Punizione <74>
GIULIA
Michele è appena andato via e quello che mi ha detto mi ha davvero commossa! Tiene moltissimo a suo fratello e non serve vedere per capirlo.
Ora la tensione sta salendo, perché questa è l'ora di letteratura e la professoressa ci consegnerà i temi che abbiamo svolto come compiti in classe, che guardacaso riguardava il bullismo. Io sono certa che il mio amico avrà fatto un compito eccellente, perché lui non solo sa cosa si prova a viverlo, ma si esprime anche in un ottimo italiano!
Il problema, però, non è solo quello. Dopo la consegna dei compiti, la prof interrogherà su Parini. Come sempre, Matteo non ha studiato.
Io l'ho già fatto in anticipo, quindi sono a posto.
"Vi avevo detto che non dovevamo venire! Peccato che il secchione e la Robin Hood dei poveri si siano messi in mezzo" esclama lui.
"Ma... per cosa avremmo dovuto assentarci tutti?" balbetta lui, abbassando il viso. "Non ha senso! Voglio dire..."
"Cosa credi? Che tutti abbiamo tempo da perdere sui libri, come te?"
Io mi alzo di scatto. "Adesso basta, Matteo! Se tu hai perso tempo per tutto il giorno, è un tuo problema, hai capito? E fallo pure, il tuo sciopero, ma te lo farai con la classe incompleta, perché io pur di contrastarti ci vengo anche alle tre di notte, a scuola, è chiaro? E non pensare di accanirti su Igino per farmi abbassare la cresta, perché ti saprò mettere in riga se non la smetti... per esempio, se tu dicessi a Michele di scattargli qualche stupida fotografia.. a proposito: dammi quella pallina, io prendo il tuo telefono, lo faccio passare tra le sbarre della finestra e te lo faccio cadere... che te ne pare, eh?"
"Giulia, lascia stare, ti prego!" sussurra Igino. Io con lui cambio completamente tono: "Tranquillo, va tutto bene. Fidati di me: ti proteggo io!"
"Ma guarda un po'! "Ti proteggo io!", ha detto! Sei ridicola! Tu e quel cinesino malriuscito!"
"Io ti stacco la testa!" dico, saltandogli quasi addosso, ma naturalmente Igino mi ferma.
"Ferma! Tu non sei così... non arrivare a quel livello! Non m'importa di quello che dice, ma di te sì..."
"Ah, non t'importa? Allora vieni! Michè, portamelo qua!"
"Non ti avvicinare, hai capito?" dico frapponendomi fra Igino e Michele. "Toccalo con un dito, uno solo, e ti faccio fare una gita di piacere in presidenza, hai capito?"
"A quella ci sono abituato!" dice Michele.
"Sì, ma non ti piacerebbe andarci come un santo in processione, quindi non provare ad avvicinarti a lui!"
"Michè, t'ho detto di portarmelo qua!"
"Michele...? No! Stai buono lì!"
"Bene! Ci penserò io, allora!" esclama Matteo. Io gli prendo il telefono di mano e mi dirigo verso la finestra sbarrata. Inizio a spingere l'apparecchietto tra le sbarre e mi giro verso di lui. "Matteo, lascialo o il tuo cellulare farà una brutta fine..."
Do un'ulteriore spinta al cellulare, assicurandomi di tenerlo fermo per la punta. "Matteo... girati! Girati, t'ho detto! Se non lo lasci io questo telefono lo butto giù!" esclamo furente.
Finalmente Matteo mi si avvicina. "E va bene! Ridammelo e vieni qui! Lo farai tu!" dice.
Tiro fuori il telefono e glielo allungo. "Che aspetti? Tirami della farina addosso!"
Lui rimane immobile.
"Dammi la merenda!" dice Matteo, e sono certa che si sia rivolto ad Igino.
"No! Se gliela lanci addosso non ti do proprio niente!"
"Michè, è inutile!" esclama Matteo.
La porta si spalanca. "Giulia, che ci fai lì? Matteo, lasciala immediatamente!"
Matteo molla la presa e la prof gli dice: "Ora tu vieni con me e senza storie! Questo è davvero troppo!"
Lo porta via e Michele resta spiazzato. Credo che non l'abbiano mai separato da lui.
"Cosa succederà adesso?" chiede Igino venendomi velocemente incontro.
"Quello che doveva succedere da tanto tempo, Igino" rispondo. "Stai tranquillo e non farti ancora più male! Senti, io sono stanca di lui, e se si beccasse una sospensione con l'obbligo di frequenza, o se gli facessero pulire la scuola sarei felice... Sì, pulire la scuola per un mese gli farebbe abbassare la cresta, altro che sospendere!"
"Ma così continuerà a farti del male!"
"No, tranquillo! Pulire lo sfiancherà tanto che la smetterà di fare l'idiota!" dico.
"Tu credi?"
"Ma sì, certo!"
"Come vuoi, ma quando ritornerà ci renderà la vita un inferno" salta su Lara.
"Perché? Cosa credi abbia fatto fino ad ora?" le chiedo.
"Sì, ma sarà peggio che mai!"
"Ragazze... non vi preoccupate: tanto quel simpaticone di mio fratello se la prenderà solo con me!"
MATTEO
Il preside mi ha tenuto con sé per più di tre quarti d'ora e ha finito per darmi una sospensione di tre giorni con obbligo di frequenza e oltre a questo mi tocca fare le pulizie in tutta la scuola, con la supervisione del bidello, e questo non mi permetterà nemmeno di divertirmi un po' facendo qualche scherzo!
Quando entro in classe c'è solo la consegna dei temi. Mi sono beccato un 5, a quanto pare, non tanto per le cose che ho scritto quanto per la forma in cui ho scritto. Trattandosi di bullismo, ho scritto che l'importante è essere il più forte. Invece, Igino e Giulia, che hanno scritto un mucchio di cose sdolcinate, hanno preso il voto più alto. Gli altri sono tra il 6 e il 7.
"Me la pagherai, ragazzina!" esclamo furioso.
"Davvero? Quanto vuoi? Due centesimi?"
Sto per tirarle un altro schiaffo, ma la sua espressione indifferente e lo sguardo fulminante della prof puntato su di me mi portano a lasciar perdere.
E poi c'è quel ragazzino che non fa altro che dire: "Non fargli del male! Non ne vale la pena!"
"Igino... non è che potresti venire un momento con me?"
"E per cosa? Per farmi rovesciare addosso un altro sacco di farina come è successo l'altra volta?"
"Hai capito? Il ragazzino ha deciso di alzare la cresta? Vedi di tornare al tuo posto, capito?"
"No! Stavolta no... ma non farò come fai tu di solito" dice lui. "Lo farò io uno sciopero, ma contro di te!"
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