Gli opposti si attraggono... ma solo in fisica! <65>
GIULIA
Per fortuna né Matteo né Igino erano in condizioni troppo gravi, quindi abbiamo potuto riportare a casa entrambi. Io adesso sono vicino al suo letto e gli tengo la mano. Era da un pezzo che non mi capitava di vivere una situazione d'intenso affetto con mio fratello, per quanto si tratti di un affetto silenzioso. Lui non si è ancora svegliato, ma è forte ed io sono fiduciosa. Ripenso al gesto di Igino: ha dimenticato tutto quello che faceva per soccorrere Matteo, nonostante siano successe delle cose che in realtà io non so e che l'hanno fatto stare molto male. Non credo si tratti soltanto di quella storia del giornale della scuola. Sono sicura che non sia quello.
Sento un leggero movimento e Matteo che mi stringe la mano.
Un leggerissimo mugolio mi riscuote del tutto e lo sento stringere forte la mia mano. Lui spinge leggermente per tirarsi su a sedere, ma io lo blocco mettendo un braccio davanti al suo corpo. "No, Matteo, no... stai giù." dico."Dove sono?" mi chiede Matteo.
"Sei a casa, Matteo. Questo è il tuo letto" gli dico tranquilla. "Va tutto bene, non alzarti... aspetta ancora un po', ti prego."
"Chi ha vinto?"
"Ci sarà tempo per questo, Matteo" dico senza lasciargli la mano.
"Chi ha vinto?"
"Sei serio? Tu saresti annegato se non fosse intervenuto Igino e ti preoccupi di chi ha vinto quella competizione? Dormi, che è meglio!" dico, perdendo qualsiasi tipo di pietà per lui. Gli lascio la mano, perché mi è scattato qualcosa dentro.
"Lui, vero? Ha vinto lui, Giulia?" chiede Matteo.
"Sì! Ha vinto lui! Contento?"
Matteo inizia ad agitarsi, senza controllo.
"Non posso crederci! Quindi Igino faccia d'angelo alla fine ce l'ha fatta!"
"Non una parola di più, Matteo!" esclamo con rabbia.
"Non continuare a difenderlo!" salta su lui, alzando la voce.
"Io invece lo difendo, perché se lo merita! Con l'inferno che tu gli stai facendo passare, lui ti ha un momento salvato la vita, ma roba da niente, sia chiaro, eh? Tu, invece, pensi solo di non aver vinto una stupida coppa dopo aver mandato Michele a mettergli lo sgambetto e aver tenuto sott'acqua una ragazza soltanto perché si frapponeva fra te e il premio!"
"Tu non sai niente!" mi dice lui con rabbia.
"E tu? Che cosa sai tu, eh? Sei solo un megalomane, egoista, pallone gonfiato e anche imbecille! Hai idea di quello che ha sofferto Igino? E di quello che ho sofferto io per le parole orribili che mi hai sputato addosso come una serpe velenosa? E guardami quando ti parlo! Io non so niente, ma tu sai ancora meno, e poi io non so niente perché tu non parli!"
"Mi hai fatto venire un gran mal di testa!" esclama Matteo.
"Tu mi hai fatta diventare cieca! Un'emicrania è il minimo che ti meriti... e fatti un esame di coscienza, io sono stanca di starti dietro!" dico alzandomi dalla sedia per poi chiudere la porta. Vado in camera mia, perché sono veramente stanca di tutto! Come può essere così superficiale? Come può preoccuparsi per una coppa quando un ragazzo è andato sott'acqua per liberarlo e l'ha trascinato di peso fino al bordo? Beh, perfetto: a questo punto io vado a trovare lui per rifarmi le orecchie e il cuore! Ne ho davvero bisogno.
IGINO
Apro lentamente gli occhi e sento sotto il mio corpo la morbidezza del mio letto, completamente diverso da quello dell'infermeria.
"Ehi, fratellino! Come stai?" mi chiede Michele.
"Mi fa un po' male la testa... che è successo? Perché mi sento come se mi avesse travolta un'onda di due metri?"
"Molto meno, Igino, ma l'acqua c'entrava." dice dolcemente mio fratello, poi una scampanellata ci riscuote. Vedo mio fratello dirigersi verso la porta e quando torna esclama: "Guarda un po' chi c'è, Igino! Ciao Giulia!"
"Giulia... come stai?" le chiedo.
"Bene! Tu come ti senti?" chiede lei.
"Intontito... e ora sto ricordando quello che è successo... come sta Matteo? Si è ripreso?"
"Oh, che bisogno avevo di parlare con te, Igino!" mi dice sorridendo.
"Perché, Giulia? È successo qualcosa?" chiede Michele.
"No... ne avevo bisogno e basta" rispondo.
"Non è che c'entra la vittoria dei campionati di educazione fisica?" domanda mio fratello.
"Perchç? Chi ha vinto?" chiedo.
"Guarda un po' qui" dice Michele tirando fuori la coppa.
"Ma no! Questa non è mia, no!"
"Sì che è tua!"
"Non può essere così, Giulia!"
"E perché no?"
"Perché sono successe tantissime cose! Non può esserci un vincitore... ci sono stati inconvenienti su inconvenienti!"
"Sì che può esserci, Igino! Tu sei stato coraggioso, hai giocato lealmente, hai abbandonato il tuo posto per aiutare altri partecipanti e sei anche arrivato per primo, quindi è giusto che abbiano premiato te piuttosto che mio fratello e la prova è il fatto che appena ha aperto gli occhi Matteo si sia preoccupato di questo, e non di come stessi tu, cosa che tu hai fatto! Di cosa ti preoccupi? È giusto così!"
GIULIA
Sono passati tre giorni dalla gara e bisogna tornare a scuola. Sia mio fratello che il mio migliore amico si sono ripresi in fretta, ma a mia madre costerà comunque molto buttare giù dal letto Matteo. Ehi, fermi tutti! Non è che a me e ad Igino faccia piacere andare a scuola, ma in questa scuola c'è qualcosa di positivo e almeno a me fa piacere andarci.
Nella vecchia scuola nemmeno io volevo andarci, perché i ragazzi erano un disastro e non è che sui professori si potesse contare.
Vado davanti alla casa del mio amico e lo aspetto. Non so bene perché, ma ho una brutta sensazione e non voglio che lui rimanga da solo.
"Ehi, Igino!" dico riconoscendo un passo rapido che si dirige verso di me. Sono contentissima del fatto che lui stia meglio.
"Ce l'ho fatta, Giulia! Sono riuscito a scrivere la parte rap!" dice elettrizzato, stampandomi sulle guance un bacio per parte.
"Davvero? Dai, mandamela! Non vedo l'ora di leggerla!" gli dico, elettrizzata anch'io.
"È breve, ma mi piace com'è venuta" mi dice.
"Ah, sono felice!" gli dico stringendolo in un abbraccio. Da quando lo conosco sono diventata molto più espansiva... la sua vicinanza mi fa bene. Lui è un angelo, davvero.
"Ah, siamo alle coccole, ora?" chiede... Matteo? Ma che cosa ci fa qui?
"Tranquillo, ci penso io a lui" sussurro all'orecchio del mio amico, che solo al suono della sua voce si è irrigidito.
Altro che fastidio, il mio amico prova il più puro timore per quella voce!
"Ma come? Non è presto per te, piccolo Matt?"
"E tu perché t'intrometti? Non devi farlo, m'infastidisci" mi dice lui.
"Ah, davvero? Che bello, allora mi metterò in mezzo più spesso quando tu avrai la luna storta e sfogherai le tue frustrazioni sul primo che ti capita a tiro... o forse tu fai in modo che il primo che ti capita sia sempre lui, eh?"
"Ma cosa ci trovi in quell'imbranato? In quel nerd?"
"Te lo spiego subito, fratellino! Un nerd, come dici tu, ha una cosa che a te manca!"
"E sarebbe?"
"Un cuore. Non so se ne hai mai sentito parlare... di solito le persone che conciliano intelligenza e sensibilità nel loro modo di essere, hanno un grande cuore... quelli come te, invece, si elevano come fossero dei maestri di vita, ma non sanno niente! Che ne sai tu di com'è vivere veramente? Tu sai solo gridare e calcpestare gli altri... non sai niente! E come ti ha battuto qualche giorno fa in ambito sportivo, il mio amico potrebbe batterti anche in tante altre cose... in intelligenza, per esempio. In quella tu perdi in partenza se agisci come un rullo compressore!"
"Hai finito?"
-Non sai quante ancora avrei da dirtene, ma non importa, mi accontenterò di averti detto che sei un idiota!"
"Vedremo chi è l'idiota!" mi dice lui.
Va via in fretta e il mio amico, con voce tremante, chiede: "Ma che gli ho fatto di male? Non è possibile che ce l'abbia con me solo perché sono un..."
"Non dire nerd! Non dire nerd, ti prego!" dico serrando la mascella. "Te lo dico io perché fa così."
Gli prendo anche l'altra mano e mi metto di fronte a lui.
"Mio fratello vorrebbe essere come te, ma non riuscendoci preferisce fare il Boss del cavolo e maltrattarti, o, in alternativa, se la prende con te perché sa che ti voglio bene... però almeno se la sta prendendo con te solo a parole... vero?"
"Sì... sì, certo." balbetta lui, e questa nota d'incertezza nella sua voce mi fa trasalire.
"È successo qualcosa che non mi hai detto, Igino?" chiedo.
"No, affatto... non è successo nulla, davvero!"
Sento i suoi occhi su di me. "Però... lui mi ha parlato del patto che avete stretto. Tu hai permesso che lui ti facesse del male per..."
Lui si ferma ed il mio cuore si schianta contro qualunque organo ci sia dietro qualunque organo abbia dietro e lo sento frantumarsi ancora un po'.
"Io... io non voglio che tu ti creda debole per questo... ma sei decisamente troppo buono e mio fratello ne approfitta! È un atteggiamento che non tollero e... anzi, per dirla con le sue parole quel suo modo di fare mi dà fastidio..."
Ed è vero. Non sopporto che lui faccia così.
"La sai una cosa? Forse, in fondo, non hai tutti i torti... io non voglio più arrabbiarmi. Non per lui... anche perché ho sua sorella come amica e lei è una tosta, come dice mio fratello... anzi, credo che mio fratello abbia una bella cotta per questa ragazza, e non senza motivo..."
"Facciamo così: adesso mettiti una cuffia. Ora ti faccio ascoltare una cosa che spero possa piacerti."
Lui infila un auricolare ed io l'altro. Faccio partire la canzone: "Cuore Nerd" di J-Ax, Fedez e Alessia Cara. Intono il ritornello cambiando alcune parole come "videogames" in "libri, okay", e lui mi sorride.
"Davvero ti piace che io sia così, Giulia?"
"Ma certo, Igino! Io sono felice... odio i maschi Alpha! Sono tutti dei montati... Michele, tuo fratello, ad esempio non è un maschio Alpha! È un vero uomo, e per me un maschio Alpha non lo è" gli spiego. "E ora andiamo che si fa tardi..."
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