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Per amore <36>

GIULIA
Oggi è il giorno del ballo pre-natalizio. Fino ad ora i ragazzi non hanno fatto nulla. Virginia continua a fare la carina con mio fratello, che non si rende conto di quanto possa essere falsa. Igino è sempre sul chi va là e anch'io.
Vedo Michele di striscio, quando vengo a prendere Igino.
Lui sembra felice. Dice che sa che suo fratello ha bisogno di un tipo come me. Certo, non me lo dice da vicino, perché ci salutiamo appena quando ci vediamo, per questioni di fretta, però Igino mi riporta tutto quello che Michele dice di me e questo mi fa stare bene. Insomma... mi fa sentire viva!
È la prima volta che sento di poter essere utile per un'altra persona e soprattutto è la prima volta che mi succede per un periodo così prolungato.
"Sei agitato, vero?" chiedo. Diciamo che lui è sempre agitato, perché Matteo, nonostante eviti scherzi idioti, ha ripreso con le frecciatine. Spero che quell'oca non lo stia plagiando!
"Un po'. Tu non mi lascerai da solo, non è vero?" chiede.
"Io ti lascerò solo quando sarò certa di averti lasciato in mani sicure... anche se le più sicure sono proprio quelle che ti sto stringendo adesso, Igino!"
Lui sorride, ma so benissimo che non ci crede neanche un po'.
Entriamo a scuola e veniamo subito accolti dalle solite risate. Lui mi stringe la mano.
"Non ti curar di loro, ma guarda e passa!"
Lo dico ad alta voce, perché voglio che tutti quelli che ridono mi sentano, così si accaniranno solo su di me.
"Tipica citazione da secchioni! Sei peggio di lui!" esclama Virginia.
"Preferisco essere secchiona che oca!" dico.
Lei si morde le labbra, poi, con un tono più addolcito, dice: "Igino... tesoro, dovresti insegnare le buone maniere alla tua amica!"
Sono sicura che lui sia diventato bianco come un cencio, perché lo sento tremare come una foglia d'autunno. "V-Virginia... per favore..."
"Cosa c'è? Tremi, piccoletto?" gli dice Virginia.
"Smettila, oca!" le dico con rabbia.
"Taci, Dante Olivieri!" dice lei.
"Dante Alighieri! A-Li-Ghie-Ri! Ficcatelo sotto quella massa di treccine che hai in testa, che magari in mezzo ci troverai almeno mezzo neurone ancora in vita!" dico.
"Che succede?" chiede mio fratello.
"Questa ragazza mi sta insultando! Dille qualcosa, amore..." dice Virginia, buttandosi su di lui come se cinque secondi fa non atto dei falsissimi occhi dolci al povero Igino, che sembra piuttosto scombussolato.
"Smettila di maltrattare la mia ragazza, piccola Nerd!" mi dice Matteo.
"Se lei mi ride in faccia come una gallina spennacchiata io le rispondo a tono!" replico convinto.
Mio fratello si avvicina e io alzo la mano, coprendomi la guancia che è nella sua traiettoria. Lo sento abbassare la mano e sento che mi fissa.
"Virginia può dire quello che vuole di te e di quel povero idiota!" dice mio fratello.
"Ma che ti prende, deficiente?" gli urlo contro. "Non molto tempo fa mi hai detto: "Igino non dovrà più temermi!", e ora che fai? Te la prendi con lui? Ma va' al diavolo, e gentilmente portati via anche quella stupida!"
"Giulia, non preoccuparti, va tutto bene." mi dice Igino.
"Non va affatto bene! Non va bene, Igino, non va bene che ti trattino così senza alcuna conseguenza, e non parlo di provvedimenti scolastici! Tanto quelli se ne fregano di questa tipologia di ripercussioni... soprattutto tu, piccolo Matt!"
"Stai zitta!" esclama Matteo.
"Altrimenti che fai? Mi prendi a botte?" gli chiedo.
"Se non la smetti sarò costretto a farlo!"
"Fallo, avanti" dico scoprendomi la faccia. "Virginia, aggregati, se vuoi! Su, forza! Massacratemi di botte insieme!"
"No... no, Matteo, ti prego!" sussurra Igino. Sento il suo cuore battere fortissimo contro la mia spalla. "Lasciala stare, ti prego! Per favore..."
"Tu non intrometterti che dopo ce n'è anche per te!" dice Matteo.
Io mi stacco un attimo da Igino, mi avvicino a mio fratello e gli sussurro all'orecchio: "Ricordati del nostro accordo!"
"Bene... allora dopo la lezione verrai con me."
"Vengo dove ti pare, ma lascia in pace Igino!"
Oggi mio fratello avrebbe una verifica orale di storia su Napoleone Bonaparte, ma è stato fuori per tutto il pomeriggio ed io sinceramente ho l'impressione che stavolta chiederà supporti a me e ad Igino e sono quasi certa che non capirà una parola di quello che gli diremo.
Infatti, per fare un esempio, quando il povero Igino ha provato a dire: "Napoleone fu esiliato due volte, di cui la prima sull'isola d'Elba!", Matteo ha detto: "Napoleone fu assillato due volte: la prima sull'Isola d'Erba!" Risultato? La prof stava per mettere l'ennesin segno rosso sul registro, quando il trillo della campanella l'ha bloccata. Ti sei salvato in calcio d'angolo, eh, fratellino?
Alla fine delle lezioni Matteo mi ha ricordato che devo andare in palestra con lui. Mi mostro molto arrendevole, ma non per questo sconfitta. Mi muoverò sempre a testa alta, a prescindere da quello che mi farà il mio fratellino... sta diventando persino noioso, a dir la verità.
"Arrampicati!" mi dice Matteo.
"Agli ordini!" dico, cercando di smuovere un po' l'atmosfera.
"Non mi provocare, sai?"
"Oh, e va bene, ho capito! Era per dare un po' di pepe alla situazione! Sei diventato molto noioso, lo sai? Sei no-io-so!"
"Molto bene... allora alzati la maglietta" dice mio fratello. "Su, avanti!"
Stringo forte i denti e faccio quello che dice.
Sento un tovagliolo bagnato con acqua bollente sulla mia pelle, ma resto ferma.
"Michè, dammi una bottiglia piena d'acqua calda!" dice Matteo. Io mi appoggio alla spalliera, pronta ad arrampicarmi, ma sento la bottiglia schiacciarsi violentemente sulla mia pelle.
"Tu sei una ragazzina! Non solo sei una stupida che cerca di difendere i più idioti di te, ma sei anche una ragazza! Robin Hood era un maschio, sai?" mi dice ridendo.
"Fortuna che non somigliava a te!" gli dico, sbattendogli in faccia la mia rabbia. Michele apre la bottiglia ed io cerco di fermare con la mano l'acqua bollente, ma non ci riesco perché Matteo mi tiene ferma per le braccia, essendosi messo alla mia sinistra. L'acqua calda mi sfiora la pelle, ma io, per principio, stringo i denti.
"Buttala tutta, Michele! Dai, su, che stai aspettando?" gli dico.
"Michele fa solo quello che dico io!" dice Matteo. "Quando gli dirò di smettere, lui smetterà. Quando gli dirò di riprendere..." Gli pesto forte il piede, di proposito, e lui molla la presa.
"Ora ti faccio vedere io!" dice buttandomi a terra. L'acqua si è asciugata subito, ma ora mi brucia la schiena, quindi l'impatto con il pavimento non è la miglior cosa che potesse accadermi, questo è certo. Mio fratello si piega su di me, per impedirmi di muovere le gambe, mentre Michele mi tira su le braccia e me le lega sopra la testa.
"Per lei sarà peggio che per il Nerd! Lui non aveva certo il seno!" dice Matteo. "Michè, buttale l'acqua addosso e poi tagliale la maglia! Voglio che impari , non contravvenire né a me né a Virginia!"
"Se sei convinto che si dica così, vai pure tranquillo" gli dico, sbattendo forte la testa sul suo petto scolpito.
Mi faccio molto male, ma almeno lui allenta un po' la presa, e, proprio in quel momento, entra Marta che dice: "Giulia... tua madre è qui fuori! Ti sta cercando!" Matteo e Michele scappano di corsa e Marta s'inginocchia al mio fianco e scoppia a piangere. "Mio Dio, piccola... fammi vedere la schiena!" dice.
"Non è nulla, davvero..." dico a bassa voce. Questa volta non piango. Lui non merita una sola delle mie lacrime... neanche una!
"Oh mio Dio... aspetta, ti metto un po' di ghiaccio. Almeno era solo un po' d'acqua. Ecco... così."
"Come hai fatto a sapere che ero qua?" chiedo mentre lei cerca di medicarmi.
"Sono stati quei due! Urlavano molto, sai? Tu invece te ne stavi zitta... per questo ho immaginato che fossi tu, perché non ti pieghi mai a loro... o urli più forte o resti in silenzio." dice.
"Marta... posso chiederti un piccolo favore?"
"Certo, dimmi."
"Non dire a Igino cos'è successo. Lui è già tanto in pena per una storia in cui c'entra Virginia... io te la spiego, ma tu giurami che non gli dirai nemmeno questo."
"Te lo giuro."
"Virginia ha cercato di strappargli un bacio e si è fatta scattare una foto dall'amichetto di Matteo" dico a bassa voce.
"Ma perché stai dicendo questa cosa a me?"
"Non si è capito? Lui ti vuole bene e io non voglio che tu rischi di credere qualcosa che non esiste" rispondo.
"E tu ami lui!"

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