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Il mio contorto fratello! <63>

MARTA
Rientro in classe. Mi sento male sul serio. Non l'ho mai visto così.
Lui è triste, amareggiato, demotivato. Non ha alzato la voce, ma mi ha parlato serrando la mascella e mi sento terribilmente in colpa, perché anch'io ho contribuito a questo stato in cui lui è piombato oggi. Dico alla professoressa che lui è in una classe vuota e che non si sente bene. Giulia, nel sentirlo dire, mi dice: "Marta, nel cambio d'ora mi porti da lui? Ti prego... ho molto bisogno di parlargli!"
"Che è successo ad Igino?" chiede Matteo.
"Io penso che tu lo sabbia fin troppo bene cos'è successo a Igino, quindi smettila di fare domande e pensa a combinare qualcosa, ammesso che non l'abbia fatto lui per te!" gli dice lei.
"Ti ha detto qualcosa?" chiede Matteo.
"No, per niente, Matteo! Quel poveretto non fa che difenderti e non so perché lo faccia, ma io ti conosco e so che tu gli hai fatto qualcosa!"
Lei torna a sedersi al suo posto e la vedo scrivere febbrilmente. Credo lo faccia per Igino, per non lasciarlo a secco, diciamo.
Alla fine dell'ora la vedo alzarsi e venirmi velocemente incontro. "Marta, ti prego... portami da lei!" dice, ed io la prendo sottobraccio e la porto fino alla classe in cui si è nascosto Igino.
"Io... io devo andare, adesso!"
"Capisco... vai tranquilla, così non darai nell'occhio. Ma fammi il favore di tenere d'occhio Matteo, ti prego!"
"Va bene! Ti prometto che lo farò!" le dico. Mi allontano da lei e mi nascondo per qualche istante nell'angolo della porta della mia classe e piango silenziosamente.
GIULIA
Batto qualche colpo alla porta, ma non ricevo risposta.
"Igino! Ehi, sono io, Giulia! Posso entrare?" chiedo dall'esterno, ma niente. Spero solo che lui non ce l'abbia con me, perché proprio non ce la farei a sopportarlo... sarebbe davvero il colmo se lo perdessi per colpa di quell'imbecille!
Alla fine apro la porta. Lui a quanto pare è immobile e non sta piangendo... credo stia mandando delle foto a qualcuno.
Quando alza la testa e mi vede, si ferma di colpo.
"Sono felice di vederti, ma non voglio tornare di là, Giulia!"
"Allora chiedi un'autorizzazione ai tuoi e vai a casa, Igino!"
"Ma non posso!"
"Perché no?"
"Ho promesso ai ragazzi che li avrei aiutati con le materie delle altre ore. Mi dispiacerebbe non mantenere la parola data..."
"Fai come stavi facendo! Manda loro le foto e basta, se proprio vuoi farlo!"
"Ultimamente loro sono stati gentili... l'hai visto, si sono preoccupati per me quando sono caduto in acqua, per questo voglio aiutarli, davvero!" dice.
"Capisco..." dico, anche se non credo a questa storia di mio fratello che diventa premuroso all'improvviso. Lui manda tutto il materiale sul gruppo ed io mi metto in contatto con sua madre, che per fortuna è a casa, e le dico di autorizzarlo ad uscire perché non sta bene... ed ha ragione a volersene andare. Spero solo che i miei sospetti non siano fondati... lo spero tanto!
Sua madre viene personalmente a prenderlo e lo porta a casa. Mi ringrazia di averla avvisata perché dice che lo vede piuttosto pallido.
IGINO
Ho mandato l'impossibile sul gruppo della classe, ma non voglio vedere nessuno, eccetto la mia migliore amica, almeno per oggi. Lei è rimasta in aula tutto il tempo, mi ha mandato gli appunti sul cellulare e mi ha chiesto come mi sentissi. Io ora sono in ginocchio vicino alla tazza, perché ho un fortissimo senso di nausea, un peso allo stomaco. Forse è una cosa psicologica, non lo so, ma mi fa veramente male.
Dopo un bel po' di tempo riesco a rigettare, ma non sembra che il peso che ho sullo stomaco sia diminuito o meno. Mi lascio scivolare per terra e resto lì, immobile... vorrei essere un bellimbusto del cavolo, un idiota insensibile, qualunque cosa, ma non quello che sono adesso.
Poi mi ritorna in mente quello che mi ha detto Giulia: "Se tu senti il bisogno di provare a cambiare qualcosa dentro di te, puoi anche tentare... ma se provi a cambiare per piacere agli altri diventerai la parodia di te stesso e smetterai definitivamente di volerti bene."
Allora decido di alzarmi. Mi gira un po' la testa e mi getto dell'acqua sul viso per riprendermi, poi imposto la sveglia molto presto, perché devo assolutamente riprendere gli allenamenti. Voglio stracciare Matteo sul suo stesso campo: lo sport, fosse l'ultima cosa che faccio! Non m'importa di vincere, ma almeno voglio battere lui! Questa, per me, sarà sufficiente come vittoria, ma so che per ottenerla avrò bisogno di molto impegno.
MATTEO
È passato un mese esatto e io mi diverto moltissimo con Igino. Mia sorella è sospettosa, ma lui si sta dimostrando molto discreto, anche se sostiene che gli costa. Si è proposto persino per i campionati di educazione fisica! Mi fa ridere! Lui non farà neanche mezzo metro! Un piccoletto come quello non può combinare nulla!
Anche se tecnicamente non sa niente, essendo molto sospettosa, mia sorella non mi parla quasi più.
Lei ed Igino sono ancora molto popolari a scuola, e spero con tutto il cuore che la mia ragazza, con la sua vulcanica mente, se ne inventi una nuova, perché ho tanta voglia di divertirmi, almeno con lui che tanto non si ribella, perché con mia sorella che ormai è incontenibile, non c'è gusto... lei è capace di distruggermi a suon d'indifferenza e ha una costanza di ferro in questo.
Papà oggi non c'è. Ci siamo solo io, lei e la mamma a casa.
"Giulia, passami il sale" le dico secco. Lei continua a concentrarsi sul suo piatto di pasta, come se non le avessi rivolto la parola, allora glielo ripeto. Lei mi indica il punto in cui c'è il barattolo di sale, perché credo sappia dove si trova. La mamma ci fissa in silenzio ed io, poiché non ho voglia di prendermelo, le ripeto per la terza vorta di passarmelo. Lei alza le spalle.
"Matteo, io non sono disponibile con i maleducati" mi risponde. "Non ti passo niente se non me lo chiedi gentilmente... se mi chiedessi di farti copiare i compiti come mi hai detto di passarti il sale prenderesti insufficienze su insufficienze!"
Quelle parole mi fanno provare un senso di soggezione. È come se lei sapesse che io a Igino mi sto rivolgendo così.Eppure li osservo sempre, a volte di nascosto, e lui non le ha mai detto nulla. A quanto pare, lui non le dice mai nulla di quello che gli faccio.
Io a volte m'invento qualcosa, perché è troppo divertente tormentarlo, proprio perché tanto lui non mi dice mai niente! Mi diverto a legarlo alla spalliera, a spingerlo in acqua, a fargli sparire i quaderni... ma se lei mi sentisse pensare credo che dovrei fuggire in Perù per non rischiare. Lei è buona, ma non bisogna toccare quelli che ama.
Mia madre spinge il barattolo del sale verso di me.
"Matteo... so che domani ci sono i campionati di educazione fisica, giusto?"
"Sì, mamma! Lo sai chi parteciperà al campionato?" dico per stuzzicare un po' mia sorella.
"Chi, tesoro?" chiede lei, cercando di allentare la tensione che aleggia tra noi'"Quel secchione di Igino" rispondo. Giulia mette giù il cucchiaio e si versa un bicchiere d'acqua. Non mi degna nemmeno di una risposta.
"Matteo, smettila di chiamare in quel modo quel povero ragazzo!""Povero! Sempre la stessa storia... lui è il poveretto ed io sono il cattivo! E tu non dici niente? Non t'importa più di quel tuo amichetto?"
"Per come ti comporti, darti una risposta sarebbe l'equivalente di dare importanza a quello che dici... e dici cose così stupide che non ne vale neanche la pena! Igino ha ragione a non risponderti, anche se le sue motivazioni sono diverse... con permesso, mamma?"
"Tesoro, prendi il piatto. Puoi finirlo in camera tua..."
"Grazie, mamma" dice lei per poi allontanarsi.
"Dove te ne vai, Giulia?" chiedo, ma lei non mi risponde.
GIULIA
Mi chiudo nella mia stanza e appoggio il piatto sulla scrivania. Lo finisco lentamente. Non so perché, ma mi viene in mente una canzone che mio fratello ascolta sempre, per sentirsi importante, e dopo un mese di silenzio, desidero solo piangere.
"Io sono il bullo che ti perseguita..." Mi alzo e mi avvicino ad una parete della mia stanza. "Che ti ruba la merenda..." Sfioro la parete e trovo una cornice che contiene una foto mia e di Matteo. "Che ti svuota la cartella..." Mi fermo per qualche istante, poi stacco la cornice dal chiodo. "E quando passi in corridoio poi ti dà una sberla..." Tiro fuori la foto e la stringo in un pugno. "Il bulletto ti fa lo sgambetto!" Questa l'ho cambiata io, perché nella canzone c'è un nome che non so nemmeno pronunciare! "Fallito, ti chiudiamo dentro l'armadietto!" Cerco di resistere alla tentazione di distruggere quello che ho in mano. "Sto preparando gli spari di avvertimento..."
"NO, BASTA!"
Getto per terra la cornice. Il vetro si riduce in mille pezzi.
Sì, esatto! In mille pezzi, esattamente come il mio cuore!
Qualcuno batte dei colpi alla mia finestra.
Io apro e due mani forti mi afferrano e stringono la presa. "Che succede, Giulia? Che cos'hai?" chiede il ragazzo che mi sta tenendo le mani.
"Michele... ma che ci fai qui?"
"Sono venuto per la gara di domani! Mio fratello non sa ancora niente... Ginevra è nascosta a casa, io devo andare in giro per un po'... almeno finché lui non si sarà addormentato. Vogliamo fargli una di quelle sorprese che non immagini... è per questo che ho pensato di passare a trovarti! Posso entrare?"
"Sì... sì, certo! Aspetta, ti aiuto." dico tirandolo su. Lui entra e chiude la finestra.
"Che succede, principessa? Perché quel faccino triste?"
"Perché sono stanca, Michele... sono stanca di Matteo e dei suoi trucchetti da due centesimi! Sono stanca del suo amichetto che si chiama come te e gli sta sempre dietro! Sono stanca di veder soffrire Igino! Sono stanca di non sapere cosa lo fa star male e di non poter fare niente! Sono stanca di chi si sente grande solo perché è una specie di leader riuscito male!"
"Vieni qui, Giulia" mi dice dolcemente. "Stai tranquilla.È tutto a posto, adesso..." Credo che si stia guardando intorno. "Cos'è successo? Da dove sono usciti quei vetri?" Poi, evidentemente, vede la foto. "Ah... di nuovo problemi con tuo fratello..."
"Sì! Vedi, il fatto è che lui è indisponente e poi... insomma, dice certe cose che mi fanno infuriare... specialmente riguardo tuo fratello! Io mi sono arrabbiata e me ne sono andata... ma poi ho sentito che non bastava! Dovevo distruggere qualcosa, come Matteo ha fatto con il mio cuore. Ho preso la cornice e l'ho gettata per terra..."
Michele raccoglie la foto. "Siete voi qualche anno fa, vero? Forse all'inizio del liceo." Io annuisco. "E vedo che ci sono altre foto, ma non sono incorniciate..."
"Sì! Certo, io ora non posso più vederle, ma non ho il coraggio di disfarmene. Mi sono già pentita di aver fatto a pezzi quella cornice... ma in fondo non posso riavvolgere il nastro e fermare me stessa, no?"
"È vero, questo non puoi farlo. Però puoi fare di meglio. Puoi provare a ricostruire il tuo cuore, invece della cornice, e stavolta avrai più di un amico. Ci sarà il tuo amico Matias e ci sarò io... poi hai già i miei fratelli... saremo bravi a sorreggerti, perché tu lo meriti, tesoro!"
"Lo sai che Matias è diventato l'allenatore di Igino?"
"Sì, lo so... è stato veramente gentile! Tende sempre a motivarlo, mai a rimproverarlo!"
"Lo so... ho assistito a degli allenamenti... e quando il mio amico vuole fare più del dovuto, lui lo ferma! È tanto buono!"
"Mi fa piacere, sai? Ma quello che mi rende più felice è vedere che stai un po' meglio."

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