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Capitolo 2 Il ritorno del Falco

Rafflesia si affrettò.

Ospiti la aspettavano da un paio d'ore al desk dell'ingresso: una ragazza di circa sedici anni, esile, con i capelli lunghissimi scuri e gli occhi luminosi, vestita con un maglione che aveva visto tempi migliori e un paio di pantaloni di fustagno. Chi usava ancora il fustagno? si domandò.

L'uomo - altezza media, i capelli castani, che da parecchio non incrociavano le forbici del barbiere, gli occhi azzurri - era pallido e indossava un giubbotto di pelle e calzoni ampi in vita; lo aveva visto migliaia di volte nei filmati e nelle foto e gli andò incontro, riconoscendolo con sicurezza.

'Clint Barton? Sono il Vice Direttore Rafflesia Tyler, il braccio destro di Tony Stark, bentornato' gli tese la mano.

Lui titubò, poi la strinse. Caspita, il vecchio Tony si trattava bene, rifletté. Aveva una collaboratrice sexy e affascinante. Contemplò il fisico sensuale, segnato da leggins in similpelle neri e un lungo top azzurro, alti stivaletti anch'essi neri, un volto splendido, incorniciato dai capelli corvini corti e mossi, i lineamenti delicati, perfetti, il naso alla francese, la bocca a forma di cuore e gli occhi color ametista, intriganti, come una gatta.

Aveva un sorriso aperto, che rivolse a sua figlia.

'Kelly Barton' si presentò lei, educata.

'Se vi va di seguirmi, chiacchieriamo un po'; potete lasciare qui i vostri bagagli' indicò un trolley rosa, rovinato e pieno di adesivi e una sacca sportiva, tipicamente maschile, in pessime condizioni.

Clint li passò all'uomo dell'accettazione e seguì i tacchi ticchettanti sul linoleum della base. Nemmeno gli aveva dato un badge.

Si ritrovò in una struttura più moderna di quella che aveva lasciato cinque anni prima.

'Posso vedere Stark?' fu diretto.

Il Vice Direttore provò a indorare la pillola 'Non vuole incontrarti. Dagli tempo. Dovrai accontentarti di me. Siamo a ridosso dell'ora di pranzo e ho un certo languorino. Vi va di farmi compagnia, così parliamo un po'?'.

'Sì, papà, per favore' Kelly parve contenta, dava l'idea di non fare un pasto decente da parecchio.

'Il cibo della mensa è immangiabile, ma se è l'unica proposta!' Clint non era affatto entusiasta.

'Falco, me l'avevano detto che ti lamenti sempre di tutto. Qui le cose sono cambiate, te ne accorgerai. Sui pasti dei dipendenti supervisiono io e mi auguro ti ricrederai. Abbi fiducia!' lo contraddì.

'Falco????' sua figlia rise.

'Certo!' la Tyler sghignazzò, a sua volta.

'E' tanto che non mi chiamano così' l'uomo lo bisbigliò amaramente.

'Dovrai riabituarti, temo. Sei venuto per restare, giusto?' la bruna lo domandò, invece, serenamente, limitrofa alla ragazzina, a cui toccava il braccio per indicarle la strada da percorrere.

In effetti, camminava vicinissima anche a lui, quasi a far capire a tutto il personale - che li incrociava e la salutava - che fossero insieme. Molti lo fissavano perché l'avevano riconosciuto.

Quella donna era sveglia, aveva intuito subito le sue intenzioni. Annuì.

Alla mensa si misero in fila: Rafflesia per prima, Kelly in mezzo e lui a chiudere, ognuno in mano il proprio vassoio.

La moretta spiegava qualcosa sulle pietanze servite. Sua figlia, indecisa e presa da quel ben di Dio, si fece guidare dall'antipasto al dolce.

La Tyler, vedendolo incerto, gli strizzò l'occhiolino 'Oggi siete miei ospiti, scegliete ciò che volete! Consiglio il pasticcio di carne e la torta al cioccolato'.

Aveva capito che fosse uno squattrinato: lui e Kelly parevano due pezzenti! Era stata gentile, si sentiva in imbarazzo: tuttavia, Barton pensò fosse meglio approfittare e che l'avrebbe salutata a breve e mai più frequentata. Tony non voleva neanche vederlo!

Lei pagò per tutti e tre e indicò lateralmente 'Quello è il mio tavolo, sanno che mi metto lì e non ci si siedono'.

Si accomodarono entrambi di fronte al Vice Direttore che li avvisò 'Aspetto un altro commensale, spero non vi dispiaccia!'.

Clint alzò gli occhi al cielo, non appena notò James Buchanan Barnes che si avvicinava. Avrebbe dovuto incontrare tutti gli ex colleghi, prima o poi. Ragionandoci, si augurò non fosse lui l'ospite.

'Ciao, bellezza' Bucky si abbassò verso la Tyler e le dette un bacino sulla guancia, intimo. Il sorriso candido spiccava sul bel volto dagli gli occhi azzurri, la barba di qualche giorno ed i capelli castani scuri ancora lunghi all'orecchio; da una t-shirt bianca sbucava il braccio in vibranio che teneva il vassoio.

Si voltò verso il Falco, tendendogli la mano sana 'Bentornato fra noi, è un piacere vederti'. Fu
freddo, educato e cortese. Guardò Rafflesia di sottecchi, che lo aveva ammonito a comportarsi in maniera garbata.

'Sono Bucky' salutò la figlia del Falco, che, infervorata, lo stupì 'So chi sei, sei il Soldato d'Inverno! Mio padre mi ha parlato tanto di te!'.

Barnes, leggermente in imbarazzò, le fece un cenno col capo; aveva visto un posto libero dall'altra parte della sala e si accomiatò.

'Ah, eccoti...' accanto a loro si materializzò un ragazzo sui vent'anni, alto e muscoloso, capelli rossi, acconciati in piccole creste con la gelatina, occhi verdi, pieno di efelidi, molto attraente. Era in tuta grigia e maglia bianca dell'Agenzia, emozionato in maniera evidente.

Quasi gli cadde il vassoio sul tavolino e nemmeno ci fece caso. Non faceva che riverire Barton. Balbettò 'Sei il mio mito, il mio modello, una leggenda: è un grandissimo onore conoscerti, lo aspettavo da tutta la vita' parve una dichiarazione di amore infinito.

La Tyler ridacchiava, fissando il suo piatto e Kelly squadrava il giovanotto che non l'aveva degnata di uno sguardo, per rivolgere la sua attenzione solo al padre. Finalmente si sbloccò e gli tese la mano.

'Falco, lui è una recluta e lavora con me, si chiama Johnny Foster' disse la mora.

Quando gliela strinse, comprese che la donna dagli occhi ametista aveva qualcosa in mente; era speculare alla sua e quella della figlia, colma di calli e duroni, esattamente nei punti di impugnatura di un arco: era un arciere, maledizione!

Il dirimpettaio, timido e impacciato, si buttò 'Pulisco l'attrezzatura che hai lasciato, ogni giorno. E' fantastica: potrò avere il privilegio di vedertela utilizzare? Sarebbe un sogno che si realizza!'.

Clint si voltò verso Rafflesia, interdetto. Dovevano confrontarsi, lo voleva fare in separata sede. Però si era incuriosito 'Ancora avete la mia roba? Pensavo l'aveste gettata via!'.

'E' lì ed intoccabile, per ordine di Tony Stark e i tuoi amici. O ex amici. Johnny è parecchio più alto di te e ho fatto costruire archi e frecce, ad hoc per lui. Sulla base dei tuoi disegni e progetti. Mi dirai come ti sembrano. Ho apportato diverse migliorie anche al 'cubo'...' riassunse, serena, non vantandosene.

'Oltre ad essere Vice Direttore, di che altro ti occupi? Illuminami! Pare che qui, senza di te, non si muova una paglia' quella femmina era supponente ed altezzosa. Sapeva sempre tutto lei. Barton fece l'ironico e Kelly arrossì, impensierita. Era stato sgradevole, invece Rafflesia era la donna più bella e gentile avesse incontrato.

'Sono un'agente operativa e supervisiono gli arcieri. Quelli che ho avuto a disposizione... finora!' lo guardò, a lungo, con una pausa fatta apposta 'Ovvero uno solo; e soprattutto sono quella che ha convinto gli Avengers a farti rimettere piede alla base. Ho litigato alla morte con Tony, e l'ho persuaso a darti un'altra possibilità, almeno a discutere di quello che tu vuoi. Perché vuoi qualcosa, sei venuto per questo...o mi sbaglio?'.

Dovette ammetterlo, era ovvio 'Non ti sbagli!'.

'Perfetto, sai come si dice: prima vedere poi parlare!' poggiò la forchetta sul vassoio, alzandosi in piedi.

***

Il 'cubo' era la struttura ove si era allenato per anni, il suo poligono di tiro personale, un meccanismo con sagome in movimento usate come bersagli che si spostavano a trecentosessanta gradi. Era stato modificato: altro che qualche miglioria... era incredibile!

All'esterno, erano poste due rastrelliere. Una conteneva le frecce e gli archi che aveva lasciato, cinque anni or sono. Intonsi, perfetti, come li avesse usati il giorno prima. Erano stati manutenuti meglio di come faceva lui.

Nell'altra vi erano quelli di Johnny, molto ben fatti, identici a quelli che aveva creato da solo, probabilmente realizzati in materiali pregevoli. Li esaminò, attento.

Ebbe un brivido lungo la schiena a toccare il suo arco preferito, allungabile, e la faretra nera. Percepì l'odore della pelle dei guanti senza dita, rimirò la tuta nera e viola, la sua uniforme!

La figlia era estasiata a quella visione; il ragazzo era stato un perfetto cicerone e l'aveva rintronata di chiacchiere e spiegazioni. Erano esaltati ed adrenalinici, entrambi.

Clint si sentì osservato; Rafflesia gli stava spizzando il sedere, ci avrebbe giurato. Certo, una donna così attraente non pareva il tipo che potesse interessarsi a lui, visto lo stato in cui si era ridotto.

Gli parlò 'Da quello che vedo non sei ingrassato affatto, l'uniforme dovrebbe entrarti'. Suonò come un complimento; era cortese e ci sapeva fare.

Se c'era da scegliere, mangiava Kelly, non lui, e aveva perso parecchio peso e muscolatura. Da quando avevano lasciato il circo, si era arrangiato con mille lavoretti diversi e paghe da fame anch'esse. Non rimanevano mai in un posto per più di qualche settimana e tirare con l'arco era una pratica costosa. I guai nella famiglia Barton, invece, erano sempre presenti!

'Credo di sì' abbozzò. Dove voleva arrivare, il Vice Direttore?

'Falco, vi esibite per me? Tu e Johnny? Anzi, per noi?' cinse le spalle di Kelly con il braccio. La ragazza spalancò gli occhioni. A lei quando sarebbe toccato? Era lì per quel motivo!

Barton non rispose: in fondo, non aspettava altro! Si diresse verso la rastrelliera dove era appesa la tuta e la prese, per andarsi a cambiare; il rosso fece lo stesso con la sua blu scura ed elasticizzata con il cuore che galoppava nel petto.

Cinque minuti dopo, erano pronti.

Le due femmine si misero limitrofe nella saletta destinata agli spettatori; i due uomini erano alla base della piattaforma da dove avrebbero sferrato i propri colpi, ognuno con il suo armamentario.

Le sagome iniziarono a muoversi. La Tyler aveva chiarito che era una gara, avrebbero dovuto colpire le stesse figure verdi.

Il ragazzo non era male, Clint proprio una categoria superiore: pareva volare, elastico, sinuoso, preciso, perfetto. Anticipava l'avversario, era questione di decimi di secondo e forse meno. Non gli aveva permesso quasi mai di andare a bersaglio, solo un paio di volte. Sua figlia batteva le mani a ogni centro, adorante.

Qualche minuto dopo quel massacro, Rafflesia interruppe la sequenza 'Ora, un altro tipo di esercizio: siete una squadra di due elementi e tirate insieme. Chiaro?'. Non erano più avversari, bensì colleghi. Le sagome si mossero, di nuovo, più veloci. Andò un pochino meglio, non era affiatatissimi, come prima volta era stata niente male. Il percorso terminò.

'Bene; che te sembra? Del nuovo 'cubo' e della mia recluta?' fece lei.

Il giovane era a testa bassa, sconfortato. In confronto a Occhio di Falco era una nullità.

Barton non aveva mai avuto peli sulla lingua 'Il 'cubo' è strepitoso, meglio di come me lo aspettassi. Mi sono venute in mente un paio di cosucce da modificare, magari ci ragioniamo. Johnny...' era la prima volta che lo chiamava per nome. Voleva dare un parere spassionato, oggettivo e, stranamente, quel ragazzino gli era simpatico, gli ricordava qualcuno: ma chi? 'Dicevo: deve migliorare molto: tuttavia, ha il fisico e le potenzialità per diventare un buon arciere, se ben istruito...' Lo pensava davvero.

'Un buon arciere?' l'altro aveva gli occhi fuori dalle orbite, era il più bel complimento che potesse fargli! Gesù, Occhio di Falco! 'Grazie' sussurrò, commosso.

'Ho detto buono, non eccellente' Clint subito si riprese.

'L'arciere più talentuoso dei nove regni potrebbe aiutarlo?' la donna lo interpellò con pacatezza, usando il nomignolo che Thor gli aveva attribuito ai bei tempi.

Quello era il punto, dunque. Non le rispose e lei non insistette.

'E' il momento di Kelly! Ho fatto portare una tuta della tua taglia. Tesoro, puoi indossarla nella spogliatoio accanto!' il Vice Direttore la incitò con un bel sorriso.

Lei, meravigliata, si precipitò.

'Come lo avevi capito?' le domandò Barton.

'Non era difficile e tu sei come un libro aperto, ti si legge in faccia quello che stai pensando come a Johnny: a volte nella vita nemmeno è un bene' mormorò quasi con tristezza.

'Sono qui per mia figlia!' finalmente lo confessò, piazzandosi ad aspettarla, dentro al 'cubo'. Le avrebbe fatto usare la propria attrezzatura e le sarebbe rimasto accanto per consigliarla... beh, strigliarla un po'.

'Meglio se ti metti vicino a me e la lasci fare!' lo ammonì.

'E' mia figlia e decido io...' si impuntò e la Tyler non lo contraddì. Gli parve molto strano. Era abituata al rispetto dei suoi ordini e non aveva fatto una piega.

Kelly si presentò, splendida nell'uniforme dell'Agenzia, si disse a posto e iniziò la sua esibizione. Partì, accompagnata da decine di rimbrotti di suo padre, come previsto. Altro che critica costruttiva! L'ansia del genitore la stava facendo deconcentrare e sbagliare ogni tiro.

Rafflesia fermò le sagome e in tono grave si rivolse al Falco 'Johnny ti accompagnerà nel mio studio e mi aspetterete lì! Muovetevi'.

Quello sbraitò e protestò, con la figlia quasi in lacrime per la figuraccia.

'Qui comando io, Barton: fuori!' la Tyler lo ammonì.

Lui si zittì, finalmente; il ragazzo gli sussurrò 'Sarà meglio andare...'. La donna gli aveva mandato uno sguardo eloquente.

Vedendoli uscire, Rafflesia prese dal dispenser un bicchiere d'acqua e lo porse a Kelly 'Bevi e calmati. Desidero solo che ti diverta: tuo padre è molto apprensivo, non lo fa con cattiveria, temo sia il suo noto caratteraccio. Non pensarci, rilassati, tira e basta. Mi metto qui e se dovessi avere necessità, chiamami' certa che non lo avrebbe fatto, le carezzò i capelli.

Rinfrancata dai suoi modi e dalla sua dolcezza, si tranquillizzò all'istante 'Sono pronta, Vice Direttore, quando vuoi!'.

***

'E' odiosa, quella donna, un'antipatica di prima categoria, pendete tutti dalle sue labbra!' il Falco si lamentava.

'Rafflesia? Non la conosci, non è così! Io l'adoro. E' comprensiva, intelligente, generosa...' il ragazzo aveva gli occhi a cuore.

'E ha un corpo da urlo!' che razza di commento aveva fatto!

'Ehm... sì, pure quello!'.

'Sta con qualcuno?' Perché lo aveva chiesto? Perché?

'Si dice con Barnes ma non saprei se sia vero o un pettegolezzo' aveva sentito delle chiacchiere.

Clint sbottò a ridere. 'Col 'bracciolo'? Impossibile!'.

'Con chi?'.

'Sì, ai tempi il suo soprannome era 'il bracciolo', per via dell'arto in vibranio. No, no, ragazzino, quella non starebbe mai con un mezzo invalido' ancora rideva.

'E' il Soldato d'Inverno! Non un pezzo di un divano!' si oppose, aprendo la porta della stanza della Tyler. Era uno studio sobrio ed elegante, dotato di scrivania in cristallo, pc, libreria, un divanetto ed un tavolo rotondo da riunione. Un monitor molto grande spiccava in alto sulla parete di destra.

Johnny lo accese, con un telecomando 'Possiamo vedere quello che accade nel 'cubo', il Vice Direttore mi ha chiesto di portarti qui per questo, è sicuro!'.

Era intelligente sul serio e aveva avuto la saggia idea di farlo allontanare. Kelly, serena, tirava con maestria, un centro dopo l'altro. Fantastica!

'E' bravissima, ha il tuo stile, beata lei!' sospirò il ragazzo, al termine della prova.

Lui non proferì parola, in fremente attesa. Avrebbe dovuto giocare a carte scoperte. Si era preparato per la questua a Tony. A Steve, al massimo.

Rafflesia Tyler era un mistero. Bellissima, vuoi mettere, pur sempre una sconosciuta. Ne udì la risata, mista a quella della sua adorata ragazzina, intanto che entrava e sedeva alla scrivania. Li invitò a fare altrettanto, di fronte a sé.

'Ti vorrei parlare ma da solo' si mise di traverso.

'Falco, non vorrei essere ripetitiva. Do io gli ordini. Accomodatevi, tutti e tre'.

Ubbidirono, il tono era divenuto assertivo e molto serio.

'Perché sei tornato, Clint?' lo chiese gentilmente pure se lo aveva già intuito.

'Vorrei che Kelly avesse la possibilità di esercitarsi alla base, come arciere. E vorrei allenarla io. Solo questo' fu sintetico.

Il Vice Direttore lo fissò, dritto negli occhi 'Lo immaginavo. Fermo restando che devo avere il benestare di Tony... e che me lo darà' rise. Nessuno le resisteva se si metteva in testa una cosa. 'Potrai allenare qui Kelly se addestrerai anche Johnny'.

I due ragazzi si lasciarono sfuggire un'esclamazione di felicità.

Barton si scocciò e la interruppe 'Non se parla...'.

'Silenzio, non ho finito. Dovrai allenare Johnny, nello stesso identico modo e seguirli entrambi. Kelly diventerà una recluta dell'Agenzia e frequenterà le lezioni ed allenamenti, come gli altri giovani che si stanno specializzando in accademia. E un'ultima cosa, non meno importante. Tornerai ad addestrarti anche tu e ad essere un agente operativo dello S.H.I.E.L.D., per provare a rientrare tra gli Avengers. E' l'unica proposta che avrai da me. Prendere o lasciare!' non era un bluff.

'A che scopo? I colleghi mi detestano, è inutile!' si lamentò.

'Se ti odiassero non ne staremmo parlando. Hanno sofferto per i tuoi comportamenti. Non mi riguardano i problemi che hai con loro. Non mi piace vedere sprecato il talento e, fin quando occuperò questa seggiola, non accadrà, credimi. Preparati e tieniti pronto, al resto penserò io! Chiaramente sarò il tuo capo, anzi il vostro: accetti?' conosceva già la risposta.

La luce accesasi nei suoi occhi alla parola Avengers era stata sufficiente!

'Va bene, Vice Direttore...' sibilò, fra i denti.

'Ottimo, comincerete domani mattina. Visite mediche, lezioni e l'arco, ovviamente. Ragazzi, andate al bar del primo piano a fare merenda, mi raccomando, reintegrate le calorie bruciate con l'attività fisica. Johnny, metti tutto sul mio conto' li invitò a uscire con educazione per rimanere sola col Falco.

Chissà che altro c'era? Barton doveva fumare, stava morendo, era in astinenza e quella femmina lo innervosiva.

La vide prendere un mazzo di chiavi e una busta di carta e porgergliele; la busta conteneva contanti in banconote di piccolo taglio.

'Clint, c'è un appartamento libero, ha due stanze da letto, non è il massimo ma sono certa che puoi sistemarlo: so tante cose di te e che sei bravo, in questo. Che dormiate ancora in macchina... non lo permetterò! L'indirizzo della casa è sul portachiavi!' glielo disse, amabile. Era un osso duro.

Fu stupito, piacevolmente per un verso; per l'altro no, era troppo empatica, aveva capito pure che stavano in auto invece che in albergo!

Continuò 'Usa i soldi per le spese, ne avrai ogni mese e fammi sapere se avete bisogno di qualcosa. Qualsiasi cosa. Non farti scrupoli. Gli Avengers percepiscono uno stipendio: se riuscirai a rientrare, ti manterrai da solo. Più di così non posso fare'.

'Non intendo accettare, niente carità' si oppose, più che orgoglioso.

'Non è beneficenza. Ho bisogno che veniate a lavorare riposati e mangiati, che siate in buona salute. Devi rimettere su un po' di peso e pensare a te stesso e a tua figlia, al vostro bene. Per favore, ti prego, non farmi altre storie, almeno su questo, è da quando ci siamo incontrati stamattina che discutiamo' fu sincera, non voleva più scontrarsi con lui.

Acconsentì, per niente contento 'Li restituirò appena possibile' borbottò alzandosi.

'Certo, come vuoi. Ciao, Falco, a domani'.

'Ciao... e grazie...' gli parve una fatina... Antipatica ma pur sempre fatina.

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