Il significato dell'amicizia <137>
MATTEO
Non mi sono mai sentito così felice come oggi! La prof è entrata in classe con un sorriso e io ho deciso di fare ancora un passo.
"Igino... se ti fidi... cosa ne dici di sederti accanto a me? Mi comporterò bene, promesso!"
Lui si mette a sedere a quello che fino a ieri era il mio banco e vi sistema con cura le sue cose. È ancora un po' esitante, ma mi ha reso veramente felice decidendo di sedersi vicino a me.
"Ragazzi... mi dispiace, ma anche oggi dovrò interrogarvi." Vedo che Igino inizia ad agitarsi, perché ovviamente, con la riabilitazione e tutto, non ha avuto il tempo di prepararsi a dovere.
"Io!" dico scattando in piedi.
"Oh, Matteo! Che bella sorpresa! Vieni pure, caro, vieni!" dice la professoressa, sorridendomi.
"Tieni, Igino! Qui ci sono i miei appunti. Non sono precisi come i tuoi, ma se vuoi puoi copiarli!"
"Matteo, io.. non so che dire. Grazie..." balbetta Igino.
"Te ne devo tante, Igino!" dico alzandomi. Lui ha un sorriso enorme. Spero solo che riesca a decifrare la mia scrittura, perché per quella non ho potuto fare molto.
"Bene, Matteo! Di cosa mi vorresti parlare, oggi?"
"Del brigantaggio" dico.
"Ah... vedo che questo è un tema che ti tocca molto." dice la prof, notando la mia espressione.
"Sì, perché in un certo qual modo io so com'è essere un brigante. I briganti rubavano e saccheggiavano perché non era stata data loro altra possibilità per vivere, dato che alcuni generali piemontesi avevano messo l'ex regno delle Due Sicilie a ferro e fuoco."
"Sì, però sono curiosa di sapere perché dici di sentirti simile ad un brigante." mi dice l'insegnante.
"Perché ho fatto tutto e il contrario di tutto per rendere la vita impossibile ad Igino, ma solo perché mi ero fatto deviare da promesse di popolarità, come i briganti si erano fatti convincere dalle promesse di amnistia e gloria che non sono mai arrivate... poi ho continuato su questa strada perché qualcun altro se la prndeva con me ed io mi sfogavo prendendomela con Igino."
"Matteo, fermati, ti prego!" dice proprio lui, capendo come potrebbe finire.
"Bene! Ehm... conosci il nome di almeno un brigante?" chiede la professoressa, probabilmente ancora incredula.
E inizio a parlarle di uno di loro, che mi ha colpito particolarmente: Carmine Crocco. Mi ha colpito, perché fin da bambino ha dovuto combattere con pregiudizi e soprusi e ho deciso di andare oltre i libri, La prof rimane piacevolmente sorpresa, a quanto vedo, anche perché è la prima volta che mi offro per farmi interrogare da quando sono qui.
"Ma guarda che cambiamento hai fatto! Si vede che l'incidente di Igino ti ha scosso parecchio per farti diventare tanto diligente." dice sorridendo. "E sono felice di poter fare un bel salto di voto, perché oggi ti metto un 8!" E appena la prof pronuncia queste parole, la campanella suona, e la vedo scrivere velocemente un 8 sul suo registro, accanto al mio nome. E, cavolo! Non ci posso credere!
"Stavolta mi sa che l'ho avuta per davvero, la grazia" le dico.
"Sì, ma stavolta te la sei anche meritata!" mi dice la professoressa.
Gli occhioni dolci di Igino mi guardano attraverso i grandi occhiali.
"Prof... lei... lei per caso s'intende anche di teatro?" chiede Igino. Gli occhi della prof s'illuminano.
"In effetti sì. Da ragazza recitavo in una compagnia teatrale, ma perché me lo chiedi, Igino?"
"Ecco... il fatto è che... insomma, se anche gli altri fossero d'accordo, a me piacerebbe mettere su uno spettacolo, per riscattare Matteo... come ha detto lui stesso, si comportava in un certo modo perché anche lui ha sofferto e a me non sembra affatto giusto."
"Igino..." sussurro, sentendo che sto per commuovermi sul serio, questa volta. Senza dire niente alla prof mi alzo dal mio posto e lo abbraccio di nuovo.
"È lodevole da parte tua, caro" dice la professoressa. "Per me va bene, ma credo sia meglio che vi mettiate d'accordo fra di voi. Io vi aiuterò per quel che riguarda l'aspetto tecnico e, se vi va, v'iscriverò ad un concorso artistico."
IGINO
Sono superelettrizzato per quello che la prof ha risposto alla mia richiesta, ma so che c'è ancora un'altra cosa che devo fare, quindi prendo da parte Giulia e le chiedo se Matteo è iscritto proprio alla scuola di calcio del paese. Lei mi risponde di sì e mi dice: "Ma perché, che cosa devi fare?"
"Ho intenzione di fare qualcosa per Matteo, ma avrò bisogno dell'aiuto di tutti voi per riuscirci."
"Oh, Igino! È magnifico da parte tua! Vado a chiamare anche gli altri, così ci spieghi cosa vuoi fare, d'accordo?" mi dice sorridendo.
MATTEO
Sono arrivato alla scuola di calcio e sto per dirigermi verso lo spogliatoio quando vedo che il Mister sta prestando attenzione ad un ragazzo nuovo... e non un qualunque ragazzo nuovo. Lo guardo e, dopo averlo riconosciuto, mi stupisco ancora una volta. È ovvio che si sta muovendo un po' più lentamente, dato che ha passato un mese intero in ospedale, ma ha un modo di giocare a calcio a dir poco impressionante. Non avrei mai detto che fosse così bravo... quante cose non so di lui!
"Molto bene, Igino! Sono davvero contento di vedere che sai già qualcosa a livello di calcio! Sei ufficialmente dei nostri! Vieni, così ti presento gli altri!"
Sta per condurlo agli spogliatoi, ma io decido di andargli direttamente incontro.
"Igino! Non sapevo giocassi a calcio!" dico.
"Ci sono molte cose che non sai di me, Matteo, come io so poco o niente di te. Ma ci conosceremo!" mi dice, e il suo non è un tono di accusa. È sempre il solito tono gentile e accomodante.
"Quindi questo vuol dire che potremmo anche..."
"Diventare amici? Ma sì, naturalmente..."
"Ah! Vedo che vi conoscete già!" dice il Mister.
"Sì, però io... io..." sto per dire. Ho intenzione di confessare cosa ho fatto, ma Igino improvvisa un piccolo colpo di tosse e dice: "Ehm... diciamo che nella nostra classe non parlavamo molto... nessuno dei due vedeva tanto di buon occhio l'altro."
"Ah, capisco... bene! Va' a cambiarti, Matteo, e fa' fare a Igino un giro della struttura... poi scenderete entrambi in campo. Ma tu, Igino, non strapazzarti troppo. Tua madre mi ha riferito che sei in convalescenza a seguito di un incidente e che non vorrebbe che ti strapazzassi troppo..."
"Sarà fatto, Mister" dice Igino. È irriconoscibile: sempre educato, ma così sicuro!
Quando siamo soli, lontani da orecchie indiscrete, chiedo: "Perché lo fai, Igino? Perché hai deciso di coprirmi?"
"Perché gli amici fanno così, e se vogliamo esserlo dobbiamo proteggerci l'un l'altro."
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