Jacque
Sono passati ormai un paio di mesi da quella fatidica notte che ha cambiato irrimediabilmente il corso della mia vita, non ho più visto Francois, non l'ho mai più risentito.
È incredibile come cambino certe cose. Un giorno la tua vita è riempita da una sola persona, il giorno dopo è stata svuotata da quella stessa persona.
Francois si è portato via tutto di me, a partire dal cuore.
Non è stato facile realizzare la mia nuova condizione, se di condizione si può parlare. Ci sono cose che si sanno da sempre, che si fatica a capire e forse di più ad accettare. Credo di aver sempre saputo di essere omosessuale, ma la paura degli altri e forse anche di me stesso mi ha impedito di mostrare il vero me.
In un certo senso mi sento un idiota, ho fatto tutto ciò che era in mio potere per non lasciare che la parte più nascosta di me venisse fuori, credevo di esserci riuscito, evidentemente mi sbagliavo. E ora? Beh ora che tutto è venuto fuori, che i miei dubbi sono diventati certezze non posso fare altro che camminare a testa alta. Nessuno è migliore di me, forse peggiore si, ma di certo non migliore. Forse non sono chi avrei voluto essere, e sicuramente non sono chi avrebbero voluto gli altri che fossi, ma non mi importa. L'unica cosa che conta ora è che io trovi la pace mentale. È già difficile accettare tutto questo, farlo da solo è straziante, ma sono forte. Scavalcheró questo gradino e ne uscirò vincitore.
Le chiacchiere della gente cominciano a placarsi, ma non posso certo dire che gli sguardi non siano ancora tutti puntati su di me. Ormai c'ho fatto l'abitudine. Fortunatamente la mia stazza ha impedito che si prendessero gioco di me anche a livello fisico.
Cammino fra i corridoi dell'università con lo sguardo rivolto verso il basso. Vedo un bigliettino cadere sui miei piedi e quando mi accorgo che si tratta di una carta d'identità alzo gli occhi per cercare di capire a chi possa essere caduta. Vedo una ragazza dai lunghissimi capelli ricci, sembra spaesata e sicuramente di fretta considerato che non si è nemmeno accorta d'aver perso il suo documento. La inseguo divertito, è una piacevole distrazione e quando la vedo in difficoltà e quasi disperata per aver perso la carta d'identità assisto divertito alla sua discussione con la segretaria.
Si volta per andare via, affranta e delusa. Credo proprio sia il suo primo giorno di università, anche perché non l'ho mai vista da queste parti e il suo accento italiano lo conferma. Mi avvicino e le porgo il documento ma lei indisponente mi liquida con una battuta. Dio mio questa ragazza è esilarante. Punta i suoi occhi verdi come smeraldi sui miei e mi viene ancora più da ridere. Devo ammettere che se non fossi gay probabilmente sarebbe stata la mia ragazza ideale, ma non è così e per quanto bella possa essere non può farmi l'effetto che mi ha fatto da sempre Francois.
Quando si accorge della gaffe che ha appena fatto si vergogna talmente tanto che sembra rimpicciolirsi ancora di più. Si scusa e scappa via. Questa ragazza sarà mia amica, così quel che costi.
Questa è stato il primo incontro con il mio più grande amore, la mia più grande amica, il mio più grande tormento.
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