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Per te, amico mio <14>

GIULIA
So bene che mio fratello me la farà pagare cara per quello che ho fatto, ma non m'importa, perché ho fatto qualcosa di buono per loro. Ora posso anche tornare a fare la "cieca invisibile", non m'importa. Mi basta che loro lo sappiano. Mi basta che LUI lo sappia. Non voglio che venga a saperlo da altri, quindi ho preferito farlo io stessa.
"Stai bene?" mi chiede prendendo la mia mano con delicatezza.
"Né meglio, né peggio di prima" rispondo.
"Ah.. capisco. Facciamo la strada insieme?"
"Ehm... certo."
L'imbarazzo tra noi è palpabile e questo mi destabilizza, ma non importa. Ho deciso di portarlo in un posto che considero molto, molto speciale.
"Tanto ormai conosco il tuo indirizzo, no?" dice con voce leggermente tremante.
"Certo, ma piuttosto che andare là, cosa ne diresti se ti mostrassi un posto speciale?"
"Il tuo posto speciale? Vuoi mostrarlo a me?"
"Certo. Vorrei che tu vedessi quello che ho visto io prima dell'incidente."
Lo sento trattenere il respiro. Eh già, sono diventata molto brava a riconoscere i suoni. Nel riconoscere il tocco delle persone sto ancora imparando, ma riconosco gli oggetti e, se ho il coraggio di chiedere loro il permesso per conoscerle, non nego che riesco a combinare qualcosa.
Mi dirigo verso il vecchio teatro, cercando di non inciampare visto che, per la prima volta dopo tanto tempo, sono elettrizzata dall'idea di mostrare il mio rifugio a qualcuno. Arrivo di fronte al portone, estraggo le chiavi dalla tasca e le infilo con trepidazione nella serratura.
"Ecco! Questo è il mio rifugio segreto." dico.
"Il vecchio teatro? Ti piace recitare?"
"Anche, però... però io... io amo anche la musica. A volte vengo qui e registro delle Cover che però tengo per me..."
"E perché non le fai ascoltare a nessuno? Sei brava e tenere questo dono solo per te non credo vada bene" mi dice lui.
"È per questo che ci sei tu. Questo dono, come l'hai chiamato, voglio condividerlo con te. Ho scelto una canzone della Disney, spero non ti dispiaccia."
"Posso mettermi accanto a te quando lo farai? Mi sento un po' in tensione quando sono solo in un punto di una stanza oltre alla classe. Beh, in classe lo preferivo prima di conoscere un'amica come te" mi dice lui.
Quando pronuncia la parola: "Amica" è come se qualcosa mi entrasse nel petto. Fa male, ma imparerò a sopportare anche questo... ne ho vissute tante! Ne ho PASSATE tante... tante!
"Sei pronta?" mi chiede.
"Certo che sono pronta!" rispondo. Faccio partire la base che ho preparato e inizio ad intonarla sottovoce.
"Con le ali distese nel blu, verso una nuova avventura, siamo noi a volare più su... oltre il Mare e la nostra radura. Siete pronti a venire anche voi? Non possiamo mancare, perché c'è un posto laggiù, dove ognuno di noi può dare il meglio di sé. La neve pian piano va via, con il calore del Sole, ed il vento sussurra per chi comprende le dolci parole. Portiamo luce e armonia, dentro i cuori di chi non ne ha, sempre uniti fra noi, non lasciamoci mai, è questa la felicità. C'è chi riposa, perché aspetta il buongiorno da noi. E c'è chi sogna il Sole e sa bene che risplenderà prima o poi... Balleremo al buio, finché, ogni stella, col suo scintillio, ci illuminerà e incanterà, grazie al suo luccichio. Siete pronti a venire anche voi? Non possiamo mancare perché c'è un posto, laggiù, dove ognuno di noi può dare il meglio di sé. Siete pronti a venire anche voi? Non possiamo mancare, perché c'è un posto, laggiù, dove ognuno di noi può dare il meglio di sé. Può dare il meglio di sé..."
Lui mi abbraccia e questo è il più grande regalo che potessi sperare di ricevere. Sento il suo cuore battere contro il mio viso, perché lui è un po' più alto di me. Sento il suo mento premere leggermente sulla mia testa.
Sento la necessità di accoccolarmi di più contro di lui, perché mi sembra quasi che possa proteggermi conoscendomi appena. Sento la necessità di tenere gli occhi aperti perché desidero che lui possa guardarli e capire quello che sento quando il nostro abbraccio verrà sciolto. Sento anche il mio cuore accelerare i battiti a ritmo con il suo. Durante gli abbracci accade spesso. Sento che lui ha capito quello che volevo trasmettergli, che voglio dargli coraggio.
È questo che fanno gli amici.
È questo che si fa per gli amici, no? O almeno è quello che ricordo dato che un vero amico non ce l'ho da un bel pezzo. Sono sicura che lui sarà il primo dopo quel tempo, anche se, non posso negarlo, vorrei tanto che lui per me potesse rappresentare qualcosa di più.
"Grazie." mi dice con un filo di voce, mentre sento che la sua voce trema leggermente. "Grazie per avermi dato una parte di te."
"Grazie a te per averla accolta, piuttosto" dico.
"Che ne dici? Torniamo a casa?" mi chiede timidamente.
"Come vuoi tu."
"Io... io ammetto che ho paura di passare per casa tua... non avertene a male, ma io..."
"Non c'è niente di cui tu debba vergognarti, lo sai." gli dico.
"Forse, però io non ci riesco."
"Perché?"
"Perché Matteo ha ragione. Io sono un completo disastro!" dice.
"E io che speravo di averti aiutato a superare questa convinzione, ma hai ragione: ci vuole tempo per queste cose. Dai, vieni qui! Ti va un altro abbraccio aggiustacuori?" gli chiedo.
Lui sorride, si avvicina nuovamente e mi tiene stretta, talmente stretta da spezzarmi quasi le ossa, ma io voglio che lo faccia. Voglio sentire dolore, perché questo non è il dolore provocato da uno schiaffo o da cattive parole. Questo è un dolore provocato da qualcuno che ha paura, che si stringe a te perché in te ha trovato quello che cercava. È un dolore che fa male solo a livello fisico. Non è il dolore che ti umilia, che ti fa sentire male anche interiormente. Non è il dolore che mio fratello infligge sempre sia a me che a lui, senza saltare un giorno neanche per sbaglio. Quel dolore lo conosco talmente bene da essermici assuefatta. Il dolore che provoca un abbraccio, forse solo oltre a quello di avere un figlio, è il dolore fisico che provoca più gioia a questo mondo. È quello di cui non faresti a meno se in cambio potessi provare la gioia di quell'abbraccio.

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