Capitolo 12 I giovani Avengers (Tre arcieri ed una fatina)
Si era trattato di una frattura piuttosto profonda, nel loro gruppo affiatato. Kelly e Johnny se l'erano legata al dito e si erano messi di traverso, praticamente su ogni cosa.
Andavano svogliati agli allenamenti, con scarsi risultati. Avevano smesso di impegnarsi. I primi giorni Barton senior li rimproverava e li spronava, poi era arrivato al punto di non dirgli più nulla. Entrambi i ragazzi erano muri di gomma. Non gli rispondevano, lo guardavano solo con i loro occhi tristi e sconfortati.
Durante le lezioni in accademia, le cose non erano andate meglio. Sollecitati dai diversi insegnanti, non parlavano. Consegnavano i compiti in bianco.
Si incontravano alla base ma l'allievo non frequentava più casa di Clint. Il Vice Direttore li aveva convocati per chiarire la situazione, solo loro tre; erano stati chiari. Aveva parlato il ragazzo 'Capo, siamo rammaricati, soprattutto perché sappiamo quanto ti sia impegnata per portarci fino a questo punto. Senza il Falco è tutto inutile: stiamo pensando di lasciare l'Agenzia ed il tiro con l'arco. Non ha senso continuare senza il Maestro'.
Aveva tentato di dissuaderli, di farli ragionare. Nessuna delle argomentazioni aveva funzionato; inoltre, non aveva buone notizie da dargli giacché gli insegnanti che aveva provinato facevano letteralmente schifo se paragonati al loro maestro. Alla fine era stata costretta a lasciarli andare, con le mani nei capelli.
Si trovava fra l'incudine ed il martello, tra l'insofferenza dei giovani arcieri e la tristezza infinita del Falco.
Ci ragionava, preoccupata, quando sentì l'allarme generale e squillare il cellulare. Corse verso la stanza di Tony, avvertendo Barton che la raggiunse.
Ci trovarono Bruce, che, sudato, gridava 'E' il ponte di Einstein Rosen, assolutamente! Esiste!'. Il professore indicò il grande schermo. Nel cielo, sopra Manhattan, si stagliava una sorta di foro frastagliato delle dimensioni di una enorme galleria da cui stava uscendo un unico velivolo a forma di ellissi, chiaramente non terrestre.
'Credevo fosse una mera ipotesi' controbatté la Tyler, pallida, accanto i Vendicatori.
'E' una scorciatoia per passare da un punto dell'universo all'altro, in cui si viaggia più velocemente della luce. Questo per lo meno in teoria' aggiunse Stark.
'Una quarta dimensione per i viaggi nel tempo. Mi sembra accomunabile al Bifrost asgardiano...' commentò Thor.
'Cos'è quella roba che sta uscendo? E chi c'è, dentro, che la manovra?' Nat, angosciata, vide armarsi la parte anteriore del velivolo e scaricare sulla folla un raggio di incredibile potenza distruttiva.
'Dovevamo aver chiuso questo genere di stupidaggini, nel 2012' Stark si alzò dalla seggiola 'Muoviamoci, subito. Tyler, ti lascio il comando, ci aggiorniamo' si mosse, in fretta, seguito dai colleghi.
'Non mi hanno chiesto di andare con loro...' mormorò Clint.
'Indossa la tuta e controlla se il Quinjet è a posto' lo ammonì.
'Perché?' la interpellò.
'Ancora discuti i miei ordini? Vai!' gli gridò, filando, affannata, dietro a lui, per dirigersi verso la sala di comando dello S.H.I.E.L.D., non prima di essersi cambiata con la propria uniforme.
'Tutte le immagini sui monitor! Chiamatemi al telefono Foster e Barton... Kelly Barton!' dava le proprie indicazioni, la testa che girava come un frullatore. Quando trovò gli arcieri, ci parlò brevemente, fornendo istruzioni pure a loro.
Nel frattempo, il nuovo jet degli Avengers era decollato, con tutti a bordo tranne Iron Man che volava rasente i colleghi.
Dal monitor Rafflesia vide gli aerei dell'Aviazione miseramente abbattuti dai raggi dell'astronave aliena.
Dato qualche ordine ai propri subordinati, si affrettò in direzione dell'hangar.
***
'Che dobbiamo fare, papà?' Kelly lo chiese molto malvolentieri, salendo sul Quinjet, come ordinatole dal Vice Direttore, il rosso a pochi passi.
'Non ne ho idea. Perché siete qui?' le domandò.
'Rafflesia ci ha detto di aspettare nel jet' si intromise Johnny.
'Allora sedevi e attendete!' fu laconico e freddo. Notò che erano vestiti anche loro con le tute nere e viola e perfettamente equipaggiati. Archi e frecce erano presenti in grandissima quantità nella stiva.
'Che accade?' sua figlia era molto preoccupata. Si era accomodata nel posto appena dietro quelli di guida, con l'altro arciere.
'Siamo sotto attacco...' la Tyler fece capolino, indosso la tuta nera, con cui l'avevano osservata nel percorso con Bucky, armata fino ai denti 'Clint, visualizza le immagini del cielo di New York sullo schermo e attiva tutta la strumentazione, radar compresi'.
Lo fece e le tre teste gli si affiancarono per osservare il monitor. L'orizzonte era plumbeo di fumi scuri degli aerei abbattuti, dal radar si intravedeva la sagoma del velivolo degli Avengers che stava per arrivare verso l'astronave.
'Signori, ho voluto riattivare il Quinjet e che vi esercitaste nel volo, per momenti come questo, per essere di supporto ai Vendicatori. Credo abbiano bisogno di noi, della nostra squadra. Ve lo anticipo, non ho la minima idea di quale nemico troveremo sul nostro cammino. Siete con me? Sentitevi liberi di rifiutare, non è un obbligo né un ordine' la moretta fu chiara. Era tranquilla nel tono di voce, il cuore in fibrillazione.
Il Falco la fissò, esterrefatto. 'Non sono in grado, è troppo presto, è una follia' balbettava quasi, dal timore che accadesse qualcosa di brutto ai suoi ragazzi.
'Ritengo di sì, invece. Sono maturi per fare sesso e trattarti nel modo abietto in cui si stanno comportando e non per combattere?' lo domandò, piuttosto ironica.
I due diretti interessati erano a visi bassi, imbarazzati.
'Inoltre, da due settimane non tirano, hanno fatto schifo in allenamento' l'uomo si oppose, con un'argomentazione concreta.
Kelly provò a controbattere ma Rafflesia la zittì 'I due idioti sono andati a lavorare nel 'cubo' per conto proprio, di sera e di notte. Chiaramente, gli addetti mi hanno mostrato i filmati delle telecamere di sorveglianza, dal primo giorno in cui li hanno notati'.
'Davvero?' si voltò verso di loro, stupefatto.
'Sì, Maestro, lo sai, mai senza il mio arco...i nostri archi. Scusa per le cose che ti ho detto, ho esagerato' Johnny si giustificò.
'Ne parleremo al momento opportuno e statene certi, non finirà qui. Che mi dite?' li esortò.
'Quando vuoi, capo!' all'unisono sedettero alle proprie postazioni: codardi non erano mai stati.
'Clint, appena sei pronto, avvisa la torre di controllo e decolla. Seguiamo i movimenti del jet degli Avengers e talloniamoli, a copertura e supporto' ordinò la Tyler.
Angosciato ed adrenalinico, avvertì, come suggerito 'Squadra di arcieri, pronta per il decollo'.
Il Quinjet e il suo equipaggio erano operativi.
***
'Guarda. Dalle manovre, si capisce che Nat sta tentando di spostare l'attenzione della nave aliena sul jet, per allontanarla dal centro abitato. Provo a mettermi in contatto con loro' Rafflesia premette il pulsante del microfono, per parlare con i Vendicatori.
In quell'attimo, l'aereo dei colleghi perse leggermente quota 'Cristo santo, stanno precipitando' le fece notare Barton senior.
'Le comunicazioni sono interrotte, chissà che diavolo hanno colpito, probabilmente i sistemi sono stati danneggiati: quanto manca ad intercettarli?'.
'Cinque minuti, per lo meno, sono all'estrema periferia nord della città, direzione New England. Scarsa densità di popolazione e zone in cui atterrare e combattere più isolate: è stata un'ottima mossa' riepilogò Clint.
'Cinque minuti sono tanti, in questa circostanza. Accadrà il finimondo, vola più veloce che puoi' la moretta sapeva che lo stesse già facendo, più sostenuto possibile.
Era stato proprio così. Nei pochi attimi che li separavano avevano visto, dal radar, l'aereo dei colleghi planare a terra, presumibilmente in completa avaria.
Iron Man girava intorno all'astronave, dividendosi con Thor che lo affiancava col martello per coprire gli altri, che dovevano per forza uscire dal velivolo. In caso contrario, avrebbero fatto da bersaglio, facilmente attaccabile.
La nave aliena si abbassò, improvvisamente; dal suo interno uscirono frotte di esseri armati, i capelli lunghi, le orecchie a punta, indosso strane uniformi di pelle e metallo. La parte delle armature a scaglie ricordava il braccio in vibranio di Bucky.
Si mossero, in massa, verso gli Avengers: Rogers, Romanoff, Barnes e Banner, già trasformato nel suo irascibile alter ego verde, erano scesi dal jet, per farglisi incontro.
'Sono decine, maledizione!' il Falco sbottò, in ansia.
I due giovani arcieri erano terrorizzati, le creature davanti ai loro occhi erano lontane da qualsivoglia umana immaginazione, facevano ribrezzo e paura. Si sentivano ragazzini spauriti e poco preparati.
'Rafflesia, che si fa ora?' chiese Kelly, anticipando gli altri.
Sicuro che la sua donna avesse un piano! Rifletté Barton senior.
'Ciò che vi viene meglio: tirare frecce!' ribatté, con un sorriso 'io piloterò, un volo rasente il terreno. Voi tre vi metterete sulla scaletta aperta. Prenderete la mira e li attaccherete, per difendere i colleghi. Appena riusciremo a sterminarne un certo numero, atterreremo e scenderemo a terra ad affiancarli! Tutto chiaro?'.
Clint si alzò 'Archi e dardi alla mano!'. Diede un buffetto alla Tyler, agguantò il prediletto arco allungabile, si agganciò la faretra nera alle spalle, piena di frecce, e si posizionò accanto la scaletta, in posizione centrale. Kelly a sinistra, Johnny a destra. 'Appena il portellone andrà giù, tirate, poi rientrate subito per nascondervi dietro le paratie, ricaricate e puntate ad un diverso bersaglio, ognuno nella sua zona...'.
'Sì, Maestro!' confermarono all'unisono, udendo il meccanismo di sblocco.
***
'Il Quinjet si è alzato in volo e ci sta alle calcagna' aveva esclamato Romanoff.
'Meno male! La Tyler ha avuto un'illuminazione a voler tenere quella scatoletta' Steve si espresse, poco prima di sentire un rumore molto forte nella parte posteriore dell'aereo. Ondeggiavano paurosamente, abbassandosi.
'Hanno colpito due motori ed i sistemi idraulici ed informatici non rispondono più. Dobbiamo atterrare ed abbandonare il velivolo' ammonì Bucky.
'Arrivati ad altezza d'uomo, scendo per trasformarmi' li avvertì Banner.
Natasha riuscì a tenere la cloche e il jet si poggiò a terra, senza schianti. Almeno quello!
Dovevano uscire e ciò che li attendeva fuori non era un bello spettacolo.
Si schierarono uno accanto l'altro, avanzando verso le strane, sconosciute e minacciose creature.
Udirono un sibilo rumoroso: il Quinjet si abbassava, alla loro portata. Gli esseri alieni si voltarono, all'unisono, verso l'aereo inaspettato.
Il Vice Direttore ai comandi gli indicava, dal vetro, l'uscita che era proprio sotto di lei. Bucky capì che aveva in mente qualcosa, vedendo la scaletta inclinarsi. Tre dardi ad altissima velocità schizzarono fuori colpendo tre nemici.
Barnes individuò le figure degli arcieri che, lesti, ricaricavano le frecce all'interno del jet, per scagliarle nuovamente contro i mostri di fronte a loro, che, adesso erano di spalle, attaccabili. Mirò, col mitragliatore israeliano che imbracciava, a ripetizione.
Nat, ugualmente, utilizzò le armi da fuoco in suo possesso, centrandone diversi.
Steve scaraventò lo scudo che tornò indietro, dopo aver buttato giù gli avversari come birilli e si gettò nella colluttazione, esperto com'era del corpo a corpo.
Hulk si faceva valere con le sue doti fisiche rasentanti la bestialità.
Thor e Tony provavano a limitare il campo d'azione dell'astronave.
Gli arcieri lanciavano una freccia via l'altra, abilissimi e precisi. Il numero dei caduti era notevole ed il Vice Direttore fece atterrare l'aereo, raggiungendoli e scendendo insieme a loro 'Tutti giù a dare manforte agli Avengers, ognuno per conto proprio...' quella di separarsi era una buona mossa.
'Mirate con calma e andrà tutto bene! Qualsiasi difficoltà, rientrate nel Quinjet' li ammonì, saggiamente, il Falco.
Trottarono, verso il gruppo di creature, una sortita vera e propria, a sostegno dei Vendicatori. Rafflesia aveva lo stesso mitragliatore di Barnes, Clint ed i due ragazzi erano rimasti leggermente spostati per gestire meglio colpi e bersagli.
Improvvisamente da una delle porte stagne del velivolo alieno, apparentemente rimasto fermo, senza attaccare, si materializzò una figura, simile agli altri esseri, più alta ed imponente, un mantello nero, un copricapo di metallo con degli spuntoni, le orecchie a punta che uscivano dai fori laterali, il volto sfigurato, in parte bianco pallido ed in parte nero, una lunga treccia di capelli scuri. Era certamente il loro leader, poiché le creature si spostarono per farlo avanzare, intanto che, calatosi a terra, si dirigeva verso gli Avengers... mosse le mani, da cui uscirono degli strani miasmi scuri.
'Attenzione, è veleno...' gridò Thor, volando col martello verso i compagni 'Non respiratelo, salite sul Quinjet'.
'Fate come dice, forza!' Rafflesia dispose, accorata, ai suoi pupilli ed a Clint.
Pian piano, spalle all'aereo, i tre indietreggiarono fino ad arrampicarsi sui gradini.
Il Capitano, Vedova Nera e Bruce, tremante e di nuovo in sé, li raggiunsero, in un baleno. Il Vice Direttore chiuse il gruppo. Accidenti, ne mancava uno: James! Si girò, ancora un piede sul terreno, e lo osservò, in ginocchio, dolorante, in evidente difficoltà! Nulla avrebbe potuto contro lo strano essere che procedeva verso di lui e continuava a sputare le fetide esalazioni.
'Bucky, nooo!' gridò Steve, all'amico.
'Che diavolo possiamo fare?' chiese Johnny, disperato.
'Provo a recuperarlo!' Rafflesia guardò Barton e i suoi ragazzi 'Createmi un tunnel di frecce e ci passerò in mezzo!'.
'Sei impazzita? E' troppo pericoloso e difficile e non lo abbiamo mai provato!' Clint eccepì.
'Se ti dovessimo colpire?' Kelly era tesa.
'Ci piacciono le cose difficili! E non accadrà, rilassatevi e mirate, correrò più veloce possibile. A fra poco...' si buttò verso Barnes, e gli arcieri, allibiti, scattarono per coprirla; senza neanche coordinarsi, ripresero le posizioni di tiro iniziali.
Ai fianchi, sopra il corpo e la testa del Vice Direttore, comparvero decine di dardi che la accompagnarono, fin quando non raggiunse il Soldato d'Inverno. Era come un muro, formato dalle frecce, una parete scura che la proteggeva. Lei mise un braccio sulla vita di Buck e lo sollevò, sempre coperta dalla barriera generata dai tre.
La creatura li fissava, stupito. Che diavoleria era?
La moretta e James filarono come razzi, verso il jet, giungendo incolumi.
Appena dentro, la Romanoff decollò, chiudendo definitivamente il portellone, un attimo dopo che anche il biondo entrasse.
'Stai bene?' Rogers si era inginocchiato accanto all'amico del cuore per sincerarsi delle sue condizioni.
'Credo di sì, ho preso una botta pazzesca all'arto in vibranio e mi sono bloccato, per qualche minuto. Grazie, Rafflesia, grazie, arcieri!' mormorò l'altro.
Lei fece un cenno con la testa.
'Non ho mai visto nulla del genere. Nemmeno in allenamento' Thor si complimentò.
Il Falco riprese i comandi del velivolo, facendo alzare Natasha 'Era la prima volta, non sarà l'ultima, temo'.
La Tyler gli sedette accanto, al posto del navigatore.
Kelly e Johnny erano a disagio; i sedili non erano sufficienti per tutti e qualcuno sarebbe dovuto rimanere in piedi.
Ci pensò il Vice Direttore, a toglierli d'impaccio 'Tornate ai vostri posti, l'avete meritato e questo è l'aereo della nostra squadra!'.
Clint emise una risatina e i Vendicatori si appoggiarono, dove poterono.
'Che diamine accade?' la voce di Stark squillò dall'interfono.
Thor parlò, con voce solenne 'Quello è Malekith, il dio degli elfi oscuri, un popolo che vive sottoterra. Il velivolo è l'astronave madre di questa specie, che vaga per la galassia, in cerca di terre da conquistare. Non credevo potesse giungere fino al vostro pianeta, probabilmente hanno trovato la curvatura spazio temporale cui accennava Bruce, stamani. L'aeronave è connessa e simbiotica a Malekith stesso. Se riusciamo ad annientare lui, elimineremo anch'essa'.
'Che poteri ha il simpatico soggetto?' lo sollecitò Steve.
'Possiede attributi fisici sovrumani, forza, velocità e resistenza. Sono paragonabili a quelli asgardiani. Tuttavia, è più agile ed ha riflessi migliori. Ha un'intelligenza finissima e straordinarie capacità strategiche. E' esperto nel corpo a corpo, anche se tendenzialmente evita un confronto diretto'
'Avrà un punto debole, o no?' Rafflesia invocò uno spunto.
'Come tutti i suoi simili, è molto vulnerabile a qualsiasi oggetto in ferro!' li informò l'asgardiano.
'Il tuo martello è forgiato in uru, lo scudo di Steve e il braccio di Bucky sono in vibranio. L'armatura di Iron Man è una matrice allineata molecolarmente di ferro, oro, titanio ed altre leghe, comunque miste...' Bruce si rimise, per un attimo, i panni dello scienziato, per illuminarli.
'Dobbiamo farci girare il cervello ed in fretta' il Vice Direttore era molto preoccupata.
'In effetti, capo, una cosa ci sarebbe!' Johnny si era scambiato un'occhiata complice col Falco e lei intuì, immediata, la loro idea.
'Le frecce che hanno messo a punto, quelle di cui hanno recentemente venduto il brevetto, sono composte di ferro, per la maggior parte' la moretta ragguagliò.
'Thor, potrebbe andare? Dove dovremmo colpirlo?' Barton senior doveva capire, nello specifico, a cosa mirare.
'Alla testa, al cuore ed alle viscere' il biondo si toccò sotto lo sterno, fra lo stomaco e la milza.
'Quindi, abbiamo tre arcieri e tre bersagli da centrare' la Tyler riassunse, girando la testa verso gli altri 'Signori miei, l'astronave aliena, per ora, è ferma e distante; dobbiamo atterrare prima che Malekith ci risalga sopra'. Il mostro era ancora a terra, a contare le perdite subite.
'Che vuoi fare?' Nat era curiosa.
'Scendiamo tutti, creando un diversivo appresso all'altro e tenendo impegnato l'esercito. Voi tre' si rivolse al suo team 'vi avvicinerete, più limitrofi che potete, facendo attenzione ai miasmi mortali. Proporrei che la nostra squadra si divida in due gruppi, uno per lato...' fissò Clint, che la contraccambiò, stranito.
'Certo, decidi' era rassegnato.
'No, Falco, lo farai tu e per due motivi. Primo: io sono il Vice Direttore, tu il nostro leader. Secondo: io vi amo tutti e tre, nello stesso modo. Per te, scegliere è più difficile. C'era Kelly di mezzo!
La osservò, amorevole, capendone le intenzioni. Adorava la sua fatina!
'Papà, opta come ritieni meglio, siamo una squadra e andrà bene, vedrai!'.
'Maestro, saremo uniti, fino alla fine!' aggiunse il rosso.
'Anche io vi amo tantissimo, tutti e tre' Barton espresse, ad alta voce, i suoi sentimenti 'Quando scenderemo, ci separeremo. Io e Johnny alla sinistra di Malekith, per cercare di colpire testa e cuore, Rafflesia e Kelly a destra. A te rimangono le viscere, ragazzina! Fatti valere!'.
'Ottimo' rispose la Tyler. Era la scelta che avrebbe fatto lei stessa. Padre e figlia insieme non era possibile, era un conflitto di interessi emotivo ai massimi livelli. E ugualmente Kelly e Johnny: ciò che li legava, poteva essere d'ostacolo al lavoro, alla lucidità che serviva in certi momenti. Per di più, il Falco sapeva che la piccola, per lei, era come una figlia e l'avrebbe protetta a costo della sua stessa vita.
Clint sospirò, a lungo, facendo atterrare il Quinjet.
***
L'esercito di Malekith gli si era fatto incontro, immediatamente; gli Avengers, con Banner di nuovo trasformato, non si erano persi d'animo. Si erano gettati nella mischia, caricando contro gli avversari, schierati, fisicamente a difesa del loro re, del loro dio.
Dovevano trovare un varco, crearlo per far mirare gli arcieri, come suggerito dal principe asgardiano. Che stavolta li accompagnava, avendo lasciato ad Iron Man la gestione dell'astronave.
La squadra del Vice Direttore, separata, come concordato, era più distante, in attesa degli eventi. Colpivano ugualmente con le armi le creature, ma erano concentrati sulle mosse degli altri.
Margine di attacco, per ora, non c'era.
Rafflesia era tesa, le gambe contratte ed i piedi piantati per terra. Pensa, pensa, diceva a sé stessa. Trova un modo un'idea perché in caso contrario ogni cosa sarà perduta. Guardava i suoi giovani arcieri, al suo fianco, e Clint, l'arciere del suo cuore, il suo Falco. C'era tutto in ballo in quel momento, ciascun secondo del loro futuro.
Aveva la mente vuota. Avanzando, imbracciando ancora il mitragliatore fornito dal Soldato d'Inverno, sentì il ciondolo a forma di fata strusciarsi sulla pelle del collo. Le parve un segno positivo. Tentò di rilassarsi. La raggiunse, nella mente, una strofa di quella canzone 'Run' nella parte in cui il testo diceva 'correremo per le nostre vite'.
Forse, se avesse corso, d'improvviso, verso Malekith, i suoi, per proteggerlo, si sarebbero dedicati soltanto a lei. Forse, sarebbe stato un eccellente diversivo, pur non sapendo per quanti minuti o meglio secondi li avrebbe tenuti a bada e se avrebbero allentato le maglie della loro colonna unita...
Con James erano affiatatissimi, avrebbe potuto affiancarla, era sicura l'avrebbe seguita.
'Falco, amore, ragazzi, state pronti a tirare. Kelly, tesoro, ci dividiamo qui...' li salutò, la morte nel cuore, gridando verso Bucky 'Vieni con me!' si precipitò, direzione dio degli elfi oscuri.
Barton, cupo ed accigliato, sentì un'angoscia esistenziale dentro di sé. Osservò la figura flessuosa della sua donna, di spalle, che si gettava contro Malekith ed il collega, che ne aveva compreso le intenzioni, che la copriva, sparando all'impazzata, lei stessa che mitragliava a più non posso.
'Arcieri, avanzate e mirate' era serio e concentrato, l'arco tenuto saldo e, ferma, la ferrea freccia nella sinistra.
Sua figlia, al lato opposto, faceva altrettanto e così Johnny al suo fianco.
Rafflesia pareva una leonessa, altro che una fatina. Aveva visto giusto, le creature, certamente degne e fedeli, non spiccavano per intelletto tattico; si mossero verso di lei, come un gregge, una mandria di buoi, senza guida.
Gli Avengers li attaccarono, in ogni modo. Clint vide il martello di Thor e lo scudo di Steve andare e tornare decine di volte dalle mani dei loro rispettivi proprietari.
Vedova Nera scaricava le proprie armi sui nemici e, quando non riusciva, utilizzava le spade che portava agganciate alle tuta.
Hulk, massiccio, stritolava i malcapitati che trovava sul suo cammino.
Con quelle manovre erano riusciti, almeno in parte, a spostare l'attenzione su di loro, allontanandola dagli arcieri e dal loro sovrano.
Fu Kelly a mirare per prima. Era in posizione migliore degli altri due, con un'ottima visuale. Il dio degli elfi, sicuro e supponente, aveva le braccia lungo il corpo. Con la coda dell'occhio, la ragazza intravedeva Rafflesia. Ti voglio un bene dell'anima. In questi mesi di frequentazione, mi sei stata vicina come una sorella e un'amica. La mamma, che da tempo non mi ha più voluta, sarebbe stata meno presente e disponibile, ne sono certa. Non bastasse, ami mio papà alla follia, è evidente la forza del vostro legame. Hai avuto la capacità di accettarlo com'è, di non volerlo cambiare. A questo pensò, un attimo prima di prendere la mira e colpire fra lo sterno e l'intestino. Bum!
Johnny fissò il suo bersaglio. È per te, Vice Direttore, che mi hai tolto dallo schifo di famiglia dove ero finito, che mi hai dato la possibilità di diventare un arciere, che mi hai insegnato cosa è importante e, soprattutto, a sognare in grande... ed è per te, Falco, mio Maestro e mentore, di disciplina e di vita. Fanculo, Malekith! Il dardo centrò la fronte di quello, un secondo dopo il colpo di Kelly.
Clint mirò al petto, al cuore. Il proprio cuore aveva tre battiti insieme.
Il primo per l'arciere. Johnny, caro ragazzino in cui mi sono rivisto, tanto simile a me. Sei il mio allievo prediletto e lo rimarrai, qualsiasi cosa accada. Sei dolce, gentile, romantico. Ti adoro.
Il secondo per l'arciera. Mia dolce bambina, sei già donna per molti versi, matura e pronta. L'ho capito da pochissimo. Mi hai seguito, nel mio peregrinare, senza lamentarti, senza un fiato. Spero di poterti donare tutto ciò che desideri.
Il terzo per Rafflesia. Sei la fatina di cui si mi sono perdutamente innamorato. Mi hai ammaliato con la tua bellezza, avvinto con la tua tenerezza. Spronato, sapientemente. Aiutato a realizzarmi con la tua intelligenza pronta, vivace, arguta e a riabilitarmi come uomo e come Avenger, comprendendomi. I tuoi baci sono state carezze sussurrate dal vento. Ti amo e vorrei trascorrere la mia vita, mano nella mano, con te. Sono perduto di te.
Lanciò il dardo, per i suoi tre battiti. La freccia si incuneò, perfettamente, attraversando il torace del mostro che cadde sulle ginocchia e poi di viso sul terreno.
L'astronave madre si schiantò, a parecchi chilometri da loro, lontano dal centro abitato, con un rumore sordo.
I corpi delle poche creature sopravvissute allo sterminio dei Vendicatori, interconnesse col loro capo, si disintegrarono nell'aria.
'Sììììììììì! Grande squadra, grande Maestro' il rosso gridò e con Kelly si strinse al Falco, verso cui tutti i colleghi corsero. Rafflesia in testa. Gli gettò le braccia al collo, congiungendo le labbra con le sue in un bacio appassionato.
'Sei la nostra fatina... un po' fuori di testa... sempre fatina' le sussurrò a bassa voce.
Nat lo abbracciò 'Occhio di Falco mica per scherzo, ci sei mancato! Sei di nuovo fra noi, è stupendo!'.
'Falchetti incredibili, bravi' si complimentò Bruce, tornato il timido professore occhialuto, gli ennesimi vestiti a pezzi.
'Siamo stati grandi, insieme' il Capitano era esaltato.
'Concordo, un team eccezionale!' Bucky si allineò.
'Ora Clint, che farai? Hai scelto? Ero curioso, vista la battaglia odierna. Sei indispensabile, è evidente!' domandò Thor.
I ragazzi erano occhi bassi, Barton senior con le labbra cucite. Non voleva lasciarli, non poteva, ma lui era sempre stato un Avenger! Era un dilemma, senza soluzione!
La Tyler parlò, maestosa 'Non credo ci sia bisogno di sciogliere la squadra di tiro con l'arco, ma di ampliare quella dei Vendicatori. I miei ragazzi sono già Avengers pure loro, giovani Avengers, un team più numeroso e con delle forze nuove mi sembra un'idea geniale e non perché lo proponga io! Non sia mai!' rise e fissò Tony, appena atterrato nel guscio giallo e rosso di Iron Man 'Che ne dici, Stark? Voi siete anziani e prima o poi andrete in pensione...'.
Il Falco trattenne il respiro e così Kelly e Johnny, era il sogno che si realizzava: loro tre arcieri e Avengers! Ed insieme!
'Dico che è perfetto e che, secondo me, avevi in mente questo piano fin dall'inizio, mio Vice Direttore diabolico!' Tony strinse la mano ai ragazzi ed abbracciò l'amico ritrovato.
'Non te lo confesserò nemmeno sotto tortura!' Rafflesia fece l'occhiolino a Clint, che le sorrise, gli occhi azzurri nei suoi ametista. In quell'attimo, notò che si sfiorava il ciondolo che portava al collo. Era la sua fatina, la stupenda fatina degli arcieri!
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