55 Etienne
Forse doveva andare così. O forse no.
Sentire le parole che Matteo ha scritto per Sofia mi ha messo paura. È bravo con le parole, lo è sempre stato. Lui riesce attraverso la sua musica a dire le cose che anche io vorrei ma non riesco.
Il panico mi ha fatto agire d'istinto e non so come mi ha spinto a fare quello che ho fatto, a sferrargli un pugno in faccia colpendolo di sorpresa, sono un infame lo so benissimo. Non mi sono sentito meglio dopo averlo fatto, ma in qualche modo dovevo farlo smettere, Sofia non può tornare da lui, lui non la merita, forse ancora meno di quanto la meriti io.
Punto gli occhi su di lei, poi sulla sua mano intrecciata a quella di Jacque. Avevo letto bene fra le righe del suo messaggio, qualche cosa è cambiato fra loro due. Non riesco ad avercela con loro, sono stato io stesso a spingerlo l'uno fra le braccia dell'altro. Solo che fa male.
Stasera voglio giocarmi il tutto per tutto. Devo provarci per non avere rimpianti, devo provarci perché se solo non lo facessi continuerei a pensarci forse tutta la vita, chiedendomi cosa sarebbe cambiato se solo ci avessi tentato.
Vado verso il loro tavolo, non distolgono lo sguardo e negli occhi di Jacque si accendono piccole fiammelle rosse. Sfida o minaccia. Tiene molto a Sofia, non c'è dubbio.
Arrivato al tavolo afferro la mano di Sofia, senza chiederle il permesso. Voglio solo portarla via da qui, parlarle, spiegarle. Ma niente va come vorrei.
Fissa la mia mano che avvolge la sua, poi mi guarda negli occhi e capisco che è già troppo lontana.
"Ora basta! Non vi sopporto più!"
Si mette a gridare in mezzo al locale, guarda prima me e poi il suo sguardo si allunga su Matteo. Tutta la gente intorno è rapita dallo spettacolo che gli stiamo dando. Il silenzio regna nella sala, solo la voce di Sofia rimbomba in tutta la stanza.
"Entrambi pensate di potermi prendere e lasciare quando volete come se fossi un semplice pacco postale! Beh, c'è una novità! Mi sono letteralmente rotta le palle delle vostre insicurezze e delle vostre pretese! Lasciatemi in pace!"
Io resto senza parole. Non mi aspettavo questa reazione, non mi aspettavo tutta questa forza da parte sua, qualcosa in lei è cambiato e ne sono felice. Sta proteggendo se stessa. Finalmente.
Piano piano la folla si alza ed inizia ad applaudire. Una standing ovation per la piccola Sofia. Vorrei applaudire anche io e dirle che sono fiero di lei, che anche se il prezzo da pagare per i miei errori sarà quello di perderla, non posso non essere orgoglioso per il suo comportamento. Ma non lo faccio, rischierei di sembrare ridicolo, allora faccio quello che mi riesce meglio fare, la lascio andare. Mollo la stretta sulla sua mano, la guardo e le sorrido. Mi avvicino al suo orecchio e lei si irrigidisce ma non si allontana. Il suo profumo mi inonda le narici e si diffonde nelle vene, è dolorosamente inaspettato.
Il mio respiro si fa pesante e più mi avvicino più diventa difficile per me... allora mi faccio coraggio e le sussurro. ..
"Sei stato il regalo più bello che la vita mi abbia mai fatto, ho sbagliato e ti ho perso e lo rimpiangeró tutta la vita, ma una notte con te ha sanato le ferite del mio passato..."
Le poso un bacio sulla guancia. Lei è impassibile, l'unico movimento che percepisco arriva dalla sua mano che stringe ancor più forte quella di Jacque.
"Ciao Jacque, abbi cura di lei..."
Jacque annuisce. Vado verso Matteo che è rimasto seduto in disparte sul palco. Gli tendo la mano..
"Forza amico, andiamo via. Abbiamo già fatto abbastanza guai per questa sera".
La forza del mio rapporto con Matteo sta nel non portarsi rancore ed anche questa volta la sua mano che si allunga verso quella che gli sto tendendo io ne è la conferma.
"Hai ragione Etienne, andiamo via.."
Ci allontaniamo entrambi con la coda fra le gambe e con il cuore ancora un po' più spezzato. Torneremo mai a ricucirlo davvero?
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