La musica che colpisce al cuore <61>
IGINO
Prima di uscire di casa mi ripeto mille volte che non mi deve interessare cosa pensano i miei compagni... non mi deve importare dello sguardo addolorato di Marta, né del fatto che le poche volte che lei mi rivolgeva la parola siano diventate inesistenti. Non devo pensare alla preoccupazione dipinta sul viso di Giulia ogni volta che qualcuno mi fa un torto... tipo suo fratello. Ho saputo dal suo amico argentino che ha litigato di brutto con Matteo e che da ieri sera non gli rivolge neanche la parola. Io non le ho detto niente di quello che è successo, ma lei non è una sprovveduta, se n'è accorta.
Stamattina mia madre ha fatto fatica a buttarmi giù dal letto. Con una pazienza degna di una santa, mi ha spiegato che se non vado a scuola, farò preoccupare la mia migliore amica, che a quanto pare mi vuole fin troppo bene. Ogni volta che mi succede qualcosa lei se ne rende conto anche se non dico niente.
"Mamma... io mi vergogno. Sono successe delle cose... e io..."
"Lo so, tesoro. Ma perché non cerchi di pensare a quanto quella ragazza tiene a te? Pensa: è innamorata di te e cerca di aiutarti a conquistare la ragazza che ti piace! Non è un gesto da molti, puoi credermi!"
E con quella convinzione in testa, esco di casa, sperando che sia un giorno migliore.
Vedo Marta camminare per la strada e la raggiungo. "Aspetta! Ti prego, aspetta!"
Lei si volta, ma non risponde.
"Ti prego, ascoltami... non è vero! Io non ho fatto quelle cose e non sto con Giulia. Credimi, io..."
"Arriveremo tardi, Igino." mi dice lei, e il suo tono freddo è come una spada in mezzo al petto. Corro più avanti e riesco ad arrivare in classe poco prima degli altri. Giulia è già lì e mi aspetta. Lei è l'unica che mi sta vicino, anche se rischia di avere problemi. Quando apro la porta, lei si alza e mi corre incontro. Mi sfiora appena una spalla per capire che sono molto triste e teso e mi conduce verso il mio posto. "Va tutto bene, adesso. Siediti qui e racconta" mi dice dolcemente. "Chi hai incontrato, stamattina?"
"Marta... ho incontrato Marta" rispondo timidamente. "Ho provato a parlarle, ma lei mi ha trattato con freddezza... e io... io non ne posso più..."
"Io non ce la faccio a vederti così, Igino... ascolta: se la cosa ti fa stare tanto male, la fermo e glielo dico io. Lei non è una ragazza superficiale, ma non passando tanto tempo insieme a te non ha scoperto fino in fondo il ragazzo meraviglioso che sei. Almeno questo, lasciamelo fare" mi dice, e mi fa ancora più male sentirle dire questo, proprio perché ho la conferma del fatto che lei ha capito perfettamente cosa mi succede.
Il trillo della campanella, che mi è diventato odioso, ci porta a staccarci e i ragazzi entrano in classe. Entrano tutti e vedo gli occhi della ragazza che amo con tutta l'anima fissi su di me. È glaciale e questo è peggio di tutte le umiliazioni che mi tocca subire.
"Ma guardate un po' chi c'è! I piccioncini!" comincia Matteo. Lei alza semplicemente la testa e gli rivolge un'espressione assolutamente indifferente e rigida. "Mi aspettavo una risposta da parte di quella ragazzina!"
"Michele... di' al tuo amichetto che io non voglio più dargli risposte, perché è un lusso che non merita" dice lei e mai come stavolta sembra che la classe intera sia diventata un congelatore. Sono tutti in silenzio e io provo una forte ammirazione per lei. È l'unica che non solo prende sempre le mie difese, affronta di petto Matteo e Michele, ma è anche l'unica a sapere come farmi sorridere.
Oggi abbiamo musica. La canzone è quasi pronta. Nonostante quello che è successo, Marta si sta comunque impegnando, o almeno ci prova.
Per fortuna la prof non ha dato un limite a questo compito. È un'insegnante fuori dagli schemi, e forse è per questo che Matteo riesce a combinare qualcosa con lei, che però non lo vede assolutamente di buon occhio.
"Ragazzi, buongiorno! Sentite, io chiederò a Giulia un libro di risposte ad effetto! Almeno entrando non mi troverò davanti ad un uragano!"
Prende posto alla cattedra e in seguito ad un rapido appello, chiede: "Ragazzi, questa volta vorrei invertire un po' la rotta. Ho scelto una canzone che dovrete interpretare in gruppo, a turno. Il brano in questione è: "Esseri umani", di Marco Mengoni... però naturalmente verrete estratti a sorte, e questa volta ci penserò io ad estrarvi!" Infatti la vedo scuotere un piccolo cestino e dopo un attimo inizia a chiamare dei nomi. "Piera, Lara e Michele... voi sarete il primo gruppo. Il secondo, Matteo, Marta e Igino. Giulia, tu ti esibirai come solista, se non è un problema." Lei annuisce, ma dice: "Professoressa, prima che i ragazzi si esibiscano vorrei chiederle un favore. La raggiungo io, se vuole, ma preferirei dirglielo davanti al mio migliore amico."
La professoressa si avvicina a noi.
"Sia gentile... tenga gli occhi fissi su mio fratello. Non voglio assolutamente che lui si azzardi a mettergli anche solo un dito addosso, e prova soggezione nei confronti dei professori! Per favore, professoressa..." le dice.
"Certo, mia cara, stai tranquilla e goditi lo spettacolo! Temo che tuo fratello non sia abbastanza sentimentale per questo testo, ma so che Igino e Marta lo sono... e magari sarà l'occasione giusta per chiarire con lei, non credi?"
"M'impegnerò, professoressa... ma avrei anch'io qualcosa da chiederle."
"Certo, dimmi."
"Sarebbe così gentile da registrare l'esibizione della mia amica e mandarmela? Ne avrò davvero tanto bisogno!"
"Sì, caro, lo farò con piacere."
La professoressa si allontana e lei si gira verso di me: "Oh, Igino... ma prima dicevi sul serio?"
"Certo che dicevo sul serio, Giulia!"
Durante la prima esibizione fila tutto bene. Michele è molto bravo e risulta persino simpatico quando viene separato da Matteo.
Giulia, infatti, si alza e va a dirgli esattamente quello che pensavo io.
"Se non stai con mio fratello sei molto meglio di quello che sembri, sai, Michelino?" gli dice. Michele guarda Matteo, come se non sapesse nemmeno lui se sorridere o restare indifferente al suo complimento.
"Ehm... grazie" le dice al volo, e lo vedo diventare rosso.
Lei torna al suo posto ed ora tocca a me esibirmi, e sono tra la ragazza che amo e il mio persecutore.
"Igino, se può aiutarti ad affrontare l'ansia, guardami fino alla fine, okay? Io credo in te... sempre!"
Mi alzo e mi tocca posizionarmi tra i due. La professoressa ci dirige e io guardo sempre la mia amica, che mi sorride e mi dà la forza di andare avanti. La ragazza che amo ha una voce così bella... così bella! Provo a dirglielo, a farle quel complimento, ma lei mi dice: "Queste sono cose che dovresti dire alla tua ragazza, non a me!", con voce dolce e pacata, ma sento astio nel suo tono, e provo dolore.. di nuovo dolore.
Torno al mio posto, più sconsolato che mai. Non ce la faccio più, davvero! Preferirei essere dovunque, ma non qui, non con lei... sono davvero stanco.
"Tocca a te, Giulia!" dice la professoressa. Lei si alza, ma quando la prof prova a far partire la base, si verifica un problema. Vedo Matteo ridere sotto i baffi. "Non importa... vorrà dire che farò a meno della base... e sono felice che sia stata scelta questa, perché so che c'è qualcuno qui che ne ha bisogno!"
E detto questo, inizia ad interpretarla con la sua dolcissima voce.
"Oggi la gente ti giudica per quale immagine hai.. vede soltanto le maschere, non sa nemmeno chi sei! Devi mostrarti invincibile... collezionuna aggressivitàfortIn questa parte lei è molto delicata, ma quella delicatezza nasconde una forte aggressività, rivolta a tutti.
Lei ora non ce l'ha solo con Matteo. Ce l'ha con l'intera scuola.
"Ma quando piangi in silenzio scopri davvero chi sei..."
Vedo che i suoi occhi si coprono di un velo di lacrime.
Anch'io piango silenziosamente.
"Credo negli esseri umani, credo negli esseri umani, credo negli esseri umani che hanno coraggio, coraggio di essere umani..."
Mi sento felice e onorato quando vedo che lei indica me a quel punto della canzone... poi fa una cosa strana. Raggiunge il banco, pur restando in piedi, e mi prende una mano.
"Prendi la mano e rialzati. Tu puoi fidarti di me. Io sono una qualunque, una fra tanti, uguale a te. Ma che splendore che sei..." Mi tocca il viso, asciugandomi le lacrime. "Nella tua fragilità..." E mi tocca una spalla, come per sentire il mio cuore. "E poi ricorda che non siamo soli a combattere questa realtà." Lei continua a tenermi per mano e arriva fino alla fine, poi è costretta a mettersi seduta.
"Ti voglio bene... sei l'unico vero amico che ho qui dentro. Amico, non fidanzato!"
Tutti piangono.
Tutti... tranne Matteo.
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