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Il pasticcio di Cupido <103>

MARTA
Non so bene perché, ma mi è venuta in mente una volta in cui Giulia ha assistito Igino durante un attacco di panico. Durante la settimana in cui anche lei era nel mirino di Matteo, perché aveva stretto un patto con lui affinché la smettesse di tormentare la sua vittima preferita! Quanto ha fatto per lui in pochi mesi... e ora dovrei farlo io: gliel'avevo promesso, ma non ne ho il coraggio!
""Igino! Igino, che ti prende? Ehi!" gli aveva detto lei, vedendolo in corridoio, appoggiato al muro, con lo sguardo perso nel vuoto e il respiro agitato.
"Lui... lui ti sta facendo del male... ed è solo colpa mia!"
Lei gli aveva preso le mani e gliele aveva strette forte. "Tesoro, ma che dici? Non è colpa tua! Lui ha bisogno di giocare e questa volta ha scelto me come bersaglio... non fare così, non ti agitare! Guardami... ora io conto fino a tre! Dall'uno al due inspira, dal due ab tre espira!" E lui avava seguito quel ritmo, fino a calmarsi. Aveva gli occhi lucidi e la fronte imperlata di sudore a causa dell'attacco di fanico. Lei gli aveva asciugato il viso e l'aveva abbracciato... lo amava tanto e di Matteo se ne fregava, come avrei sempre dovuto fare io."
Lo vedo avviarsi verso la palestra, con i suoi occhioni azzurri coperti da un velo di tristezza... povero amore mio, quanto ancora dovrai soffrire?
"Ehi... tutto bene, Igino?" chiedo esitante.
"Sì... sì, tranquilla! Sto bene" risponde.
"Stai andando in palestra, vero?" chiedo.
"Sì..."
"Okay... ehm... mi dispiace per la storia della foto, davvero."
"Non fa niente, Marta. Ormai non mi fa neanche più male." dice lui, ma io lo so che non è vero. Nonostante la rivelazione di stamattina, il suo sguardo va spegnendosi giorno dopo giorno. Vorrei tanto che la nostra amica fosse qui... lei saprebbe come consolarlo. Non l'ha mai lasciato solo: si sentono tutti i giorni e lei è sempre in pena per lui, un po' come me... solo che lei se ne frega e lo manifesta.
Vedo le mie amiche e prendo un respiro profondo, prima di chiedere: "Piera, tu vai in palestra?"
"Sei impazzita? Mi si guasta l'acconciatura!"
"E tu, Lara?"
"No, non posso! Io oggi non mi sento bene: non vedi che continuo ad avere cali di zucchero?"
"Ah, peccato... no, perché io oggi êorrei andarci, in palestra!"
"No, dai! Piuttosto: andiamo in bagno! Voglio farti vedere il ragazzo che ho visto ieri alla festa!" dice Piera.
"Ma... ma non è che non mi vada di stare con voi, eh? Però... non so. Magari potrei tenere compagnia a... ad Igino" balbetto, ma il cambiamento d'espressione delle mie amiche mi fa capire che forse ho fatto una cosa un po' azzardata. Infatti, con un tono che non ammette repliche, Piera dice che dobbiamo parlare assolutamente e tutt'e tre ci dirigiamo in bagno.
"Devi ASSOLUTAMENTE confessarci tutto e non mentire... sai che noi siamo discrete, ma di quello che conosciamo vogliamo sapere tutto, dall'inizio alla fine!" mi dice Piera.
"Sì, e allora?"
"Sei strana, in questi giorni!"
"Ma che dici? Non è vero! Io sono sempre la stessa, Lara!"
"Bene... allora dicci un po': da quando ti sei attaccata così ad Igino? Per caso..." inizia Piera.
"Ti piace?" conclude Lara.
"A me? Assolutamente no! Lui... lui è... fin troppo studioso per i miei standard, e poi l'unica a cui piaceva era Giulia e lei se n'è andata... anche se non ho capito il motivo... sta di fatto che non piace a nessuno, e quindi neanche a me..."
"Ah, meno male! Ci hai tolto un grosso peso!"
"Lara ha ragione, tesoro! Vedi... se a te fosse davvero piaciuto Igino ci avresti perse come amiche!"
"Vi ho già detto che non è come pensate! È che mi dispiace per lui. Mi fa tanta pena... è molto buono con tutti, eppure è sempre da solo, poverino. Senza contare che quando fa rap si trasforma ed è stratosferico! E poi... perché dovrei perdere la vostra amicizia? Che c'entra questo?"
"Marta, la nostra è una posizione molto delicata! Hai capito quanto ci metterebbe Matteo a renderci la vita impossibile?" mi mette in guardia Piera. "Sai... Lara, per esempio, è un pochino.. come dire... in carne!"
"SONO UNA CURVY" grida lei, esasperata.
"Sì, tesoro, tranquilla... e io... sono un po'... ehm... eccentrica."
"Credevo si dicesse: egocentrica, con manie di protagonismo, esaltata, montata, principessina... ogni cosa ha un suo nome, no? E usiamolo!" dice Lara. "Anzi: ti dirò di più: la panna montata non può competere con te, perché tu la batti!" E a proposito di panna, tira fuori un grosso involto dallo zaino e se lo porta alla bocca.
"Sì, certo, Lara! E tu, Marta... te la spiego meglio: se Matteo e la sua banda si schierano con Igino noi siamo tranquille... se si concentrano solo su di lui, ancora meglio!"
"La scuora fatta come la fa Igino è un vero inferno, capisci? La Battaglia dell'Ansia? Gli fa un baffo!"
"Battaglia di cosa?" Sento la voce di Giulia nella mia testa e sussulto, anche perché Piera mi fa tornare alla realtà dicendomi: "Se tu ti metti dalla parte di Igino, potresti essere presa di mira anche tu e noi con te... capisci?"
"Sì... certo... capisco." le dico con amarezza. Poi, rivolgendomi a entrambe, aggiungo: "Capisco che siamo solo degli stupidi e dei vigliacchi... ma state pure tranquille. Vi ho già detto che di Igino non me ne frega niente!"
E mentre dico questo, sento lo scricchiolio del mio cuore che si spezza, perché non è affatto vero che non m'importa nulla di Igino.
GIULIA
Oggi abbiamo fatto lezione all'aperto. Non si fa spesso, ma quando accade è stupendo. È stato chiesto a Matt di unirsi a noi. Lui non ha potuto finire la scuola. È cresciuto troppo in fretta, poverino!
Il mio flusso di pensieri, però, è sempre diretto all'amico che ho lasciato in paese, quello che amo con tutta me stessa.
"Piccola, a che stai pensando?"
"A lui, Matt."
"Non ti capita mai di chiederti perché lui non può amare te piuttosto che un'altra?"
"Dio solo sa quante volte me lo sono chiesto! Ma di certo non posso costringerlo a voler bene a me in quel modo..."
"E fai anche Cupido! Non è da tutti."
"Matt, io... io invidio Marta! Per questo sto facendo questa cosa! Non sono cattolica, ma so che provare questo sentimento verso un'amica è brutto, anche perché è a me che fa male, non a lei! Lei sta male perché ha paura, non reagisce! Ha paura di mio fratello... e io a volte vorrei costringerla a farlo... perché, se gli vuole così bene, non prova a proteggerlo visto che lui è troppo buono per farlo? O almeno: perché non prova a credere in lui?"
"Tu ci credi?"
"Sì, Matt! Un altro, al posto suo, si sarebbe buttato giù da una finestra, e non per debolezza congenita... per stanchezza: solo stanchezza! Perché non si è deboli per natura: ci s'indebolisce: è molto diverso!"
"Tu credi in lui... proprio come io credo in Virginia! Lei mi ha raccontato tutto. A scuola solo tre persone sono dalla sua parte: Greta, Vanessa e quel tuo amico: Igino! Lui mi ha messo in contatto con lei... e lei mi ha spiegato cosa intendevi il primo giorno. Non posso negare che mi sia dispiaciuto. Insomma: il fatto che lei si sia lasciata andare così... ma la sua rivalsa mi ha aiutato molto... ho cominciato a credere nelle mie capacità, in quelle di Nico, in tutto! Mi dispiace vederti costantemente pensierosa! Non puoi continuare così: finirai con l'ammalarti, Giulia!"
"Lo so, però... io... io non ce la faccio più!"
"Perché hai dato troppo! Hai persino scritto una canzone per loro e questo... è dare troppo, capisci? Adesso fermati: almeno in amore lascia che se la vedano da soli!"
"Non posso: non ce la faccio a..."
"Giulia, es tu momento!" mi dice l'insegnante di canto.
Mi avvicino e dico: "He decidido hacer una Cover de: "Scusa se non ho gli occhi azzurri", de Francesca Michielin: una cantante italiana!"
Anche Matt si avvicina e chiede alla prof se può accompagnarmi, visto che conosce il brano. La prof acconsente ed io, con voce themante, inizio a cantare. Anche questa è personalizzata.
"Scusa se non ho già trent'anni e non ho gli occhi azzurri e non sono come lei... ma mi piace ascoltarti, se parli o se ti arrabbi, e anche quando piangi... che angelo che sei!"
Ripenso alle volte in cui lui ha pianto sulla mia spalla per lei... alle volte in cui gli ho asciugato le lacrime e a quelle in cui lui ha asciugato le lacrime a me. Le mie, però, venivano fuori dai comportamenti di Matteo, purtroppo... il legame con Igino, corrisposto in modo diverso, non mi aveva mai fatto così male prima d'ora. Le cattiverie di Matteo avevano sempre avuto la meglio.
"Scusa se mi perdo un po' spesso e vivo dentro ai film e alle serie TV, ma vorrei solo amarti il fine-settimana e tutti gli altri giorni! Che differenza fa? Ma tu dimmi se mi vuoi, se ti va bene o non lo sai da che parte andare? Io sto qui, ad aspettare... perché... questo cuore l'ho tirato in faccia... Scusa se... sei stato male: non l'ho fatto apposta... ma il bene che ti voglio è così grande che neanche lo riesci a capire.
Il bene che ti voglio è così grande che neanche lo riesci a capire.
Scusa se non ho gli occhi azzurri e non m'importa niente di stare in curva Nord, ma mi piace abbracciarti, tenere la tua mano, proteggerti da tutto... forse anche da te... mi vergogno a dirti che ti amo da sempre, e so che mi vuoi bene, anche se diversamente. Ma va bene così... lo sai!"
Stringo gli occhi così forte da temere che la vecchia ferita sottocutanea che ho al loro interno possa riaprirsi. Matt appoggia la chitarra e mi afferra la mano.
"Perché questo cuore l'ho tirato in faccia. Scusa se sei stato male, non l'ho fatto apposta... ma il bene che ti voglio è così grande e neanche lo riesci a capire.
Il bene che ti voglio è così grande che neanche lo riesci a capire.
Il bene che ti voglio è così grande che neanche lo riesci a capire.
E adesso basta correre... io voglio solo restare... qui."
IGINO
Sto camminando verso la palestra, quando improvvisamente Matteo e Michele mi si mettono davanti.
"Igino?" mi dice Matteo per riscuotermi, e Michele ripete, allungando le vocali.
"Sì... sì, vi ho... sentiti" balbetto.
"Sei pronto a fare educazione fisica?" domanda Matteo, beffardo.
"N-no! L-la dovete smettere di... didarmi il tormento! Vi giuro che... che se mi attaccate di nuovo a... a una delle spalliere... per la bacchetta più alta... e... e mi staccate la più bassa da sotto... io..." Resisti, resisti, resisti! "Io lo dico al preside e vi faccio mettere una... una bella sospensione!"
"Wow, grazie! Una sospensione: tre giorni di vacanza autorizzati!" mi dice Michele. Ecco: lo sapevo che non era una buona idea!
"Sì, ma se ci dobbiamo beccare una sospensione ce la dobbiamo meritare! Avanti, che dopo ci facciamo un'altra bella battuta di freestyle!" aggiunge Matteo.
"Mattè, ma sei impazzito? Non hai visto che ti ha combinato prima?" sussurra Michele.
"Però si fa come dico io: senza limiti di tempo! Chi si ferma, perde! Che fai, vieni? No... certo che non vieni... tu sei un..."
"Sì! Certo che viene! Lui è bravo, rappa a mostro!" interviene Marta e ancora una volta rimango sorpreso. L'unica persona che faceva questo prima di lei era Giulia.
"E dopo ci sfidiamo a modo mio, così lo vediamo quanto rappa a mostro!"
E detto questo, Matteo fa un cenno a Michele e gli dice: "Andiamo, Michè!", poi Marta esclama: "Sì, bravi... andate, andate!"
Quando i due vanno via, Piera fulmina l'amica con lo sguardo e dice: "Marta, tu devi fare la brava!"
"Ma guarda tu questa con chi si va a fissare" aggiunge Lara.
"Nega anche di fronte all'evidenza, ma ormai è chiaro che le piace il secchione!" dice Piera, e quella parola è un colpo al cuore.
"Ragazze, no! Siete completamente fuori strada! A me piace un ragazzo della 5H! Si chiama Marco: è alto, biondo... con due grandi occhi azzurri, vestiti firmati, e poi... poi ha anche lo scooter!"
"Lo Scooter? E quale? 50 o 125?" le chiede Lara.
"Non lo so... non mi ricordo!"
Marta ha un attimo d'esitazione, ma io, ora come ora, vorrei essere cotto della mia migliore amica, come lo è lei di me. Sapevo che non avrei mai potuto sperarci.
"Complimenti! Sarete sicuramente una bella coppia" le dico con tristezza, ma lei salta su: "Oh no, no! Cioè... lui non ne sa niente, e poi non è neanche una cosa definitiva..."
"Ma a chi vuoi darla a bere? Tu sei cotta a puntino per essere mangiata: una vera polla" le dice Lara.
"Beh... anch'io sono sensibile. Potrei innamorarmi di un ragazzo di bellezza leggermente inferiore a Fedez. Ma solo leggermente..."
E detto questo, Piera prende Lara sottobraccio e la porta con sé.
"Toglitela dalla testa, Igino! Non fa per te! Non fa per te: è tutto inutile, smetti di pensarci, Igino..."
"Igino, tutto bene? Hai detto qualcosa?" chiede Marta.
"Cosa? No, cioè... sì... cioè, no, io..."
Bella figura! Stavo pensando ad alta voce: non posso crederci! Non mi manca altro!
"Io... io ti volevo dire..." balbetta lei.
"Anch'io... ti volevo dire..." dico a mia volta.
"Allora dimmi."
"No, Marta. Parla prima tu" le dico.
"Ecco... ehm... tu... potresti... ecco... passarmiilcompitodimatematica?" mi dice alla velocità della luce. Letteralmente.
"Il compito di matematica?" chiedo, sperando di aver frainteso.
"Sì... quella pazza mi sta stressando!" risponde lei.
"Sì, certo! Lo faccio a tutti, quindi..."
"Grande! Come al solito, eh? Con WhatsApp... però mi raccomando: togli la suoneria, altrimenti la prof ci sgama... io, con questo cellulare nuovo, non ho ancora capito bene come si fa" mi dice.
"Ehm... fammi vedere... te lo faccio io." dico prontamente, ma le sue amiche la chiamano più volte e lei dice: "No, tranquillo... ho tutta l'ora di educazione fisica per capire come fare."
Mando un messaggio alla professoressa di educazione fisica per dirle che la raggiungerò tra cinque minuti perché non mi sento molto bene. Chiamo la mia migliore amica e lei, sempre con la solita prontezza, mi risponde subito.
"Che succede, Igino? Perché quella voce?"
"Perché sono un illuso!"
"Raccontami tutto, tesoro: cos'è successo?"
Le racconto tutto e subito dopo scoppio in lacrime. "No... Igino, ti prego! Calmati: va tutto bene!"
Lei resta a parlare con me per cinque minuti e sentire la sua voce dolce, mi tranquillizza... anche se so perfettamente che sta soffrendo, perché la sento strana ed è solo colpa mia.
Quando ci separiamo, con puri intenti di autolesionismo, infilo le cuffie e faccio partire la canzone che lei ha scritto per noi.
"Quanto è dolce e cara lei... l'unica che mi difende. Se solo avessi il coraggio... sai, è unica! Di certo sarei più felice... e potrei vivere pensando a lei!"
"Quanto è dolce e caro lui, l'unico amico che ho. Se solo avessi il coraggio di dire a tutti che l'amo, di certo sarei più felice... e potrei vivere pensando a lui!"
""Ma mi vergogno troppo, sai? E la gente che penserebbe di noi? No, non posso negarlo, ma io la amo. È la prima volta, sai"?"
"Mi sento un po' svanita ed intontita... non ho più voglia di fare finta! Che emozione... quando lo vedo non so nascondermi, no, non ci credo... non posso mostrare il mio cuore! Mi chiedo: cos'è, perché fa così?"
""Ma mi vergogno troppo, sai? E la gente che penserebbe di noi? No, non posso negarlo, ma io la amo! È la prima volta, sai? È la prima volta... sai"..."
GIULIA
Ho appena parlato non solo con lui, ma anche con Marta. Lei era abbattuta perché aveva raccontato la storia di un ragazzo di quinta, un certo Marco, che aveva inventato sul momento, per salvarsi la faccia visto che le ragazze la stavano accerchiando a suon di domande.
Lui, poverino, era così triste.
Mi ha raccontato la stessa, cdentica storia, e io non riuscivo a crederci!
Sto correndo per il parco, avanti e indietro. Sono agitata e mi viene da piangere.
"Giulia! Ferma, è pericoloso!" Matt mi afferra per la vita e io inizio ad agitarmi'
"Lasciami! Lasciami, ti prego!" gli dico scoppiando in lacrime. "Non ce la faccio più, Matt! Non ne posso più... lasciami andare!"
"Che succede, piccola?" chiede lui.
"Non posso più vederlo soffrire per lei: non ce la faccio più!"
"Cos'è successo?" mi chiede, ma io non riesco a rispondergli. Lui lo capisce e mi fa voltare.
"Su, vieni qui" mi dice. "Tira fuori tutto, tesoro... così... brava!" Piango sul suo petto e lui mi sta vicino, come se fosse mio fratello, ma prima di tutta questa storia. "Vieni, ti porto a casa..."

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