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Arma a doppio taglio <95>

VIRGINIA
Mi capita spesso di pensare ad un ragazzo per il quale avevo una cotta quando ero piccola. Si chiamava Matteo, come il mio ex, ma era completamente diverso da lui caratterialmente. Da bambina mi prendevano in giro perché portavo gli occhiali, avevo delle lentiggini ed ero magrissima. Lui era l'unico che mi stava vicino. L'unico che ricordava la mia esistenza. Il giorno del mio compleanno fu lui a portarmi via da scuola... lui mi era stato vicino quando mio padre mi picchiava... mi era stato vicino quando uno qualsiasi dei ragazzi della scuola, soprattutto i più grandi, mi mettevano lo sgambetto facendomi cadere tutto. Quel Matteo mi era sempre stato accanto, asciugandomi le lacrime e infischiandosene di tutto e tutti. Aveva preso persino un pugno in faccia da mio padre per proteggermi!
Io ero quasi sola... come il povero Igino... anche lui ora è solo e io ho avuto paura quando ho letto il suo post... poi ho visto che aveva messo un asterisco su quel post e vi aveva scritto sopra: "Scusate lo spavento: un mio "amico" ha pensato bene di far venire un infarto ai miei fratelli, ai miei pochi amici e ai miei genitori! Bella fantasia, n_on c'è che dire, ma hai sbagliato i tuoi calcoli: io non mi butto da una finestra per far piacere a te!"
Matteo si è arrabbiato tantissimo per questo... io, invece, quando ho visto Igino sulla soglia, gli sono corsa incontro e l'ho abbracciato piangendo come una bambina. Credo di averlo sorpreso un bel po' con quest'eccesso di affetto, ma mi sono spaventata.
"Ehi, Virginia! Questa non me l'aspettavo, sul serio!" mi dice infatti. "Sei stata davvero carina a preoccuparti per me... davvero!"
"Mi sono spaventata sul serio quando Matteo ha condiviso quella cosa... stai bene, vero? Non ti hanno fatto del male?"
"Ma no, tranquilla. Non mi hanno fatto niente... non ancora, almeno."
"Giulia si è messa in contatto con te, per caso?"
"Sì, spesso! E poi Michele mi ha detto che per poco non le è preso un colpo quando ha letto quel..."
Improvvisamente vedo un flash puntato verso di noi e faccio un passo indietro.
"Che succede, Virginia?"
"Niente... c'è qualcuno che si diverte a fotografarci: vero, Michele?"
Michele esce allo scoperto e io lo fulmino con lo sguardo.
"Ah... vedo che non te lo togli il vizio di fare la carina con tutti! Nulla ti fa specie, eh? Nemmeno quelli come lui! Ricorda che sei ancora la mia ragazza!" mi dice Matteo.
"Primo: non sono più la tua ragazza e non sono stata né prima né dopo di tua proprietà."
E faccio un passo verso di lui, mettendomi in mezzo tra lui ed Igino.
"Due: non stavo facendo la carina: lo stavo abbracciando perché per colpa tua e del tuo stupido post pubblicato in vece sua mi è quasi venuto un infarto! Terzo: anche sulla storia della specie ti sbagli, Matteo. Qualcosa mi fa orrore: e sono i tipi come te!"
"Però prima non ti facevo orrore, vero?" mi dice afferrandomi per un braccio.
"Lasciala stare!" interviene Igino. È bianco come un lenzuolo, ma nonostante la paura e la timidezza, prende il braccio di Matteo che mi stringe il polso e mi libera dalla sua presa.
"Hai capito il piccolo Nerd? Sta cercando di fare l'eroe..."
Matteo lo guarda malissimo e gli ordina di seguirlo. Lui si volta. Io lo guardo per un istante e lui mi dice: "È meglio così, Virginia: io ci sono abituato!"
IGINO
Seguo Matteo a testa bassa. Michele è alle mie spalle, forse per impedirmi di scappare... ma tanto credo di aver già capito cosa vuole fare.
Anzi: non cosa vuole fare lui! Cosa vuole fare Matteo, perché Michele è solo un burattino, tanto quanto me.
"Entra!" mi ordina dopo avermi fatto scendere giù per una scalinata. Le luci sono spente... e io prima avevo paura del buio, ma dopo aver conosciuto Giulia, che nel buio ci si è dovuta tuffare a capofitto, ho capito che non è nulla di così malvagio. Entro nello sgabuzzino senza aspettare che Michele mi spinga. "Igino, che cosa fai? Hai deciso di tornare ad essere un bravo agnellino e subire senza protestare, come è giusto? Ma dovevi pensarci prima di scrivermi quelle cose! Prima di scrivermi cose da... ribelle... fare l'agnellino non ti servirà a risparmiare la punizione! Michè, chiudi la porta!" E in effetti Michele mi rinchiude là dentro con una piccola chiave presa non so dove, poi lui e Matteo vanno via e io decido di divertirmi un po'. Il gioco che facevamo da bambino: "Facciamo che io ero", è molto utile in questi casi. Inizio a gridare aiuto fino a quando non sono sicuro che loro siano abbastanza lontani... poi scoppio a ridere da solo, perché si sono messi nei guai da soli! Se i prof facessero loro qualche domanda, non avrebbero il solito, povero secchione pronto a suggerire loro risposte che non capiranno, come più o meno dicono loro. Mi piego in due, cercando di trattenere le risate. Mando un rapido messaggio a mio fratello, dicendogli: "Fratellino, si sono fregati da soli! Mi hanno chiuso nello sgabuzzino, ma stavolta mi sto proprio divertendo!" La risposta di mio fratello arriva subito: "Un giorno o l'altro dovrai spiegarmi come riesci a ridere rinchiuso in una stanza delle dimensioni minime, Igino!"
"Quando torno a casa te lo spiego" rispondo velocemente, poi sento dei passi rapidi dirigersi verso la porta. Qualcuno inizia ad armeggiare con la porta e quando vedo il viso preoccupato di don Peppino mi sento quasi in colpa per aver riso tanto.
"Tutto a posto, Igino?" chiede gentilmente. Io mi alzo dal pavimento, con le ginocchia che mi fanno un male tremendo, ma per una volta, divertito dagli scherzi del mio bullo a tempo indeterminato.
"Non si preoccupi, sto bene! Almeno per una volta i miei compagni hanno fatto male i conti!" dico.
"Come mai sei così contento?"
"Perché loro mi hanno rinchiuso per farmi un dispetto, ma in realtà lo scherzo l'hanno fatto a loro stessi... un autogoal, perché scommetto che qualche insegnante voleva interrogarli e loro non sapevano niente. Un po' mi dispiace per loro, ma per una volta un loro scherzo rivolto a me mi ha fatto sbellicare dalle risate!"
"Sei un ragazzo incredibile, lo sai?" mi dice lui e io sorrido.
"I pugili si rialzano ad ogni round... perché io non dovrei fare lo stesso?"

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