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Credi in te <89>

IGINO
Non riesco proprio a chiudere occhio.
Sono agitato, perché è il primo giorno che passo senza di lei, dopo molto tempo. Mi manca già tantissimo!
Passo davanti a casa sua, ma di fretta, perché non ho la minima intenzione d'incrociare la persona che me l'ha portata via. Passo di fronte al nostro albero, quello sotto il quale ci siedevamo sempre io, lei e Marta quando dovevamo comporre la nostra canzone, che lei, tra l'altro, mi ha cantato sottovoce all'aeroporto. ""E ricordati: Igino, tu sei importante... tu puoi andar forte... tu sei il migliore per noi. Per chi ti ama davvero"."
"Se sono così importante come dici, aiutami ad andare avanti!"
Arrivo fuori dalla scuola, sotto la pioggia, e mi siedo davanti al cancello. Volto la testa verso sinistra e guardo oltre il cancello. Mi passo le mani sullle tempie, che mi fanno un male tremendo... vorrei farlo a pezzi, questo cancello, ma non ho la forza di fare niente. A quel punto vi appoggio la fronte e finisco per addormentarmi lì davanti.
C'è Giulia, seduta vicino al letto di un bambino. Lui ha un'espressione piuttosto triste e a quel punto lei gli dice: "Che ne diresti se ti raccontassi una storia?"
"Non una sui draghi, però. I draghi mi fanno tanta paura..."
"Niente draghi, te lo prometto! Mettiti giù così te la racconto. C'era una volta un ragazzo che a scuola era molto bravo... i suoi genitori e i suoi professori erano molto soddisfatti di lui, ma c'era qualcosa che non andava. Visto che se ne stava sempre con la testa china sui libri, i suoi compagni lo prendevano in giro e lo costringevano a passare i compiti..." Non ci posso credere! Sta rendendo una fiaba la mia storia! "Un giorno, però, lui scoprì di avere un grande potere. Il suo potere era nella musica... in particolare nel rap. Lui... diventava un gigante... quando faceva rap era come se si trovasse in un'altra dimensione. Quel potere si manifestò un giorno in cui il ragazzo a capo dei cattivi era più perfido che mai e gli aveva detto: "Facci copiare i compiti di matematica!" Lui gli aveva passato il foglio con gli esercizi svolti, ma improvvisamente cominciò a buttare giù delle strofe libere e poi intonò un ritornello che faceva così..." Ci pensa un attimo, poi parte: "Bianco e nero, vuoto e pieno. Due tipi assai diversi noi... nemici della classe, e allora: bianco e nero. Bianco e nero." Non ci credo! È la nostra canzone, la prima che ho composto e che le ho fatto leggere! Quella che lei ha completato! "E a quel punto accadde qualcosa d'incredibile... il ragazzo non sapeva di avere quel potere, ma, senza capire cosa stesse facendo, iniziò a fissare il foglio nella mano del capo dei cattivi, che era diventato molto più basso di lui, e pensò: "Spostati... spostati... spostati..." Il foglio si sollevò dalla mano dell'altro e si accartocciò in grembo all'altro ragazzo, quello buono. Lui riprese a fissare il foglio e a dire, sempre mentalmente: "Cancellati, cancellati, cancellati..." E tutte le cifre si cancellarono come per incanto. Al loro posto, apparve un'altra scritta: "Io i compiti ve li posso anche far copiare, ma dovete chiedermelo per favore." "Ah... noi dovremmo chiedere "per favore" a te?" disse il capo dei cattivi... e allora il ragazzo pensò intensamente: "Vi voglio bene... vi voglio bene... vi voglio bene", e il capo dei cattivi, senza capire perché, si avvicinò a lui e lo abbracciò... e quell'abbraccio aprì la strada alla nascita di una nuova amicizia... e... beh... il resto lo sai già." "Vissero per sempre felici e contenti!" le dice il bambino.
"Igino! Igino, tesoro, mi senti?" dice una voce dolce, riscuotendomi. "Su, svegliati, coraggio... sei fradicio, tesoro! Se resti vestito così ti verrà un bel raffreddore! Su, coraggio, vieni con me..."
È la madre della mia migliore amica! Non so cosa ci faccia qui, ma è venuta a cercarmi!
"Ma... ma con Matteo...?"
"Dorme come un sasso! Non si accorgerà nemmeno della tua presenza, caro! Su, vieni con me, vieni!"
"No... per favore!"
"Fratellino, che ci fai qui?"
"Io... io... Michele, mi dispiace tanto!"
"Stai tranquillo. Però ora vieni, che questa pioggia proprio non ci voleva, oggi. Andiamo a casa, così puoi cambiarti. Su, reggiti! Andrà tutto bene..."
Mi appoggio a mio fratello che mi aiuta ad arrivare a casa.
"Coraggio, togliti di dosso questa roba..."
"Perdonami, Michele, io..."
"Tu sei triste! Tranquillo, va tutto bene! Anch'io ho fatto una cosa un po' folle..."
"In che senso?"
"Beh, nel senso che... ho preso questo!" dice e tira fuori da un cassetto lo smile di Giulia. "Sono andato sotto la sua finestra. Era aperta, e io ho guardato all'interno della stanza. Ho visto questo smile sul letto e... non ci crederai: mi sono arrampicato fino alla sua finestra e... e l'ho portato con me! Non volevo che Matteo ci mettesse le mani!"
"La ami, vero?"
"Sì! Non puoi immaginare quanto, Igino!"
"Sai, ho fatto un sogno strano" dico mentre mi svesto. "C'era lei... che raccontava una specie di fiaba ad un bambino... e il protagonista ero io! Sai, quadrava tutto!"
"Chissà che non sia vero? Lei mi ha detto che uscita da scuola ti dirà tutto!"
"Sarebbe assurdo! È un sogno, Michele, solo un sogno!"
"Lo sai che Giulia ne sarebbe capace!"
"Certo, questo è vero..."
"Ora va' a letto, al caldo. Ti si stanno arrossando gli occhi, fratellino! Su, dai, sdraiati!"
Vado a sdraiarmi e, forse per la stanchezza fisica che mi provoca il freddo che ho preso, mi addormento subito.
Mi sveglio perché, per l'appunto, la sveglia messa prestissimo mi trapana i timpani. Mi alzo dal letto, barceollante, e mi dirigo in cucina. Vedo subito mio padre che mi guarda con tenerezza. La mia famiglia non è quella del Mulino Bianco semplicemente perché non stiamo sempre a ridere e scherzare. Non litighiamo molto spesso e siamo tutti uniti di fronte alle avversità, ma soffriamo molto.
"Come ti senti, Igino?" mi chiede gentilmente.
"Raffreddato... ma se oggi non mi presento, domani mi linceranno! Ieri nessuno è andato a scuola, ma oggi..."
"Non puoi permetterlo, fratellino..." dice mio fratello. "Aspetta! Ti stanno cercando! Guarda un po', parli dell'angelo..."
Infatti mi è apparsa la scritta: "Panda" con un cuoricino, quindi è lei.
"Buongiorno, piccolo koala!" mi dice sottovoce, ma capisco che il suo tono è molto più tranquillo.
"Ciao!" le dico a mia volta.
"Che voce strana! Che è successo? Hai preso freddo, Igino?" chiede.
C'è poco da fare: lei potrebbe passare tutta la vita all'estero, ma sono sicuro che un angolino del suo cuore sarà un rifugio accogliente per me. Neanche un giorno e già si preoccupa!
"Un po', ma non è niente" rispondo. "Stavo per andare a..." E qui la mia voce inizia a tremare.
"Devi proprio?"
"Sì... sai che tuo... cioè, sai che i nostri compagni hanno bisogno d'aiuto" rispondo.
"Ma perché lo fai, tesoro? Cosa ci guadagni?" chiede Giulia.
"Me l'hai detto tu che ti piace che io sia buono... e io voglio esserlo!"
"Mi raccomando, Igino: fammi sapere tutto..."
"Sì, tranquilla. Questa volta lo farò, promesso" le dico.
"Lo sai che sei diventato un eroe per un bambino?" mi dice. "Anche lui soffre per colpa dei suoi compagni, quindi ho pensato di raccontargli una fiaba... e tu sei il protagonista..."
"Wow..." dico a bassa voce. È proprio come nel mio sogno! Non posso crederci!
"Ascoltami, tesoro... soprattutto adesso cercheranno di tarparti le ali! Tu non permetterlo mai, hai capito? Non permettere a nessuno di farti detestare quello che sei!"
"Te lo prometto" le dico. Me l'ha detto con un tono così pieno di paura e speranza al tempo stesso che non ho potuto fare altrimenti.
"Hai sentito, Igino?" mi dice mia sorella. "Lei terrà sempre a te e non ti abbandonerà mai. Non potrà più difenderti, ma vedrai che imparerai a fare da te, pensando a come farebbe lei! Ne sono più che sicura!"
"Io no... ma ci proverò lo stesso, te lo giuro!" E detto questo vado a cambiarmi, prendo una bustina di Oki per il mal di testa ed esco di casa. Non so come andrà oggi, ma voglio tentare di rendere la mia amica orgogliosa di me, non solo per il rap, ma anche perché non mi arrenderò... non davanti a suo fratello. Lo aiuterò sempre, e magari un giorno troverò il coraggio di fare quello che fece un ragazzo di una storia inventata che riguardava proprio il bullismo: andò ad abbracciare il più cattivo dei suoi carnefici e riuscì a vincere la battaglia! Anch'io farò così. Sarò buono e farò di tutto per non odiare me stesso!

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