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"Nemici della classe, e allora Bianco E Nero!" <104>

GIULIA
"Piccola! Mio Dio, finalmente ti sei svegliata!" dice dolcemente la donna seduta al mio fianco. Mi volto, ma è tutto buio.
"Mamma... puoi accendere la luce, per favore?" chiedo.
"Come? La luce è accesa, cara" dice mia madre.
Sento che si muove e rimango ferma. Non capisco che cosa stia facendo.
"Tesoro, non vedi la luce del cellulare?"
"Luce? Cellulare? Di che cosa parli?"
"Santo cielo, tesoro!"
Qualcuno entra nella stanza. "Mamma, che cosa...?"
"Matteo, va' a chiamare il medico! Tua sorella è cieca! CIECA!" grida mia madre.
"Sarai contento, adesso!" esclamo con voce asettica. "Ora puoi fare quello che vuoi... io non potrò più metterti nei guai... che t'importa di questo scarafaggio?" Io stessa ho paura della mia voce, perché la sento impastata.
"Che storia è questa, Matteo?" chiede mia madre.
"Nessuna storia! Delira" risponde lui.
"Sì, io deliro! Io sono quella sbagliata... io sono lo scarafaggio che devi calpestare" dico a bassa voce. "Perdonami, mamma... puoi dire al dottore che se anche ci fosse la possibilità  mi voglio operare?"
"Perché?"
"Perché non voglio più guardarmi allo specchio... sono troppo orribile per gli altri... figurati per me stessa..."
Mi sveglio di soprassalto, con il respiro corto, e il mio amico Matt mi ferma dall'alzarmi di scatto e mi bacia la fronte.
"Tranquilla, tranquilla! Che cosa sognavi? Perché ti sei agitata così?" chiede con dolcezza.
"Ho sognato il mio risveglio dal coma... il giorno in cui ho perso la vista" rispondo piano.
"Come? Così, all'improvviso?"
"Sì, perché mio fratello mi ha portato via tutto... persino lui! Non potendo più sopportare la vicinanza di mio fratello, sono stata costretta ad allontanarmi, ma gli abbracci del mio piccolo koala mi mancano tanto, non sai quanto!"
"Sei sicura di riuscire a resistere, Giulia? Lo sai che non puoi andare avanti in questo modo. È una follia! Ti stai solo facendo del male!" dice lui.
"E che altro posso fare? Dimmelo tu, per favore, Matt!"
"Non lo so, ma qualcosa dovrai pur farla... non è giusto quello che stai vivendo, lo sai. Il dolore per quella storia ti è caduto addosso tutto in una volta, perché prima era soffocato dal dolore che ti provocava tuo fratello con la sua cattiveria."
"Aiutami, Matt, ti prego! Non so are! E adesso lei l'ha ferito di nuovo inventando un ragazzo che non esiste... poverina, non l'ha fatto per fargli del male, ma perché le sue amiche avevano paura di Matteo... mio fratello... e lei aveva paura di perderle. Io so come funzionano certe cose, perché le ho provate sulla mia pelle. È una tortura, perché tutti ti lasciano... per paura! Se cadi ti lasciano lì! Se ti fai male nessuno viene a darti una mano! Se soffri sei abbandonato a te stesso e ti tocca sopportare in silenzio..."
"Smettila di tormentarti! Tu non hai lasciato da solo quel ragazzo, piccola! Tu sei sempre con lui, pensi a lui costantemente, hai paura che possa accadergli qualcosa... hai paura di fargli del male, ma forse sei stata l'unica a non averlo mai fatto soffrire, come una vera amica."
"Chissà cos'altro succederà, adesso?" dico passandomi le mani sulle tempie, su e giù, rapidamente. Mi scoppia la testa e quel fastidioso bruciore agli occhi si è ripresentato... succede sempre quando sono molto nervosa. Succede sempre quando ho paura.
IGINO
"Igino?" "Iiigiiinoooo?"
Parola d'onore: questi due non li sopporto più!
Sono all'ingresso della palestra e non c'è ancora nessuno, purtroppo. Solo noi tre... salto di gioia!
"Che fai, Michele?" chiede Matteo.
"Niente! Mi sto preparando allo spettacolo" risponde lui ed è un'ulteriore delusione.
"E fai bene! Avanti! Vieni, che ci pensiamo noi a te!" dice Matteo.
"Aspetta, Mattè! Facciamoci dare prima il compito di matematica.. sempre se Igino ce lo dà."
"E Igino ce lo deve dare... altrimenti sa che gli succede" dice Matteo.
""Piccolo Matt... piccolo Matt... lo sai che oggi ci devi portare gli zaini, non è vero? Il piccolo Matt deve farlo...  sa bene che cosa lo aspetta!" "E cosa lo aspetta"?"
"E che gli succede?" chiede Michele.
"Succede che altrimenti caricheremo foto con degli hashtag molto, molto spiacevoli! Avanti, secchione! Caccia il compito, muoviti!"
"Igino! Igino, non farlo!" Di nuovo quella voce, che prima mi ha ricordato che Giulia aveva fatto un'imitazione di Matteo, ma contro di lui...
Io inizialmente allungo la mano. "Igino... Igino, non farlo, ti prego! Non farlo!" E sentendo ancora quella voce, mi decido. Gli strappo il foglio di mano e, con un coraggio che non avrei mai pensato di avere, gli dico: "Il compito te lo fai dare da qualcun altro... mi sono proprio stancato di aiutarti e non ricevere in cambio neanche uno straccio di grazie! E tu, Michele... se tu sapessi quanto è fragile il tuo capo, ti guarderesti dal dargli ascolto! Lui..." Matteo mi spinge contro il muro e mi strappa dalle mani il compito.
"Eh no, Mattè, aspetta!" gli dico. "Il compito te lo puoi anche tenere, non m'interessa... ma dobbiamo ancora sfidarci a colpi di freestyle!"
"Lasciami! Non devi toccarmi!"
"Oh, davvero? Cosa c'è? Ora che i ruoli sono invertiti non ti sta più bene, Matteo?"
Oddio, che mi succede? Questo non sono io! Non può essere!
Lascio il braccio di Matteo e parto in quarta con strofe completamente diverse da quelle che avevo scritto... ma Matteo risponde usando proprio quelle parole... quelle che sua sorella ha scritto , tanto per completare il quadretto, anche il ritornello è quello.
Alla fine dello scontro a colpi di freestyle, Michele è completamente basito e io sono felice che per una volta ci sia finito Matteo, all'angolo. È brutto da dire, ma è la verità.
"Allora, Michè? Chi ha vinto?" domanda Matteo. Fuori dalla palestra una gran folla inizia ad acclamare qualcuno... a me ormai gira la testa, quindi credo persino di non sentire troppo bene... non posso credere che quello che stanno acclamando sia proprio il mio nome e anche Michele dice: "Mattè... mi dispiace, io..."
"Bravo, Igino" dice la solita voce nella mia testa e anche se non è veramente lei a parlarmi, io sono felice.

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