Capitolo 2
6 agosto 2017
«Hai tutto?» Nora l'aveva chiamata prima della partenza per salutarla e sapere se andava tutto bene: era a conoscenza di quanto Leo odiasse volare, ma per raggiungere Minorca era impossibile ricorrere ad altri mezzi di trasporto.
«Vestiti, scarpe, creme solari, costumi, pigiama, trucchi...» Stava guardando la lista che si era preparata preventivamente, detestava dimenticare anche la più semplice forcina e un elenco dettagliato delle cose da mettere in valigia era il minimo per una persona metodica come lei. «Dio, la piastra! Mi stavo dimenticando la piastra sul letto, si può? Non sarei sopravvissuta senza piastra!»
«Tranquilla Leo, le altre l'avrebbero avuta, i tuoi capelli sarebbero stati salvi e tu saresti potuta uscire in tutta tranquillità» la schernì Nora.
Le dispiaceva non andare in vacanza con Eleonora – detta Leo – ma, come le altre sue amiche, non aveva avuto le ferie ad agosto, si erano così accontentate di andare in Puglia l'ultima settimana di Luglio.
Leo stava partendo con una sua collega e una vecchia compagna di università, persone che Nora conosceva di vista o per sentito dire, nulla più.
Era passati i tempi in cui le due, insieme alle amiche di entrambe, uscivano per andare a ballare e regalavano baci al sapore di vodka e Lemonsoda per il semplice gusto di aver qualcosa da raccontare e una risata complice come risposta.
Le uscite in compagnia erano diventate rade come quei baci ebbri, per lasciare il posto a chiacchiere al telefono che colmavano la distanza e gli impegni che le separavano, e ad amori che – più maturi – cercavano di svilupparsi all'ombra di caffè e un discorso timido solo accennato.
Leo e Nora si volevano bene, un sentimento cortese che in mancanza di uscite faccia a faccia, si accresceva con parole preziose attraverso un telefono.
«Hai ragione, ma io preferisco usare le mie cose!» e ridacchiò giuliva, la partenza l'aveva rinvigorita, era pronta a godersi il sole, il mare e le discoteche che l'isola spagnola era pronta a offrirle.
Era troppo felice e spensierata per una persona che doveva salire su un aereo di lì a poche ore, anche se l'euforia per le vacanze era tanta. Leo odiava volare, non le piaceva essere rinchiusa in una scatola di ferro fin troppo piccola per i suoi gusti, a più di un paio di chilometri da terra; quindi la sua reazione non era affatto normale.
«Ehi, che succede? Stai per prendere un aereo e non stai dando fuori di matto, l'ultima volta stavi per rifiutarti di partire. Sei su di giri, ma non in modo negativo – o distruttivo – come al solito. Su, avanti, parla».
Nonostante l'avesse conosciuta pochi anni prima, l'amicizia che le legava le aveva portate a conoscersi profondamente.
«Beh, vedi, io... Ok, ho fatto una cosa» ammise con una risatina isterica.
«E cosa?» Nora era diventata curiosa, non sapeva cosa aspettarsi dalla sua amica; quando ammetteva di aver fatto qualcosa, c'era aspettarsi di tutto. Una lieve preoccupazione si insinuò in lei, temendo che i suoi sogni avessero preso il sopravvento sulla realtà, ancora una volta.
«Ho scritto un messaggio di posta ad Andrea, su Facebook».
Andrea Paroli, l'ossessione di Leo da quasi un anno. Avevano amici in comune, ma non si vedevano da tempo perché lui era andato all'estero per lavoro. Era tornato all'improvviso, spuntato come un frutto sul ramo nel momento del suo nascere. Come non si poteva amare ciò che già prima piaceva? Leo non aveva trovato risposta, e si era lasciata avvolgere dall'infatuazione quasi adolescenziale nei suoi confronti.
Nora e le altre non avevano potuto niente a riguardo, se non metterla in guardia che con certe scintille era più facile scottarsi.
«E cosa gli hai scritto?».
Aveva paura della risposta, sentiva che c'era qualcosa di strano sotto.
«Dopo aver scambiato due chiacchiere... Gliholasciatoilmionumero».
Non aveva capito, non era ancora diventata brava a interpretare ciò che le persone non volevano dire «Eh?»
«Gli ho lasciato il mio numero».
Un'altra domanda le uscì spontanea, sfuggendo al controllo delle labbra «E perché?»
«Perché mi piace, e sono stufa di aspettare che sia lui a farsi avanti. Ho fatto così con tutti, e non mi ha portato da nessuna parte. Lui è il primo che mi piace davvero dopo tempo immemore, ho voluto provare».
Eleonora l'aveva detto con la più ingenua convinzione. Dopo la delusione avuta da Daniele un paio d'anni prima, aveva passato un sacco di tempo a leccarsi le ferite che lui, con il suo comportamento ambiguo, le aveva inferto. Aveva la sicurezza che l'interesse per Andrea, seppur acerbo e basato su supposizioni, andasse curato: se l'aveva spinta ad arrivare a tanto voleva dire che i sentimenti che provava per lui erano meno superficiali di quel che gli altri pensavano. Lei ne era sicura ed era felice della propria scelta, nonostante i dubbi l'avessero assalita subito dopo aver premuto il tasto d'invio.
«E se non ti risponde?».
Nora era preoccupata per l'amica. Leo viveva di sogni e castelli in aria, per lei ferirsi era questione di un attimo, il tempo che una scheggia di realtà si infilasse a tradimento tra un sogno e l'altro. Aveva paura che nel caso di un rifiuto da parte di Andrea, Eleonora sarebbe ricaduta nel suo pessimismo cronico, una situazione dalla quale non sarebbe uscita tanto facilmente.
«Ecco perché gliel'ho inviato proprio ora. Tra venti minuti passano a prendermi, poi salirò su un aereo. Una volta in Spagna non avrò tempo di curarmene. Se mi scriverà bene, se non lo farà non avrò tempo di piangermi addosso, anzi, mi starò già divertendo con uno sconosciuto. Sempre che riesca a far funzionare la connessione dati del cellulare, altrimenti lo scoprirò al mio ritorno».
Il suo tono trasudava sicurezza e spensieratezza, il ragionamento – per quanto strano – non faceva una piega. Riuscì così a tranquillizzare Nora, nonostante avesse dubbi sulla cosa.
«Sei sicura?»
«Sicurissima. Sento di aver fatto la cosa giusta. Insomma, mica gli ho chiesto di sposarmi!».
Sentirla così serena a riguardo la convinse del tutto: se Leo era cosciente dei rischi che stava correndo e non ne era preoccupata, non vedeva il motivo di angosciarsi lei stessa.
«Allora in bocca al lupo, spero per te che funzioni».
«Grazie. Ora scappo, è arrivata nonna, vuole salutarmi prima della partenza».
«Ok, mi raccomando, sta' attenta e divertiti».
La fretta si era impossessata del loro tempo e del loro scambio di battute, il tempo di Eleonora era diventato poco e le cose da fare erano ancora tante; solo Nora poteva ancora approfittare della calma della prima domenica d'agosto a proprio favore, facendo ciò che più avrebbe desiderato con la dovuta pigrizia.
«Sarà fatto. Nel caso di notizie interessanti mi faccio sentire al volo. E, ricorda, se dovessi morire, di' ad Andrea che l'ho amato!» concluse con una risatina divertita.
Una frase come tante, chissà chi l'aveva inventata. Ci avrà creduto davvero?
«Esagerata!» la ammonì l'altra, allegra.
«Va beh, fa scena».
Un'alzata di spalle mentre infilava la piastra nella valigia, nonostante l'amica non potesse vederla.
«Ciao Leo».
«Ciao Nor, fai la brava senza di me».
Il tempo di Eleonora era finito.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro