L'eroina <7>
GIULIA
Sento la porta aprirsi e qualcuno venirmi incontro.
"Ehi, ciao Giulia!" mi dice il ragazzo.
"Ciao!" gli dico a mia volta, avvicinandomi a lui ed alzandomi sulle punte per lasciargli un bacio sulla guancia.
"Come mai sei qui a quest'ora, Giulia?" mi chiede.
"Perché io esco presto di casa e prima di andare a scuola volevo vederti."
Lui sembra quasi commosso.
"Ho fatto qualcosa di sbagliato?" chiedo.
"Tutt'altro. Sei stata la prima a fare una cosa del genere per il Nerd del paese!" mi risponde lui.
"Ancora con questa storia? Come te lo devo dire di non chiamarti così?"
"Scusa..." dice lui con un filo di voce.
"Ma no, non è per questo... il fatto è che io so cosa vuol dire non avere stima per se stessi e non voglio che ci cada anche tu, perché ti giuro che è doloroso!"
Lui mi abbraccia ed io giuro che non vorrei più staccarmi, ma il cellulare che vibra nella mia tasca mi riscuote. È già ora di andare.
"Mi saluti la tua sorellina?" gli chiedo.
"Certo! Verrai anche dopo, vero?" mi chiede come se ci sperasse.
"Certo. Magari ti aiuto a recuperare le lezioni di oggi e tu mi aiuti a capire un po' di più come funzionano le cose qui. Ci stai?"
"Certo che ci sto! Anzi: non posso crederci!"
"Tu sei una bellissima persona, ragazzo del banco accanto. Devi solo capirlo." dico sorridendo.
Detto questo mi stacco dolcemente dall'abbraccio e torno al punto di partenza: casa mia. Da quel punto mi metto a correre, perché mio fratello uscirà a momenti, e non so come, arrivo a scuola abbastanza presto da evitare d'incrociarlo subito. In cambio, incontro una ragazza: quella della mia classe che sembra stare un po' sulle sue.
"Ehi, ciao! Ti serve aiuto?" mi chiede.
"Ciao... ehm... io sono una tua compagna di classe... quella nuova. Potresti ricordarmi dov'è la classe?" le chiedo timidamente.
"Certo, vieni!"
Lei si dimostra molto gentile e dopo avermi accompagnata al posto, la sento irrigidirsi. Dev'essersi accorta del fatto che il banco accanto al mio è vuoto.
"Lui oggi non c'è. Sua sorella stava poco bene" dico.
"Come hai fatto a capire che... che io..."
"Potresti sederti un momento qui, accanto a me?" le chiedo. "Tanto siamo sole e... so che non siamo in confidenza, però dovrei farti una domanda, se non sono indiscreta, naturalmente..."
Lei chiude la porta e quando va a sedersi al posto del suo compagno io le sfioro il ginocchio con il mio e sento che le tremano le gambe.
"Sei innamorata di lui, vero?"
"Io? No, assolutamente no! Insomma, lui è... è... è molto carino, diligente, timido, riservato..."
"D'accordo, ma se lui non ti piace, com'è che hai capito immediatamente di chi parlavo?"
"Io... me ne sono andata per un'idea... insomma, mi hai fatta sedere qui e di solito qui ci si mette lui..."
"Capisco. Non vuoi parlarmene, ed è giusto. Insomma: non mi conosci e io mi sono fatta prendere di mira dal Boss della classe appena arrivata perché mi sono schierata con il mio compagno di banco... ma lascia che ti dica una cosa. Puoi negarlo a me, al bulletto, a lui... ma non a te stessa..."
La ragazza al mio fianco mi afferra la mano.
"Tu, invece? Anche tu sei presa da... da lui?"
"Non so cosa mi succede, a dire il vero. Voglio dire: lo conosco appena, ma se tu ti decidessi a farti avanti io non ti fermerei. Anche lui è molto preso da te, forse perché sei la sola persona che ha dimostrato che gliene importa qualcosa di lui. Hai fatto più tu con i tuoi piccoli gesti di quanto abbia fatto io urlando contro quel..."
La porta si spalanca improvvisamente.
"Vai pure avanti, ragazzina! Cosa stavi dicendo?"
"Stavo dicendo che è una vergogna che la classe intera sia sotto l'ala di un bullo da quattro soldi!" dico schietta.
"Visto che hai fatto amicizia col secchione, sai dov'è oggi?"
"Il secchione te lo spacco in testa se non la finisci! E comunque, per la cronaca, la cosa non ti riguarda!" dico.
"Ottimo, tanto ha una degna sostituta!"
"Ah, perché secondo te io ti farei copiare?"
"Devi solo provare a non farlo e..."
"E tu mi screditerai su Facebook, Instagram e chi più ne ha più ne metta. Tesoro, devi aggiornarti! Queste cose le hai già fatte!"
"Ehm... nessuno deve parlare con te, ragazzina!"
"Ma guarda! Ho scoperto che il ragazzo qui presente ha un telecomando per ogni ragazzo della classe! Ma ne hai dimenticate due, ridicolo capobranco da cinque centesimi!"
"Adesso ti sistemo io!"
"No!" interviene la ragazza alzandosi dal posto e mettendosi tra di noi.
Il ragazzo arretra di qualche passo. "Il ragazzo"? È mio fratello.
Anche se, probabilmente, lui è il primo ad averlo dimenticato.
"Senti, finché si scherza si scherza, ma tu stai esagerando" dice la ragazza che si è messa tra di noi.
Improvvisamente sento che mi si mozza il respiro. Crollo a terra, tendo le braccia verso l'alto e cerco di respirare, ma senza successo.
"Ehi!" Tutte le ragazze della mia classe mi circondano. Le amiche della ragazza che ha parlato con me s'inginocchiano, in modo da raggiungere la mia altezza, e mi afferrano le mani.
"Resta con noi" dice la ragazza che mi ha parlato fino a pochi minuti fa.
Loro mi parlano con calma, fino a tranquillizzarmi. Mi tiro su a sedere, lentamente, e le ringrazio. Mi tremano tutte le membra, ma mi alzo ugualmente.
"Soffri di attacchi di panico, vero?" chiede la ragazza innamorata del mio compagno di banco. Annuisco debolmente. "Ci sono stati dei trascorsi." dico con un filo di voce, appoggiandomi al banco per alzarmi dal pavimento.
"Sto bene. Sto bene." dico dopo un po'.
"Però hai fegato." mi dice la ragazza che vuole fare la modella proprio per i suoi "chili di morbidezza", e io la amo perché anche se mio fratello e il suo leccapiedi la rendono martire, lei non si arrende mai.
"Grazie, ma non ho fatto nulla. Se tutti facessero qualcosa, quelli come quella specie di Boss scadente non si azzarderebbero a muovere un dito contro nessuno" dico con calma.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro