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Hermanos <43>

MICHELE
Mio fratello è terrorizzato, lo so perfettamente... ha sempre avuto difficoltà ad instaurare rapporti d'amicizia, ma non credo gli sia mai capitata un'amicizia così. Lo guardo e vedo i suoi occhi gonfi e rossi, poi guardo lei e vedo la sua espressione stanca. Lei combatte tutti i giorni con suo fratello, e non lotta solo per se stessa, ma anche per mio fratello, e non perché lui sia un codardo, ma perché non vuole ferirlo e per questo evita di metterlo al suo posto. Voglio molto bene a mio fratello. Quando si è ammalato avevo paura per lui, e adesso che lo vedo così fragile mi sento in colpa per essergli stato così lontano, ma so che non potevo fare altrimenti. Lui stesso me l'ha detto molte volte. Ricordo un'occasione, un anno fa, in cui l'ho chiamato. Lui faceva fatica a parlare perché piangeva a dirotto... io gli ho chiesto più volte cosa fosse successo e lui ha risposto che non era niente. Gli ho detto che se avesse voluto avrei chiesto a Ginevra di saltare qualche giorno di scuola e venire con me in paese, ma lui mi aveva detto che non era il caso che mi agitassi per qualche lacrima.
Avrei dovuto capirlo allora, e mi maledico mentalmente per non averlo fatto... poi torno a guardare Giulia e il suo viso stanco.
a dentro di me quando la guardo. Il mio cuore accelera i battiti e capisco ancora di più perché Igino tiene a lei... solo che, pur conoscendola da pochissimo, a me sembra di volerle bene in un modo diverso.
Ripenso a quando le ho chiesto cosa fosse successo a mio fratello e al fatto che lei avesse paura di dirmelo. O meglio: non voleva far nulla contro Igino, ma al contempo voleva dirmi la verità affinché io lo aiutassi e questi conflitti interiori ce li ha solo qualcuno che ti vuole un gran bene. Lei ama mio fratello e spero che il fatto che lui le voglia bene, ma non in quel modo, non le dia un motivo in più per lasciarsi andare lentamente. Di certo non sarebbe l'unica ragione, perché di fondo ci sono tutte le cattiverie che le ha fatto e continua a farle Matteo. Spero che si risvegli al più presto, perché mi sembra orribile che una ragazza come lei debba stare qui, in questo letto. Ne ha già fassate tante, (anche perché so che non è cieca dalla nascita e che lo è diventata per colpa di suo fratello e ha dovuto abituarsi in fretta a questa nuova realtà). Lei è molto forte ed io non posso, non voglio credere che lei possa scegliere di abbandonarci.
Mio fratello si scuote appena sulla sedia, alza la testa ed apre gli occhi.
"Michele... sei rimasto qui tutta la notte?"
"Certo. Non ti lascio solo, fratellino. Non dopo quello che hai passato..."
"Michele... lei come sta? Si è svegliata?" mi chiede Igino.
"No, ma abbi fiducia! Questa ragazzina da un momento all'altro si sveglierà e ti butterà le braccia al collo... e sono sicuro che farà di tutto per riprendere a camminare il prima possibile, perché desidera correre insieme a te e vuole assistere al momento in cui straccerai tutti i tuoi compagni ai campionati di educazione fisica della tua scuola." lo rassicuro. "Hai visto com'è, no? Per la maggior parte è introversa, però sa anche scherzare su se stessa, e sa rispondere a tono quando qualcuno le dice qualcosa che non dovrebbe dire. Anzi: credo che non le stia più molto bene il fatto di tenersi le cose dentro. Lei... lei di certo te l'avrà detto... spesso è come una pentola a pressione, che tiene tutto dentro, ma a un certo punto sbotta... è solo che il suo livello di sopportazione silenziosa si è azzerato, quindi lei subisce, ma manda lo stesso suo fratello a sbattere contro il muro quando lui la ferisce."
"Michele, io ho paura. Lei è la mia prima, vera amica... e nonostante tutte le cose che mi ha detto... mi sta aiutando con Marta. Ti rendi conto, Michele? Lei mi aiuta con la ragazza che mi piace... anche se... insomma... voglio dire..."
"Anche se è cotta di te." lo aiuto, perché so quanto lui sia in difficoltà. "Lo sai perché, Igino? Perché lei è una ragazza matura e intelligente, con tutto quello che ha passato. Sa che tu non hai colpa, che ci sono delle cose che ti caratterizzano e che l'attirano. Un'altra ti avrebbe reso la vita impossibile e invece... lei ti aiuta proprio perché tiene moltissimo a te" gli dico.
"Tu sei sicuro del fatto che si riprenderà?" mi chiede agitato.
"Dalle la mano" gli dico. "Su, dalle la mano!"
Mio fratello le prende la mano, poi lo sento irrigidirsi. "Michele... Michele, girati! Guarda le sue dita! Guarda cosa sta facendo!" dice.
"Ti sta stringendo la mano! Hai visto, Igino? Te l'avevo detto che lei non si sarebbe lasciata andare" lo rassicuro.
"Sai, Michele, vorrei avere la metà della forza che ha lei." mi dice, e se da una parte sono felice che lui provi tanta stima per qualcuno che non è della nostra famiglia e che non è la ragazza della sua classe, che è a sua volta cotta di lui, ma non ha il coraggio di rivelarglielo perché potrebbe avere problemi, dall'altra a me fa paura che abbia così poca stima di se stesso. Allora gli dico quello che so con certezza che lei gli ha detto un sacco di volte.
"Certo che sei forte, fratellino. La tua forza sta nel continuare a lottare, nel continuare a non detestare Matteo nonostante tutto quello che ti sta facendo passare, Igino. Tu non sei un debole... è solo che sei buono."
"Me lo dice sempre anche Giulia" mi dice mio fratello. "Però io credo che entrambi me lo diciate solo perché mi volete bene... Matteo si diverte così tanto a ferirmi perché io non reagisco... e non lo metto al suo posto, Michele!"
"E perché lui non fa altro che prendersela con te quando potrebbe prendersela con chiunque? Non gli conviene di sicuro accanirsi su chi gli passa i compiti! Lui lo fa solo perché vorrebbe essere uguale a te, ma dato che non ci riesce è più facile attaccarti che imparare qualcosa da te!"
"Non sono un modello di virtù, Michele! Perché Matteo dovrebbe volere questo? Perché lui, che è un calciatore, bello, palestrato e tutto quanto, dovrebbe voler assomigliare ad un..." Si ferma all'improvviso.
Vedo che Giulia stringe ulteriormente le sue dita, come se avesse capito quello che sta per dire, e mi viene da ridere.
"Grazie, piccola" le dico sottovoce. "Tu sì che conosci mio fratello..."
Poso la mano sulla spalla di mio fratello e dico: "Non dire "secchione" che altrimenti la tua amica s'innervosisce!"
"Lo so, ma non riesco ad evitarlo... lei ci ha provato tante volte a dirmelo, ma ogni volta che Matteo me lo ripete, io... io me ne convinco, capisci?" dice.
"Lo so. Adesso ti dico una cosa: io facevo l'indifferente... però non credere che il fatto che i miei compagni di classe mi deridessero o mi escludessero non mi abbia fatto soffrire."
"Dici davvero?"
"Certo... però io avevo dell'altro a cui pensare... tipo quell'angelo di mio fratello in un lettino d'ospedale" dico battendogli delicatamente la spalla su cui avevo appoggiato la mano. "Dai, vai a prendere un po' d'aria... resto io con Giulia e ti giuro che se si svegliasse te lo farò sapere immediatamente!"
"No, Michele... non me la sento... comunque grazie. È stato bello da parte tua cercare di farmi sentire forte... magari potessi crederci per davvero, come ad una favola..."

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