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Festa, fratelli, balli e scoperte <37>

GIULIA
Ho scoperto che Marta ha inventato lì per lì la storia di mia madre per togliermi d'impiccio. È davvero un'amica: nonostante s'interponga tra noi qualcosa che potrebbe allontanarci, lei ha deciso di aiutarci. Anzi: forse, paradossalmente, è proprio l'affetto che entrambe proviamo per Igino ad averci avvicinate più di quanto entrambe potessimo anche solo immaginare.
Igino non sa niente e prego che questo bruciore, anche se non è troppo forte, mi passi presto, perché voglio abbracciarlo e stargli accanto.
Ora sono a casa e ho messo dei cerotti sulle scottature. Matteo sta cercando di parlarmi, di addolcirmi, ma io non sono Igino, purtroppo per me e per lui, e per quanto possa essere una Nerd a tutti gli effetti, non sono così buona con chi prima cerca di fare il gradasso e poi viene a cercarmi con la coda tra le gambe. Sono stanca di lui e dei suoi sbalzi d'umore, non li asseconderò mai più! Basta che lasci tranquillo il mio amico... per il resto può fare quello che diavolo gli passa per la testa, non me ne importa niente!
"Avanti, sorellina! Esci di lì" mi dice.
"Che cosa vuoi, ancora? A scuola sarai un Boss, ma a casa sei un completo idiota, hai capito?" lo fulmino. "E ricordati una cosa: i Boss... quelli come te, per intenderci, non ci arrivano a finire il liceo, perché li ammazzano prima! Nel tuo caso la tua anima uno di questi giorni se la squaglierà!"
Inizio a prepararmi per la serata. Non manca moltissimo a dire il vero, quindi indosso il mio vestitino rosso con lo spacco a forma di cuore dietro le sparre. Porterò anche una giacca, perché so che la sera fa piuttosto freddo. Niente trucco, perché non mi piaceva quando vedevo, figuriamoci adesso che ho perso la vista! Infilo un paio di stivaletti anti-pioggia che mia madre dice che sono molto carini. Indosso il ciondolo che mi ha regalato Igino, (mia madre ha usato un filo come collana, per cui stavolta Matteo dovrebbe avere qualche problema in più a spezzarmelo). Metto le solite gocce tra i capelli, delle gocce che amo perché non mi fanno sentire sporca, e metto un fiore finto nello stesso punto, una volta asciugate. Non vedo l'ora che il mio amico venga a prendermi! Mi ha detto che, da bravo cavaliere, vuole scortarmi lui fino alla festa.
Sento suonare il campanello e quando vado ad aprire la porta, sento due braccia calde e forti stringermi forte ad un petto altrettanto morbido, ma anche forte, scolpito, e una voce dolce mi sussurra: "Sei bellissima, amica mia! Come sempre, però di più... insomma, voglio dire..."
"So che mi vuoi bene, ma adesso non esagerare."
Usciamo insieme di casa e ci dirigiamo a scuola, dove ci accoglie una musica di sottofondo. Lui mi porta in uno spazio abbastanza nascosto. So perfettamente a cosa pensa, ed è un desiderio che condivido in pieno, ma non so quanto questo possa essere d'aiuto. In ogni caso, da bravi introversi quali siamo, ce ne stiamo su un divanetto in fondo alla sala.
"Tutto bene?" gli chiedo. Spero che Matteo non abbia ideato qualche strano piano anche con lui, perché vado a cercarlo e me lo porto a casa tenendolo per il colletto della camicia, quant'è vero che siamo fratelli!
"No... tu, invece? È da stamattina che ti comporti in modo un po' strano" mi dice.
Credo che lui si riferisca alla tensione che manifestavo oggi non appena mi toccava. "Non è nulla." gli dico, ma so che non è per niente persuaso.
Improvvisamente qualcuno si avvicina a noi. Si tratta di Matias e Lara.
"Hola, chicos!"
"Matias! Alla fine sei venuto, eh?" dico, dato che Lara inizialmente non aveva il coraggio d'invitarlo.
"Sì. È venuta l'amica de mi amor... ehm... della mia ragazza, e me ne ha parlato. Quella ragazza un po'... ayudame, Igino. Quella che è buona, ma crede un po' troppo in se stessa... Madre de Dios, cómo era, cómo era? Cómo era?"
"Credo tu intenda dire "egocentrica", ma poverina, non sarà un po' troppo?" gli viene in soccorso Igino.
"Claro... tienes... hai ragione, Amigo! Comunque... qué hacemos? Vamos a bailar?" domanda l'argentino. So per certo che il mio amico è arrossito come un peperone, perché lui di solito non balla. Non me l'ha detto, ma l'ho capito perché io sono esattamente come lui... o almeno lo ero, prima che Matteo mi mettesse le mani addosso. Sorrido e mi volto nella sua direzione per poi dirgli: "Non sei costretto. Dimmi solo se te la senti o no. D'accordo?"
"Va... va bene" balbetta per poi alzarsi, "ma solo se tu sarai la mia amica-dama!" Io sorrido al nome che ha usato e, piuttosto tremante, mi alzo anch'io e mi appoggio al suo braccio. Lui mi sorregge e, sorprendendomi, mi porta al centro della pista. La canzone che è partita è la versione italiana di: "Everyday", e s'intitola: "Io E Te". Non è precisamente un lento, ma è una canzone molto romantica. Lui è veramente bravo ed io mi lascio condurre.
"Ma guarda! Studente modello, rapper, cantante anche di altri generi, scrittore di musica, e adesso ballerino... cos'altro dovrò scoprire di te?"
"Ehm... ecco... io..." balbetta il mio amico. Il mio cuore batte fortissimo a contatto con il suo, ma io so che lui non potrà mai provare per me quello che io provo per lui. Improvvisamente, però, riconosco la voce di una ragazza.
"Va' da lei, Igino" sussurro lasciandolo andare, per quanto mi costi.
"Ma... ma..." dice lui in un soffio. È terrorizzato, il mio povero koala!
"Va' da lei, Igino. Non preoccuparti per me... e abbracciala forte. Sono certa che a lei non dispiacerà."
E la verità è che alla fine non mi sono sbagliata. Lei ha esitato molto prima di accettare, per una questione d'immagine, a quanto pare, ma alla fine si è lasciata andare.
"Tutta sola?" chiede una voce.
"Ma tu... tu sei Michele! Il fratello di Igino... vero?"
"Sì. Sai, è stato bello da parte tua mandare mio fratello dritto dritto tra le braccia della ragazza che gli piace... anche se ti costa. So che ti costa." mi dice dolcemente. "Lo so... non sono mio fratello, ma volevo chiederti se hai voglia di concludere con me questa canzone."
Tendo la mano timidamente e afferro la sua. È morbida e calda... uguale a quella di Igino, solo che lui sembra volermi proteggere piuttosto che essere protetto.
Beh, in realtà anche Igino è molto protettivo con me. Non conosco bene Michele, ma sto bene anche con lui... inoltre sono entrambi bravi ballerini.
"Ti lasci guidare molto bene, sai?" dice lui, avvicinandosi al mio viso.
"Beh, per un anno non ho fatto altro." rispondo. "Ehm... Michele... posso farti una domanda?"
"Certo, dimmi."
"Come hai fatto a capire che... che io..." dico arrossendo.
"Perché io vedo il modo in cui ti occupi di lui. Non come una mamma, una sorella, un'amica... è un'altra cosa... è come se stessi maneggiando un oggetto di cristallo... e lui fa lo stesso con te, ma non arrossisce quando gli parlo di te."
La canzone s'interrompe e Michele, capendo che mi sento un po' a disagio in mezzo alla pista, mi porta via.
"Vieni, siediti sul muretto" mi dice. "È alle tue spalle." Io mi siedo e lui posa una mano sul mio ginocchio, con delicatezza. "Vuoi parlarne, Giulia?" chiede. "Io ti conosco poco, ma ho visto molto dolore nei tuoi occhi. Perché?"
Non posso certo dirgli che il mio fratello maggiore è un ridicolo bulletto da due centesimi, che non fa altro che tormentare me e il mio migliore amico e che oggi me ne ha combinata un'altra. "È... è perché lui non potrà mai ricambiarmi, Michele... però non merita che io lo allontani solo per questo, e sono contenta che lui non mi abbia allontanata da sé dopo che gliel'ho detto!"
"Come vive lui la scuola, Giulia?" chiede Michele, ed io m'irrigidisco.
"Bene. Insomma, i professori sono molto soddisfatti del suo rendimento e lui è felice... pensa: aiuta la barista a pulire, a volte, e non è neanche compito suo..."
"E i compagni?"
Se possibile divento di marmo a quella domanda. So che Igino non vuole deludere suo fratello, esattamente come so che Michele sarebbe molto dispiaciuto di sapere una cosa simile, ma non sarebbe deluso da lui. Peccato che Igino si vergogni troppo.
E io adesso che dovrei fare? Come si comporta un'amica, in questi casi? Cosa fa? Dice tutto al fratello del suo migliore amico o mantiene il suo segreto fino a quando non è quell'amico a decidersi a rivelare quello che gli succede?
"Michele, non posso. È meglio che queste cose te le dica lui" dico, prendendo respiri profondi per tranquillizzarmi. "Io... io..."
Improvvisamente sento qualcuno correre e il mio cuore prende a battere fortissimo.
"Igino!" esclamo quando riconosco la sua voce che, in un sussurro, dice: "Lo sapevo! Non dovevo spararci! Uno come me non può sperare in certe cose.", e il mio cuore ha uno schianto. Cos'è successo?
Gli corro incontro, lasciando indietro il povero Michele.
"Dimmi che è successo, Igino, per favore!" dico, anche se ora il mio unico desiderio è quello di sotterrarmi. So perfettamente cos'è successo: è stata colpa mia! Lui adesso sta male ed è tutta colpa mia!
"È che... le ragazze hanno chiamato Marta, e... e io ho sentito che le dicevano di starmi alla larga, che le avrei portato solo problemi... che sono un..."
Forse Igino ha visto il fratello, perché si blocca di colpo. "Michele... no, non far caso a quello che le ho detto" gli dice abbassando la testa.
"Tranquillo. Lei non mi ha detto niente. È una vera amica, la tua Giulia. Però... ascolta: non è una cosa di cui vergognarsi. È chi agisce così che dovrebbe vergognarsi." A quelle parole il mio cuore subisce un altro corpo, e Igino se ne accorge, infatti dice: "È suo fratello che mi ha portato a questo punto. Lei non ha colpa, ma si sente colpevole ogni volta che succedono queste cose, e a me dispiace molto."
"Credo... credo che voi abbiate tante cose da dirvi, e io devo andare, adesso. Igino... se hai bisogno di qualcosa, fammelo sapere."
Lui non mi dice nulla, ma mi sposta una ciocca di capelli dal viso e mi dà un bacio sulla guancia. Io, dal canto mio, apro il mio bastone bianco, che oggi ho deciso di portare con me in caso di necessità. C'è Michele con lui e sono certa che lo aiuterà. In fondo, anche lui è stato maltrattato, e... certo, non reagiva. Semplicemente se ne fregava, a quanto dice il mio amico, perché aveva ben altro di cui occuparsi piuttosto che di "quattro ragazzini idioti", quindi potevano fargli qualunque scherzo... ad esempio, una volta Igino mi ha raccentato che uno di quei deficienti l'aveva fatto inciampare e gli aveva lanciato addosso quel che aveva portato per pranzo, per poi derubarlo della sua merenda. Michele, con una tranquillità disarmante, si era alzato, si era pulito completamente e la faccia del ragazzo che gli aveva fatto quel ridicolo scherzo era talmente sconcertata che alla fine era diventato lui stesso la vittima e Michele, pur avendo ancora del cibo sui vestiti e tra i capelli, era uscito tenendosi la pancia dalle risate. Per questo Michele è in un certo qual modo un idolo per Igino. È riuscito a terrorizzare i suoi aguzzini con la sua indifferenza pressocché assoluta verso qualunque cosa tentassero di fargli. E mentre ci penso arrivo a casa e tolgo l'abito da sera insieme al resto. Sono stanca. Non voglio aspettare che mio fratello torni. Non voglio aprirgli la porta. Non perché non m'importi di lui, assolutamente... il problema è che sono stanca.

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