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Capitolo 45: un diciottesimo un po' speciale

MODIFICATO

<<Forza Dorinne, trotto di nuovo! Trot-to, trot-to>> la incitai con uno schiocco della lingua, agitando debolmente la lunga frusta.
La mia cavalla ruppe il passo e cambiò andatura, partendo ad un trotto vivace e molto elegante.
Dopo qualche giro a mano destra la feci cambiare di mano. Poco dopo la spronai ancora. <<Brava piccola peste. Ora galoppa. Galop... bravissima!>>
La feci nuovamente cambiare di mano. <<Va bene piccola peste, passo>> fischiai fino a farla fermare.
Continuò a camminare in tondo attorno a me, poi tirai la lunghina e lei mi si avvicinò, sbuffandomi sul viso. Ridacchiai e le carezzai il muso morbido.
Era tornata l'estate e dall'incidente con Zaryan era passato ormai un anno, che sembrava essere volato.
I giorni e le settimane passavano veloci, mentre i progressi di Dorinne si facevano sempre più evidenti: era completamente guarita, galoppava e saltava come se niente fosse mai successo, eccetto il limite dell'altezza troppo elevata, ed era tornata quella di sempre, ma con ancora più grinta e determinazione. Eravamo perfino tornate a gareggiare, nella categoria B100 e B110; avevo chiesto al veterinario il permesso per partecipare anche alla B115, dato che Dorinne non sembrava avere alcun problema, ma ce l'aveva espressamente vietato ed io avevo preferito non insistere. Dopotutto era lui che sapeva fin dove poteva spingersi senza farsi male, anche se la mia cavalla non sembrava essere d'accordo. Comunque, non volevo rischiare.
Con Laurus invece avevo iniziato una scalata che ci stava portando sempre più in alto. Eravamo arrivati allo stesso livello di Luca, così come Matteo e Zaryan, e non era raro che condividessimo tutti e tre il podio.
Mauro aveva proposto al mio ragazzo di iniziare ad andare in trasferta anche in altre regioni, per iniziare con le nazionali e i concorsi più importanti, ma Luca aveva scelto di aspettare me e Matteo; voleva che condividessimo quell'esperienza tutti insieme e io non avrei potuto essergli più grata.
Per quanto riguarda Silver, il grigio migliorava a vista d'occhio, soprattutto nel cross country; sembrava che si divertisse a saltare siepi, tronchi e corsi d'acqua.
Giacomo invece stava iniziando a fare percorsi abbastanza complicati e, fatemelo dire, è tutto sua sorella! Possedeva un equilibrio invidiabile, imparava velocemente ed era raro che commettesse lo stesso errore più di un paio di volte. Era sensibilissimo ad ogni minima sfaccettatura del carattere e del comportamento di Piccadilly, riuscendo così a interpretarlo alla perfezione.
Mauro una volta mi aveva detto: <<tuo fratello è la tua copia esatta, e non per l'aspetto, quanto per il carattere e la comunione con i cavalli. Lui è Piccadilly mi ricordano molto te e Follow Me. Avevi un forte legame con lui>>
Sorrisi al ricordo. Follow Me era stato uno dei primi cavalli, e sottolineo cavalli e non pony, che avevo montato. Con lui avevo partecipato al mio primo concorso e avevo vinto la mia prima medaglia. Mi mancava molto; l'avevano venduto da circa tre anni e, anche se montavo già cavalli più complicati, ero comunque rimasta molto affezionata a quel ronzino tutto pazzo montato soprattutto dai principianti.
Scossi la testa, scacciando i ricordi, e solleticai Dorinne tra le froge, che mi spinse giocosamente col muso prima di alzare la testa e nitrire allegra, guardando qualcosa alle mie spalle.
<<Ciao amazzone!>>
Mi voltai e vidi Becca, mano nella mano con Matteo, appoggiata alla staccionata. <<Ma buongiorno!>> sorrisi, avvicinandomi a loro assieme a Dorinne.
<<Squilibrata>> disse il biondo a mo' di saluto con un cenno del capo.
<<Idiota>> risposi a tono e Rebecca alzò gli occhi. Baciò il suo ragazzo, che andò a prendere Zaryan, non prima di avermi rivolto una smorfia.
Sbuffai divertita e mi sedetti sullo steccato.
<<Siete incorreggibili! Tutti e due!>> esclamò la mia amica.
La mia cavalla le annusò il viso, nitrendo leggermente. <<Ciao patata>> le sussurrò Becca lasciandole un piccolo bacio sul muso.
<<Comunque non ci posso fare niente>> ripresi il discorso. <<È lui che inizia>>
Lei mi guardò alzando un sopracciglio. <<Ma tu lo incoraggi! Lo sai com'è fatto>>
Emisi uno sbuffo. <<Oh, lo so perfettamente: è un completo idiota pervertito>> sbottai facendola ridere. <<Piuttosto... ti tratta bene o sta iniziando a mostrare segni di restringimento del suo già minuscolo apparato cerebrale?>>
A quel punto Reb scoppiò in una risata cristallina che la fece piegare in due. <<Mi tratta a meraviglia, è molto dolce e attento e non mi fa mai fare niente che io non voglia, non so se capisci cosa intendo...>> rispose una volta essersi calmata.
Annuii: si stava riferendo al fatto di fare l'amore... beh, buon segno.
Sorrisi complice nel vedere i suoi occhi brillare e le guance imporporarsi. <<Sei proprio innamorata, eh?>>
Diventò ancora più rossa e fece scivolare i capelli davanti al viso. <<Già>>
Scossi debolmente il capo, divertita, un sorriso appena accennato sulle labbra. Era evidente che Matteo fosse innamorato perso di Rebecca, e la cosa era reciproca; sembrava che finalmente il biondo avesse messo la testa a posto (per quanto fosse possibile dato che lo ritenevo un caso disperato) e che stesse aiutando la sua ragazza ad ignorare e superare tutte le brutte dicerie che c'erano sul suo conto.
E lei stava diventando più forte con Matteo al suo fianco, più sicura e più matura. Dopotutto, si stavano aiutando a vicenda; erano fatti l'uno per l'altra.
<<Senti...>> disse Rebecca, facendomi spostare l'attenzione su di lei.
<<Si?>> chiesi, vedendola esitare.
<<Beh... io, ecco... i-io...>> balbettò.
<<Becca, sputa il rospo>>
Sospirò, come se si stesse tuffando e volesse trattenere quanta più aria possibile. <<Voglio imparare a cavalcare>> esclamò infine.
Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva e per poco non caddi all'indietro dalla staccionata. <<Che cosa?! Sul serio?!>> esclamai tossendo e recuperando l'equilibrio.
Reb abbassò gli occhi. <<Pensavo ti avrebbe fatto piacere... volevo chiederti di insegnarmi, dato che Mauro ultimamente è sempre impegnatissimo, e Matteo non è propriamente adatto a insegnare, ma se non vuoi non importa>> mormorò. Fece per andarsene, ma mi precipitai ad abbracciarla ridendo. <<Se mi fa piacere? Sono stra-contenta! Come puoi aver anche solo pensato che non volessi insegnarti?>> le dissi mentre la stringevo forte.
Tirò un piccolo sospiro di sollievo. <<Non lo so... ero preoccupata>> confessò arrossendo imbarazzata.
Le lasciai un bacio sulla guancia. <<Va a prendere degli stivali e un cap dal ripostiglio, ti aspetto davanti al box di Dorinne per insegnarti a sellarla. Cominciamo subito>>
<<Adesso?!>> sgranò gli occhi.
<<Adesso, e monterai Dorinne. Forza sbrigati>> sorrisi.
<<Oh grazie, grazie, grazie, ti adoro!>> esclamò stringendomi in un veloce ma stretto abbraccio e corse a prendere l'occorrente.
Mi voltai verso Dorinne, che mi stava già guardando. <<Temo che dovrai sopportarla anche in groppa, piccola peste...>>
Lei roteò gli occhi, sbuffando, e mi seguì fino al suo box, dove presi una striglia e una spazzola per toglierle la polvere e il poco sudore che aveva dopo essere stata girata.
Di lì a pochi minuti ci raggiunse Rebecca.
<<Dunque>> iniziai. <<Sai già pulire e passeggiare un cavallo, ora vieni con me>>
La portai nella selleria. <<Sottosella, agnellino e testiera; questi sono di Dorinne; per la sella useremo una per principianti>> e le affidai i finimenti mentre mi allungavo per prendere una sella vecchia ma ancora buona.
Reb inclinò la testa. <<Perché non la tua?>>
Ghignai. <<E perché mai? Io mi sono fatta letteralmente il culo quadrato con le selle del maneggio prima di poter passare a quelle più comode. Non vedo perché tu debba passare direttamente alla parte migliore>>
Ridemmo insieme e tornammo dalla mia cavalla, che ci aspettava paziente.
Insegnai alla mia amica come mettere correttamente i finimenti e se la cavò abbastanza bene, anche se aveva paura di infilare il morso. Ci pensai io, dopotutto molti all'inizio avevano qualche difficoltà con la testiera; col tempo l'avrebbe superata, capendo che non c'era nulla da temere, soprattutto se si trattava di Dorinne.
<<Bene, ora prendi le redini e andiamo in campo>> dissi e lei annuì, iniziando a muoversi.
Alzai gli occhi al cielo e mi misi le mai sui fianchi, divertita dalla sua sbadataggine. <<Rebecca...>> la richiamai.
So voltò interrogativa.
<<Non dimentichi niente?>>
Corrugò la fronte, non capendo.
Mi battei un dito sulla testa. <<Il cap>>
<<Oh giusto!>> esclamò, infilandoselo, ma lasciando le redini.
<<E mai lasciare da solo il cavallo! Metti il caso che non fosse stata Dorinne, si sarebbe mosso e addio mia bella Napoli!>> la sgridai e lei trattenne le risate.
Annuì e riprese immediatamente la cavalla.
<<Ora possiamo andare>>
Entrate in campo, agganciai la lunghina alla testiera di Dorinne e feci cenno a Rebecca di affiancarmi. <<Per prima cosa, quando si sta per montare, si deve stringere il sottopancia, in modo che la sella non scivoli sulla groppa, cosa che potrebbe infastidire il cavallo>>
<<Okay, primo, stringere il sottopancia>> mormorò la bionda sottovoce, come se stesse seguendo passo passo un manuale di istruzioni.
<<Secondo punto: salire in sella. Mi hai vista montare molte volte, da sola, con una scaletta, o con l'aiuto di Mauro. Per i primi tempi, se deciderai di continuare, ti aiuterò io, poi passeremo alla scaletta, quando sarò sicura che non ti ribalterai da sola>>
Lei ridacchiò, poi parve farsi seria e ripensare a qualcosa. <<Perché hai detto "se deciderai di continuare"? Credi che possa cambiare idea?>> chiese quasi dispiaciuta e confusa.
<<Non lo so Reb. Non ho idea se questa tua novità sia perché è qualcosa di cui hai così disperatamente bisogno o solo un tuo capriccio... Non fraintendermi!>> la bloccai alzando una mano prima che potesse protestare. <<Con capriccio intendo... qualcosa di momentaneo, che hai voglia di provare, ma non di impegnarti a fondo fino alla fine, solo per sapere com'è. E questo non è accettabile. Ti conosco Becca, ma non ho idea di come affronterai questa esperienza. Quello che devi capire è che non sarà facile, all'inizio soprattutto. L'equitazione può dare molte soddisfazioni, ma anche molte bastonate. Devi amarlo, questo sport, devi amarlo e basta. Perché ti giochi la vita ogni volta che infili il piede nella staffa. Semplicemente devi farlo con la consapevolezza che ti stai giocando tutto per la cosa che più ami al mondo>>
Rebecca abbassò il dito che aveva alzato in precedenza, guardando a terra.
<<Perciò, ne sei sicura?>>
Rimase in silenzio per qualche minuto, riflettendo e spostando lo sguardo dal suolo, a Dorinne e alla sella e viceversa.
<<Si>> mormorò, talmente piano che credetti di essermelo immaginato. <<Si, ne sono sicura. Voglio imparare>> ripeté poi.
Sorrisi. <<E allora afferra le redini e alza la gamba sinistra>>
Lei obbedì immediatamente e con la mano sinistra prese le redini, mentre l'altra la posò sulla paletta della sella.
Le afferrai il ginocchio e la caviglia. <<Appena sei su stringi le ginocchia e tieni la schiena dritta, non sbilanciarti né da un lato né dall'altro. Al mio tre datti una spinta, okay?>>
Rebecca annuì. <<Ci sono>>
<<Uno, due... e tre>> la spinsi su e lei si sbilanciò in avanti, finendo sul collo di Dorinne che, con tutta la sua santa pazienza, rimase immobile.
<<Reb indietro con le spalle!>> esclamai divertita.
Si tirò su e sospirò, prima di aprirsi in un sorriso raggiante. <<Sono a cavallo!>> rise entusiasta e mi lasciai sfuggire anch'io una risata.
<<Chi l'avrebbe mai detto eh?>> La voce di Matteo fece girare entrambe. Era a piedi, da solo.
<<Prego maestro, insegni>> scherzò poi rivolto a me.
Gli feci il dito medio e una linguaccia prima di tornare a concentrarmi su Rebecca. Le infilai il piede destro nella staffa e spinsi giù il tallone. <<I talloni sono molto importanti. Perché i piedi non scivolino troppo nelle staffe, devono sempre essere rivolti verso il basso e premere contro la pancia del cavallo>>
Annuì, ascoltandomi con attenzione.
<<Il cavallo è suddiviso in tre parti: treno anteriore, tronco e treno posteriore. Il treno anteriore è più pesante di quello posteriore, poiché in più ha il collo e la testa. Per bilanciare il peso, si deve sempre restare indietro con le spalle e seguire il movimento col bacino...>>
<<Un po' come quando stai tu sopra>> mi interruppe Matteo con un ghigno che fece arrossire violentemente la sua ragazza.
Gli scoccai un'occhiataccia. <<Potremmo evitare cortesemente i tuoi commenti pervertiti? Non sono d'aiuto>>
Alzò le mani in segno di resa. <<Mi scusi, continui pure eccellenza>>
"Coglione" borbottai tra me e me, poi lasciai perdere e ripresi il discorso.
<<Adesso iniziamo a camminare. Ricorda, schiena e testa dritte, sguardo sempre rivolto in avanti>>
Mi allontanai un po', agguantai la frusta da terra e schioccai la lingua, facendo partire Dorinne al passo. Rebecca trasalì e strinse il pomello della sella.
<<Non irrigidire il corpo, rilassati e stai dritta>> la istruii. <<Una domanda: l'equitazione è uno sport di squadra o individuale?>> le chiesi.
Si voltò a guardarmi. <<Individuale>>
<<Ne sei certa?>> replicai.
La spiazzai un istante. <<Di squadra?>>
Scossi la testa. <<Non proprio>>
Corrugò la fronte, confusa.
<<Non sei da sola, non dimenticarlo mai. C'è sempre il cavallo sotto di te e il tuo primo pensiero deve essere per lui. Questo è l'unico sport individuale che si pratica in due; ricordalo bene, se sceglierai di continuare a cavalcare>>
Sorrise e annuì, accarezzando il collo di Dorinne. <<Non lo dimenticherò>>
Ricambiai il sorriso. <<Adesso, poggia le mani sul pomello e prova ad alzarti, come se stessi trottando. Non sbilanciarti in avanti, stai sempre con la schiena dritta>>
Annuì e iniziò l'esercizio; se la stava cavando bene dopotutto.
Dopo un po' la feci smettere. <<Per oggi basta così. Tira le redini e porta leggermente indietro il busto>>
Obbedì subito e Dorinne di fermò, restando immobile.
<<Ora togli i piedi dalle staffe, alza la gamba destra, falla passare sopra la groppa, piegandoti leggermente in avanti, e datti una spinta>> le spiegai.
<<Va bene>>
Pochi istanti dopo, mi ritrovai a ridere a crepapelle assieme a Dorinne mentre Rebecca si rialzava da terra con uno sbuffo e si spazzolava i pantaloni sporchi di sabbia.
<<Non è divertente!>> esclamò.
<<Hai ragione, non è divertente, è da morire dal ridere>> replicai con le lacrime agli occhi.
Dorinne emise un altro nitrito acuto, come a burlarsi scherzosamente di lei e Reb le scoccò un'occhiataccia, mettendo il broncio. <<Idioti>> brontolò, ma alla fine, un po' per il divertimento, un po' per l'entusiasmo, scoppiò a ridere anche lei, abbracciando me e Dorinne. <<Grazie di tutto>>

~

3 mesi dopo

<<Auguri!>>
Sobbalzai dalla sorpresa appena Luca mi tolse la benda dagli occhi. Davanti a me, nella grande area verde che il maneggio metteva a disposizione per feste e ricevimenti, tutti i miei amici, tutti i miei parenti, tutte le persone care, vestite elegantemente, battevano le mani e ridevano per lo spavento che mi ero presa, facendomi gli auguri per i miei 18 anni.
E già, era il giorno del mio compleanno e finalmente ero maggiorenne; avevo affidato l'organizzazione della festa a Sofia e Rebecca, raccomandandomi di fare qualcosa di piccolo, non mi aspettavo di certo un centinaio di persone, come minimo, urlanti alla mia festa. Ma avrei dovuto ricordarmi che quelle due insieme portano solo guai. Dovetti ammettere però che la sorpresa mi fece piacere.
La mia bocca, già spalancata, si aprì in un sorriso raggiante e scoppiai a ridere, appoggiando la schiena al petto di Lu, che agganciò le sue forti braccia attorno alla mia vita, lasciandomi un bacio sotto l'orecchio che mi fece rabbrividire.
Ruotai nel suo abbraccio e misi le braccia attorno al suo collo, infilando le mani nei morbidi capelli neri e tirandoli dolcemente. <<Questa è stata una tua idea?>> sorrisi, fissandolo in quegli occhi color dell'oceano.
Ghignò complice. <<Potrei aver suggerito qualcosa alla mia sorellina...>>
Scossi appena la testa e gli lasciai un dolce bacio sulle labbra. <<Grazie>>
Prima che potesse rispondere due uragani dai capelli biondi mi travolsero, facendomi staccare dal mio ragazzo.
<<Tu ora vieni con noi>> esclamò Sof, con accanto Rebecca. Ma guarda te, mi stavo proprio chiedendo che fine avessero fatto...
Luca rise. <<Vai, nello spogliatoio c'è il mio regalo>> disse e mi baciò un'ultima volta prima che quelle due pazze mi trascinassero con loro senza darmi il tempo di ribattere.
Nello spogliatoio trovai Federica e Francesca con in mano rispettivamente una trousse di trucchi e un paio di scarpe col tacco argentate (davvero carine, devo ammetterlo) e un vestito a dir poco magnifico: era corto e senza spalline, con lo scollo a cuore e la gonna ampia, il corsetto era tutto tempestato di pietre azzurre che man mano diminuivano fino a lasciare libera la gonna bianca. C'era anche uno scaldacuore grigio da abbinare, dato che non faceva poi così freddo, pur essendo ad ottobre. Notai poi i miei orecchini a forma di ferro di cavallo, che ovviamente avrei indossato. Non potei fare a meno di ringraziare mentalmente Luca.

<<Buon compleanno maggiorenne! Di nuovo>> risero le gemelle, abbracciandomi, per quanto fosse possibile dato che avevano le mani occupate.
Ricambiai; con loro mi ero già vista quella mattina, durante la lezione, e mi avevano dato il loro regalo: un computer blu cangiante, con cuffie professionali dello stesso colore abbinate, e la trilogia delle gemme di Kerstin Gien, che dopo aver visto i film era diventata una delle mie saghe preferite.
<<Sì, sì, va bene, ora staccatevi; non abbiamo tempo da perdere!>> ci divise Sof, che quando voleva faceva veramente paura e aveva uno spirito da leader. E con questo intendo dire che comandava tutti a bacchetta. <<Federica e Francesca, voi pensate al vestito, Reb al trucco e io ai capelli. Sbrighiamoci, gli altri ci stanno aspettando! Deve essere perfetta, ho saputo che finalmente si è deciso>>
Le tre si apprestarono a svolgere i loro compiti, continuando a fare domande alla mia Best su un argomento dal quale ero, a quanto pare, esclusa. <<Oddio sul serio?! Stasera?!>> esclamò Fra.
<<Si! Finalmente! Ha organizzato perfino un discorso, pensate, con l'aiuto degli altri, ma conoscendolo appena inizierà a parlare non seguirà neanche una parola>> aggiunse Rebecca ridendo.
<<Mi spiegate di chi state parlando?!>> esclamai io, girata e rigirata come una cavia tra le mani di tutte e quattro.
<<Ssh tu! Non puoi sapere niente!>>
"Ma tu guarda queste..."
Le gemelle mi infilarono vestito e scaldacuore, sistemandoli in modo che vestissero perfettamente e mettessero in risalto tutte le mie forme, poi mi misero i tacchi. Che poi io dico, okay che sono stupendi, ma al maneggio, all'aperto, sull'erba, con i tacchi?! Sarebbe stato un miracolo se non mi sarei uccisa cadendo da qualche parte.
Rebecca mi impiastricciò il viso con fondotinta, terra, fard e non so cos'altro, mi passò l'eyeliner sul contorno degli occhi e mi fece uno smokey-eyes blu e argento, mi allungò le ciglia col mascara e mi passò un rossetto rosso sulle labbra.
Sofia nel frattempo, non avevo idea di cosa stesse facendo ai miei poveri capelli... forse una treccia?
<<Pronta! Ma guardati, sei perfetta!>> esclamò finalmente la mia Best, scrutandomi con gli occhi a cuoricino.
Alzai lo sguardo al cielo e mi voltai verso l'unico specchio dello spogliatoio per vedere il mio riflesso. Mi bloccai improvvisamente: chi era quella ragazza? Di certo non la Camilla acqua e sapone con vestiti comodi e scarpe sportive. <<Sono... bellissima>> mormorai.
<<E molto sexy aggiungerei>> sorrise Sof. <<Ora esci di qui e fai cadere tutti ai tuoi piedi, canta, balla e divertiti, questa è la tua festa, e te lo prometto, sarà la più bella che tu abbia mai avuto>> e mi spinse fuori facendo cenno alle altre di seguirci.

La serata passò tra risate, danze, scherzi, chiacchiere, cibo e, si, anche karaoke. Ero costantemente al centro dell'attenzione e, sebbene l'avessi sempre odiato e mi fossi ritrovata spesso a disagio, la festa si rivelò bella e divertente.
Certo, molte volte avevo avuto bisogno di isolarmi e di stare un po' con Dorinne, Laurus e Olly, semplicemente a guardare il limpido cielo di ottobre pieno di stelle e con una luna quasi piena, lontano dalla musica fin troppo alta per i miei gusti, ma dopo massimo un quarto d'ora di assenza qualcuno veniva a cercarmi e a trascinarmi nuovamente al centro dei riflettori.
Avevo lanciato sguardi disperati ai miei amici a quattro zampe, ma i cavalli si erano limitati a sbuffare divertiti e Dorinne aveva accennato ad un piccolo nitrito acuto, mentre Oliver mi aveva seguito trotterellando, tutto contento di ricevere coccole e carezze varie dalle ragazze. "Traditori"
Il taglio della torta era stato divertente, per non dire esilarante: Matteo aveva cercato di tirarmi la torta in faccia ma, grazie ai miei buoni riflessi e, lo ammetto, anche perché me lo aspettavo, mi ero abbassata appena in tempo e il biondo aveva centrato in pieno Sofia, che si trovava alle mie spalle. La cosa si era conclusa con la mia Best che inseguiva infuriata Matteo, sbraitando qualcosa riguardo al trucco e ai capelli. Vi lascio immaginare la scena.
Dopo il video, commovente e ironico al tempo stesso, Luca mi prese per mano, mi portò al centro della pista da ballo, in quel momento vuota, e si inginocchiò davanti a me, davanti a tutti, prendendo un grosso respiro e cercando qualcosa nella tasca.
Il mio cuore perse un battito, o forse si fermò completamente, non ne ho idea, so soltanto che non vedevo e non sentivo niente al di fuori di Lu. "Non è possibile, non lo sta facendo sul serio... è tutto un sogno" continuavo a ripetermi.
Finché non iniziò a parlare.

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