Combattuta <91>
MARTA
"Cara, c'è qualcosa che devi dirci?" mi chiede Piera per la millesima volta.
"No, ve l'ho detto! Non c'è niente, ragazze, davvero!" rispondo.
"Allora perché parlavi sottovoce con Igino e perché hai il trucco sciolto?" chiede Lara.
"Ho un cuore, sapete? A me dispiace per Igino, è questo che gli ho detto! Lui se n'è accorto, mi ha presa da parte e mi ha chiesto cosa mi fosse successo!"
"Credi che lui sia... innamorato di te?" chiede Piera.
"Ma figurati! Lui sta già male perché Giulia è stata costretta ad andare via da quel..."
"Fermati!" dice subito Lara. "Non dire cose di cui potresti pentirti! Se ti sentisse..."
"Che vuoi che me ne importi di quello che pensa?"
"Senti, Marta, ti stai comportando in modo strano, ultimamente! Ti vuoi dare una calmata?" mi rimprovera Piera. "Ti metterai nei guai e ci finiremo anche noi se non ci dai un taglio!"
"No, ragazze... ascoltate: non c'è niente... ma non vi fa neanche un po' di tenerezza, il povero Igino?"
"Sì, ma non possiamo dimostrarglielo! Non come fai tu... e poi lui dovrebbe provare a darci un taglio con i libri!"
"Davvero? E poi chi ci salverà la faccia? Siamo degli egoisti... tutti quanti... me compresa..."
"Sì, come vuoi, ma smettila di fare la suora, non ti viene bene, e lo sai!"
"Accidenti, Lara, non è questo! Non si tratta di fare o meno la suora!"
"Allora qual è il problema?"
"Ve l'ho già detto! Igino mi fa tenerezza... da quando Giulia è andata via sta peggio che mai! Io non ho il coraggio di chiedergli aiuto per qualche stupido compito ora che sta tanto male!"
"Sì, ma stagli lontano! Lui ti creerà un sacco di problemi..."
"Va bene, ho capito. Io... io adesso devo andare... non sto molto bene."
In realtà è una scusa. Ho bisogno di parlare con Giulia e spero che lei possa parlarmi. Sono preoccupata, sto male, e so che l'unica con cui posso confidarmi è lei.
La chiamo e, a quanto pare, anche lei è a ricreazione.
"Ehi, Marta! Santo cielo, che tono!" dice, appena sente il mio saluto. "Che è successo?"
"Si tratta di lui, Giulia..."
"Cos'è successo, nello specifico?"
Le racconto tutto, e quando concludo sento un nodo stringersi nello stomaco e fa un male terribile.
"Quindi le ragazze ti hanno bombardata di domande perché hai cercato di aiutarlo, vero?"
"Sì... tu come hai fatto a... a lasciar correre? Io se potessi griderei ai quattro venti quanto lo amo, ma temo che così facendo lo metterei nei guai e ci finirei io stessa... e non è vero che mi fa pena! Io tengo molto a lui..."
"Lo so, Marta, ma perché non ne parli con lui?"
"È lui stesso a tenermi lontana per non mettermi nei guai! È così buono... e così triste, poverino, che io non ho la forza di chiedergli aiuto per..."
"Lo apprezzo molto, da parte tua, credimi..."
"La cosa peggiore è che temo che lui mi abbia sentito dire alle ragazze che mi faceva pena. Se potessi sotterrarmi ora, lo farei!"
"Ho capito, Marta. Ascoltami: devi stare tranquilla e fare quello che senti! Le ragazze stanno in allerta perché hanno paura di Matteo e tu lo sai..."
"Se potessi spaccargli la faccia adesso lo farei!"
"E da quando lui è così importante per te?"
"Ma..."
"Lascia perdere, Marta! Lascia perdere e basta, ti prego! Anzi: se vuoi prendo il primo volo e torno in paese!"
"Ma no, Giulia... anzi: grazie... e scusami, non avrei dovuto dirlo a te. Sei innamorata di lui e..."
"Non importa... tienimi informata su tutto, ti prego! Non voglio che lui sprofondi!"
"Sei una guerriera, sai?"
"Ma no!" dice lei.
"Sì, invece! Tu sei una guerriera, una vera guerriera!"
Suona la campanella, sia da me che da lei. Scoppiamo a ridere per poi salutarci. Torniamo in classe e durante le ore seguenti Matteo non fa che lanciare continue frecciatine a Igino, che, tanto per cambiare, rimane in silenzio, con il viso contratto dal dolore, ma senza neanche l'ombra di una lacrima.
"Ah, ragazzi... ho dimenticato una cosa... una cosa importante" dice Matteo. Tira fuori un quaderno e Igino impallidisce istantaneamente.
"Dove l'hai preso?" chiede.
"Dove l'hai messo tu, no? Era nel tuo zaino, e mentre tu eri fuori, io ho dato uno sguardo! Cercavo la tua merenda, perché non ho portato la mia..."
"Matteo, metti giù quel quaderno!" esclamo. Ma perché non ci sono i professori, quando serve la supervisione di un adulto?
"E da quando tu ti sei elevata a paladina della giustizia?" mi chiede, fulminandomi. "Vediamo... oh, che tenero che sei, Igino! Hai dato il nome di mia sorella a questo quadernetto..."
"Matteo, ti prego!" dice lui abbassando la testa. "Dimmi che cosa vuoi, ma non leggerlo! Non leggerlo!"
"Dai, Mattè... oggi è stato molto bravo! Ti ha anche tolto dai guai con la professoressa d'italiano!"
"Michè, da che parte stai?" gli chiede Matteo.
"Dalla tua..." risponde Michele, abbassando la testa sul banco.
"Molto bene! Allora lasciami fare! Ci divertiremo tanto, fidati... e tu non guardarmi con quella faccia, è chiaro? La tua protettrice non c'è!" Matteo prende un respiro profondo e inizia a leggere. "Ciao, Giulia... sai, ho sognato te che raccontavi una storia ad un bambino... quella di cui parlavi stamattina. Mi manchi già tantissimo, infatti ho preso molta pioggia e mi sono beccato un raffreddore. Sai, oggi la giornata è cominciata proprio male, con tuo fratello che mi faceva cadere a terra e mi lanciava addosso un sacco di bigliettini pieni d'insulti. Vorrei tanto sapere dove ho sbagliato, con lui e con gli altri... specialmente con Mar..."
"Matteo, dammelo, ti prego!" ripete Igino. "Dammelo, per favore!"
"...Con Marta! Ho sentito che diceva alle sue amiche che le faccio compassione... e io sono un idiota, perché..."
"Metti giù quel quaderno! Subito!" dice la prof di storia. "Non è roba tua e non hai nessun diritto di fare quello che stai facendo! Restituiscilo a Igino, e senza storie!"
Tiro un sospiro di sollievo. Se da un lato desideravo sapere cosa pensa Igino di me, dall'altro sono felice che la professoressa sia entrata. Quel poveretto stava letteralmente per sprofondare!
"Stai bene, caro?" chiede la professoressa. Lui annuisce e sussurra un: "Grazie." Ha le guance rosse.
Per tutta l'ora di spiegazione, Matteo smanetta sul cellulare mentre Igino fa scorrere la penna su un altro quaderno. Io non riesco a concentrarmi... i nomi e le date fanno eco nella mia testa.
Non posso credere che Matteo abbia fatto una cosa del genere! Non posso crederci!
Quando finalmente la campanella suona lui si alza barcollante, con il suo quaderno stretto in mano. Mette tutto nello zaino e si dirige velocemente verso la porta. Io lo raggiungo velocemente e gli chiedo: "Stai meglio, Igino?"
"Sì, tranquilla. Sto bene, davvero!"
"Sei sicuro? Hai gli occhi lucidi... ti conviene lasciar perdere la scuola, per un paio di giorni."
"Non posso! Rimarrò indietro, e... e poi... devo fare quello che sai..."
"Ma così ti ammalerai sul serio, come..."
"Come Giulia."
"Igino, ti prego! Ti porto a casa, vieni!"
"No... vai a casa tua! Nonpreoccuparti per me... oggi ti mando le foto di tutto quello che ti serve..."
"Non preoccuparti, Igino.... lascia stare i compiti e riposati! Non riuscirei a chiederti di passarmi niente, nelle condizioni in cui sei adesso!"
"Sei davvero gentile, Marta" mi dice lui per poi dirigersi verso un vicolo.
Vorrei tanto poter fare di più per lui! Non riesco a non pensare a quello che è successo oggi... lui ha sentito!
Le mie amiche mi stanno facendo il terzo grado, lui sta male per come rispondo... e io lo amo. Dio solo sa quanto! E ripenso alla canzone che Giulia ha scritto per noi.
"Mi vergogno troppo, sai? E la gente che penserebbe di noi? Non posso negarlo, ma io lo amo! È la prima volta, sai? È la prima volta... sai."
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