Forgiveness <123>
GIULIA
"Igino! Tesoro mio, dove sei?"
"Sono qui, Giulia! Oltre la porta bianca! Ricordi che tu stessa l'hai vista, un po' di tempo fa?"
"Sì, ma tu che cosa ci fai lì?"
"Giulia... io non ne potevo più di pensare a cosa sarebbe successo, una volta tornato a scuola... temo che il cambiamento di Matteo sia solo una cosa temporanea e non credo di poterlo sopportare ancora a lungo."
"Ma... ma io come farò senza di te? Insomma, voglio dire: è vero che eravamo lontani e tutto il resto, ma... un conto è stare lontani fisicamente... e un altro è non vedersi mai più! Igino, io non ce la faccio..."
"Vieni con me."
"Come sarebbe?"
"Sì! Vieni con me! Staremo bene... niente più bulli, niente più dolore, e tu tornerai a vedere!"
"Ma i miei... e tuo fratello... Igino, io..."
"Loro ci vogliono molto bene. Vedrai che capiranno... vieni con me, ti prego!"
Potrei stare con lui... potrei vedere il suo bellissimo viso, riabbracciare Mamma Giulia e magari essere utile ad altri più di quanto io lo sia stata da questo lato. Provo a fare un passo, ma di colpo sento che qualcuno mi attira verso di sé, tenendomi così stretta da non permettermi di muovere un passo.
"Giulia, non farlo! Non è vero!" dice una voce sottile, quasi irriconoscibile.
E ripeto: quasi, perché il mio cuore mi dice che quella voce è del mio migliore amico.
"Giulia, vieni con me... vedrai che starai bene!" dice il ragazzo di fronte a me, che non so più chi sia.
Il cuore inizia a battere così forte che ho paura che possa sfondare la cassa toracica. Il ragazzo che mi sta abbracciando stringe la presa e mi dice: "Piccola Robin... tu sei rivoluzione, e lo sai che le rivoluzioni non finiscono senza portare almeno un cambiamento."
"Non ascoltarlo!" dice l'altro Igino, con tono più aggressivo.
È proprio in quel momento che realizzo. Punto un dito contro il ragazzo di fronte a me ed esclamo: "Tu non sei il mio Igino! Lui non mi avrebbe mai urlato contro, neanche se fosse stato nervoso!"
"Tu verrai con me... che ti piaccia o no!" E inizia a strattonarmi, mentre il vero Igino continua ad abbracciarmi.
"Giulia! Ehi!"
Michele mi scuote per un braccio e quando finalmente realizzo di aver avuto ancora lo stesso incubo, riprendo a respirare, anche se con un po' di difficoltà.
"Così... brava, respira... tranquilla" dice Michele con dolcezza, stringendomi la mano sinistra.
"Oh, Michele!"
"Cosa c'è, piccola? Dimmi: cos'hai sognato per spaventarti così?"
"Igino... Igino era..." balbetto. "Cioè, non era lui! C'era un falso Igino che diceva di essere... andato all'altro mondo... il mio Igino... il mio tesoro... ma poi lui è arrivato e mi ha impedit odi... di seguire il falso Igino..."
"Calmati, piccola. Igino non si è sdoppiato, ho appena parlato con il suo medico e ha detto che la situazione è rimasta la stessa. Anzi: è molto sorpreso, ma sembra molto meno costretto a pensare positivo... ricordi che ci diceva sempre di non partire sconfitti, ma con un po' di sforzo? Adesso mi ha detto che probabilmente ce l'abbiamo fatta, Giulia!"
"Dici davvero?"
"Ma sì, Giulia! Forse siamo vicini al risultato!"
LARA
Sono insieme a Matias, per strada, ma ho la testa totalmente da un'altra parte. Oggi non sono neanche andata a scuola. Non riesco a stare attenta a nulla: non faccio che vedermi il volto speranzoso di Igino davanti agli occhi, ogni volta che mi tendeva la mano per offrirmi le barrette kinder.
""Ehi, Lara... ciao..."
"Ehm... ciao, Igino!"
"Ehm... io... io avevo pensato di portarti una cosa..."
"Oh..."
Ha infilato una mano nello zaino e ne ha estratto un pacchetto quadrato. Io lo fissavo incantata, ma vedendo che lui spostava il peso da una gamba all'altra, nervosamente, l'ho aperto e vi ho trovato le barrette al cioccolato.
"Sapevo che ti piacevano, e..."
"Grazie..." ho detto in fretta.
Piera mi aveva vista e io, mentre lei mi parlava, continuavo a fissare Igino e i suoi occhioni azzurri pieni di speranza.
"Ma sei impazzita? Non devi mai accettare niente da lui, capito? Vuoi che Matteo ti faccia patire le pene dell'inferno?"
E l'ho visto, lì, appiattito contro la porta.
I suoi occhioni azzurri sono diventati lucidi come due perle.
Lui piangeva silenziosamente, perché nessuno potesse sentire.
Ed è quello che ha fatto anche quella mattina."
Mi riscuoto dai miei pensieri, ma stavolta sono i miei occhi ad essere diventati lucidi come due perle!
"Lara... chica, qué pasa?" mi chiede Matias.
"Sono stata cattiva! Povero Igino! Lui... lui è stato l'unico ad avere un pensiero per me... nemmeno le mie migliori amiche hanno pensato di portarmi qualcosa che mi piacesse... lui è stato l'unico, ma io l'ho cacciato via..."
"Lara, calmati" mi dice Matias con dolcezza. "Non sei stata cattiva. Il fatto è che avevi paura, tutto qui."
"Matias... vorrei fare qualcosa per lui... io... insomma, accettavo i suoi regali, ma non gli rivolgevo mai la parola... ora vorrei fare qualcosa..."
"Bene... allora vieni con me!" E, senza darmi il tempo di rispondere, Matias mi porta con sé e ci troviamo davanti ad una libreria.
"Che ci facciamo qui, Matias?" chiedo.
"Chica, no entiendes? A Igino le gusta leer... ehm... a Igino piace leggere, giusto? Lui ti ha fatto un regalo, tempo addietro: qualcosa che ti piaceva, quindi tu farai lo stesso e, se te la senti, potrai anche scrivere un bigliettino!"
"Matias, ma tu sei un genio!" esclamo e, rischiando di far cadere dei libri da uno scaffale, vado ad abbracciarlo.
Guardo incantata quei libri enormi, che praticamente mi sono sconosciuti... e improvvisamente vedo qualcosa che sono sicura che gli piacerà.
"Matias! L'intera saga di Harry Potter! Lui i libri li ha sempre letti in prestito, perché non poteva permetterseli... oddio, chissà cosa penserà quando si sveglierà e li vedrà!"
"Bene, allora è deciso!" esclama Matias.
Scegliamo i libri e, proprio quando stiamo per andare a pagare... realizzo di aver lasciato a casa i soldi!
"No... M-Matias... se aspetti un attimo qui, i-io vado a casa..."
"Non ti preoccupare, cara. Ci ha già pensato il tuo ragazzo a pagare." mi dice la commessa.
"Sì... lo so che tu sei un poco... ehm... esbadata!" mi dice lui sorridendo. "Es... un regalo... ehm... è un regalo per un amigo... me lo può incartare, por favor?"
"Ma certo!" dice gentilmente la commessa, guardando Matias con occhi incantati.
Ecco: ora voglio che la pianti di fissarlo in quel modo o giuro che mi arrabbio!
Matias, come se avesse capito, mi si avvicina e mi circonda le spalle con un braccio, tenendomi vicina a sé.
Prendiamo il regalo, salutiamo la ragazza ed usciamo dalla libreria.
"Oddio, è proprio bella!" esclamo. "La commessa, dico."
"Lei sarà anche bella... pero tu eres una modella curvy, o no?" mi dice Matias accarezzandomi una guancia. "E quando le telecamere te rreprenderanno... yo seré muy orgulloso, porque esta chica maravillosa es mi novia..." Non sto capendo granché, a dire il vero, ma dal suo tono e dalla sua espressione capisco che è una cosa positiva quella che sta dicendo.
Prendo al volo anche un foglio ed una penna e scrivo qualcosa da aggiungere al regalo... spero che basti. Non l'ho mai fatto, quindi magari a lui non piacerà quello che ho scritto.
Stiamo andando in ospedale, per consegnare il regalo ad Igino, quando incontriamo Giulia e Michele.
"Ehi, Lara! Matias!" esclama Giulia, correndoci incontro. "Lara, cos'è quello?" chiede, sfiorando il pacco.
"È... un regalo per... per Igino" balbetto, notando che Michele mi sta guardando di traverso.
"Ah, davvero? Prima tu e le tue amichette lo abbandonate al suo destino e poi lo riempite di regali? Ma fate sul serio?"
"Michele, io... io..."
"E cosa succederebbe se dopo Matteo venisse un altro ragazzo a dirvi di lasciare da solo mio fratello? Gli dareste ascolto, immagino, vero? E allora tutti questi regalini a cosa gli servirebbero? A soffrire ancora di più per colpa vostra, eh?"
"Michele... i-io..."
"È anche da parte mia, Michele!" interviene Matias. "E credimi: Lara è stata malissimo in questi giorni!"
"Tu puoi anche venire insieme a noi in ospedale, Matias... ma tu devi stare alla larga da mio fratello, capito? Non voglio assolutamente che tu, Piera e Marta vi avviciniate di nuovo a lui, hai capito?"
"Michele, per l'amor del cielo!" prova ad intervenire Giulia, ma lui è implacabile.
"Non ho assolutamente intenzione di aspettare che tu e la tua banda di matti combiniate qualche scherzo a mio fratello!"
"Michele, per favore!" insiste Giulia.
"Ringraziate che lei è buona! Tu e le tue amiche! Anzi: ringraziate che lei e mio fratello sono buoni, altrimenti giuro che avrei fatto tutto e il contrario di tutto per farvela pagare!"
"MICHELE!" grida Giulia. "Per favore, adesso basta!"
Io, intanto, sono in lacrime.
"Lara, non fare così, ti prego" dice dolcemente Giulia, circondandomi le spalle con un braccio. "Su, calmati... non piangere!"
"Lacrime di coccodrillo!" dice Michele, senza preoccuparsi di nasconderlo.
"Insomma, Michele! Ma che ti prende? Non ti riconosco più!" esclama Giulia.
"È questo che loro, in branco, hanno fatto ad Igino, Giulia! Non li voglio vedere in ospedale accanto a lui!" esclama lui, infuriato.
"Michele... io le ragazze le ho conosciute quando erano sole e soprattutto lontane da Matteo. Piera è cotta, anzi, abbrustolita, dell'amico di Matteo... Lara avrebbe voluto avvicinarsi ad Igino, ma aveva paura visto che Matteo la prendeva in giro già per il suo aspetto esteriore, e l'unico motivo era il fatto che fosse Curvy... per quanto riguarda Marta, poi... lei ci ha provato in tutti i modi a proteggerlo e a non perdere le sue amiche, e... credimi: il giorno di quel maledetto incidente non c'era modo di tenerla ferma... ho anche avuto paura che cercasse di aggredire Matteo, sinceramente..."
Anche gli occhi del mio ragazzo iniziano a lacrimare mentre parla di queste cose. Lui è sempre stato con noi... con tutti noi, compreso Igino.
"Michele... non possiamo pretendere che le cose cambino se non siamo disposti a perdonare e a tendere la mano a chi ci ha fatto del male!"
A quanto pare Giulia è l'unica a non piangere, perché anche Michele si è accasciato a terra ed è scoppiato in lacrime. Non ce la fa più, io lo capisco... e poi... ha perfettamente ragione ad avercela con me.
"Guarda me, per esempio: ricordi che dicevo sempre di odiare Matteo? Siete stati proprio tu e tuo fratello a farmi capire che non era così... io non lo odiavo per niente, ma ho dovuto attraversare anche questo per capire quanto fosse fragile mio fratello, e forse è proprio per questo che gli sono rimasta accanto quando lui ha detto che era dispiaciuto per quello che era accaduto ad Igino. Questo me l'ha insegnato proprio lui: il mio koala... lui aiuta tutti, a prescindere dal fatto che gli abbiano fatto del male o meno. Lui stesso mi ha fatto capire che perdonare è la cosa migliore da fare. Noi possiamo cambiare le cose, possiamo fare la differenza. Non è troppo tardi, ma per farlo dovremmo riuscire a non portare rancore, Michele! Credimi: non serve a niente!"
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