Jacque
Non posso credere alle mie orecchie. Non posso credere ai miei occhi. Non posso credere alla fortuna che sembra tornare o al sollievo che mi invade totalmente quando la voce stanca e lontana di Francois giunge alle mie orecchie.
Corro verso di lui per accertarmi che sia tutto vero, che non sia solo un altro maledettissimo scherzo della mia immaginazione e quando vedo le sue ciglia muoversi lentamente sento l'angoscia che mi ha attanagliato il petto fino a un attimo fa sciogliersi e sparire.
"Francois vome stai?"
Gli stringo le mani e non mi accorgo neppure della presenza di Sofia al mio fianco fino a che non noto lo sguardo del mio amico rivolto verso di lei e una lacrima solcargli lentamente e ferocemente il viso.
Mi irrigidisco immediatamente e lascio le sue dita libere dalle mie.
Vorrei dire a Sofia di andare via, che ho bisogno di un pò di tempo per stare solo con lui ma non ce la faccio. Non voglio ferirla ed egoisticamente non voglio nemmeno vederla andare via. Sono stato cosi in pena per lei. Per entrambi. Forse il problema di tutto sono io.
Guardo Sofia e lei sta ricambiando il mio sguardo.
"Sono qui fuori se hai bisogno di me Jacque. .."
Come al solito capisce tutto ancor prima che sia io a parlare.
Lascio che questo momento appartenga solo a Francois come è giusto che sia.
La sua voce è debole, sembra un sussurro. Un fiato che arriva dagli inferi o dal paradiso.
"Era proprio necessario? "
Non so cosa stia cercando di dirmi. Non so a cosa si riferisca.
Lo guardo perplesso e un'altra lacrima gli attraversa il viso.
"Era proprio necessario?"
Francois lo ripete ed io ancora non capisco. La sua espressione è di puro stordimento o forse di profonda esasperazione, non saprei dire.
"Era proprio necessario che lei venisse qui?"
In un attimo mi è tutto chiaro. Parla di Sofia e purtroppo non posso dargli torto. Ho pensato solo al bisogno che avevo di lei in questo momento e non ho riflettuto sulle conseguenze o al dolore che avrei potuto procurare a Francois se solo si fosse risvegliato. Ed ora che cosi è stato mi sento un maledetto stronzo.
Gli afferro la mano in segno di scuse ma oppone resistenza per quanto gli riesca possibile nelle sue condizioni.
La porta della stanza si spalanca all'improvviso e dei medici entrano in tutta fredda chiedendomi di uscire.
Guardo Francois, vedo i suoi occhi e vedo che mi sta implorando. Di rimanere o di andare?
I medici mi sbattono la porta in faccia e resto a fissarla come se avessi di fronte chissà quale strada da intraprendere.
Mani calde mi svegliano da questo torpore e gli occhi verdi di Sofia mi riportano in questo luogo, in questo tempo.
So di non poter avere dubbi ora.
"E meglio che tu vada.."
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