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Amiche e, (non), rivali in amore <52>

MARTA
Sono giorni che vorrei andare a trovare Giulia in ospedale, ma le ragazze continuano a ripetermi che non è il caso che io ci vada. Insomma: lei è amica di Igino, Matteo le rema sempre contro e se ci facessimo vedere con lei ci metteremmo nei guai. Anche se io so che Lara una volta è andata da lei.
Da allora, però, non appena la vede, Matteo parte con le sue stupide frecciatine di sempre. Sono stanca di lui, ma intanto che cosa posso fare?
Ho provato a scrivere a Igino, per sapere come vanno le cose, ma non ho avuto alcuna risposta.
Sospiro, passandomi le mani sulla fronte e ripensando alle cose che ha fatto lei e che io non avrò mai il coraggio di fare. So che si è persino aperta con lui. Gli ha detto quello che prova chiedendogli di non allontanarla per questo. Penso a come sopporta e combatte le cattiverie che le fa Matteo, che tra l'altro è suo fratello, e penso a quanto sia assurdo che una come lei, con quella forza mista a delicatezza, sia potuta finire in un letto d'ospedale, dipendente da macchine e tubi.
Le ragazze mi hanno chiesto di andare con loro a fare shopping come al solito, ma oggi non me la sento. Ho la sensazione che questa terapia che di solito mi solleva il morale, stavolta non mi servirà.
Non so dove andrò, ma ho bisogno di uscire. Indosso il cappotto, un paio di guanti ed una sciarpa e corro fuori, in mezzo alla neve d'inizio gennaio. Non so bene il perché, ma sento che il mio corpo si sta muovendo quasi in autonomia, e sta controllando la mia mente. Le mie gambe si muovono da sole.
Quando si fermano, mi rendo conto di essere nel cortile dell'ospedale. A poca distanza da me c'è lui, che ha il volto fradicio di pianto, e solo a guardarlo giuro che mi si spezza il cuore.
Sembra che lui stia parlando da solo, almeno fino a quando suo padre non lo raggiunge. In quel preciso momento, vedo una piccola ombra muoversi accanto a me. Quell'ombra prende lentamente forma e rimango di sasso quando capisco che è Giulia. La sola cosa che la rende diversa è che ora si muove con sicurezza verso di me. Non sembra nemmeno arrabbiata. Il suo viso è dolce come al solito.
"Sono così contenta di vederti, Marta, così contenta!"
Quella voce mi giunge alle orecchie come il suono più dolce del mondo, e il sorriso che le increspa appena le labbra la rende, se possibile, ancora più bella.
"Non sei arrabbiata con me?" le chiedo.
"Ma no che non sono arrabbiata. Non sono arrabbiata con nessuno di voi."
"Davvero?"
"Sì. So bene che siete tutti sotto il giogo di Matteo e che volete bene a me e ad Igino."
"Sì... insomma, tu sai tutto... tutto..." dico.
"Ma certo che so tutto! Cioè, piano... tutto quello che tu mi hai permesso di capire di te... e ti giuro che quando riuscirò ad uscire di qui ti aiuterò a raggiungere i tuoi obiettivi."
"Dici sul serio, Giulia?"
"Ma certo! Lui ama te, quindi perché non dovrei darvi una spintarella?" dice lei, e il mio cuore ha un ulteriore colpo.
Delle lacrime iniziano a scendere giù, lentamente, lungo le mie guance, e lei mi sorride dolcemente. "Oh mio Dio... avrei dovuto portarmi dietro un carico di fazzoletti! Su, non piangere... ascolta: prima che io me ne vada ti asciugo le lacrime, poi tu vai da Igino e gli parli, d'accordo? Sai, lui sta soffrendo molto e a me dispiace. Sono certa che tu riuscirai a fare molto di più di quello che ho fatto io. Lui ha bisogno di te, del tuo conforto... ha bisogno che tu gli stia vicino, e so che lo farai. Anche se in silenzio, di nascosto, io so che tu lo farai."
"Sì... il fatto è che..."
Mi blocco, perché lui è a poca distanza da me e non voglio che mi senta dire che mi vergogno di lui.
Cioè, in realtà non mi vergogno di lui nello specifico... se potessi griderei al mondo intero quello che provo per lui, ma so che Matteo farebbe del male a me e a lui... anzi: con lui sarà ancora più perfido dopo aver saputo che "uno come lui" è riuscito a conquistarmi. Già rende martire sua sorella, poverina, perché a quanto so una volta glielo gridò in faccia.
"Lo so che hai paura, ma non preoccuparti. È normale averne. Ne avevo anch'io, prima di sfidare quel montato di mio fratello!. È normale, sai? Ma io non avevo qualcuno che mi sorreggesse, te l'assicuro... cioè, non volevo rivolgermi a Matias, poveretto... gli ho fatto una testa così con i miei problemi!"
"E i tuoi?"
"Loro non lo sapevano. A casa Matteo geva a fare finta di niente, un po' come fa con Igino... per questo ti dico che non potevo rivolgermi a nessuno. Il mio unico amico era l'argentino, ma non volevo sovraccaricarlo, anche se alla fine lui è venuto a scoprire lo stesso quando mi ha trovata legata al mio letto e praticamente mezza svestita!"
"Sì, ma chi vuoi che ci sia per me? Le mie amiche non mi capiranno mai... infatti non voglio che sappiano... e tu hai già abbastanza problemi per farti carico anche dei miei!"
"Non importa... ho giurato che ti sarei stata vicina e lo farò sempre. Quando avrai voglia di sfogarti un po' con qualcuno e non te la sentirai di parlare di una certa cosa con Lara o con Piera, vieni a cercarmi. Io ci sarò sempre per te, e Igino ti può confermare che quando prometto una cosa, io la mantengo!"
"L'ho visto! Ti sei fatta anche... va beh, mi hai capito!"
"Mi sono fatta buttare dell'acqua bollente addosso. Era questo che intendevi dire?"
"Sì, questo, ma mi sono ricordata di quello che mi hai chiesto."

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