Troppo oltre <106>
IGINO
Siamo ormai a fine aprile. Io ho abbandonato da un pezzo l'incombenza dei compiti extra e mi sento decisamente meglio, ma Matteo non demorde e fa di tutto per affibbiarmi i suoi. Una volta mi ha persino bloccato al cancello della scuola ed è rimasto lì fino a quando la prof non l'ha costretto a tornarsene a casa. La sua media, già traballante, è crollata definitivamente.
Certo, questo mi dispiace molto, perché io non voglio il male di nessuno, ma mi costringo a non farmi intenerire, come ha sempre fatto lui, e dimostro il massimo del coraggio che mi riesce durante le battaglie rap che facciamo in palestra, tutti i giorni. La prossima sarà all'intervallo e io non vedo l'ora che arrivi questo momento!
"Ehi, Igino!" mi dice Virginia. I suoi occhi sono spenti e tristi.
Stanno dicendo di tutto su di lei e la fanno sentire sporca. Avrà anche sbagliato, ma si è pentita e per questo le sono rimasto accanto.
"Virginia, non puoi continuare così! Se vuoi posso andarci io a parlare con il preside... tanto, ormai, Matteo non mi fa più paura..."
"Lo so, ma stai rischiando molto ugualmente e lui ce l'ha già tanto con te perché non gli fai più i compiti... anche se hai fatto bene a smettere. Figurati cosa combinerebbe se venisse a sapere che vuoi aiutarmi!"
"Nessuno potrebbe voler aiutare una come te! Nemmeno un secchione come lui!" interviene proprio lui. Virginia rimane immobile, ma non per paura... è semplicemente stanca, proprio come me. Io ho attraversato un bel po' di stadi di stanchezza prima di arrivare a reagire.
"Matteo, non ti sembra di aver già usato questa tattica?" dico.
"Tu devi solo..."
"Tenere la bocca chiusa! Sì, lo so già."
"E perché non lo fai, allora?"
"Perché non ho più voglia di farlo, Matteo!"
Lui fa un cenno a Michele, che a sorpresa mi butta per terra.
"Adesso la smetterai, spero!" mi dice.
"Santo cielo, Matteo! Ma non capisci che se continui a farmi cadere mi riempirò di lividi e ti metterai nei guai? È facile: se qualcuno mi vedesse pieno di lividi, tipo tuo padre, capirebbe cosa combini a scuola. Non è così difficile."
"Ci devi soltanto provare!" mi dice lui.
"E chi gli dice niente? Non vado mica a sbandierare ai quattro venti il fatto che un mio compagno di classe mi tratta come una specie di zerbino, io! Il problema ci sarebbe se lui mi vedesse... troppe cadute in poco tempo, non credi?" chiedo.
Detto questo mi allontano ed entro in classe.
Durante l'ora di musica, Lara si avvicina a Marta e le dice: "Marta, è importante! Ti devo parlare di Matias il prima possibile!" E le due ragazze chiedono di andare in bagno.
"Andate pure... spero che torniate presto" dice la prof, "ma dobbiamo vederci in cortile... oggi è lì che faremo lezione."
"Va bene." dice Marta e le ragazze escono velocemente.
Noialtri ci dirigiamo in cortile. Vedo che c'è un'intera platea. Sono tutti affacciati e in particolare noto Virginia, che mi guarda dalla tua classe e mi fa dei cenni.
"Igino, Matteo, venite qui al centro, per favore" dice la professoressa. "So che ultimamente vi siete dati alle sfide a colpi di freestyle, per cui ho pensato di farvene fare una qui, adesso, durante l'orario di lezioni. È la prima volta che vi sfidate in pubblico, quindi per stavolta non metterò nessun voto."
"Prof, può anche dirlo che lo fa per dare un vantaggio ad Igino!" esclama Matteo. "Lui è un vero disastro nelle sfide rap!" Ma la prof lo guarda malissimo e ribatte: "Ah sì? E chi ti assicura che il vantaggio non serva più a te?"
Poi torna a far saltare il suo sguardo da me a lui.
"Molto bene! Visto che ti autodefinisci... così bravo, puoi iniziare tu, Matteo!"
"Odio i Nerd con gli occhiali... odio quelli che dicono: "Siamo tutti uguali"!"
"Tu cosa gli rispondi, Igino?"
"Sei così fragile da agqrapparti a me per non mostrare il dolore che hai dentro! Sei così fragile da aver cancellato dal tuo cuore ogni briciola di sentimento!"
"Bene! Matteo, a te!"
"Piccolo, stupido, cjiota! Io voglio farti male e ci devi stare!"
"Igino,"
"Come disse un vecchio saggio: "Tu ti senti scarafaggio, perché quando mi calpesti, ogni volta manifesti la tua piccola statura: la tua fragile natura!"
"Matteo?"
"Tu vuoi fare il grand'uomo, ma... ma sei solo un secchione?"
Poi parto con un vero e proprio freestyle ed ecco che tutti partono in quarta. Matteo è nervoso: di solito anche lui spacca: adesso esita parecchio.
"Tu fai il rullo compressore, credi d'essere migliore di un compagno, solamente perché lui è differente! Io per te ho perso il nome, ora sono Nerd, Secchione, e poi ognuno a te si piega, tanto poi chissenefrega di chi neanche si ribella, ma ogni giorno si prende una sberla...?" Improvvisamente Michele mi agita davanti una mano, io lo guardo e mentre ballo inciampo su qualcosa. Un dolore lancinante alla testa, e poi, gradualmente, il buio.
"Igino! Igino! Oh, santo cielo!" è l'ultima cosa che sento prima di svenire.
VANESSA
Sono andata fuori. Mi sono avvicinata quando ho sentito la professoressa gridare: "Igino! Igino! Oh, santo cielo!", e corro verso di lui.
"Igino! Oddio, svegliati, idiota!" grida Matteo. "E che cavolo, svegliati! Apri gli occhi!"
"Togliti!" dico prendendolo per il colletto della camicia. "Non azzardarti a toccarlo o ti mollo un ceffone, capito?"
"Vanessa, io...."
"Non dire una parola! È colpa tua! Tu l'hai ridotto così, razza di idiota! CHIAMATE UN'AMBULANZA, SBRIGATEVI!"
"Vanessa..."
"Vattene via, Matteo! Lascialo in pace, almeno adesso!" gli dico dandogli uno spintone. Lui si allontana, continuando a ripetere: "Non è stata colpa mia! È stata solo colpa sua!"
MARTA
"Ragazze! Ragazze, non avete sentito?" esclama Piera, entrando in classe tutta trafelata.
"Cosa?" chiedo.
"Davvero non avete sentito niente?" chiede.
"No, Piera! Siamo state in bagno fino ad ora." rispondo.
"Okay. Insomma: oggi la prof ha detto ai ragazzi di sfidarsi in cortile..."
"E allora? Loro le sfide rap le fanno sempre. L'unica differenza è che la prof li ha fatti esibire in pubblico" le rispondo.
"Sì, ma stavolta l'intera scuola era affacciata."
"Okay... e quindi?"
"Era come allo stadio! Tutti lì a fare il tifo, era bellissimo!"
"Eddai, va' avanti! Stavi dicendo?" chiedo agitata.
"Igino stava andando proprio forte... Matteo stava facendo davvero una brutta figura!"
"Ben gli sta, a quello scemo, cretino ed anche insensibile!" aggiunge Lara.
"Ah, io lo sapevo che Igino era troppo forte: lo sapevo... solo che lo sapevo solo io... lasciando perdere Giulia" dico sorridendo.
"Però è qui che viene il bello, cioè il brutto, cioè il fatto!"
"Sì, okay, ma parla, Piera!" la esorto, continuando ad agitarmi.
"A un certo punto Matteo si è arrabbiato così tanto che ha fatto un cenno a Michele... Michele ha distratto Igino e... e gli ha messo lo sgambetto!"
"M-ma... ma Igino si è fatto male?" chiedo, ma non ottengo alcuna risposta. "Per l'amor del cielo, Piera, rispondimi! Si è fatto male, sì o no?"
"S-sì" balbetta lei, stringendo forte gli occhi. "Ha battuto la testa!"
"Come ha battuto la testa?" ripeto.
"Sì! Forte! È stata chiamata l'ambulanza: ora stanno venendo a portarlo via!"
"Oh no, no! Igino... no! Non può essere, non può essere! Io lo amo..."
"Eccola, eccola!" esclama Lara, e io mi metto a correre.
"Marta, no! Fermati!" mi dice Michele, cercando di trattenermi.
"Togliti di mezzo!" gli dico spingendolo via. "FATEMI VENIRE CON VOI, VI @Prego! È COLPA MIA! È COLPA MIA SE LUI STA COSÌ..."
"Chica, por favor!" Il ragazzo di Lara, Matias, mi viene incontro e mi blocca.
"Lasciami! Lasciami andare, Matias, ti prego!" dico dibattendomi tra le sue braccia.
"Chica, por favor! Tu devi restare qui: non ti faranno mai uscire da scuola senza permesso! Vai! Ti tengo informata io... c'è anche suo fratello! El rubio tiene a muchas personas: familiares y medicos a su lado!"
"Matias, lasciami! Lasciami!" continuo ad implorarlo, mentre una crisi di pianto mi spezza il respiro.
"Ti prego, ascoltami! Non ti faranno salire! Io vado con Michele, per questo mi fanno passare... torna indietro, Marta, ti prego!"
"Devi venire dentro!" mi dice Matteo. Matias lo fulmina, ma lui mi prende per un braccio.
"NON MI TOCCARE, TU! PER COLPA DELLA TUA STUPIDA INVIDIA, PER LA TUA MANIA DI ESSERE IL MIGLIORE, IGINO È FINITO IN OSPEDALE, NON MI TOCCARE!" urlo cercando di dibattermi.
"Matteo! Matteo, por favor... non ti ci mettere anche tu! Lasciala!"
"Vieni, tesoro" mi dice Piera.
È la prima volta che la vedo così pacata e tranquilla. Mi prende la mano e mi porta via, nonostante le mie proteste.
"Ti ho fatto preparare una camomilla... avanti, prendila!" mi dice dolcemente.
"Se solo potessi riavvolgere il nastro... se potessi tornare indietro, Dio mio!" esclamo, e mentre cerco di buttar giù la camomilla, il pianto si mescola ad essa.
"Tranquilla, tranquilla. So che non mi crederai, perché io non l'ho mai detto prima, ma Igino è forte. Ha sfidato Matteo anche se ci stava male."
Vedo Matteo e Michele entrare nel bar. Sono uno più agitato dell'altro.
"Michè... non è stata colpa nostra! È stata colpa sua! Cantava, rappava... ma che voleva fare? Invece di subire passivamente, come al solito!"
"Certo! Lui potrebbe rimetterci la pelle da un momento all'altro e la colpa è sua, vero?" dico con rabbia, rischiando di far cadere la tazza.
"Calmati, non ne vale la pena" mi dice Piera.
"Sì che è stata colpa sua! Doveva comportarsi come sempre, come è giusto che sia!"
"Ma guarda se questo è un modo di giustificarsi!" esclama Lara.
"Io non mi sto giustificando!" salta su Matteo.
"Mattè, come ti pare, ma questa volta l'abbiamo combinata davvero grossa!"
"Ecco, Michele! Bisognerebbe capire quando fermarsi! In fondo lui non vi ha mai fatto nulla di male!" dice Lara.
"Anzi: era sempre disponibile! Ci faceva copiare, ci suggeriva, era gentile..." dice Piera.
"Figuratevi che per essermi amico ha cercato di corrompermi. Mi portava sempre le barrette Kinder... beh, fino a poco fa questo lo sapeva solo Giulia." ci rivela Lara.
"Sì, e per quanto mi riguarda, mi faceva sempre copiare, anche se rischiava grosso, perché la prof avrebbe annullato il compito anche a lui, se l'avesse scoperto!" aggiunge Piera.
"Sì, ma anche se non ci avesse suggerito... anche se non fosse stato lui a cercare sempre noi... che diritto abbiamo, tra l'altro senza alcun motivo, di rendergli la vita un inferno? Per cosa, poi? Per essere... i più fighi della scuola, potreste rovinare la vita ad un... ad un ragazzo come voi più di quanto non abbiate già fatto! Io... io sono stata la prima vigliacca a non difenderlo... a non schierarmi dalla sua parte! Io... io vorrei aver dato ascolto a Giulia, quando mi ha chiesto di proteggerlo..."
MICHELE (O MIKE)
Io e Matteo usciamo da scuola e siamo entrambi scossi.
"Ora sì che mia sorella mi odierà davvero!"
"Mattè, devi dirglielo tu! Ci manca solo che venga a saperlo da qualcun altro... prendi i biglietti dell'aereo per lei e per i suoi coinquilini e falle venire qua prima che puoi. Potrebbe essere l'ultima volta che Giulia lo vede, Mattè! Non te lo perdonerebbe..."
MATTEO
Sto per scattare e dargli uno schiaffo, ma Piera, che ci ha raggiunti, mi blocca.
"Non hai già combinato abbastanza guai? Lascialo stare! Vieni con me, Michele!"
Mi sento messo all'angolo. Mi sento come se mi mancasse il respiro... come si sentiva lui prima che accadesse questo.
Michele ha ragione. Devo parlare con lei.
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