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10 Sofia

Non appena si chiudono la porta alle spalle Mia mi salta addosso, la sua curiosità non ha limite. So già cosa sta per chiedermi. Vuole sapere nei dettagli quale sia stata la mia impressione su Etienne. E non so proprio cosa dirle. "Cosa ne pensi di Mathieu?" Wow. Non era la domanda che mi aspettavo. "Mathieu, perchémi chiedi cosa penso di lui e non di Etienne?"si fa più vicina a me sul divano "Perché magari fra di voi..." non la faccio finire di parlare "Frena, frena Mia... sai che l'ultima cosa che voglio in questo momento è un altro ragazzo a cui pensare" e mentre lo dico mi appaiono davanti gli occhi di Etienne. Accidenti sono nei guai. "Va bene, va bene" mi dice Mia "Sono contenta che tu sia qui" ed io l'abbraccio perché non c'è rapporto più importante per me, non c'è persona che mi capisca di più. Per questo motivo qualsiasi cosa mi abbia fatto Etienne questa sera, qualsiasi possa essere il motivo della mia frustrazione, della mia attrazione, della mia quasi ossessione, ha avuto un'inizio oggi pomeriggio ed una fine in questo momento. Non farò del male a Mia, mi passeranno questi pensieri su Etienne. Fosse anche l'ultima cosa che faccio.


Mi sveglio piena di energie, oggi è il mio primo vero giorno qui a Parigi. Il mio primo giorno da universitaria. Frugo tra le valigie alla ricerca di qualcosa da mettere, la giornata di ieri è stata per certi versi impegnativa e non ho proprio pensato di riempire gli armadi e mettere in ordine. Cerco alla rinfusa una maglietta ed un paio di jeans aderenti, niente di troppo impegnativo. Voglio passare inosservata. L'anonimato mi è sempre piaciuto, mi ci sono sempre trovata a mio agio; ed a Milano dopo la mia storia con Matteo non era più così, ormai ero sulla bocca di tutti. La povera ragazza di campagna che si è fatta abbindolare. Scaccio in fretta questo pensiero, nulla deve rovinare il mio umore oggi. Tanto meno lui. Metto un po' di eyeliner sugli occhi, un po' di mascara e sono pronta ad uscire.

Trovo Mia in cucina intenta a preparare la colazione. "Ma che ci fai già in piedi a quest'ora?" le chiedo "Non inizi il turno alle 12.00?" "E' il tuo primo giorno di università, è il mio modo per augurarti in bocca al lupo" Dio adoro questa ragazza, riesce sempre a strapparmi il sorriso anche quando credo sia impossibile.

Accidenti mi sono fermata a fare colazione con Mia più del dovuto ed ora sono in ritardo, per fortuna l'università si trova a pochi isolati dal nostro appartamento. Ringrazio chi ha inventato le scarpe da ginnastica, in situazioni come queste non so proprio come facciano le donne perennemente in tacco. Borsa sulla spalla, telefonino in mano e documenti di iscrizione nell'altra. Ce la farò a far tutto. Ne sono certa.

Arrivo in segreteria giusto dieci minuti prima che chiuda. Attendo il mio turno per registrarmi ad i corsi, e quando mi chiamano mi sembra un miracolo aver fatto in tempo. "Mi da carta d'identità e documenti di iscrizione per cortesia signorina?" "Certo, le do tutto subito..." ma mentre consegno i documenti d'iscrizione il panico mi assale. Oh mio Dio, dov'è finita la mia carta d'identità? La segretaria attende ma noto che comincia a spazientirsi, e lo stesso fanno i ragazzi dietro di me che aspettano il loro turno. "Non capisco, ce l'avevo proprio in mano un attimo fa.. era insieme agli altri documenti""Signorina, vede anche lei che si sta formando la coda, quindi le chiedo gentilmente di cercare il suo documento e tornare domani mattina" "No, la prego solo un'attimo", ma il suo viso non ammette repliche. Devo tornare domani, sempre sperando di ritrovare quella maledetta carta d'identità. Mi volto e sto per andarmene, quando un ragazzo altissimo si avvicina e mi sorride "Tieni" mi dice e mi allunga un pezzetto di carta "Guarda, scusa non è giornata, né tanto meno il momento. Non voglio il tuo numero di telefono, nè ti darò mai il mio, quindi se non ti dispiace..." Il ragazzo scoppia a ridere, tutti si girano verso di noi, ed io lo guardo come se fosse totalmente pazzo. "Veramente, mentre correvi hai perso questa e sono solo tornato indietro per restituirtela, credo ti serva..." ed indica la segretaria. Prendo in mano il foglietto che mi sta porgendo. Oh mio Dio, sono veramente un'idiota ed in questo momento vorrei solo essere inghiottita dal pavimento. Mi sta ridando la carta d'identità. Balbetto un grazie che non so nemmeno se sia davvero uscito dalla mia bocca oppure no. Il ragazzo si gira e se ne va. Spero di non doverlo incontrare mai più, ma gli sono grata; mi ha evitato un sacco di grane. E grazie al cielo, o grazie a lui; sono riuscita ad iscrivermi a tutti i corsi.

Prendo in mano la cartina e mi dirigo verso l'aula A. La lezione inizia fra cinque minuti ed io sono tesa ed emozionata al tempo stesso. Non appena entro in aula vedo che sono già tutti seduti ed il professore è già in aula. Il suo sguardo è ambiguo. Non capisco se lo infastidisca il fatto che sia arrivata per ultima o se cerchi di tranquillizzarmi restando in silenzio. "Si sieda all'ultimo posto, quello in fondo all'aula. La prego di affrettarsi, così possiamo finalmente iniziare la lezione". Perfetto. Ora so cosa significava quello sguardo. Come primo giorno di università non c'è male, considerando che volevo passare inosservata ho fatto proprio un ottimo lavoro. Mi affretto a raggiungere il banco e i libri mi cadono di mano. Wow, meglio di così proprio non poteva andare, il mio vicino è il ragazzo che mi ha riconsegnato la carta d'identità. Lo vedo fare una smorfia per trattenere una risata. Mi aiuta a raccogliere un libro. I suoi occhi sono cioccolato fuso. Mi siedo, lo ignoro. E non penso più a niente.

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