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Remember me <107>

GIULIA
Non so spiegare quale sia il motivo che mi fa agitare tanto, ultimamente, ma sono sempre molto nervosa, come se sentissi che sta per accadere qualcosa di non poco spiacevole.
Vado a letto con quello stesso peso sul cuore, del quale, ovviamente, non conosco il motivo, e mi addormento pregando chiunque o qualunque cosa esista che sia soltanto un mio timore.
Dove sono? Che posto è questo?
"Ehi, ciao amica mia! Quanto tempo!" esclama una voce familiare.
"Igino! Ma che cosa...?"
"Solo tu puoi entrare qui... perché sei l'unica persona, esterna alla famiglia, che abbia voluto bene a questo povero secchione fin da subito!"
"Che vuol dire questo?" chiedo.
"Io sto andando via... dove si sta meglio... e vorrei che tu non mi dimenticassi..."
"Perché? Cos'è successo? Stava andando tutto così bene, Igino, perché? Perché te ne stai andando?"
"Per Matteo andava troppo bene, amica mia, e io sono stanco..."
"No! Non puoi farmi questo..."
"Se tu penserai a me, io ci sarò sempre per te... non ti bbandonato me. Basta che non mi dimentichi!"
E comincia a cantare sottovoce: "Remember Me", ma in una versione diversa.
"Ricorda: io rimango qui, fin quando mi vorrai, nella tua memoria. Ricorda: quando sognerai, tu riavvolgi il tempo... solo, ricordami..."
"No, Igino! No, per favore! Non farmi questo!" dico, perché la sua voce si allontana sempre di più, come la sua presa sulle mie mani diminuisce, mentre lui continua a cantare sottovoce, accompagnato da un coro di angeli. "Igino, fermati! Fermati, ti prego! KOALA!"
"Io sarò la stella più brillante, splendente, l'ultimo raggio di Sole al tramonto per te!
Fin quando racconterai la mia storia... per sempre io vivrò! Ricorda: io rimango qui, finché mi terrai nella tua memoria... ricordami! Sono la voce in questo vento, freddo, e se tu ascolti il tuo nome urlato al Cielo udirai! Fin quando potrò vederti, toccarti, per te io... non me ne andrò mai..." E mentre lui continua a cantare, degli angeli lo portano via, facendogli una sorta di coro. Io mi butto per terra e piango.
"No! Vi prego, non portatemelo via! È il mio migliore amico!"
"Ricorda: non ti lascerò mai."
"No!"
"Se soltanto tu mi ricorderai!"
Vedo, (sì, esatto, vedo), che lo sollevano dolcemente e lo fanno distendere in un letto di piume.
A questo punto non ho altra scelta che unirmi a loro, a modo mio: "Ricorderò..." è la prima parola che intono. "Ricordo che sarai sempre qui finché ti terrò con me, nella mia mente! Ricordo che quando sognerò... riavvolgendo il tempo ti avrò con me per sempre! Ricorderò!"
Poi una luce bianchissima e io torno a non vedere più. "Igino! Igino, no! No, per favore!" grido prima di svegliarmi in un mare di lacrime. Il mio coinquilino Matteo è chino su di me e mi stringe la mano.
"Matt... che ci fai qui?" chiedo con un filo di voce.
"Ho sentito che gridavi qualcosa nel sonno... cosa stavi sognando?"
"Ho sognato degli angeli che portavano via il mio amico..."
"Su, piccola, cerca di calmarti! Se fosse accaduto qualcosa ad Igino, ti avrebbero avvertita, non ti pare?" chiede lui dolcemente.
"Sì, però... ho un brutto presentimento... io e lui non facciamo mai dei sogni a caso... e se gli fosse successo qualcosa? Santo cielo, Matteo, sarebbe solo colpa mia se gli fosse successo qualcosa, perché sono andata via e l'ho lasciato solo a combattere con mio fratello..."
E mentre lo dico, come immaginavo, ecco l'ennesimo attacco di panico che mi assale. Respiro affannosamente, sento il sudore freddo imperlarmi la fronte e bagnarmi le mani e qualcosa preme sui miei polmoni, facendomi fare più fatica che mai a respirare.
"Giulia, no! Adesso calmati e ascolta: non ti è ancora stato detto niente... non è detto che sia successo qualcosa ad Igino" mi dice.
"Matt, non dire niente a Nico! Per lui Igino è una specie di Superman e non può succedergli niente... ma perché, perché?"
Mi fermo di colpo, perché riconosco la suoneria del mio cellulare. Matt lo stacca dalla presa elettrica e me lo mette tra le mani. A chiamarmi è mio fratello, ed è dal giorno di quello stupido video fatto per denigrare Igino che non ho alcun tipo di contatto con lui. Questo, se possibile, mi getta in uno stato d'ansia persino più profondo, che fa peggiorare le condizioni già precarie del mio fisico e della mia mente.
Quando riesco, più o meno, a tranquillizzarmi, accetto la chiamata.
"Matteo, che sorpresa!" dico.
"Giulia... ho bisogno... che tu torni qui il prima possibile! È importante!"
"Matteo, che succede?"
"Per favore, non chiedermi niente! Non riesco a dirtelo così, Giulia!"
Per favore? Mi ha davvero detto "Per favore"? Se possibile, penso che tra poco mi verrà un colpo.
Non sto scherzando: sono nel panico più assoluto, perché se mio fratello mi ha chiamata, sembra che stia piangendo e ora mi chiede di tornare a casa aggiungendo alla richiesta la buona educazione, qualcosa non va.
"Va... va bene" gli dico. Lui mi dice che ha preso tre biglietti aerei: uno per me e i due restanti per i miei coinquilini e ci prega di nuovo di raggiungerlo.
Io stacco la chiamata e mi alzo di scatto. Inizio a preparare le mie cose alla rinfusa, il più velocemente possibile, e mentre lo faccio cerco di spiegare a Matt cosa mi ha detto mio fratello.
"Vado a svegliare Nico. Tranquilla, ti accompagneremo noi a casa. Non devi agitarti!"
"È successo qualcosa, Matt, me lo sento!" dico continuando a mettere cose in valigia, totalmente a casaccio. Matt va a chiamare Nicolas, insieme preparano alcune cose e Matt rassicura Nico, perché sa che lui ha capito che c'è qualcosa che non va...
Sono le dieci e tutti e tre siamo giunti in aeroporto.
Rivolgendomi alla giovane che si trova in biglietteria che sono stati presi tre biglietti a mio nome.
"Oh, claro! Su hermano les ha comprado. Estaba muy nervioso... ha dicho que es una cosa muy importante, que un amigo suyo se ha caído y ha dado un golpe con la cabeza...°
"Un amigo mio?"
"Claro, señorita: un amigo suyo!"
"Igino.. Igino..." sussurro. Alla radio trasmettono il brano: "Remember Me", neanche a farlo apposta. Io comincio a rivedere quello che ho sognato e mi aggrappo al bancone. "Non può essere vero! Non può essere vero!"
La bigliettaia mi offre un bicchiere d'acqua, ma io non riesco nemmeno a tenerlo in mano.
Matt prende i biglietti mentre il piccolo Nico, pur non sapendo bene cos'è successo, mi aiuta a mandare giù il contenuto del bicchiere.
"Vieni! Su, coraggio!" mi dice gentilmente Matt, facendomi mettere davanti a sé. Mi avvolge la vita con le braccia e mi sorregge. Io continuo a barcollare e calde lacrime mi scendono lungo le guance. Non riesco a trattenermi, nonostante ci sia anche Nico.
"Cosa ti è successo, tesoro mio? Che cosa ti hanno fatto?"
Arriviamo ad una panchina. Non so nemmeno come lo farò, il check in, perché mi sento svenire e credo si possa definire un miracolo il fatto che non sia già successo quando ho sentito quelle parole.
"Nico... amore, facciamo una cosa: tu rimani un momento con l'assistente: io devo portare via Giulia per un po'." dice Matt rivolto al fratello. Lo fa avvicinare alla bigliettaia, che ci ha seguiti, e mi porta ad un lavabo. Mi bagna il viso con acqua fresca dopo aver provveduto a farmi accomodare su una sedia, e mi dice: "Devi calmarti, altrimenti un colpo verrà a te e questo dubito che Igino lo desideri!"
"Lui non me lo può dire, Matt! Se solo potessi scoprire cos'è successo, come ha battuto la testa, santo cielo... sapevo che non dovevo farlo... che non dovevo lasciarlo solo!"
"Sarebbe successo comunque. Se Igino è caduto a scuola, se come immagino tu creda gli hanno messo lo sgambetto, sarebbe successo lo stesso, e tu saresti stata peggio, perché non saresti riuscita ad intervenire e avresti dato la colpa ai tuoi occhi che non funzionano più."
"Matt... quando arriveremo devo andare a casa a mettere a posto i bagagli, vedere mio fratello e andare in ospedale! Ho paura: vorrei esistesse il teletrasporto... ho bisogno di stare con lui, Matt... ne ho davvero bisogno, credimi!"
"Lo so, ma non sarà agitandoti che riuscirai ad andare da lui!"
"Hai ragione... grazie, Matt!"
"Non devi ringraziarmi. Devi solo calmarti e approfittare dell'aereo per riposarti un po', altrimenti arriverai lì ridotta uno straccio. Da quando hai avuto quell'incubo e quella telefonata non hai più trovato pace, amica mia!"
Quando finalmente mi sento un po meglio, andiamo insieme a riprendere Nico e gli diciamo che é l'ora di fare il check in. Per fortuna non c'è troppa gente, quindi riusciamo a fare abbastanza in fretta e quando finalmente arriva il momento di andare, tiro un lungo respiro... sto arrivando, amico mio!

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