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Confidenze <57>

IGINO
Raggiungo gli altri in palestra e Giulia mi corre subito incontro, preoccupatissima. Adesso dovrò stare attento a non far emergere note di tristezza dalla mia voce, soprattutto dopo quello che Matteo mi ha detto. Lei ha fatto una specie di patto con il diavolo, come quelli dei libri, ma non per se stessa. Lei l'ha fatto per proteggermi!
"Igino! Come stai? È andato tutto bene? Hai recuperato lo zaino?" chiede.
"Sì... sì, l'ho recuperato. Eccolo qui!" rispondo. "Dai, ora andiamo ad allenarci! Ti voglio bene!" dico stampandole un bacio sulla guancia. Non ce l'ho con lei per la scelta che ha fatto, ma odio me stesso.
Mi detesto, perché non so neanche difendermi dal primo idiota che passa, e questo mi fa una rabbia tremenda!
Durante gli allenamenti va tutto bene, e anche durante le altre lezioni. Io esco da scuola insieme a lei, e spero di riuscire a portare avanti questa commedia.
Per fortuna lei non può vedermi in faccia, ma ho paura che una nota stonata della mia voce possa insospettirla, e cerco di fingermi allegro per fare in modo che lei non venga a sapere cos'è successo con Matteo, perché so perfettamente che questo è solo l'inizio. Lo conosco troppo bene, ormai, ed era fin troppo strano che fino ad oggi si fosse limitato a qualche insulto.
"Sai, alla fine ho deciso di scriverla una strofa rap per la nostra canzone" le dico per distrarla, perché so che se rimanessi in silenzio troppo a lungo, finirei per insospettirla.
"Davvero? Sono contenta! Appena sarà pronta, fammela leggere, ti prego!"
"Certo... ma mi potreiti fare un favore? Di' a Marta che l'hai scritta tu, ti prego! Io t'insegnerò qualche trucco."
"Perché? Marta sarebbe contenta di sapere che oltre ad essere uno studente eccelso sei anche un rapper eccelso!"
"Dici?"
"Sì, io dico di sì... poi non sarai costretto a dirlo anche al resto della classe, se è questo che ti preoccupa, tanto mio fratello fa tanto il ribelle, ma non sa mettere insieme due rime senza spulciare da Internet." dice sorridendo.
"Non lo so... io..."
"Stai bene, Igino?" mi chiede, e quella domanda mi fa raggelare.
"Sì... perché?"
"Non so... ho una... una sensazione che non mi piace. Ti prego, dammi un abbraccio dei tuoi, Igino!"
Io lo faccio, e prego con tutta la mia anima che lei non senta il dolore che sto provando adesso attraverso il mio abbraccio.
"Se non vuoi parlare, a me va bene, Igino... però, se c'è qualcosa che posso fare per farti sentire meglio, dimmelo! Lo sai: io per te ci sono sempre" mi dice.
Ecco... proprio quello che temevo! Lei ha capito tutto, ma almeno non mi ha fatto domande!
"Sei l'amica migliore del mondo, Giulia!"
"L'amica... sì, l'amica." dice.
"Scusami, io... io non sono..."
"Cosa?"
"Non sono abituato a pensare che una ragazza, specialmente una come te, possa innamorarsi di uno come me..."
"Credici, perché ti giuro che non sono mai stata così aperta con un ragazzo come lo sono con te." mi dice lei. Perdonami, amica mia. Ho infranto la promessa che ti avevo fatto, quella di venire subito a dirti di Matteo, se mi avesse fatto ancora del male.
Ci separiamo di fronte a casa mia e mia sorella Ginevra mi accoglie tra le sue braccia.
Lei e Michele partono domani, perché c'è uno sciopero dei treni. La cosa capita a proposito... ho tanto bisogno di sfogarmi con qualcuno, e la mia piccola è la sola con cui posso confidarmi.
"Che è successo, Igino? Hai una faccia..."
"Ti... ti posso parlare un attimo?" chiedo.
Lei non mi dice nulla. Sento solo la sua mano piccola e candida afferrare la mia e lei mi conduce in camera sua. Michele non è in casa, adesso, Evelina dorme come un angelo e i miei genitori non ci sono, quindi approfitto del momento per sfogarmi con lei. Le racconto tutto e mentre rivivo quel momento d'inferno piango e lei mi stringe a sé con tutto il suo corpicino esile.
"Non posso dire niente a Giulia, ma le avevo giurato di farlo! Lei è così buona... è così diversa dal fratello che se non me l'avesse detto, non ci avrei creduto... che fossero fratelli, intendo... e il peggio è che dovrò aspettarmi ancora tanto da lui e ho paura di non farcela!"
"Ma... ma quell'amico di Giulia? Il ragazzo argentino?"
"Non voglio coinvolgerlo..."
"Capisco... lui è amico di Giulia e potrebbe sentirsi in difficoltà se non glielo rivelasse... anche perché lei vuole solo proteggerti..."
"È questo il punto, Ginevra! Guarda cosa le è successo per proteggermi! A momenti rischiava di rimanere per sempre in un letto d'ospedale e... no! Non voglio pensarci! Ora tocca a me proteggerla..."
"Capisco quello che intendi, ma adesso ascolta: che tu lo faccia o no, lei ti vorrà ugualmente bene" dice Ginevra.
"Ho sempre sopportato tutto da solo. Vorrà dire che mi abituerò a farlo di nuovo... lei non deve essere coinvolta in questa storia... non di nuovo!"
"Lei sarà sempre coinvolta in questa storia, perché è con lei che suo fratello se l'è presa, Igino!"
"Non è giusto!"
"Lo so che non è giusto, ma non è colpa tua! È colpa di quel ragazzo! Guarda come ti ha ridotto! Se lei fosse qui non lo sopporterebbe, Igino... lei è arrivata al limite. Se scoprisse anche questo, poverina, penso che non reggerebbe anche questo colpo... hai visto come cambia faccia appena si nomina il fratello?"
"Dio mio... no! Non farmi pensare a quella faccia, ti prego! È dolore puro, Ginevra! Mi viene da piangere solo se la guardo! Come si può anche solo pensare di fare del male a qualcuno che le somigli anche solo un minimo?"
GIULIA
Sto tornando a casa mia. Sono preoccupata al massimo. Non so perché, ma ho la sensazione che ci sia qualcosa che non va. Igino sta male. L'ho capito dal tono di voce forzato, dal suo battito accelerato, dal fatto che tendesse a parlare di tante cose, ma non del motivo che lo faceva soffrire. Spero solo che non c'entri Matteo.
Non sopporterei un altro colpo.
Sono così distratta che vado a sbattere contro qualcuno.
"Oh no, scusami tanto, io... io non ti ho visto... cioè, è chiaro che io non ti abbia visto, però..."
"Non ti facevo anche autoironica." mi dice il ragazzo e in quel momento lo riconosco.
"Ciao Michele! Perdonami, ora ti aiuto a raccogliere queste cose... che figuraccia!"
"Lascia stare e vieni a sederti qui, Giulia... vieni, così parliamo un po'" mi dice.
Mi conduce alla panchina e posa dolcemente la mano sulla mia spalla. "Che succede? Hai una faccia triste che non mi piace!" dice.
"Beh, a me la mia faccia non piaceva a prescindere, quando la vedevo..."
"No! Lascia perdere questo sforzo di tenere l'autostima bassa, intesi?"
"Michele... non è per me che sono preoccupata, ma non so se faccio bene a dirtelo. Insomma, io... io..." balbetto incerta. "Sono preoccupata per tuo fratello."
"È successo qualcosa a scuola, tesoro?"
"Beh... stamattina hanno parlato di un ragazzo che subiva frequenti atti di bullismo... e che si è tolto la vita gettandosi sotto un treno... io e lui abbiamo pianto, ma fin qui tutto normale. Lo sai che è un argomento che ci tocca, e che... insomma, è piuttosto delicato, specialmente per lui. La prof di storia ci ha chiamati fuori e ci ha fatto delle domande... lui ha avuto un attacco di panico, poverino... e... insomma, l'ho lasciato solo un attimo e... non può essere!"
"A cosa pensi?"
"Ho il terrore che mio fratello faccia qualcosa a Igino, o che c'entri con questa storia! No, non può essere, Michele... perché l'ho lasciato solo, perché, perché?"
"Non ti agitare, adesso" dice Michele. "Mio fratello è molto altruista e non ha voluto che lo accompagnassi perché si sentiva un peso. Sono certo che non lo sia, ma vaglielo a mettere in testa!"
"Vorrei poter prestare a Igino un po' della cattiveria che mi ha passato Matteo. Solo perché non si faccia scrupoli quando dice il fatto suo a quell'idiota..."
"Te la dovresti inventare, questa fantomatica cattiveria, prima di passarla a mio fratello. Tu sei la prima che soffre nel dire certe cose a quel ragazzo..."
"Non importa... Michele... tu non potresti fermarti qualche giorno in più?"
"Non lo so, Giulia, ma temo che anche se ci provassi ιgino non mi direbbe niente' λUnica con cui parla di queste cose è Ginevra''' prima a me non ne parlava, perché diceva di non volermi deludere''' ma come pu deludermi il mio fratellino che praticamente è il pane?" chiede Michele. "Io non solo non ne sono deluso... io provo ammirazione per lui, perché nonostante tutto continua ad essere buono, a credere nelle persone, e vale anche per te..."
"Io sono buona da quando conosco tuo fratello." dico.
"Mi fa davvero piacere, sai?"
"Michele, ti prego... cerca di scoprire cosa gli è successo" dico. "A me non dirà niente! Magari a te che sei il fratello, alla fine, parlerà... spero solo che non c'entri Matteo, perché giuro che stavolta lo metto su un bel carrellino del supermercato e me lo porto in giro come un neonato! Sai che risate? Il bullo della scuola che viene portato in giro come un bimbo!"
"Tu sei un misto spettacolare! Hai tutto, amica mia!" dice Michele. "Sei buona, simpatica, e quando vuoi sei una tosta... il tuo problema è che quando fai la dura poi stai male!"
"Michele... lascia stare me! Preoccupati di tuo fratello... io ho paura per lui... molta paura, davvero!"
"Gli vuoi tanto bene, non è vero?"
"Forse... forse non dovrei dirtelo. Non dopo quello che mi hai detto in ospedale, mentre ero in coma..."
"Non importa... tu per Igino lo fai! Lo ascolti parlare della ragazza che ama, sai che non sei corrisposta, però... però lo ascolti lo stesso. Perché io non dovrei farlo per te?"
"Beh, allora io ti dico che lui mi ha praticamente salvato la vita, Michele! Quando l'ho visto... così incerto, introverso e riservato... così solo, soprattutto... ho sentito che potevo essere ancora utile a qualcuno, dopo tanto tempo in cui sono stata solo un giocattolo nelle mani di mio fratello e dei suoi amichetti!"
"Lascia perdere tuo fratello... diventi strana quando ne parli! Calmati, respira e non ti preoccupare per Igino... scoprirò io cosa gli succede..."

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