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E fu così che il bulletto idiota perse sua sorella <70>

GIULIA
Finalmente la professoressa di educazione fisica, che ha concesso una sua ora per farci vedere quel benedetto film, entra in classe.
Si trova davanti il solito uragano a cui io ed Igino non partecipiamo, come al solito. Lui rimane in silenzio e stavolta sono io che mi metto a piangere, perché sono stanca. Lui se ne accorge. Mi alza il viso con una mano e mi fa voltare verso di sé. "Non piangere, ti prego! Non è giusto" mi dice.
"Ma insomma! Possibile che non sappiate stare fermi neanche per mezzo secondo? Forza, a posto" esclama la professoressa, alzando la voce.
Tutti siedono al loro posto e la professoressa fa l'appello per poi iniziare a parlarci del film che ci verrà fatto vedere: "Solo io" di Ragazziecinema.
"Il film narra la storia dell'adolescente Marco Cappelletti: un ragazzo che ha subito violenze fisiche e psicologiche non solo dai compagni, ma anche dalla preside della sua stessa scuola!" Sento Igino fare un movimento con il braccio libero.
"Professoressa, Marco Cappelletti è il ragazzo che ha scritto il libro: "Voleva uccidere la mia anima"?" chiede.
"Siamo alle solite! Perché non pensi ai fatti tuoi, Igino?" domanda Matteo.
"Sono fatti suoi, e tu lo sai, perché lui sta quasi come Marco Cappelletti!" gli dico secca.
"Ragazzi, tranquilli, per favore! Comunque sì, caro... tu l'hai letto?"
"Ecco... io..."
"Sicuramente l'avrà letto!" dice Matteo, e quasi tutti ridono.
"Sì, l'ha letto, e allora? Qual è il tuo problema?" gli dico arrabbiata.
"Nessun problema! Igino ama molto leggere, ma noi no, quindi farebbe meglio..."
"Tu faresti meglio, Matteo! Faresti meglio a stare zitto!"
"Questo posso dirlo io a te, non il contrario!"
"Ah, davvero? E perché? A proposito: il libro gliel'ho regalato io, per consolarlo... dopo la tua prima carognata nel bagno femminile." dico abbassando il tono sulle ultime
"Ragazzi, parole.per favore! Giulia, ascoltami: stai calma! Qualunque cosa sia successa, si può risolvere!"
"No, professoressa... quello che è successo ieri tra me e questo ragazzino non si può risolvere!"
Cala un silenzio assoluto, mentre la professoressa fa partire il film e chiude le tende. Più il film va avanti, più aumenta il peso che ho sul petto. Marco Cappelletti è Igino. Marco Cappelletti sono io stessa. Matteo! Mattia! Michele! Gabriele... no!
Alla scena dell'aggressione a Marco non ce la faccio più. Un urlo di dolore esce dalle mie labbra e la professoressa interrompe quel film che ho visto un milione di volte. "Per favore, basta!"
"Giulia..." sussurra Igino.
"Aiutami ti prego! Professoressa... ho bisogno di andare fuori..."
"Ti ci porto io fuori, Giulia" mi dice Matteo avvicinandosi a me. Io scatto in piedi ed evito il tocco delle sue mani. Non ce la faccio. Non voglio che mi aiuti! Non voglio che mi dica che mi porterà fuori dalla classe! Non voglio che mi tocchi... non un'altra volta!
"Non toccarmi!"
La professoressa interrompe il film e dice: "Giulia, vai in infermeria... credo che tu non stia bene. Marta, vai con lei! E tu, Matteo, vai al tuo posto immediatamente!"
Sento la mano della ragazza afferrare la mia e lei mi porta verso l'infermeria, sorreggendomi. Non mi fa domande, ma quando ci fermiamo davanti all'entrata lei mi posa una mano sulla fronte per poi ritrarsi di scatto. "Ma tu hai la febbre alta!" esclama. "Altro che infermeria! Dovresti andare subito a casa!"
"Non posso, Marta! Lo sai, anche se non posso impedire a Matteo di fare i suoi stupidi giochi, almeno, stando con Igino, posso limitare i danni, capisci?"
"Ascoltami: Igino è il primo a dirti di tornare a casa! Non puoi starequi! Non in queste condizioni, Giulia, capisci?"
"Non me ne posso andare..."
L'infermiera ci fa entrare subito e mi fa distendere sul lettino. "Su, avanti, cara! Mettiti qui tranquilla e vediamo quello che si può fare per farti sentire meglio."
"Non si può fare niente" dico con tristezza. "Ho amato tantissimo una persona, erto che quell'amore non era ricambiato. E non è un amore di quelli tra fidanzati... è mio fratello. È stato lui a ridurmi così..."
Marta mi sposta i capelli dalla guancia. Non ho messo né ghiaccio né niente, perché non m'importava, ma oggi mi sono coperta il viso con i capelli per non mostrare quel segno che a quanto pare è ancora evidente.
"Ti ha dato uno schiaffo, Giulia?" chiede preoccupata.
Rimango immobile. Quel ricordo non fa che ripetersi di continuo nella mia mente, ed è qualcosa di orribilmente fastidioso e doloroso.
"Ti preparo una camomilla, cara" dice l'infermiera. "Almeno ti distenderà i nervi... per il dolore che provi non posso fare nulla, purtroppo!"
"Non avrei mai creduto che tuo fratello potesse fare questo!" mi dice, Marta, scoppiando in lacrime. "Mi dispiace tanto!"
"Quello che fa a Igino è peggio. Lo schiaffo che ha dato a me non è nulla in confronto a quello che fa passare a lui, poverino! E lui lo merita meno di me! Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso! Io... io sono esplosa per questo motivo e sempre per questo motivo io lo odio! Lo odio con tutta me stessa!"
Proprio in quel momento qualcuno batte dei colpi alla porta. "Avanti!" esclama l'infermiera, e quando riconosco il passo sicuro di mio fratello m'irrigidisco.
"Giulia, ho bisogno di parlarti... da solo!" dice lui.
"Ma io no, quindi tornatene da dove sei venuto e lasciami stare!"
"Se non mi dai retta, il tuo Igino ne pagherà le conseguenze!" mi dice lui, parlandomi praticamente sulla pelle dell'orecchio.
"Va bene. Aspettami fuori. Andremo in un'aula vuota" gli dico.
Lui esce, trionfante, e il mio cuore, già distrutto, si rompe in cocci ,ncora più piccoli. Marta mi posa una mano sulla spalla e mi dice: "Stai tranquilla... tu sei una ragazza fortissima e io so che ce la farai, Giulia!"
"Grazie, Marta! Ma io non sono così forte... so solo urlare! Magari fossi buona e gentile come Igino... e una volta io lo ero! È stato lui ad uccidere quella me! È stato lui, e io non voglio più vederlo! Se solo potessi sparire per sempre... se potessi andarmene e dimenticare tutto... ma non posso! Se me ne vado, a rimetterci sarà Igino! Io non faccio miracoli e lui non sta meglio con o senza di me, ma sono io che sto meglio, sapendo di poter limitare i danni che causa quell'idiota..."
"Non puoi fare così, Giulia... tu pensi a tutti tranne che a te stessa, e credimi: per com'è Igino non gli fa piacere. Io ho imparato a conoscerlo e so che per lui è doloroso veder soffrire la sua migliore amica!"
"Manda giù un po' di questa, cara" dice l'infermiera e io bevo lentamente la camomilla, non solo perché scotta, ma anche perché più lentamente la bevo, più tempo potrò prendermi.
Una volta finito, però, mi alzo e vado a raggiungere Matteo. Lui mi porta in un'aula vuota.
"Giulia... mi dispiace davvero per quello che è successo! Non volevo farti male, davvero!"
"Non dire assurdità! Sono anni che mi fai del male, e non venirmi a dire che te ne sei reso conto solo adesso, perché non ci casco più, hai capito? Non voglio più sapere nulla di te, né dei tuoi amichetti!"
"Ma perché?"
"Te lo spiego subito, Matteo. "Piccolo  Matt... piccolo Matt... ah, sei qui! Ti sei nascosto come sempre"?" dico imitando il capobranco.
"Ti prego, smettila!" mi dice Matteo.
""Lo sai quello che devi fare oggi, piccolo Matt, vero? Certo che lo sai... lo sanno tutti! Il piccolo Matt oggi ci porterà gli zaini... deve portarceli, altrimenti sa quello che lo aspetta"!" continuo facendo la voce grossa.
"Ti prego, basta!" continua lui.
""E cosa lo aspetta"?" dico, imitando una voce un po' più stridula per indicare che ora a parlare dovrebbe essere un sottoposto del capobranco. ""Un mucchio di foto su tutti i social... foto molto, molto compromettenti... forza, muoviti a portare tutti gli zaini! Sbrigati... piccolo Matt"!"
"BASTA, MALEDIZIONE!" mi grida Matteo, tirando un pugno su un banco.
"Ti brucia, non è vero? Eppure è così che fai tu con Igino... quando fa male a lui a te non importa, vero? Era così che facevi con me... perché anche a me toccava passarti quei maledetti compiti! Che cosa c'è, Matteo? È dura sentirsi piccoli? Eh? AVANTI, RISPONDIMI, CODARDO!" urlo prendendolo per un braccio e stringendolo forte. Non ho mai fatto così, ma non m'importa di beccarmi il secondo ceffone!
"Non posso crederci! Tu non sei così..."
"Non lo ero! È a causa tua che sono diventata un mostro, Matteo! Sono vuota... completamente vuota! Tu mi hai tolto tutto! Ero riuscita a rialzarmi grazie a Igino, ma tu gli hai distrutto quel poco di autostima che gli restava con quello scherzo!"
"Ma se è colpa sua? Tu ti sei allontanata da me per colpa del..."
"Se ti permetti di chiamarlo "secchione" ti giuro che urlo a tutta la scuola che tu sei ridotto persino peggio di lui, e dico quello che ti fanno a quella maledetta scuola di calcio, hai capito? Io volevo venirci a scuola, quando ho conosciuto Igino... ma ora lui è una maschera di sofferenza e sta faticando a rialzarsi, Matteo, e tutto per un tuo capriccio! Ora che l ovedo cos /e che sono costretta a vedere te, io la scuola la detesto, come la detestavo quando tu e i tuoi amici vi prendevate la briga di farmi i vostri scherzi! E adesso fammi uscire e lasciami stare!"
"Ma perché non mi ascolti? Io posso cambiare!"
"Sai che c'è? Io non ti credo più, Matteo... non compro più cioccolatini che si trasformeranno in veleno appena metterò in bocca il primo!"
"E chi può curarti? Igino? Lui non è innamorato di te e tu lo sei di lui!" dice mio fratello, tornando al suo fare provocatorio.
"Beh, questo è l'ultimo dei miei problemi... hai visto perché non ti credo? Tu non ci hai nemmeno provato, Matteo! Appena ti ho detto di no, hai ripreso a fare l'idiota! E poi preferisco che Igino sia felice con un'altra persona piuttosto che triste e solo, specialmente se la colpa è tua!"
Sto per uscire, poi mi volto verso di lui e dico: "E fai attenzione, che se abbassi la guardia potresti essere battuto anche nel tuo altro campo: il rap!"
MATTEO
Non posso credere a quello che è successo.
Mia sorella è completamente cambiata. Non è mai stata così dura con me, prima. Certo, detestava che io facessi certe cose, ma mi ha sempre perdonato. Ora non lo farà più, e tutto per quel moccioso! Possibile che si sia affezionata così a lui? Cosa li lega? Cosa ci trova in lui? È solo un Nerd con gli occhiali e un enorme cespuglio in testa!
Entro in classe e mi blocco nei pressi della soglia. È l'ora di matematica, ma a quanto pare la prof di musica è in sostituzione e ci sono Piera e Michele che cantano: "Per Sempre": una canzone che in questo momento rappresenta il rancore che Giulia prova per me. L'altra parte rappresenta me, con l'unica differenza che non siamo due innamorati... in effetti, le ho fatto più male io di quanto possa avergliene fatto, inconsapevolmente, il secchione.
Lei per lui ha pianto sì e no un paio di volte a causa del suo legame con un'altra, mentre io le ho fatto versare non so quante lacrime! L'ho vista, è rimasta fuori dalla classe perché, sapendo che ci sono io, non vuole entrare. Le lacrime scendono lente sul mio viso, e qualcuno se ne accorge. Quel qualcuno è Igino, che, senza dire una sola parola, si alza e mi tende un fazzoletto. Lo lascia cadere sul palmo della mia mano, poi, sempre silenziosamente, torna al banco.
"Giulia, Matteo, entrate dentro... è il vostro turno. Ve la sentite?"
"Io sì, professoressa." risponde Giulia. Ora mi rendo conto del fatto che il suo viso è molto arrossato. Temo che abbia anche la febbre.
"Anch'io" dico.
"È strano che non ci sia il bullo della comitiva a dire: "Guardate! Ora i due fratellini si esibiscono insieme..." Ah, giusto! Quello sei tu!" dice lei, ma il suo tono non è di scherno. È un tono sofferente, amareggiato e sussurrato, e fa male. Vorrei che lei m'insultasse con quella presunzione che hanno le ragazzine dei film, quelle che si credono padrone del mondo solo perché hanno un bel faccino... e lei ce l'ha, ma non è così e non lo sarà mai.
"Bene... venite pure qui davanti! Se volete, potete anche personalizzarla un po', ragazzi. Credo che vi farà bene." dice l'insegnante. "Giulia, tu sei sicura di farcela? Non ti fa male la gola?"
"No, prof, per niente" risponde lei. "Ho solo bisogno di sfogarmi, e questo servirà."
La professoressa fa partire la base abbassata di qualche tono, poi parto io.
"T'ho insegnato a far la dura, tu m'hai insegnato ad amare, ma non ho ancora imparato, quindi devo ripassare.
Vorrei abbracciarti fino a farti male e ti vorrei chiamare, ma prima ti vorrei mancare. E quante volte te lo devo dire che non devi piangere? Che il tuo viso proprio non è un posto per le lacrime? C'è una cosa che ancora non sai: sei il più bello di tutti i miei guai."
"Vorrei guardarti di nuovo negli occhi e chiederti se a noi tu ci pensi ancora, ma non fa niente... vieni a incontrarmi nel mondo dei sogni, e dimmi che saremo una cosa sola. PER SEMPRE! Vorrei vederti e chiederti perché dopo tutto questo tempo parlo ancora di te quando mi torna in mente il tuo: "Per sempre!", e quello che prometti poi non lo fai mai e ho capito che alla fine non tornerai, e che non vale niente il tuo: "Per sempre..." No!"
E mentre lei intona il ritornello, i suoi occhi si fanno lucidi, ma lei resiste e va avanti fino alla fine. Questo mi colpisce, ma mi fa anche male.
"Ogni ricordo che c'hai in mente vorrei fosse anche il mio, ogni fodo in cui sorridi avrei voluto farla io, e sei la mia eroina, mi hai salvato la vita. Tu, nel tuo tutto, sei la mia droga preferita!"
Ed è vero, per questo ho fatto la seconda variazione. Lei è la cosa più bella che ho, e l'ho rovinata! Più bella di Virginia e di tutte le ragazze che ho avuto... e non solo perché è mia sorella... anche perché, a differenza loro, lei è la creatura più pura che io conosca... eppure non mi va giù quello che ha fatto nella vecchia scuola. Il fatto che non mi ha coperto e che poi, dopo aver sofferto, mi ha umiliato davanti a tutti, trasformandomi in un fenomeno da baraccone per i miei compagni di scuola, al punto che mi è toccato venire qui.
Credo sia di dovere che io faccia un'ultima variazione, perché io non so se ho fatto qualcosa per lei in questo periodo.
"E se insisto è perché tu hai fatto per me quello che nessuno ha fatto per te... e c'è una cosa che ancora non sai. Eri il più bello di tutti i miei guai."
Lei, stavolta, si sforza più che mai per intonare il secondo ritornello.
"Vorrei guardarti di nuovo negli occhi e chiederti se a noi tu ci pensi ancora, ma non fa niente... vieni a incontrarmi nel mondo dei sogni, e dimmi che saremo una cosa sola. PER SEMPRE! Vorrei vederti e chiederti perché, dopo tutto questo tempo parlo ancora di te quando mi torna in mente il tuo: "Per sempre!", e quello che prometti poi non lo fai mai... e ho capito che alla fine non tornerai, perché non vale niente il tuo: "Per sempre..." No!"
"Ti prometto che anche se non tornerai, io ti aspetto lo stesso..."
L'ultimo ritornello lo interpreta come se stesse per esplodere e non riesce a concluderlo.
"Vorrei vederti e chiederti perché dopo tutto questo tempo parlo ancora di te quando mi torna in mente.... il tuo... per sempre..."
A quel punto non regge più e alza la mano per dire alla prof: "Mi scusi, non posso continuare! Non ce la faccio.", e torna velocemente al posto. I suoi singhiozzi mi straziano, ma quello che mi fa più male è che Igino fa quello che dovrei fare io! Mi ruba il posto, insomma!
L'abbraccia, le coccola la testa e le dice: "Andrà tutto bene, Giulia... andrà tutto bene, vedrai..."
E io lo detesto ancora di più e detesto che lei continui a volerlo proteggere e a stargli accanto!

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