12
ROBERT
Erano anni che non uscivo di domenica mattina. Il sole era tiepido e piacevole. Ci eravamo dati appuntamento alle dieci al Tate Bakery & Café, lo stesso bar dell'ultima volta. Arrivai prima e l'aspettai fuori. Poi la vidi, sorrise, e io mi sciolsi per la dolcezza che trasmetteva. Ricambiai il sorriso. «Buongiorno».
«Buongiorno a te», rispose, ed entrammo nella caffetteria. Lei ordinò il solito cornetto ai cereali e il ginseng, io azzardai un caffè e una fetta di torta.
«Uhm, hai fame stamattina?», osservò incuriosita.
«Ho solo bisogno di un po' di dolcezza», dissi triste. Mi guardò interrogativa. Forse questa è una frase che necessita spiegazioni... «Ultimamente, non me la passo proprio bene».
Mark arrivò al tavolo col nostro ordine, ringraziammo e Mary rispose con un'alzata di spalle: «Capita a tutti di avere momenti negativi. Non sei l'unico». Aveva uno sguardo comprensivo.
Annuii. «Sì, lo so».
«È per questo che non ti ho visto alla caffetteria della Moz-Art?»
«Sì. Ho avuto problemi con mio fratello».
Mi fissò rammaricata. «Ah. Sta poco bene?»
Non sapevo se fosse il caso di parlarne con lei. La guardai in silenzio e lei si affrettò a dire: «No, scusami, non sono affari miei».
Bevvi un sorso di caffè, poi incrociai i suoi grandi occhi color caramello. Io, che di solito racconto poco di me e procedo sempre a passi lenti e incerti, mi sentivo fiducioso. Eravamo usciti solo una volta, ma mi sembrava di conoscerla da sempre. Così, le raccontai tutto d'un fiato, a partire dalla festa a casa di William Shepper per finire col viaggio a Seattle.
«Mi dispiace. Spero che tutto si risolva presto».
«Anche io».
«Avete perso già i genitori, non è giusto».
Sorrisi malinconico. «Già».
«Dai, però ora assaggia quella torta. Ti farà sentire meglio, fidati».
Vero, la torta. Me ne ero dimenticato. «Uhm, favolosa! Vuoi provarla?»
Mary rise, poi si sporse verso di me e ne prese un po'. Socchiuse per un attimo gli occhi e capii che il cioccolato si era sciolto sulla lingua. «Hai ragione», disse estasiata. «La prossima volta la prenderò anche io».
Mi sentii subito meglio, non tanto per il dolce quanto per il suo riferimento a una prossima volta.
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