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Capitolo 10 _ Gaia

Il ricevimento prosegue al meglio e sono felice di vedere tutti i nostri ospiti divertirsi, grazie ai cantanti e gli animatori che ci accompagnano in questa giornata.

«Bacio, bacio, bacio...» Intonano a voce alta i nostri amici, seguiti poi anche dai parenti. Tra risa e gridolini accontentiamo tutti.

Proprio in questo istante il cantante annuncia il ballo degli sposi, così io e Gabriele ci avviamo in mezzo alla sala per iniziare a muovere i primi passi sulle note di Perfect Symphony, cantata da Ed Sheeran e Bocelli.

Stretti in un abbraccio, poso la testa al petto di mio marito e ci lasciamo andare nel ballo, mentre anche altre coppie si uniscono a noi al centro della sala.

«Sai, tra poco inizia la parte della canzone che preferisco.» Mi sussurra Gabriele tra i capelli.

«Ah, sì? Non mi hai mai detto che avevi una preferenza su una parte della canzone.»

Cercando di tenere il ritmo, inizia a canticchiare piano al mio orecchio:

Sei la mia donna,
la forza delle onde del mare.
Cogli i miei sogni, i miei segreti e molto di più...
Spero che un giorno l'amore che ci ha accompagnato
diventi casa, la mia famiglia, diventi Noi,
che siamo sempre bambini, ma nulla è impossibile...

Si ferma e quindi mi stacco per guardarlo negli occhi.

«Grazie.» È l'unica cosa che riesco a pronunciare, e lo stringo forte per poi baciarlo appassionatamente. Tutti iniziano ad applaudire e a sorridere, e imitandoli decidiamo di scambiare partner per il resto del ballo e per quelli a venire.

Tutto scorre al meglio e arriva il momento del dolce. Sto parlando con Rachele e Melissa, una nostra amica, quando Gabriele mi chiama, appoggiando una mano sulla mia spalla: «Ehi, Gaia, c'è una sorpresa per te!»

«Ah sì?!?» Mi domando il perché farmi una sorpresa al ristorante.

«Sì, vieni con me per cortesia.» Dice e, prendendomi per mano, mi porta verso il giardino del ristorante.

«Secondo me sarai felice, alla fine ha trovato un modo per venire qui.» Aggiunge, ma continuo a non capire cosa vuole dirmi e perché mi allontana dai nostri amici. Vedendo il mio volto ancora confuso sorride e mi indica il porticato di rose qualche metro più avanti. Seguo la direzione del suo dito e appena realizzo mi manca un battito al cuore.

Michele è in piedi, bellissimo nel suo abito blu notte, sotto il portico di rose bianche al centro del grande giardino. Mi sorride e non posso che fare altrettanto.

Guardo Gabriele mentre mi dice «Va pure, so quanto ci tenevi, io intanto torno dagli altri.»
Mi posa un lieve bacio sulla fronte e si allontana.

Torno a guardare Michele e lui mi invita ad avvicinarmi allargando le braccia per me, sempre sorridente.
È un richiamo a cui non posso non rispondere e così corro verso di lui e mi prendo il suo abbraccio. Cerco un modo per non mostrarmi così vogliosa di questo momento, per non sembrare più indiscreta del dovuto, ma è difficile.

«Sono così contenta che tu sia qui.» La mia voce è bassa, ma sono certa che lui abbia sentito, e rimango stretta tra le sue braccia.

«Sono felice che tu sia contenta, lo faccio per te.» Mi risponde, con una nota di tristezza nella voce.

Lo guardo e mi sorride, mentre con una mano mi accarezza la guancia.

«Sei veramente un incanto.» Mi mormora affettuoso e a quelle parole appoggio la testa alla sua mano, ancora sulla mia guancia.

«Anche tu non sei niente male vestito di tutto punto.» Rispondo, cercando di non rovinare l'atmosfera.

Mi accorgo che non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi e dalle sue labbra.
Il movimento delle dita della sua mano mi fa dimenticare tutto. Dolcemente mi posa un bacio sulla guancia opposta. Mi sento trasalire, ma riesco comunque a respirare il suo profumo per poterlo portare nei miei ricordi.

«Dovremmo andare in sala, ci aspettano.» Ritorno alla realtà e gli do ragione, dovremmo incamminarci verso il locale.
Lo prendo sottobraccio e raggiungiamo gli altri.

Appena passata la soglia, Andrea, il mio allenatore di acqua gym, si avvicina a noi e dice «Amico, ti sei convinto alla fine!»

«Sì, sono riuscito a spostare qualche appuntamento ed eccomi qui.» Risponde con voce strozzata Michele.

"Sì, certo, come no.» Andrea è provocatorio, e gli lancia un risolino. Guardo Michele e mi accorgo che è in estrema difficoltà ora.

«Non preoccuparti, sarà il vostro segreto... almeno per un po'!» Scherzo sulle parole di Andrea e tocco il gomito di Michele per farlo rilassare.

Ridacchia leggero e lo accompagno al tavolo dove sono accomodati Rachele e Roberto.

«Rachele, Rob, lui è Michele, il mio personal trainer. Michele loro sono i miei migliori amici, Rachele e Roberto.» Li presento, dato che fino ad oggi non avevano avuto modo di conoscersi.

Rachele sembra meravigliata dalla visione di questo uomo alto e muscoloso, tanto che, se fossimo in un altro contesto, le chiederei se avesse bisogno di un fazzolettino per asciugarsi la bavetta che pende dalle sue labbra. Michele saluta porgendo la mano e Roberto inizia ad intavolare qualche chiacchiera per intrattenerlo, mentre Gabriele ci informa che è in arrivo una fetta di torta anche per lui.

Partono i balli, di gruppi e lenti, e così tutti iniziamo a scatenarci per divertirci durante la serata.

Ballo un lento con Rob e lui coglie l'occasione per parlarmi. «Mi sono perso qualcosa?»

«Non penso, cosa intendi?» Rispondo con ingenuità.

«Vedo come ti guarda Michele, e vorrei capire se tu ne sei consapevole.»

«Ma che dici? Siamo molto amici, ma nulla di più. È da novembre che mi sopporta e mi ascolta... è diventato un secondo te! Nel senso... il modo in cui tu mi ascolti, mi parli, mi consigli... bè, è come te, e tu sei molto impegnato con il lavoro, quindi ne ho approfittato!» Rispondo ponderando le parole, perché so che la nostra amicizia è forte, ma sempre attaccata ad un filo.

«Forse è per quello che te lo dico. Comunque, sei felice?»

«Rob, ti prego... ancora? Sì, sono felice»

E con questa frase ci troviamo a guardare entrambi Gabriele, che se ne accorge e mi ruba per il ballo.

«Come va? Mi sto divertendo tantissimo! Sai che c'è quella tua collega che balla veramente bene? Mi ha steso! Dovresti imparare a ballare anche tu in quel modo, perché non vai a fare lezioni di ballo con lei?» Inizia a parlare mentre ci immedesimiamo in un ballo lento.

«Gabri, sai che non amo ballare, prendi quello che puoi da me su questo tema.» Rispondo senza pensare.

Balliamo ancora un po' e, ogni volta che compiamo un giro, ricerco sempre lo sguardo di Michele, finché se ne accorge ed allora si alza dalla sedia e si avvicina a noi.

Ti prego, fa che non venga qui.
Ti prego, fa che non venga qui.

«Posso rubarti la sposa per un ballo?» Sento la sua voce melodiosa che chiede il permesso a mio marito.

«Oh, certo, te la lascio volentieri!» Le sue parole mi lasciano basita, non pensavo fosse così amareggiato dal mio modo di ballare. Appena si crea un po' di spazio tra me e Gabriele, Michele non perde tempo per infilare un braccio e cingermi la vita per condurmi nel ballo.

Sono pietrificata e imbarazzata a ballare con lui. Sicuramente dall'impaccio farò una brutta figura.

«Rilassati, ti prego. Nemmeno io sono un ballerino professionista e, ad esser onesto, non amo neppure ballare.» Mi incoraggia sentendomi come una foglia tremante tra le sue braccia, e le sue parole hanno un effetto immediato su di me.

Balliamo qualche canzone e nessuno osa interrompere i nostri movimenti.

Iniziano a suonare You are the Reason, un duetto di Calum Scott, quando Michele mi stringe ancora di più in vita, ma mi allontana in fretta dicendomi «Scusa, ma con questa canzone non posso farcela.» La sua voce è così profonda, calda, ma allo stesso tempo distante. Non penso di averla mai sentita così.

«Cosa ti prende?» Gli chiedo, sperando mi risponda con sincerità, e allo stesso tempo cerco di tenerlo vicino a me.

«Sono qui solo per il tuo bene, ma purtroppo non per il mio. E questa canzone... con te nelle mie braccia... è troppo. Perdonami.» Cerca ancora di allontanarmi, ma ora non posso trattenerlo oltre, se non è quello che vuole.

Senza guardarmi si volta e si avvia verso l'uscita. Non posso far altro che guardarlo allontanarsi da me.

Passa qualche secondo prima di riprendermi e sentirmi osservata da qualcuno. Mi volto e vedo Roberto che mi fissa con uno sguardo torvo mentre scuote la testa.

Abbasso gli occhi e mi incammino verso i cantanti. Chiedo loro se possiamo fare qualche ballo di gruppo in più, ho bisogno di togliermi da questo imbarazzo.

I cantanti accolgono la mia richiesta e tutti insieme ci lanciamo in questi balli, fino alla fine di questa bellissima giornata.

Domani mi preoccuperò di quello che è successo poco fa, ma ora voglio solo divertirmi e chiudere in bellezza.

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