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I sentimenti di Michele <50>

MICHELE
Siamo tutti stremati. Ormai si è fatto tardi ed è stata una giornata veramente lunga.
"Ragazzi, perché non andate a casa? Resto io con lei" dice la madre di Giulia, ma mio fratello non osa muoversi. Scommetto che Matteo gli ha urlato che doveva andarsene e lui si è impuntato, quindi forse ora non se la sente di lasciarla, e la verità è che neanche io ne ho il coraggio e se non l'avessi fermata, anche Ginevra sarebbe venuta con me e sarebbe rimasta fino alla fine.
"Se non è un problema, preferiremmo restare anche noi... cioè, voglio dire..." dico con voce tremante, guardando il volto pallido di mio fratello, che sembra non riuscire più a reggere questa maledetta storia e, in fondo, non posso dargli torto per quante ne ha dovute passare anche lui... e in più non me la sento di separarmi da lei adesso che è ridotta così. È doloroso vederla in questo stato, ma mio fratello non vuole lasciarla e io non voglio né posso andarmene.
"Va bene, ragazzi. Io non ho alcun problema a farvi restare" risponde lei, "ma vieni, Michele. Siediti qui, al mio posto... io mi metterò vicino a lei..."
Vado a sedermi vicino a mio fratello e gli poso una mano sulla spalla. È molto scosso ed ha tutte le ragioni per esserlo Anch'io lo sono eppure non è da molto tempo che conosco Giulia.
"Dai, Igino... non preoccuparti, si risolverà tutto" gli dico.
"No, stavolta no! È stato troppo per lei!"
"È vero, ma non sarà questo troppo a fermarla, e sarà merito tuo, perché le vuoi bene e lei questo lo sa. Sono sicuro che non inizierà ad allontanarti per nessun motivo al mondo. Lei non si fida facilmente o si fida subito. Di te si è fidata subito, perché ha capito quello che suo fratello ti sta facendo vivere."
"Michele, ho paura che lei ce l'abbia con me, perché ha saputo una cosa che riguarda..."
La porta si spalanca e mio padre fa il suo ingresso. Sembra invecchiato di dieci anni in un colpo solo: è stanco, sfinito.
"Avrei dovuto fare più attenzione... ma lei... lei non mi ha visto ed è finita in quel modo. Povera piccina! Non se lo merita tutto questo... ma chi è stato a dirglielo, e soprattutto a dirglielo così?"
Mio fratello singhiozza più forte e voltandomi verso il lettino vedo la ragazza in questione con il volto contratto dal dolore, come se tutta la sofferenza che è piombata sulle spalle di mio fratello, toccasse lei in prima persona, e sono sicuro che sia così perché lei è empatica.
"È stato quell'imbecille di suo fratello" rispondo. Mio padre mi guarda in tralice.
"Ascolta, Michele: neanche io lo sopporto, ma non è il caso di denigrarlo così davanti a lei... anche se lei è la prima a remargli contro, è suo fratello, e lei gli vuole molto bene." mi dice.
"Lo so, papà... ma io... io non lo sopporto..."
"Michele, non parlarmi di lui, ti prego!" dice mio fratello, e i suoi occhi sono talmente stretti che sembrano sul punto di saltare via dalle sue orbite. Io gli prendo la testa tra le mani e gli alzo il mento per guardarlo. Tiro un sospiro di sollievo, perché non è di odio che si tratta... è dolore. Mio fratello è una maschera di dolore, perché il dottore ha detto che i valori di Giulia sono completamente fuori controllo.
"Igino, dovresti andare un po' fuori. Di certo non ti fa bene restare tutto il tempo chiuso qua dentro" gli dico posandogli una mano sulla spalla. "Resto io con lei. Nessuno ti manderà via, te lo giuro, perché lei non vuole!"
"Su, vieni con me! Lo sai che non bisogna stare per troppo tempo nella stanza di un ospedale, salvo casi eccezionali in cui bisogna assistere il malato. Lei è più che assistita, e non te ne vorrà se esci per un po'. Non è vero, cara? Muovi di poco le dita se sei d'accordo, altrimenti resta ferma!" Lei batte dolcemente l'indice della mano sinistra sul letto. "Hai visto? Lei si è accorta di quanto stai male. Vieni un po' fuori, tesoro. Ti farà bene... vieni!"
Lui si alza. È malfermo sulle gambe, quindi lo sorreggo io. Lui si avvicina e prende una mano di Giulia.
"Mi vuoi ancora bene, vero?" le chiede, e lei gli stringe la mano. Lui le lascia un bacio sulla fronte e quella specie di cipiglio che aveva in volto si addolcisce e le labbra rosse che mi hanno fatto innamorare si muovono fino a formare un sorriso. Mio fratello sembra felice di questo segnale. È come gli dicevo: lei gli vuole bene.
I due si allontanano e io mi avvicino a Giulia e prendo la mano che poco prima stringeva mio fratello. "Ehi, ciao! Cosa c'è, piccola? Non trovi l'uscita?" le chiedo. "Facciamo così: tu prova a concentrarti sul calore della mia mano e sulla mia voce... ci stai?" Lei mi stringe la mano.
"Lo sai? C'è una canzone che secondo me ti starebbe a pennello... come un guanto, direi! "La Stella Più Fragile Dell'Universo": hai presente?"
Il sorriso che aveva sul volto quando mio fratello l'ha baciata sulla fronte si allarga ulteriormente e lei dà una stretta alla mia mano.
"Che poi mi piace anche quando non parli e canti sottovoce quei tuoi ritornelli, mentre tra le dita rinchiudi i capelli, comunque con te, comunque con te..."  Mi si spezza la voce e scoppio a piangere anch'io. Piango perché la amo e ho paura di perderla, come mio fratello. Piango perché mi dispiace che lui non possa ricambiarla come lei vorrebbe... gli darei i miei sentimenti, se si potessero scambiare per salvare un cuore, ma ma non si può. Igino è cotto di una sua compagna che ha paura. Lei è cotta di lui. Io sono cotto a puntino di lei.
"Quando mi dici: "Mi vedo sbagliata", e invece sei come ti ho disegnata, tu, che rimani anche appena sei andata..." Mi fermo di nuovo. "Non ce la faccio, piccola, perché tu per me sei tutto questo... eppure ti conosco appena! Non so cos'è tutto questo, non lo so... in genere lo chiamano Amore, con la A maiuscola, ma io non lo so... perché in fondo non ci conosciamo... eppure tu sei tutto quello che dice questo brano! Aspetta, facciamo in un altro modo... io non ce la faccio a continuare... ti metto le cuffiette e te la faccio ascoltare con quelle. Ci stai, tesoro?" Lei stringe la mia mano ed io attacco le cuffie al mio cellulare e le inseisco, con delicatezza, nelle sue orecchie. "Ah... aspetta, dimenticavo. Ho cambiato una cosa... perché per me "tu sei la più bella di tutte le favole"!" le dico per poi far partire la playlist. Non so cosa stia succedendo nella sua testa, ma vedo i suoi occhi diventare lucidi, e questo dimostra che mi sente, che mi capisce. Io mi perdo in quegli occhi, che sono così semplici, eppure così profondi... così spenti, eppure più vivi di mille occhi accesi!

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