Francois
Sono fuori dal bar in cui si trova Jacque. Se sapesse quello che ho fatto prima che le cose tra noi precipitassero mi prenderebbe per uno stalcker e ad essere onesti un po' mi ci sento. Conosco ogni suo spostamento se avviene nel raggio di luce 100 km grazie ad un'applicazione che ho scaricato su entrambi i nostri telefoni. Solo che lui non lo sa. In effetti anche quando non ha più voluto vedermi io sapevo perfettamente dove si trovava e anche se non mi sono mai fatto vedere spesso e volentieri lo raggiungevo. È da pazzi? Da folli? Assolutamente si. Ne sono pienamente consapevole.
So che è dentro con Sofia e per quanto io abbia voglia di entrare e interrompere la loro serata romantica so che non è questo il modo giusto per rientrare nella sua vita. Dopo quello che ho fatto devo prima bussare e poi togliere le scarpe, forse solo così mi permetterà di rientrare. Forse.
Mi siedo su una delle tante panchine qui intorno. Aspetterò che esca e che vada a casa con Sofia. Io per il momento farò lo spettatore. A tarda notte gli chiederò di scendere per parlare. Ho paura della sua reazione. Non so se vedrà questo mio eclatante gesto come un'invasione in piena regola o come la più grossa dimostrazione d'affetto che gli sia mai capitata. Affetto o amore?
Mentre questi pensieri mi travolgono come tornadi in un'afosa notte d'estate la mia attenzione viene attirata dal rumore sordo della porta del pub che si apre con violenza e che mi venga un colpo ne esce Etienne in tutta fretta con la disperazione dipinta sul volto. Quello che ha visto li dentro non gli è piaciuto. E io ho paura di sapere cosa l'ha così turbato. Una lacrima gli sta rigando il viso. Fa effetto. Anche gli uomini piangono per amore. È proprio così.
Poi il mio cuore perde un battito quando alle sue spalle arriva Jacque. Cosa diavolo sta succedendo? Non capisco più nulla.
Jacque è meraviglioso in tutta la sua imponenza e malgrado Etienne sia uno dei ragazzi più ambiti della scuola non può nulla in confronto a lui. I due parlano come non li avevo mai visti parlare e poco dopo Etienne gli da una pacca sulla spalla e rientrano insieme nel locale.
Non so per quanto tempo rimango li immobile ad aspettare, minuti forse ore, ad ogni modo la mia pazienza è premiata. Jacque esce e si lascia alle spalle il pub e tutto il resto e lo sta facendo da solo. Il suo sguardo è triste, un po' perso nel vuoto. Non si accorge della mia presenza finché non mi metto davanti a lui ad intralciare ancora una volta il suo cammino.
Alza lentamente lo sguardo e studia attentamente ogni dettaglio del mio corpo. Non c'è bisogno che arrivi al mio viso per capire che sono io.
"Cosa diavolo ci fai qui Francois?"
Nella sua voce c'è sorpresa, ma nessuna forma di gentilezza.
Non era esattamente questa la reazione in cui speravo.
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