiare un piano per parlare con uno sconosciuto allo stadio." rispondo forse in modo un po' troppo nervoso, scaricando la mia evidente rabbia con lui, ma non sembra notarlo, o perlomeno non sembra che gli dia fastidio, direi tutt'altro.
"Mi chiamo Elia, Elia Caprile." mi regala un sorriso divertito, cosa che mi fa innervosire ancora di più. Ora cosa ho fatto di male per trovarmi questo tizio sulla strada? "Così non sono più uno sconosciuto, il tuo nome quale è?"
"Ho un ragazzo." gli rispondo, sperando di allontanarlo "Che gioca tra poco, perciò se non ti spiace."
"Sei la ragazza di un avversario? Male... ho appena flirtato con il nemico." dalle sue parole capisco che è qualcuno collegato all'Empoli, ma non ho la più pallida idea di chi lui sia. "Sono il portiere della squadra ospite, ma sono squalificato, perciò non posso giocare. Ho seguito i miei compagni comunque per dare sostegno morale." risponde alla mia domanda inespressa e io non posso non alzare gli occhi al cielo davanti al suo tono così ironico e pieno di sé. Sembra che tutto sia un gioco al momento, ho già capito il tipo di persona.
"Non abbiamo flirtato, forse solo tu l'hai fatto. Ora devo andare."
Sorride e poi si sposta da una parte, lascandomi lo spazio per passare. "Prego, spero che ci rivedremo. Piacere di averti conosciuta."
"Il piacere è tutto tuo." ora anche io gli rivolgo un sorriso, ma ovviamente fintamente gentile, cosa che lo fa ridacchiare come un cretino. Scuoto la testa e mi allontano a grandi falcate in direzione del bar, lasciandomi alle spalle questo tipo. So che non dovrei prendermela così tanto lui, che forse è stato un po' come il capro espiatorio... ma sono già arrabbiata e frustrata di mio, e lui ha contribuito a farmi innervosire ancora di più con questo modo di fare come se tutto gli fosse dovuto. Ma ora, purtroppo, ho problemi più grandi da affrontare... devo capire cosa fare con Christian dopo la partita, perché è arrivato il momento che parliamo e che mi spieghi.
Per quanto male potrebbe farmi, voglio sapere la verità. Non voglio la pietà, né la pena, voglio solo che mi parli apertamente... sono pronta a sentire tutto, qualunque cosa sia.
*****
"Nora... non pensavo saresti venuta." il mio ragazzo mi ha appena raggiunto, visto che Theo e Olivier l'hanno informato che ero qua con le ragazze, ma non sembra per niente entusiasta di vedermi. Blocca il telefono appena mi è accanto e lancia uno sguardo furtivo alle mie spalle, come se improvvisamente potesse apparire un fantasma che potrebbe terrorizzarci a morte.
"Zoe e Jenni mi hanno convinta a venire anche se abbiamo discusso..." gli altri si allontanano un po', parlando tra loro, per lasciarci modo di stare soli e avere un po' di privacy. "Ma tu non sembri contento di vedermi..." questa consapevolezza mi fa male, da morire, ma non posso negare l'evidenza.
"Come? No, non è così." mi cinge la vita con un braccio e mi lascia un bacio sulla tempia, ma nonostante questo suo gesto, sento che è freddo, diverso... "Solo sono davvero molto stanco e avevo pensato di andare subito a casa per riposare."
"Senza risolvere nemmeno oggi? Capisco che tu sia stanco, ma mi sta spaventando questa situazione." decido di essere sincera, come mi ha chiesto di fare lui più e più volte, parlandogli di come mi sento. "Sei distante, da ieri... non ti importa se io ci sia o meno, ti dimentichi di me, sembra che non mi vuoi tra i piedi."
I suoi occhi castani si colorano di un senso di colpa palese, ma comunque non mi dà ragione. Il suo volto e la sua bocca dicono chiaramente due cose diverse. "Non iniziare, non di nuovo. Per ieri ti ho già spiegato, e oggi è un altro giorno. Ho appena fatto 90 minuti super intensi, sono esausto." come se fosse la prima volta che gioca e poi sta con me... non è mai stato comunque così distante o freddo.
"Ieri mi hai liquidato... eri nervoso, e sembra che tu lo sia anche ora." mi sento insicura mentre gli dico queste cose, non so come comportarmi, non so cosa dire o fare perché non so cosa sta succedendo. "Torniamo a casa insieme, parliamo un po' in macchina. Ho bisogno di te Christian."
Per qualche secondo sembra pensarci, leggo in lui, per un attimo, la dolcezza di sempre, quella che lo caratterizza, ma anche stavolta le parole dicono qualcos'altro. "Torna con Zoe e Theo, è meglio che non parliamo più per oggi. Siamo entrambi stanchi e nervosi e potremo dire qualcosa che non pensiamo."
No... non è una mia paranoia, ora ne ho la conferma, lui mi sta allontanando, non mi vuole intorno. "Abbi almeno le palle di lasciarmi, invece di fare tutti questi teatrini. Ammetti di aver conosciuto un'altra, ammetti che ti sei stanco, o qualsiasi altra cosa sia successa, ma almeno sii sincero. Non nasconderti dietro mille scuse per rimandare l'inevitabile."
Sussulta sentendo le mie parole, non riesce a nasconderlo, anche se prova a mascherare la sua reazione con un'espressione apatica. Una di queste cose che ho detto è vera. "Ti fai troppi film... va a casa, Nora." mi lascia un bacio sulla guancia e si allontana da me velocemente, senza aggiungere altro e senza nemmeno guardarmi. Proprio come ieri sera preferisce sparire invece che rassicurarmi e stare con me... qualsiasi altra cosa abbia da fare, qualsiasi altra cosa gli stia impegnando la mente è più importante di me.
Una lacrima mi riga il volto, poi sento una mano posarsi nella mia spalla e la dolce voce di Jenni sussurrare al mio orecchio. "Piccola, che sta succedendo? Ho capito che avevate discusso, ma non pensavo fosse così grave... perché è andato via senza di te?"
Alzo lo sguardo sul suo e, come una bambina senza risposte a cento perché, scrollo le spalle. "Non ho idea... gli ho solo chiesto di dirmi cosa ha... ma ha preferito lasciarmi qua e andare via. Ho paura di perderlo, è distante da me... forse ha un'altra? Non lo so, non so cosa pensare."
Jennifer sospira, come se le dispiacesse terribilmente vedermi così sconvolta e confusa, e mi stringe in un abbraccio, accarezzandomi piano la schiena. "Sono certa che andrà tutto bene, Nora. E comunque hai dei nuovi amici qua, io e Zoe siamo con te, lo sai vero?"
Sorrido appena, tra le lacrime che scendono senza sosta sul mio viso, sentendo le sue parole, e la stringo più forte mentre la ringrazio.
Mi sento davvero distrutta e spaventata, l'idea di essermi illusa così tanto con Christian, l'idea di dovergli dire addio mi terrorizza, ma mi sento grata di aver stretto delle amicizie reali qua a Milano, lei e Zoe, o Luna e Bianca, e per questo non potrei essere più grata di così. Devo solo osservare le cose positive intorno a me per ricordarmi che c'è sempre qualcosa di bello nella nostra vita, nell'attesa che la situazione tra me e Christian si delinei chiaramente.
*****
Christian
Parcheggio l'auto sotto casa di Rosanna e mi sale quasi un conato. Mi fa male il petto, sento una fitta lancinante e fissa, come se avessi una lama piantata nel cuore.
Il ricordo del viso deluso e spaventato di Nora mi fa male... sia ieri che oggi avrei solo voluto stringerla a me e rassicurarla. Dirle che la amo, che non ho mai amato nessuna così... ma come potrei farlo? Sto per farle la cosa più meschina che potrei mai fare. Non riesco ad abbracciarla, baciarla sapendo che la tradirò... non voglio prenderla in giro, e mi sento una merda per questo. So che se scoprirà questo la perderò, so che probabilmente la perderò perché non riuscirò a convivere con il senso di colpa e capirà ancora di più che c'è qualcosa che non va, ma non so cos'altro fare.
Ho pensato a tutte le soluzioni possibili, ma tutte finivano con Nora che perdeva il lavoro e tornava in Sardegna. Non voglio toglierle la possiamo di continuare la sua nuova vita qua. Ha finalmente una nuova possibilità per riniziare, lontano da tutto ciò che l'ha ferita e le ha tolto anni importanti della sua vita, non posso condannarla a mollare tutto.
So che questa decisione le salverà la carriera, ma allo stesso tempo so che mi odierà. Dio... vorrei davvero evitarlo, perché non so come potrò vivere sapendo che la persona che più amo mi detesta... ma devo.
Spengo il cellulare e, togliendo le chiavi dal quadro, scendo dalla Porsche. Respiro l'aria fredda a pieni polmoni, sperando che questo basti a scacciare via la nausea, ma non serve a niente. Sono schifato da me stesso e da tutto il resto, e non riesco a darmi una calmata.
Alzo lo sguardo e osservo il palazzo davanti a me, fino al penultimo piano, ossia quello dove Rosanna mi ha detto che devo salire. La luce è accesa, mi sta aspettando, e io mi sento morire ancora di più. Vorrei sparisse, vorrei non esistesse, vorrei smettesse di vivere per non fare male alla donna della mia vita. Ma lei non sparirà nel nulla... è decisa più che mai a rovinare Nora, costi quel che costi.
Infilo le chiavi nella tasca del giubbotto, dopo aver chiuso le portiere, e poi attraverso la strada per raggiungere l'ingresso del palazzo. Faccio tutto in modo meccanico, faccio tutto senza pensare, come se stessi agendo ma la mia anima non fosse nel mio corpo. Quasi mi osservo da fuori, ma anche da questa visuale mi faccio venire il voltastomaco.
Ne sono consapevole, dopo quello che farò ora, niente sarà uguale, e io non potrò più guardarmi allo specchio allo stesso modo, non potrò più tornare come prima. È come vendere un pezzo della propria anima al diavolo, è come scordarsi i propri principi...
Mi dispiace così tanto Nora... avrei voluto evitarti ancora altro dolore, ma non sono riuscito in nessun modo. Mi dispiace così tanto, vorrei tornare al nostro primo appuntamento, a quando esprimesti il desiderio di rivivere ancora quella giornata, vorrei tornare a stringerti forte tra le mie braccia, sapendo che già mi stavo innamorando di te.
Vorrei, vorrei, vorrei... vorrei così tante cose con te e per te, ma sto forse per firmare la fine di noi, e questo non me lo perdonerò mai.
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