Capitolo 6 La cosa più bella è trascorrere del tempo con chi ami
Kelly e Rafflesia avevano chiacchierato quasi tutta la notte e si erano divertite moltissimo.
In ascensore la Tyler era stata chiara 'Puoi venire da me quando ti pare, per parlare o per un pigiama party. Ma i problemi con tuo padre, e con chiunque altro, devi risolverli, chiarendoti; perché scappare non è mai una buona soluzione, così come fare a botte'.
La piccola aveva annuito, seria. Avrebbe rivisto il nervoso genitore e... Johnny. Le parve che pure Rafflesia fosse molto emozionata. Avevano impiegato parecchio tempo a truccarsi, e, complice il sonno perduto, erano in ritardo.
Cosa di cui il rosso si stava lamentando. 'Falco, perché le donne fanno sempre aspettare?' commentava, appoggiato al fuoristrada dell'Agenzia 'Io sono venuto con la metro e sono arrivato puntuale'.
Clint, finendo la solita sigaretta, pensava la stessa cosa col cuore in gola. Avrebbe dovuto affrontare sua figlia con le sue velleità adolescenziali, dopo il litigio, e Rafflesia dopo il bacio. Non sapeva quale fosse la prova più difficile. I dubbi e le paure svanirono quando le vide uscire dal portone, meravigliose e tese, come lui.
'Ragazzino, perché l'attesa aumenta il desiderio!' rispose, convinto.
'Caspita, hai ragione! Non credevo fossi un poeta romantico!'.
Kelly ruppe il ghiaccio, correndo verso suo papà: il viso sofferente l'aveva colpita e aveva riflettuto sulle parole del Vice Direttore 'Perdonami, non volevo farti preoccupare'.
Quello quasi si commosse, abbracciandola, dando uno sguardo di estrema gratitudine alla moretta. C'era il suo zampino nella loro riconciliazione, era ovvio.
'Buongiorno, Falco! Non è che sei a secco di carburare e dovremo spingere, vero?' la Tyler, jeans scuri, camicia bianca e felpa grigia con la zip e il cappuccio, fece una battuta, rivolta all'auto.
'Ho fatto il pieno, capo, non sapendo esattamente dove volessi andare' rispose, gli occhi nei suoi, complice, aprendole con galanteria lo sportello del passeggero anteriore.
Salirono tutti e Rafflesia li avvisò 'Metto su un po' di buona musica, senza non posso vivere!'. Inserì il cavetto del telefono nella presa e fece partire la solita playlist 'L'ho scaricata dal Quinjet, adoro queste canzoni'.
Fissò Barton e ordinò, digitando l'indirizzo sul navigatore 'Oggi tutti al nuovo outlet, aperto da poco!'.
'Dicono sia splendido... è triste, non possiamo comperare nulla' il rosso si lamentò.
'Belli, non guardate me!' Clint si mise sulla difensiva.
Rafflesia rise.
'Che hai in mente? Sei diabolica...' la spronò.
'Per divertirsi, non bisogna acquistare per forza. Andremo nei negozi, proveremo i vestiti che ci piacciono, i nuovi lettori musicali, i tablet. Non so voi, io intendo far impazzire le commesse tutto il giorno!' propose.
I ragazzi erano colpiti 'Forte. Non ci avevo mai pensato...' Kelly sembrò contenta.
'Bisogna farsi girare il cervello! Noi ieri ci siamo impegnati, con la collaborazione di Bucky!' s'intromise Barton, in vena di chiacchiere.
'Siamo stati fenomenali! Abbiamo giocato con le sue armi, e alla fine io e Clint ci siamo sfidati contro lui e Steve e abbiamo vinto. Che soddisfazione battere il Soldato d'Inverno e Capitan America!' Johnny aggiunse.
'O mio Dio, James si sarà suicidato! Come lo avete convinto a farvi toccare i suoi gioiellini?' Rafflesia era perplessa.
'Ehm, ehm, il Falco gli ha fatto intendere che lo avessi suggerito tu...' ammise il ragazzo, complice.
'Clint Barton, ottima idea! Vedo che apprendi dalla migliore l'arte della diplomazia!'.
'In effetti, Barnes e Rogers sono rimasti molto male di essere stati sconfitti. Hanno perso e non di misura. Ci hanno schernito, all'inizio, chiamandoci Barton e figlio per fare i gradassi, ma gliele abbiamo suonate, siamo super affiatati!' ne era fiero.
'Capo, non stai con Bucky, vero? Girano dei pettegolezzi...' l'allievo si buttò.
Kelly gli dette un pizzicotto per farlo tacere.
Clint fece un colpo di tosse ma la mora non si scompose 'Col 'bracciolo'? Assolutamente no!?'.
'Te lo avevo detto, Johnny!' dal posto di guida, il Falco, risentito, lo fulminò 'Pure tu lo chiami così! Il soprannome l'ho inventato io!'.
'Sì, non si offende! James, in effetti, è l'unico con cui abbia dei rapporti più personali. Gli Avengers, come sai, sono un gruppo molto chiuso e in generale non amano prendere ordini, figurati da me che non sono nemmeno uno di loro! Tu invece sì e ne tornerai a far parte!'.
L'uomo annuì fissando il profilo della femmina caparbia che chiacchierava coi ragazzi, le meravigliose labbra sensuali che gli aveva regalato il giorno precedente, con grande emozione, sperando di poterla baciare ancora.
***
'Che si fa? Ci dividiamo?' Kelly lo chiese, appena messo piede nella cittadella outlet.
'Temo che i ragazzi vogliano stare un po' per conto proprio, Falco, non con noi anziani! Propongo un gioco che potremo fare separati, per rivederci a pranzo, al McDonald's. Poi trascorreremo il pomeriggio insieme!' la Tyler si era organizzata: non era mai impreparata!
'Dicci tutto!' Clint la spronò.
'Il gioco è questo. Ognuno di voi hai in tasca, sicuramente, cinque dollari. Dovrete acquistare un regalo, un oggetto, destinato alla persona il cui nome sarà sul biglietto che pescherete, che non costi più di quella cifra. Scrivete i vostri nomi su un pezzetto di carta!'. Dette loro i foglietti e la penna. Scribacchiarono i nomi e li ripiegarono. Lei fece lo stesso e mise i quattro biglietti fra le mani unite a conca.
Toccò a Kelly scegliere 'Johnny' gridò, leggendo il nome.
Fu il turno del ragazzo. Sperò di non pescare il Falco, a cui non piaceva mai nulla e fu fortunato 'Evviva. Kelly!' Urlò a sua volta.
'Barton, rimaniamo noi. Forse dovrai prendere qualcosa per te stesso!'.
L'uomo estrasse e lesse 'No, Vice Direttore, dovrò scovare un regalo per te...' Caspita, con cinque dollari, il gioco era complicato!
'Durante il pranzo li scarteremo! A più tardi' Rafflesia li salutò con un sorriso, lasciandoli liberi.
I due ragazzi si allontanarono, e Clint si ritrovò solo, improvvisamente. Si mise sulle tracce della Tyler, almeno per avere un'idea; un'altra, oltre all'unica che gli frullava in testa!
La trovò che sbirciava in una vetrina. 'Un indizio? Aiutami, che ti posso prendere? Con cinque dollari è un'impresa'. Era una donna elegante, curata in ogni dettaglio, indossava abiti di pregio. Cinque squallidi dollari erano l'anticamera dell'inferno di una figuraccia.
'E' il divertente della competizione, devi ingegnarti, guardare nei negozi'.
'Speravo di passare un po' di tempo solo con te, dopo ieri sera, non ho fatto altro che sognare le tue labbra' le si avvicinò, pericolosamente, e le sbaciucchiò la bocca, delicato e molto sensuale.
'E' pieno di gente e non vorrei che ci vedessero i ragazzi' si lamentò, contraccambiandolo.
Era stato magnifico assaporare ancora il gusto del Falco, si sentiva tremare le gambe.
'Vieni...' la prese per mano e la portò dietro il negozio, nella parte della struttura in cemento, accanto alla recinzione. 'Qui non c'è nessuno...'.
Le cinse la vita con le braccia, spingendola fino a farla poggiare con la schiena al muro.
Rafflesia, il cuore in tumulto, alzò il viso e schiuse le labbra.
Scomparvero in un attimo nella bocca del partner, che tentava di saziare il proprio desiderio. La lingua di lui solleticava la propria, con leggeri colpetti, riprendendo, subito dopo in un ritmo più intenso e frenetico.
La sentì corrisponderlo con impeto, in un turbine di umori, e sussurrare il suo nome 'Clint'.
Si ritrovarono a limonare come due adolescenti, coi corpi appiccicati che si strofinavano, vogliosi, accaldati, eccitati.
La donna dovette staccarsi perché la situazione era diventata incandescente; se non si fossero fermati, si sarebbero amati lì, in piedi, contro il muro. 'Andiamo a giocare, voglio prenderti un regalo' lo esortò cercando di riprendere il controllo della propria ragione.
Accondiscese, era fuori di sé, avvinto e sedotto da un'inquietudine unica ed eccezionale. Non riusciva a parlare, per ciò che provava. Si sentiva... vivo!
'Ciao, Falco!' lo baciò sulla guancia e scappò velocemente. Fuggì da lui e dall'uragano emotivo che l'aveva colpita. Era nell'occhio del ciclone delle proprie emozioni più intime, confusa e sconvolta.
Si concentrò, nella ricerca del dono.
Era una vera e propria impresa scovare un presente per la cifra bassa che aveva stanziato.
Girò qualche negozio fino a quando, passando davanti a un esercizio commerciale che vendeva capi sportivi, vide esposta una t-shirt a sfondo bianco con le maniche lunghe viola, modello da baseball.
Al centro della maglia, sopra il torace, erano stampati dei centri concentrici violetti, a mo' di bersaglio, simili a quelli a cui miravano gli arcieri. La tonalità di lilla era quella della tuta di Clint e dei ragazzi!
E costava quattro dollari e novantanove centesimi.
Il commesso le reperì la taglia giusta e la impacchettò. Le spiegò che erano sottocosto perché il colore non andava per la maggiore, senza tenersi una battuta sui suoi occhi la cui sfumatura gli parve identica.
Col bottino nascosto nella borsa a tracolla, il Vice Direttore proseguì a zonzo, fino al fast food. Kelly e Johnny erano già arrivati, e si erano seduti, Barton sopraggiunse due minuti dopo.
'Ecco la parte bella del gioco! La consegna dei regali!' era esaltata.
'Comincio io' la ragazzina passò al rosso una bustina identica a quella del negozio dove la Tyler aveva preso la maglia.
Johnny sgranò gli occhi e tirò fuori, quasi all'unisono, il proprio pensiero, da sotto la felpa: il medesimo pacchetto! 'So che cos'è!' gridò.
Strapparono la carta, svelti, assieme. Era la maglia bianca e viola col bersaglio, per entrambi.
'E' incredibile, quando l'ho vista, l'ho presa immediatamente, per te! Grazie!' Kelly era a mille.
'L'indosseremo alla base. Sarà fantastico' le rispose l'altro.
Rafflesia recuperò la sua confezione e la diede a Clint, con un sorriso sotto i baffi. Le sembrò che stesse per sbottare a ridere pure lui! 'Non sono stata originale, stavolta!'.
'Nemmeno io, Vice Direttore e mi sto cominciando a preoccupare. Siamo una squadra sì affiatata ma la telepatia è troppo!' le cedette il suo regalo. Li aprirono, simultaneamente con lo stesso epilogo: c'erano due t-shirt speculari, viola, col bersaglio!
'Voi arcieri non siete degni di nulla di meno. Se ci ragioniamo forse non è nemmeno così strano abbiate scelto la stessa maglia. Perché l'hai comperata per me, invece?' chiese al Falco, incuriosita.
'Sei il nostro capo e se non ci avessi trascinato, da tutti i punti di vista, non saremmo arrivati al punto dove siamo ora, professionalmente e umanamente. La meriti quanto noi, era un modo per ringraziarti!' confessò.
'Un bel modo, è proprio carina...' era colpita dal gesto magnifico e dalle parole di Clint che avevano per lei un significato speciale.
'La metteremo tutti e quattro insieme e sai che prese in giro!' aggiunse il giovane, intanto che mangiavano.
'Sopravvivremo! Vi spiego come passeremo il pomeriggio. Ho visto un negozio con abiti elegantissimi. Immaginiamo di dover andare ad una serata di gala e proviamo qualcosa. Quando avremo scelto, ci ritroveremo fuori dai camerini e esamineremo il risultato...' la mora era infervorata.
'E' per le femmine!' si lamentò Johnny.
'Mi piacerebbe tanto vederti con un abito scuro! Siamo sempre in tuta o jeans' Kelly lo lusingò e l'altro cedette all'istante.
Era il potere delle donne, rifletté Barton, entrando nella selezionata boutique di lusso dove la commessa lo squadrò con i suoi pantaloni e il giubbotto logori e fuori moda.
Rafflesia fece finta di nulla e le comandò, col tono assertivo che usava allo S.H.I.E.L.D. 'Buongiorno, devo acquistare uno smoking per mio marito e mio figlio e un abito da sera per me e mia figlia. Può mostrarmi qualcosa? Del meglio che avete, oggi voglio spendere'.
Gli altri tre rimasero interdetti. Gli scappò da ridere quando la donna scattò sugli attenti, precipitandosi a chiamare le colleghe, che li aiutarono, portando nei rispettivi camerini moltissimi vestiti.
Si rincontrarono, non appena pronti.
Quando Clint - pantaloni e giacca nera dello smoking, il risvolto della casacca leggermente più chiaro, camicia bianca ed un farfallino anch'esso nero, le scarpe stringate scure - vide Rafflesia uscire dal camerino, il fiato gli si mozzò nel petto.
Indossava una tuta nera in seta, con i pantaloni palazzo e la cinta in vita, davanti un semplice scollo rotondo, le maniche di pizzo nero trasparente. Il retro del corpetto era esclusivamente in pizzo, con la pelle a vista, senza reggiseno e con una lunga chiusura lampo metallica, tempestata di brillantini piccolissimi, che terminava sul pantalone, all'altezza del solco delle natiche. Decolleté nere, molto alte e una pochette color argento squadrata, completavano la mise.
'Sei bellissima. Vorrei fossimo solo io e te' mormorò, limitrofo; lei gli carezzò la guancia facendogli l'occhiolino. 'Già, anche io! Sei splendido e sexy, fagiano!'.
I ragazzi erano più intimiditi. Si presentò per primo il giovane arciere, in un completo grigio scuro, con la giacca a tre bottoni e il gilet, una camicia bianca coi gemelli, la cravatta bordeaux che richiamava il fazzoletto nel taschino. Era davvero un elegante e attraente giovane uomo.
Attese la sua amica in ansia e sospirò, quando Kelly entrò; alle sue spalle, il padre fece lo stesso. Indossava un abito spettacolare senza maniche, dal corpetto rosa chiaro, incrociato sul seno, una gonna a vita alta bluette con stampate delle orchidee dai petali rosati, dei sandali aperti, color tortora.
'Sei favolosa: il contenente è di gran lusso ma è sempre il contenuto che fa la differenza' il ragazzo sparò un altro dei suoi complimenti e lei ridacchiò.
'Prima che torni la commessa, proporrei un ballo, che ne dite? Dovete allenarvi, il mese prossimo ci sarà l'annuale festa delle reclute... la organizzo io' se ne vantò.
'Ti pareva, Vice Direttore, un'altra delle tue magiche idee. Non c'è la musica, non si può!' Barton la prese in giro.
'Invece, sì'. Lei afferrò il telefono e fece partire 'Chasing cars' una delle canzoni della playlist.
Lo poggiò su una sedia e dette la mano al Falco, per invitarlo a danzare. L'Avenger la prese e le si accostò, per iniziare il ballo.
I ragazzi fecero altrettanto, emozionati.
La melodia era romantica, dolce, le parole del testo rappresentavano il senso dell'amore.
Clint fissava, adorante, la Tyler, negli occhi ametista; lei lo contraccambiava, languida.
Dopo qualche attimo, lo sguardo dell'uomo finì sull'etichetta del vestito, a cui era legato un cordoncino, con il cartellino del prezzo... esorbitante, un patrimonio, perfino per l'outlet.
Si bloccò, smettendo di ballare, con una considerazione spiacevolissima nella testa.
'Non ti va più?' lo interpellò, meravigliata.
'Non è questo. Rafflesia, è riduttivo dirti che mi piaci molto, da tempo non sentivo un trasporto così, per una donna. Fra noi due non può funzionare, siamo troppo diversi. L'ho capito solo ora, vedendoti con questo abito che non potrò mai regalarti. Non ho nulla da darti, niente di niente. Sono un fallito, uno squattrinato, senza arte né parte, ancora in cerca della strada giusta da percorrere. Neanche so se riuscirò a rientrare negli Avengers e che sarà della vita mia e di mia figlia. Meglio dare, adesso, un taglio a quello che c'è fra noi, soffriremo meno. Ma tu meriti qualcuno accanto che ti ricopra d'oro, che possa portarti a cena fuori, comprarti un regalo che non costi cinque dollari. Qualcuno meno squallido di me.
Credimi, mi dispiace tantissimo' glielo sussurrò, affranto ma convinto delle proprie parole.
Non udì alcuna sua risposta. La osservò solamente - stupefatta ed addolorata - staccarsi da lui, per rientrare nel camerino, con gli occhi lucidi, non prima di aver ripreso il telefono e comunicato ai presenti che era ora di andare.
***
Si erano spogliati in fretta, rimettendo i propri abiti, per tornare di corsa a New York, in un tragitto che ai ragazzi parve allucinante. Niente più playlist e zero conversazione. Zero assoluto.
La Tyler guardava fuori dal finestrino, il viso a destra, evitando qualsiasi contatto col Falco, che, nervosissimo, accelerava appena possibile per abbreviare il disastroso viaggio.
L'aveva lasciata sotto casa sua, per riaccompagnare Johnny.
Li aveva salutati solo con un cenno della mano e non era da lei.
'Papà, che hai combinato? L'hai fatta arrabbiare?' Kelly era l'agitazione in persona e aveva intuito che avessero bisticciato.
'Non ti ha detto una parola e aveva un viso molto triste. Falco, spiegaci che è successo. Siamo preoccupati! E siamo una squadra! La tua! La vostra!' Johnny insistette.
Lo avevano stremato, cedette 'Siamo troppo differenti. Non funzionerà mai. È affascinante, intelligente, ricca... io uno sfigato. Quando capirà come sono, non vorrà più saperne di me. Ho chiuso prima, le ho detto che era meglio smettere di frequentarla fuori dal lavoro!'.
'Lo sa già come sei e le sei piaciuto così. Quando siete arrivati alla base, eri uno straccio. Ti ha conosciuto nelle condizioni peggiori!' il rosso ribadì ciò che era evidente.
'Era contentissima del bacio che vi siete scambiati, ne ha parlato tutta la notte, si era emozionata' sua figlia si sbottonò delle confidenze ricevute.
'Allora te lo ha detto...' Barton era leggermente imbarazzato.
'Quello e molto altro. Mi ha raccontato che è stata abbandonata da neonata e data in affido. Si è fatta da sola, non è benestante di famiglia. Papà, Rafflesia è come noi!' sua figlia provò a convincerlo.
Non avrebbe mai immaginato che il Vice Direttore avesse vissuto un passato simile al proprio: ecco perché lo comprendeva così bene e lo aveva aiutato!
'Lo sanno tutti, Falco, solo tu ne eri ignaro e non ci sei arrivato perché vivi di preconcetti. E ti è sfuggito il senso di questa giornata e dei suoi giochi. Rafflesia ci ha voluto dimostrare che i soldi non fanno la felicità e che, per stare bene, non serve averne a palate. Che la cosa più bella è trascorrere del tempo con chi ami. Tu però non lo hai nemmeno apprezzato e l'hai delusa' prese la mano di Kelly e la carezzò, prima di scendere, arrivati allo S.H.I.E.L.D., le iridi nelle sue. Lui lo aveva capito, invece, perfettamente.
Il ragazzo era giovane ma molto più sensibile ed attento di lui, considerò Clint.
'Senza contare che le brillano gli occhi, quando ti guarda. Hanno ragione i tuoi amici, mi spiace dirtelo. Sei un vero fagiano, e poco sveglio. Ciao, a lunedì' li salutò, angosciato che gli attriti fra i due adulti potessero avere ripercussioni sul lavoro della squadra e preoccupato per Rafflesia, a cui voleva un bene dell'anima.
***
Rafflesia aveva trascorso una domenica orribile. Era uscita con un amico che insisteva per invitarla a pranzo, con Clint nella testa.
Se ne era invaghita già guardando i suoi filmati, pur non conoscendolo affatto.
Quando si erano incontrati, se ne era sentita attratta, terribilmente, come una calamita.
Era fantastico, sotto tanti punti di vista. Tuttavia, lei rimaneva il suo capo e il progetto arcieri una priorità, per cui aveva tentato di frenare ciò che provava, senza riuscire.
Standoci a contatto, aveva compreso che, per lui, fosse la stessa cosa, che provasse il medesimo irrefrenabile feeling.
Certa che avessero molte affinità in comune, aveva tollerato gli atteggiamenti sgarbati ed ambigui, il tira e molla alla base della tensione sessuale fra due persone che si desideravano.
Pensava di averlo un minimo conquistato, che si fidasse, che avesse capito che tipo di donna era.
Invece, dopo i baci appassionati, era stato molto chiaro chiudendo una relazione appena sbocciata.
Nemmeno stavano insieme e le aveva straziato il cuore. Si sentiva male, al solo pensiero di dover continuare la loro convivenza lavorativa. Sospirò, fissando il soffitto senza riuscire a smettere di pensare all'arciere.
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