29 Sofia
Ho dovuto impostare il silenzioso sul telefono, non faceva altro che squillare. Non ho neppure guardato chi fosse, ho tolto la suoneria e basta. Poco dopo è stato il turno di quello di Jacque che non ha esitato a spegnerlo. Ora sono raggomitolata tra le sue braccia, non mi ha lasciata neppure per un secondo da quando mi ha trovata. Provo un affetto sconfinato per quest'uomo, sento che ora è il mio solo appiglio. Non sono ancora stata in grado di dirgli una parola rispetto a quello che è successo, e lui non ha fatto domande, si è limitato ad asciugarmi le lacrime e a tenermi stretta a se. So che lo conosco da poco tempo, ma può capirmi già cosi profondamente da sapere quello di cui ho bisogno?
"Ti va di uscire un po'? Andiamo a bere una cioccolata calda?" Mi metto a ridere... "Jacque saranno le quattro del mattino, dove pensi di trovare un bar aperto a quest'ora?" "Tesoro sono un uomo dalle mille sorprese" "Ok allora conducimi". Mi afferra la mano ed io gliela stringo, mi aiuta ad alzarmi e mi mette la giacca sulle spalle. "Copriti bene Parigi di notte è gelida".
Sono contenta di non essere sola stasera, non me la sentivo di tornare da Mia e ancora adesso non so come farò a dirle tutta la verità, ad ogni modo devo essere sincera, non si merita altre bugie.
Ci sediamo in un piccolo locale nel centro di Parigi. Jacque ha continuato a parlare per tenere viva la conversazione tra di noi, ma ora sono pronta. Pronta a raccontargli tutto di me, a partire da Matteo per arrivare a questa serata con Etienne. Tutto.
...
Quando ho finito di raccontare tutto quello che mi è successo a Jacque fuori incomincia a piovere, saranno ormai le cinque del mattino, io non ho ancora avuto il coraggio di guardare il telefono e Jacque non si è neppure preoccupato di riaccenderlo. Allunga la mano sul tavolo per arrivare alla mia, la stringe e sento che cerca di infondermi coraggio attraverso quel gesto e ci riesce davvero. Stare con lui mi fa sentire forte e sicura, il problema sarà non averlo a fianco durante il confronto con Mia. "Non credevo avessi tutta questa forza, Sofia. Sono fiero di te, del modo in cui hai reagito a tutto quello che ti ha fatto quel verme" . Non posso fare a meno di sorridere, crede così tanto in me da farmi pensare che forse, solo forse, non ho sbagliato tutto nella mia vita. "Sono felice di sapere che non hai cambiato opinione su di me" "Oh sì che ho cambiato opinione, ma in meglio. Sai ti ho sempre vista come una donna fragile e insicura, una donna da proteggere, ma stasera, ora che so tutto, credo che tu sia più forte di quanto io non sarò mai" "Se sono stata forte è solo per non lasciare che Matteo cambiasse il corso della mia vita, non potevo permettere che cambiasse tutti i miei progetti; sono venuta qui a Parigi forse scappando, ancora non l'ho capito e mi sono innamorata del ragazzo della mia migliore amica che mi ha piantata subito dopo che l'ho baciato. Si può essere più incasinati di cosi?" "Ti devo ricordare che i miei genitori non sanno ancora della mia omosessualità?" stringo più forte la sua mano "Avevi ragione quando dicevi che eravamo perfetti per essere amici". Scoppiamo a ridere e da quando ho incontrato Etienne questo pomeriggio è il primo momento in cui mi sento davvero sollevata.
Affondo il cucchiaino nella panna della mia cioccolata e mi godo questi momenti prima della tempesta che mi aspetta, Jacque continua a parlare e il tempo passa come se volasse, per un'ora sembra che non sia mai successo nulla di quello che ci siamo raccontati, per un'ora siamo due semplici amici che si godono una cioccolata calda in un 24h alle 05 del mattino. Poi però qualcosa turba Jacque, il suo viso s'incupisce e il suo sorriso si ricuce nel viso; vedo che guarda fuori, lo sguardo diretto sulla strada, qualcosa sta attirando la sua attenzione ma non parla, io mi giro d'istinto. Ed è li che lo vedo, corre sotto la pioggia, con i vestiti fradici appiccicati addosso, l'angoscia trapela dai suoi occhi, corre come se cercasse disperatamente qualcosa o come se cercasse qualcuno.
Esco fuori dal bar con l'adrenalina in circolo, non mi accorgo della pioggia che cade incessante, non mi accorgo del freddo pungente che mi entra nelle ossa, non mi accorgo neppure di aver cominciato a gridare: "ETIENNEEEE!!!!"
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