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# "non guardatemi così! È colpa vostra!"


# "non guardatemi così! È colpa vostra!"

Xavier odiava le novità fin da quando era bambino.

Adesso però sperava di non aver preso dai genitori e che i suoi fratellini non avessero il suo stesso brutto vizio.

Insomma le gemelle avrebbero apprezzato la notizia quasi sicuramente.

Justin.... bho.... mentre i suoi....

beh, con i suoi sarebbe già stato tanto se fosse sopravvissuto.

Per fortuna il rosso era una persona previdente e nell'ultima lettera a Jason aveva anche lasciato scritto le sue ultime volontà.

Gli sarebbero servite dopo quello che aveva da dire quel giorno.

Quel giorno chiese, dopo una settimana molto difficile e notti in bianco, di parlare con i suoi genitori: com'era prevedibile, Erza e Gerard scattarono immediatamente appena ebbero uno spiraglio di chiarezza su cosa attanagliasse il figlio maggiore da almeno una settimana.

Xavier sospirò, e poi si fece coraggio per parlare.

Dopotutto quella era la sua scelta, e lui aveva fatto una promessa che doveva mantenere.

I suoi genitori avrebbero capito?

Oppure lo avrebbero cacciato ed ostacolato?

Infondo lui aveva solo sedici anni...

aveva superato l'età giusta per bere, ma per fare ciò che aveva intenzione di fare era decisamente troppo piccolo...

–Xav, allora? Vuoi fare la bella statuina per molto ancora?– chiese Erza, guardando il figlio, già molto nervoso. – tesoro, sei finito in un guaio? Perché se è così, noi ti aiuteremo.– fece Gerard, cercando di dare un interpretazione al nervosismo del ragazzo.

Era almeno una settimana che

-stoperdiventarepadre- buttò fuori Xavier, però parlava in un modo talmente veloce, che Erza non capì.

Al contrario, a Gerard sembravano uscire gli occhi dalle orbite.

Perché diamine non si era preso qualche minuto per spiegare al figlio come farlo protetto?

Accidenti, a furia di viaggiare tanto, avere altri tipi di momenti padre-figlio con i suoi vari figli, non aveva potuto spiegare quell'importante passaggio al figlio.

Non che ci avesse pensato in realtà, visto che Xavier sembrava anche troppo timido per dichiararsi a Jean (era persino ancora nella fase della negazione quando l'avevano incontrata per caso due mesi prima!).

E adesso si era ritrovato nonno prima del tempo.

–scusa Xav, ma io non ho capito, che succede?- chiese Erza, confusa.

Cosa stava succedendo?

Xavier prese di nuovo fiato spaventato, ma si sentì rassicurato nel vedere la mano di suo padre sulla sua spalla.

Lui aveva capito e non lo avrebbe lasciato solo in questa nuova avventura.

Anche a costo di difenderlo dalla mamma.

–mamma....sto per diventare padre.–

ci vollero cinque minuti prima che Erza potesse registrare cosa il figlio le avesse effettivamente detto.

–ahhh, tutto qui? Tu stai per diventare.....aspetta, tu stai per diventare padre? Tu? Padre?...sentito Gerard? Nostro figlio sedicenne sta per diventare padre...lui sta per diventare padre....Xavier sta per diventare padre....XAVIER CHE CAVOLO SIGNIFICA????????–

così esplose la bomba Erza Scarlett Fernandes.

–Erza, tesoro, calmati...– –COME FACCIO A CALMARMI DOPO AVER SCOPERTO CHE NOSTRO FIGLIO FA.... INSOMMA XAVIER LO HA FATTO...E ORA JEAN È INCINTA.– –lo so Erza, ma cerca di stare...– provò a calmarla Gerard, prima di essere interrotto da Xavier –a dire il vero sia io che Jean siamo entrambi vergini, per quanto ne so....e poi cos'ha a che fare Jean in tutto questo?–

i due coniugi si immobilizzarono, come se Evergreen li avesse pietrificati.

Possibile quindi che Xavier avesse preso un granchio e li avesse spaventati per nulla?

-ok tesoro, ora so che tu pensi che i bambini li portino le cicogne sotto i cavoli, ma quando un uomo e una donna si amano tanto...– –si lo so come nascono i bambini, ma la storia è ben più complicata...ed in parte è colpa vostra!– la interruppe Xavier, completamente rosso come i suoi

capelli e quelli di sua madre, Justin e Fine.

Sapeva che quel discorso sarebbe stato complicato, lungo e difficile, ma si poteva sapere da dove diavolo avevano tirato fuori Jean?!

Giorno dopo giorno si ritrovava a maledire suo padre e sua zia Meredy per aver organizzato quel pic-nic dove aveva incontrato Jean (malediceva un po' anche Julia e Storm per aver bruciato il libro della sorella minore di Jean, ma quella era un altra storia) e i suoi genitori l'avevano presa come "la futura nuora" (sì, aveva sentito sua madre chiamarla così mentre credeva che lui non facesse attenzione, e sì, era stato molto imbarazzante).

E il fatto che fosse effettivamente cotto per Jean peggiorava la situazione sempre di più.

–fammi capire...– iniziò Erza –è colpa nostra se stai per diventare padre?– finì Gerard.

Quel discorso non aveva senso!

–ok, meglio se parto dall'inizio...– iniziò Xavier, prendendo un respiro profondo e ripercorse con la mente e con la voce quella strana giornata di due anni prima...

In realtà, se vogliamo essere del tutto onesti, la colpa indiretta fu di Cammy e, soprattutto di Caleb, ma Xavier ricollegò di essere finito in tutto quel pasticcio a causa dei principi con cui i suoi genitori lo avevano cresciuto, e quindi la colpa era loro (Gerard e Erza ebbero da ridire su questo, ma fecero del loro meglio per non interrompere).

E sì, questa spiegazione aveva senso unicamente nella mente di Xavier, ma fategli causa, era comunque un adolescente.

Un adolescente molto stupido, ma comunque.

Tutto iniziò quando Cammy accettò un lavoro da Babysitter dall'altra parte della città, a detta di Xavier e di Caleb fu da principio una pessima idea ma la violetta non aveva voluto ascoltare nessuno dei due.

Poi Caleb si era ammalato (chissà per quale motivo quel ragazzo adorava mettere a repentaglio la sua salute per sfidare Jude a gare a cui il rasta non avrebbe partecipato) e Cammy si era presa cura di lui contagiandosi.

Quindi, in quanto partner di Cammy si è dovuto prendere l'incarico.

Per sua fortuna non era niente a cui non fosse già abituato: fare da Babysitter ad un bambino della stessa età delle sue sorelle.

Ancora non si immaginava che proprio quell'incarico gli avrebbe scombussolato tutta la vita.

Quel giorno Xavier si ritrovò ad bussare ad una porta di legno di una graziosa casetta ai margini di Magnolia.

–buongiorno, mi chiamo Xavier e sono il mago di Fairy Tail per l'incarico– disse Xavier, mostrando il simbolo blu tatuato sulla sua spalla e ripetendo il rito che faceva spesso quando si presentava per un incarico.

Ad aprirgli una splendida giovane donna dai capelli color verde acqua opaco (Xavier ebbe la brutta impressione di passare troppo tempo con Celia e Cammy per poter dire il colore in modo così definito e non parlare solo di verde) e dagli occhi azzurri.

Lei gli fece un sorriso luminoso, che però gli lasciò una strana sensazione di brividi alla schiena. –prego Xavier, entra. Io sono Maria Cazador, mio marito André sta arrivando assieme a nostro figlio, Aitor.– si presentò la donna, invitandolo ad entrare.

La casa era accogliente e...perfetta.

Forse era lui ad essere abituato male, con tre fratelli piccoli casa sua e quelle di tutti i suoi amici erano sempre un grande caos di giocattoli, vestiti e mobili in giro.

Casa Cazador invece era linda e pulita, non un mobile fuori posto o un cuscino stropicciato.

Onestamente questo metteva Xavier in soggezione.

E lo insospettiva.

–bene Xavier, vuoi qualcosa? Un the? Dei biscotti? Non fare complimenti!– disse gentilmente Maria, cercando di metterlo a suo agio.

–no, grazie sono a posto.– disse il rosso.

–oh, va bene allora. Dunque, io e mio marito purtroppo abbiamo molto da lavorare questa settimana e vorremmo che tu guardassi Aitor più o meno tutti i giorni fino alle 22:30. questo vorrebbe dire che lo dovresti mettere a dormire alle 22:00– disse Maria, istruendolo.

Xavier si ritrovò leggermente confuso: tutti i bambini piccoli che conosceva, e con cui aveva a che fare, andavano a dormire alle 21:00. Ma il mago non fece domande: dopotutto tutti i bambini erano diversi quindi magari Aitor aveva un ciclo di sonno diverso rispetto a quello delle sue sorelle. Oppure era semplicemente più grande.

–inoltre potrai trovare il numero di emergenza attaccato al frigo.– aggiunse Maria, prima che il marito entrasse.

Il signor Cazador, André come lo aveva presentato Maria, era un uomo grande e grosso, dalla lunga barba castana e dagli occhi color ambra ma freddi come il ghiaccio.

Di statura assomigliava a suo zio Gajeel, ma la similitudine finiva lì: se Gajeel sembrava sempre un orso gentile, il signor Cazador gli urlava "pericolo".

Era ufficiale, i signori Cazador non gli piacevano, detestava la loro casa che gli provocava l'orticaria anche solo a vederla così perfetta.

Ma quando i suoi occhi si posarono su Aitor Cazador tutti i suoi pensieri peggiori si dissiparono come neve al sole.

Aveva gli occhi color ambra del padre, ma sembravano guardarlo con innocente curiosità, aveva i capelli color verde acqua opaco della madre, ma sembravano più morbidi e meno laccati.

Non sorrideva e sembrava stanco e queste erano le uniche cose che facevano fare una smorfia a Xavier.

Ma se avesse dovuto passare una settimana inseme a questo bambino allora Xavier lo avrebbe fatto volentieri.

Nonostante parlare con la signora Cazador gli faceva venir voglia di iniziare a prendere a pugni qualcuno, nonostante il signor Cazador tenesse in allerta tutti i suoi istinti da mago...per Aitor Cazador, si rese subito conto, lo avrebbe fatto volentieri.

(–aspetta, quindi ci stai solo ri-raccontando la storia di come hai conosciuto Aitor?– chiese Erza, mentre Gerard tirava un sospiro di sollievo: quindi probabilmente loro figlio voleva solo adottare il bambino a cui faceva da babysitter –beh, ovvio. Anche voi, ci potevate arrivare subito! Solo perché mi piace Jean non vuol dire che abbia una storia con lei– –cosa?– –cosa?–)

Alla fine l'esperienza di Xavier con i bambini batté i consigli della signora Cazador, e Aitor venne messo a dormire alle 21:00 dopo un intero pomeriggio di giochi.

Il rosso ci mise circa due ore per rendersi conto che al piccolo piacesse parecchio fare dispetti e scherzetti ogni volta che credeva di non essere più al centro dell'attenzione.

Due giorni dopo al loro primo incontro Aitor sembrava molto meno stanco e aveva mostrato a Xavier tutta la sua energia che aveva bisogno di essere sfogata, quindi sì erano stati giorni pieni di partite a nascondino, ad acchiapparello, rincorrere uccellini e sfrecciare da una parte all'altra.

Niente a cui non fosse abituato con Rain e Fine comunque: non avevano mai imparato a camminare, avevano imparato a correre.

Aitor balbettava alcune cose, ma niente di senso compiuto.

Dopo una settimana, quando il suo incarico fu terminato, a Xavier si spezzò il cuore.

Aveva 14 anni, eppure non pensava che un altro bambino al di fuori di Justin o delle sue sorelle, potesse farsi strana così velocemente nel suo cuore.

Per questo, due settimane dopo, quando i Cazador lo richiamarono per guardare il loro figlioletto, fu entusiasta di accettare, spronato anche dai suoi genitori che avevano notato il suo malumore senza Aitor ( questa cosa venne in seguito usata per avvalorare la tesi sul fatto che era colpa loro di tutti i casini che Xavier avrebbe avuto con i Cazador.).

Tre mesi dopo, Xavier diventò ufficialmente il baby-sitter di Aitor, trovando sempre il tempo tra un incarico e l'altro per passare del tempo con il bambino dai capelli verdi.

Il legame tra il mago e il bambino si rafforzò sempre di più fino ad arrivare al punto dove la prima parola di Aitor fu, per l'appunto, "Xav".

Non "mama" non "papa"....ma "Xav".

Xavier quel giorno pianse.

Crescendo, Aitor mantenne una natura dispettosa con una grande energia da buttare fuori, bisognoso di attenzioni e di coccole.

Xavier non sapeva se sembrasse più un gatto o un mix di suo fratello Justin unito alle gemelle (perché sì, Fine e Rain si erano dimostrate due piccole pesti pronte a fare scherzetti a chiunque fosse disposto a riderci su).

Alle volte chiamava Xavier "papà" quando era particolarmente assonnato o confuso, ma il rosso non disse niente al riguardo.

Nei due anni in cui Xavier si prese cura di Aitor ebbe a che fare con tutto quanto: fu lì quando Aitor mise su i primi dentini, a tutte le sbucciature, le febbri e ascoltava ogni cosa che Aitor gli voleva dire.

Il confine tra fratello maggiore, baby-sitter e padre surrogato si faceva sempre più sottile, ma Xavier non sembrò mai accorgersene.

Oppure se ne accorse ma non gli diede peso.

Denunciatelo, era cresciuto con Jason che aveva un rapporto del genere con Nelly, quindi non riusciva a trovarlo strano.

A questo punto posso finalmente spiegarvi per bene il motivo per cui Xavier Fernandes stava per diventare padre.

Quindi dobbiamo arrivare ad una settimana prima di questa conversazione con Gerard e Erza...

–Ti giuro che è successo davvero!– disse Xavier, guardando stralunato l'amico –oh, ma andiamo! Non puoi essere serio!– lo riprese Jordan, mentre Cammy scuoteva la testa divertita. –Mi dispiace dovertelo dire Jordan, ma Xavier ha ragione– –no, un attimo Bambolina, non c'è modo che tu abbia mai preso a pungi qualcuno in vita tua!– s'intromise Caleb, guardando con occhi nuovi la violetta.

–oh, invece ti assicuro che ha un bel gancio sinistro la ragazza, e per esperienza personale non vuoi averla come avversaria in una rissa.– continuò Xavier, prendendo sotto braccio le spalle della compagna.

Jordan la guardava stupito, trovando quasi impossibile che Cammy, la dolce e tranquilla Cammy, fosse anche solo capace di immaginare di far male ad una mosca. Cammy arrossì leggermente, mentre però un sorrisetto le cresceva sulle labbra.

Dopo un incarico il quartetto, che spesso prendeva missioni insieme, si stava dirigendo a casa tutti insieme.

Niente di nuovo, finché l'attenzione di Xavier non venne attirata da una piccola macchia verde su una panchina.

–mh....Xav, che succede? Tutto bene?– chiese Cammy, avvicinandosi al rosso, mentre continuava a guardare la panchina.

–no, no...è solo che mi sembra di vedere una persona che conosco....– disse Xavier, avvicinandosi.

Il cuore gli batteva forte nel petto mentre una sensazione gli mangiava le viscere.

–Aitor! che ci fai qui?– chiese il rosso, sedendosi accanto al bambino.

–Xav! Mamma e papà hanno detto di aspettarli qui!– disse il piccolo Aitor.

L'adolescente si guardò intorno, senza riconoscere nessuna delle persone in giro (al di fuori ovviamente dei suoi compagni). –va bene, ti va se io e i miei amici aspettiamo assieme a te?– chiese Xavier, indicando i tre amici.

Aitor si nascose leggermente dietro al ragazzo dai capelli rossi, ma annuì.

–Ciao Aitor!– lo salutò Jordan, avvicinandosi, abbassandosi verso il più piccolo. –Xavier ci ha parlato molto di te– continuò sorridendo dolcemente.

Aitor sembrò quasi sciogliersi a Jordan, finendo a chiacchierare allegramente su qualsiasi cosa gli passasse in mente mentre stringeva la mano di Xavier e rimanendo in collo al ragazzo.

Caleb sussurrò qualcosa a Cammy, e dallo sguardo grave della violetta, poteva dire che era qualcosa di serio.

Qualcosa che anche Xavier sospettava.

Rimasero lì alla stazione per delle ore, talmente tanto tempo che le gambe di Xavier formicolavano e si sentivano pesanti sotto il peso del bambino ormai addormentato.

Ogni minuto che passava spezzava il cuore di Xavier. –Xavier...– lo chiamò Cammy, con voce bassa.

Non lo chiamava mai con il suo nome completo.

Era sempre o Xav o Rob.

–Camelia– gli rispose lui con lo stesso tono.

Lei era sempre Cammy o Lia. Mai Camelia.

Ma quella situazione non era semplice, non era una situazione da bambini o da prendere alla leggera.

–non torneranno Xavier....loro se ne sono andati– –sì Camelia, lo so anch'io.–

–quindi, cosa vogliamo fare?– chiese Caleb, guardando i due ragazzi e soffermandosi sul bambino che pacifico dormiva sulle ginocchia di Xavier.

–facile, indaghiamo sui signori Cazador, li troviamo e....li prenderò a pungi io stesso se dovessero aver veramente lasciato in dietro Aitor senza una buona ragione!– ringhiò Xavier, con una rabbia che solitamente riservava unicamente a chi insultava qualcuno che amava davanti a lui.

Si scoprì che non c'era una buona ragione: Maria e André Cazador erano due maghi affiliati ad una gilda oscura che avevano trovato loro figlio un ostacolo...un peso e quindi lo avevano lasciato lì.

Su una panchina di una stazioni dei treni, da solo con un cappotto ed un bagaglio con alcuni vestiti e un orsetto di pezza che Xavier gli aveva regalato (Aitor lo aveva rimesso nella valigia appena si rese conto che poteva tenere la mano di Xavier anziché il peluche).

–...secondo però il ministero della magia potrebbero prenderlo di mira, oppure dei nemici dei suoi genitori potrebbero cercare vendetta con lui. Quindi, dopo averci pensato affondo penso che la soluzione migliore sia prenderlo con noi. Non è la cosa più pazza che abbiamo fatto come gilda o come famiglia...ma Aitor ha solo me e io non riesco...non posso semplicemente lasciarlo. So che sono troppo giovane, so che è una follia ma....ma...ma sono un mago di Fairy Tail, noi viviamo di follie– terminò Xavier mentre tornava a guardare negli occhi i suoi genitori.

Aveva parlato per mezz'ora abbondante e non aveva trascurato nessun dettaglio, parlando a lungo dei pregi e dei difetti di Aitor e del rapporto che i due avevano instaurato (non che prima di quel giorno non avesse mai raccontato tutto sul bambino...la famiglia Fernandez sapeva ormai vita morte e miracoli del piccolo Aitor da almeno due anni).

Spiegò anche di quanto ci avesse ragionato prima di decidere di prendere con se il piccolo.

Aveva valutato tutte le opzioni, ma la scelta migliore per il piccolo era quella di adottarlo.

Tenerlo al suo fianco era l'unico modo ragionevole che trovava per tenerlo al sicuro.

Quando le parole furono finite e gli occhi furono posati, poté notare gli enormi sorrisi dei suoi genitori.

-ascolta Xav... da una parte vorrei tanto, ma tanto, dirti che la tua idea è una pazzia, vorrei dirti che non puoi adottare questo bambino perché sei troppo giovane. Vorrei dire che fare il padre è una responsabilità troppo grande per te. Che non sei abbastanza maturo....ma il fatto stesso che hai valutato tutte le opzioni e che questa non è stata una decisione presa a cuor leggero significa che tu sei davvero più maturo di quanto sembri. Il fatto che tu voglia dimostrare ad Aitor che non è solo e che di te può fidarsi, il fatto che tu non voglia abbandonarlo dice molto su di te. Ti chiederei se sei davvero pronto, se è davvero questo quello che vuoi... ma hai ragione. Quel bambino ormai non ha nessun altro che te, perciò va bene. Puoi adottare Aitor e noi, la tua famiglia, vi staremo sempre accanto. Potrai sempre contare su di noi. Per qualsiasi ragione. E poi hai ragione: siamo maghi di Fairy Tail: viviamo di follie e pazzie- fece Erza, dopo un lungo silenzio.

Forse non era la scelta giusta, ma Xavier aveva accettato di prendersi cura di quel bambino anche se quei due mostri lo avevano usato come scusa per abbandonare il proprio figlio e scappare dalle autorità, mettendo ancora più in pericolo quel povero bambino di appena tre anni, quasi quattro, e tradendo completamente la sua fiducia (di Aitor, Xavier infondo li aveva sempre odiati e ora capiva il perché).

Al povero Aitor non era rimasto che Xavier ed era logico, per come lo avevano cresciuto, che il rosso non volesse abbandonarlo.

Come potevano negare a Xavier tutto l'appoggio di cui aveva bisogno?

Come potevano non essere fieri di lui?

-hey, tesoro? Siamo fieri di te.- fece Gerard, mentre il ragazzo si buttava tra le braccia dei genitori, piangendo dalla felicità.

Tutta l'ansia e i dubbi che lo avevano assalito si erano dissolti come nebbia.... per alcuni minuti aveva veramente avuto l'irrazionale paura di essere cacciato di casa per quella sua scelta di crescere un bambino alla sua età.

Attirati dai singhiozzi, anche i tre fratelli di Xavier (Justin e le gemelline Rain e Fine) si unirono all'abbraccio, senza una vera e propria ragione.

Semplicemente un abbraccio di famiglia non potevano perderselo.

Dopo alcuni minuti Erza si staccò, battendo le mani.

-bene, Gerard, Xavier, dovrete aiutarmi a prendere il vecchio lettino di Justin. Dobbiamo metterlo nella camera di Xavier. Poi dobbiamo tirare di nuovo fuori tutti i vecchi vestiti dei ragazzi e poi...e non guardarmi così Xavier, è tuo figlio, quindi queste cose le dovrai fare tu e ovviamente dormirà con te per i primi tempi.-iniziò a decidere Erza, che si stava gasando per l'arrivo del bambino.

Lei era Erza Scarlett e non era una che si arrendeva e Xavier aveva preso da lei.

Aitor Fernandez infine venne definitivamente adottato da Erza e Gerard Fernandez (si scopre che Xavier era effettivamente troppo piccolo per adottare Aitor) e la gilda di Fairy Tail ebbe un nuovo figlio. 



ANGOLO AUTRICE

E rieccomi!

regia: e te ne vanti? non scrivi da almeno un mese!

bhe, ho avuto da fare con la scuola e poi c'è stato il mio compleanno! 

regia: è stato 9 giorni fa...

è uguale. 

comunuque questo capitolo è stato un po' un parto, ma eccoci anche con un altro personaggio e Xavier entra ufficialmente nel club "sono padre senza essere effettivamente parente con questo bambino/bambina". 

penso che Hurley e Jason abbiano anche le magliette ma devo chiedere....

comunque prometto che la prossima settimana vi lascerò anche il prossimo capitolo, che ci stiamo avvicinando sempre di più alla fine e molti nodi devono ancora venire al pettine!

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