Il regalo <38>
IGINO
Ho parlato con Michele e ho capito che lui non è deluso da quello che mi succede. Mi sono sfogato con lui, che è riuscito persino a farmi ridere!
Il bello è che più penso a Giulia, più mi chiedo perché non potevo innamorarmi di lei invece che di Marta? Insomma, non le creerei problemi lei se ne infischierebbe dei giudizi di chiunque, specialmente di quelli di Matteo, e mi starebbe vicino.
Non è che Marta non voglia. Il problema è che non può. Lei ha una reputazione diversa, consolidata in un altro modo, e io la rovinerei completamente. Giulia, invece, si è fatta notare subito per la sua grinta, per il suo coraggio nel dire a un bullo il fatto suo e restare fedele a se stessa. E poi... lei fa così tanto per me! È arrivata persino ad essere attratta da uno come me! Perché non si possono gestire i sentimenti? Perché non posso decidere di amare chi mi ama? Beh, in realtà lei dice che anche Marta tiene a me, e questo credo sia vero, perché lei era dispiaciuta di andarsene, ma... dubito che mi voglia bene nel modo che intende Giulia. Solo lei, forse, potrebbe volermi così bene, perché ha guardato oltre i miei occhiali e il cespuglione, come lo chiamano Matteo e i suoi amici.
"A cosa pensi?"
"Alla mia amica. Lei ha fatto tante cose per me... ed io non posso fare niente per lei."
"L'amore riceve e dà, Igino... anche tu hai dato tanto a lei, solo che non lo sai. Non dico che se non fosse così lei non ti vorrebbe bene, ma non sarebbe amore... non sarebbe amore vero. Tu non la ami in un certo modo, ma la ami in un altro, tutto qui. Non dev'essere tanto facile avere un fratello un po' troppo vivace."
"Michele... lei è... è una vera guerriera! La chiamavano Robin Hood con gli occhiali scuri perché lei prima soffriva come me a causa di suo fratello. Poi un suo amico... un certo Matias... le ha fatto capire che non era giusto, e... lei si è ribellata. Da allora ha iniziato a difendere i più piccoli e quindi suo fratello è passato dalla parte del torto. Per questo si è trasferito in questa scuola... ed è diventato un Boss." dico.
"Hai visto? Se lei ti difende, c'è un motivo."
"Ma io me lo merito?"
"Ma sì, sì che te lo meriti, fratellino! Non sono certo gli occhiali da vista o i capelli scomposti a fare di te un soggetto che non merita di essere aiutato."
Abbozzo un sorriso. Devo andare da lei e dirle che le voglio bene! Ne ho bisogno, ne ho la necessità!
"Devo andare da lei!" gli dico.
"Fallo, Igino! Sarà felice di vederti, ne sono certo!"
"Dove credi di andare?" domanda una voce alle mie spalle.
"Io... io volevo..." cerco di dire, ma per l'ennesima volta il panico mi assale. "Volevo andare da Giulia... lei è tornata a casa di corsa e non sono riuscito a salutarla..."
"Tu non ci entri in casa mia, secchione!"
"Ehi, ragazzino! Hai voglia di giocare?" chiede mio fratello, e io sento che se dovessero picchiarsi sarebbe soltanto colpa mia. "Sta' a sentire: io sono suo fratello e sono stato un "secchione", come dici tu, ma quelli come te avevano paura di me... e lo sai perché?"
"No! Avanti, Paladino della Giustizia, spiegamelo!"
"Semplicissimo! Io me ne fregavo dei pivellini come te, ragazzino... potevano farmi di tutto, ma io non solo non reagivo. Facevo finta che la cosa non mi riguardasse." Michele prende un respiro profondo, si mette tra me e Matteo e prende lui per un braccio mentre guarda anzi: ti dirò di più. Io non avevo tempo per occuparmi anche di voi, perché dovevo studiare, lavorare, e mio fratello era in ospedale con una malattia che gli consumava gli occhi... per questo deve portare gli occhiali. E ora stammi a sentire: azzardati ad importunarlo di nuovo e ti giuro che neanche tua sorella ti salverà da una bella chiacchierata con la polizia!"
"Beh, fallo!" dice Matteo. "Io ho le spalle coperte!"
"Non se ti denuncia anche qualcuno della tua famiglia, ragazzino! E mi sembra di capire che quella poveretta di tua sorella non ce la fa più a proteggerti!"
Matteo si allontana a testa bassa. Io resto immobile.
"Lo vedi, Michele? Lo vedi? Non riesco neanche a dirgli il fatto suo!" gli dico.
"Tu hai una grande forza, Igino... è solo che ancora non sai di averla... e Giulia questo l'ha capito" mi dice.
Sorrido nel sentirla nominare, e anche se mi tremano le gambe e mi sento un idiota, corro verso la casa di Giulia. Credo che lei non mi aprirebbe se suonassi alla sua porta. Potrebbe pensare che sia Matteo, per questo batto alla sua finestra. Lei la apre ed io le sussurro: "Ehi Giulia... sono io... sono io!""Che ci fai qui, Igino?" mi chiede, e sono felice di vederla sorridere. Almeno c'è qualcuno a cui potrebbe far piacere vedermi!
"E non sono l'unica che sarebbe contenta di vederti." mi dice, neanche mi avesse letto nella mente. "Ma ora vieni e abbracciami che ne ho bisogno e so che anche a te serve un bell'abbraccio!"
Quella frase mi fa stare ancora meglio. Mi arrampico sul davanzale, salto giù e lei mi accoglie tra le sue braccia. Le sono stato lontano per pochi minuti e mi è mancata. Mentre l'abbraccio sento il suo cuore battere fortissimo sotto le mie dita e la stringo ancora di più. Spero che Matteo non mi tolga anche lei.
"Vorrei poterti giurare che non me ne andrò mai da qui, Igino" mi dice come se avesse sentito qualcosa. Siamo collegati, ne sono sicuro. "Ma se dovesse succedere, prima di andarmene ti darò le armi per difenderti!"
"Ma perché fai tutto questo? Io non ti sto dando nulla, in cambio" le dico.
"Mi stai dando molto più di quello che credi, Igino... e poi... se non aiutassi il mio migliore amico, chi dovrei aiutare? Un falso cervellone qualsiasi?"
Lei tira fuori un oggetto da un cassetto. È un piccolo Cd con su una scritta: "Siamo Amici, M. T.: Cover by Giulia". Lei deve averlo trascritto anche in Braille, perché vi passa sopra le dita e me lo mette tra le mani.
"Sai, una volta ero molto triste... anche se era già successa la cosa di Robin Hood io ero più sola di un koala incompreso... un po' come lo eri tu, con la differenza che facevo paura ai tipi come mio fratello... sono andata a far visita a Matias... sai, non sei l'unico che con la musica riesce a star meglio. Anch'io quando canto mi dimentico di tutto... ma non chiedermi di scrivere un pezzo rap, perché non saprei fare un bel niente! Sono andata da lui, nella sua sala di registrazione... amavo i suoi attrezzi, i suoni che emetteva lo stereo quando lui cambiava le voci... ed è stato quel giorno che ho registrato la mia prima Demo. Ricordavo questo brano sull'amicizia e l'ho scelto per cominciare. Era anche piuttosto comodo, per il timbro della mia voce, quindi veniva a pennello. È stato quel giorno che ho scoperto davvero la magia della musica, perché dopo il litigio con Matteo me ne stavo sempre chiusa nel teatro in disuso e non usavo basi... figurati che Matias mi ha lasciata sola mentre cantavo, ma mi ha detto di essere rimasto accanto alla porta, per ascoltarmi, e... in quel momento io stavo davvero bene, ero felice! Lui mi ha persino registrata mentre ripetevo: "Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta!" Ed è proprio perché questa Demo per me è così importante che voglio darla ad una persona molto importante per me..."
Importante! Mi si accende una lampadina in testa al suono di quella parola che lei mi ha ripetuto un sacco di volte e le sorrido. Non posso credere che abbia lasciato a me un oggetto come questo! La sua prima registrazione in uno studio, non posso crederci!
"Tu sei molto importante per me, e non voglio che pensi il contrario. Mai! Sei importante perché anch'io ero nel baratro, e tu, con quel modo di fare così dolce, così innocente, mi hai aiutata a risalire... sei importante perché sei tra i pochi a non seguire la massa, anche se ti costa caro... sei importante, perché sei tu!"
"Anche tu lo sei per gli stessi motivi... e anche perché sei coraggiosa!"
"Non è vero, mio piccolo koala! Non sono affatto coraggiosa. Faccio solo finta che quello che fa quel genio, si fa per dire, di mio fratello, non mi ferisca più, ma tu sai molto meglio di me quanto fa male!"
E in quel momento mi balena davanti agli occhi il suo viso angelico contratto in una smorfia di pura sofferenza ogni volta che lui insulta me o lei a modo suo. La vedo, e mi fa male, molto male. Ma lei è coraggiosa lo stesso, perché si è abituata ad una situazione nuova, perché ha trovato motivi per sorridere, e non solo perché ogni volta che suo fratello fa o dice qualcosa, lei, senza tutte le riserve che ho io, gli risponde a tono.
Torno a casa, con il suo regalo stretto al cuore. Non permetterò a suo fratello di fregarmelo! Non gli permetterò di togliermi anche quello che mi ha dato lei.
Una volta a casa, prendo un DVD portatile, v'inserisco le cuffie e la Demo e aspetto che parta. Mi giunge alle orecchie una voce commossa, dolcissima, come quella rubata a una sirenetta. Ascolto parola per parola quel testo e mi scende qualche lacrima. Adesso capisco perché lei ha voluto che la tenessi io. Capisco che ha voluto darmi l'ennesima prova dell'amicizia che ci unisce, e so che ha voluto dirmi che, anche se dovesse andar via, non mi abbandonerà mai.
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