Incidente <42>
GIULIA
Questo, se possibile, è stato il Natale più bello della mia vita, o il Natale più bello da quando mio fratello mi ha sbriciolato il cuore. Non spezzato, sbriciolato, perché lui l'ha preso in mano e l'ha stretto fortissimo, fino a distruggerlo.
Igino mi sta aiutando tantissimo. Sta recuperando i frammenti del mio cuore che Matias non è riuscito a recuperare e li sta osservando prima di provare a metterli insieme, per evitare di farmi male. Mentre torniamo a casa, però, incrocio i ragazzi che se la prendono sempre con Matteo, che, data la mia grande fortuna e il forte segno della mia presenza, (il bastone bianco), si accorgono subito della mia presenza, infatti mi fermano e mi dicono: "Ehi, ragazzina! Guarda un po' chi si rivede... di' un po': sei con il ragazzo che il piccolo Matt maltratta? Beh, penso sia un peccato. Si può ottenere di più con calma e gentilezza, no? Per esempio... ehi, amico. Mi passeresti gli esercizi di matematica? È molto meglio così, non è vero, ragazzo?" Lui assente debolmente avendo capito chi sono quei ragazzi. Io gli stringo la mano e lo attiro a me. Ora come ora non so bene chi stia proteggendo chi.
"Igino... tu vai avanti, va bene? Io... io ti raggiungo subito" gli dico cercando di rimanere calma. Lui resta immobile e io ho sempre più paura. "Andrà tutto bene, Igino, davvero! Non voglio che finisca nei guai anche tu... vai a casa, per favore... vai!"
"No! Io non ti lascio da sola" mi dice deciso.
"Ah, ma guarda! Abbiamo un prode cavaliere. Però, tu, caro... così mingherlino, con quegli occhiali e quell'andatura... non mi sembri uno spadaccino!"
"Beh, perché tu sei uno dei tre moschettieri visto che prendi continuamente a calci un pallone, e quando non tiri calci al pallone ne tiri a mio fratello, vero?"
E mio fratello compare dal nulla e chiede: "Che è successo? Ragazzi, credetemi: lei non c'entra niente. Non..."
"Tranquillo, piccolo Matt... volevamo soltanto ricordarti che quando torneremo ad allenarci tu dovrai portare i nostri zaini!"
"Certo... va bene, ho capito" risponde lui, e i quattro se ne vanno. "Tu che cos'hai da guardare? Ricordati: non osare dire ad anima viva quello che hai visto o ti giuro che non potrai fare un passo a scuola senza che ti ridano dietro, sec..."
"SMETTILA!" urlo. "Ora come ora non sei in condizione di minacciare nessuno, ancor meno lui, è chiaro?"
"Tu stanne fuori! Sei la più grande protettrice di questo secchione e solo per questo m'infastidisci!"
"Beh, anche tu mi dai fastidio! M'infastidisci quando fai il gradasso, ma soprattutto quando se la prendi con lui e visto che lui non ha mai fatto niente di male, lo fai senza motivo, Matteo! Ah, ho una notizia da darti: se anche solo sentire la mia voce dovesse infastidirti, come dici sempre a lui, per me sarà un'ottima ragione per urlare, capito?"
Inizio a correre, senza tener conto della neve né di nient'altro, scivolo e rotolo giù da una scalinata che porta in piazza.
IGINO
Corro verso la scalinata, mi aggrappo al corrimano e trovo Giulia riversa a terra, priva di sensi.
"Ehi! Ti prego amica mia, di' qualcosa! Svegliati, per favore! Svegliati!" Mi giro e vedo suo fratello immobile, in cima alla scala.
"Perché rimani lì? Ti prego, vieni giù ad aiutarmi!" dico.
"Arrangiati da solo! Sei suo amico, no? Dai, fammi vedere cosa sai fare!" mi dice Matteo.
A quel punto io mi piego e cerco di tirare su Giulia. Faccio un po' fatica a tenerla in piedi poiché la neve la porta di continuo a scivolare. Alla fine riesco ad attaccarla al corrimano. Con un braccio tengo ferma lei e con l'altra mano chiamo il dottore per farmi aiutare a portarla via di qui visto che lei non ha la minima reazione.
Il dottore arriva di gran carriera. Matteo non è più qui. Se n'è andato senza dire una parola.
"Cos'è successo?" chiede.
"Suo fratello mi ha provocato, lei gli ha risposto e lui se l'è presa con lei!" rispondo.
"Ecco... vieni, ti aiuto io!" mi dice lui. Mi aiuta ad issarla su una barella attrezzata di catene come fosse un'auto e ci dirigiamo verso l'ospedale. Lei viene ricoverata nella stanza 58, una camera del primo piano. Il medico la visita e mi dice: "Ragazzo, adesso ascolta: la situazione è stabile... però il colpo che Giulia ha preso per un po' le impedirà di camminare."
"Come? Perché? Lei... oh mio Dio!" dico lasciandomi cadere su di una sedia.
"Stai tranquillo. È una cosa temporanea, giovanotto... tu stalle accanto. Solo questo... capito?" mi dice il dottore.
"Lei ne è sicuro, dottore? È sicuro che non sia nulla di grave?" chiedo.
"Ma sì, tranquillo." mi dice lui, mentre singhiozzi e lacrime scuotono il mio corpo. "Se dovesse accaderle qualcosa, non me lo perdonerei!"
"Non le accadrà nulla. Sei stato bravo... ehm..." dice, ed io capisco che non sa come mi chiamo. "Igino" dico semplicemente. Da quando ho conosciuto lei, non mi vergogno più del mio nome e di me stesso.
"Giusto! Igino. Comunque, tu avvisa i suoi... ma poiché lei ti vuole bene, ti permetto di stare qui con lei, se vuoi..."
Lo ringrazio, mando un messaggio ai suoi genitori e torno nella sua camera. Lei è lì, sdraiata sul letto, ed è immobile. Piango come se non ci fosse un domani e stringo forte la mano della mia amica.
"Non mi lasciare, ti prego! Ho ancora tanto bisogno di te, Giulia... e poi dobbiamo fare tante Cover insieme, interpretare tanti inediti... dobbiamo leggere tanti libri... a proposito: io sto leggendo quello che mi hai regalato, e mi sento meglio. Ora che fai? Te ne vai via?"
Continuo a piangere e stringerle la mano, fino ad addormentarmi...
Sono seduto su un prato, vicino ad una porticina bianca, e vedo tante ragazze sfilarmi davanti una alla volta.
"Ciao, Igino!"
La voce angelica della mia amica mi riscuote. Ha qualcosa sulla testa e una luce incantevole la circonda. Mi alzo, guardo quell'oggetto che ha sulla testa e quasi svengo quando capisco che si tratta di un'aureola.
"Oh no... non fare così, ti prego! Io sto bene, Igino, e anche tu starai bene! Io non ti lascerò solo... farò tutto il possibile per essere il tuo angelo custode!"
"No... non lasciarmi, ti prego!" le dico.
"Tranquillo. Solo... ascolta: io... io non ho mai baciato nessuno, e... insomma... lo sai... io... sono innamorata di te. Ti giuro che non sentirai niente. Potresti darmi un bacio? Solo uno, prima che me ne vada... ti prego..." dice.
Io mi avvicino a lei, ma prima di poter fare qualunque cosa, me la sento scivolare via dalle braccia e mi sveglio di soprassalto. Sento una mano sulla mia spalla e voltandomi vedo mio fratello Michele.
"Che è successo, Igino?" chiede.
"Ho avuto un incubo. Lei se ne stava andando..." dico agitato. "Michele, se le succede qualcosa, io..."
"Vieni qui, fratello! Ascoltami: non succederà niente a Giulia. Lei è molto forte e sono sicuro che se la caverà anche stavolta."
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