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IV Capitolo


Il carattere di un donna si può intuire da molti fattori, io personalmente sono un acuto osservatore fin da ragazzo.
Ci sono dei segnali che ti avvertono, come le spie nel cruscotto della macchina e sono essenziali per capire se stai per finire nei casini o meno, se è una con cui puoi divertirti o vuole qualcosa di più serio, se è apparenza o sostanza.
Poi ci sono dei segnali che ingannano.
Segnali piazzati lì per spiazzare, finti e illusori.
È un gioco.
La ragazza appena entrata da quella porta, con sottobraccio un casco, i tacchi che picchiettano decisi sul pavimento mentre si ferma davanti al bancone a salutare il barista, a me nota come Cat Mooney, sembra intendersene.
Ha un strano effetto su di me, devo ammetterlo. È qualcosa di incredibilmente eccitante, ma allo stesso tempo che ti avverte, cerca di metterti sull'attenti, sembra dire:
"Potrei essere tutto ciò che desideri di più al mondo, oppure il tuo incubo peggiore. Dipende solo da cosa voglio essere in questo preciso momento."
È esattamente il genere di tipa con cui mi piacerebbe giocare in questo momento.
È perfetta.
Sarà divertente.
Le dedico un sorriso mentre punta i suoi occhioni smeraldini verso di me. Una strana eccitazione mi percorre tutto, mentre il mio istinto da predatore si attiva definitivamente.
-Ehi, aspetti da tanto?- mi chiede, sedendosi e appoggiando il casco sul tavolino, accavalla le gambe e si tira dietro un orecchio una ciocca nera setosa.
-Ehi, ciao! - le rivolgo uno sguardo attento, come per assaporare quell'inizio di conversazione -Non da tanto, sono spesso in anticipo.-
-Mentre io sono spesso in ritardo.- ride, i capelli le scivolano di nuovo davanti al viso -La camicia?
-Qui dentro, devo ancora portarla a lavare...
-Mi hai aspettata perché non eri sicuro che ti pagassi il conto?
-Beh...potevi avermi dato un numero fittizio come il nome...- osservo la sua espressione.
È divertita, non sa ancora che questa partita stavolta la perderà. Sembra sicura di sé. Non ha mai abbassato lo sguardo dal mio, neanche un istante, è un genere di forza che mi piace in una donna.
-Ma non è successo. Infatti sono qua, con te e la tua camicia.
-Sì, ti vedo.- mi chino più vicino sul tavolo, senza staccare lo sguardo dal suo viso.
-Wow, allora non sono ancora diventata invisibile!- esclama sarcastica, alzando lo sguardo sulla cameriera che le posa davanti una tazza di tè con una brioche, dedicando un sorriso particolare verso di me.
-Ah...- alza gli occhi al cielo, mentre la cameriera si allontana sculettando verso il bancone.
-Ah cosa?
-Ah...sei quel genere di uomo.- mischia svogliatamente il cappuccino prima di portare alle labbra e leccare il metallo freddo del cucchiaino.
È un gesto innocente.
O teoricamente per lei lo è.
Ma per me e il mio amico lì sotto no.
È come una provocazione, ha delle labbra così sensuali che anche quel gesto banale sembra così maledettamente eccitante. E non va bene. Devo rimanere lucido.
Alzo un sopracciglio, in una domanda muta di spiegazioni.
-Sei il classico bello, che sa di esserlo a cui le cameriere lasciano il numero o dicono l'orario di stacco per "divertirsi".- fa le virgolette con le dita sull'ultima parola.
Sorrido.
Sveglia la ragazza. Ma sembra una cosa alquanto squallida detta in quel modo. Io non esco solo con delle cameriere, in questo momento infatti sono seduto con lei. E quella cameriera non l'ho guardata neanche più di tanto a dir il vero.
-E questo l'hai intuito solo perché quella ragazza mi ha guardato?
-Forse...o forse per qualcos'altro.
-Ah sì? E sarebbe?
Si china di più sul tavolino, arrivando a un soffio dal mio viso. Non ha davvero alcuna imperfezione, la sua pelle è liscissima. Ed emana un profumo dolce e speziato, come vaniglia e cannella.
Invitante.
Abbassiamo insieme lo sguardo osservando e accarezzando le nostre labbra con lo sguardo. Anch'io ho delle belle labbra, e nessuna si è mai lamentata di esse. Anzi. So perfettamente come usarle. Ma le sue labbra sono un idillio per qualsiasi uomo. Carnose senza esagerare, con quella forma morbida. Le socchiude leggermente, facendo guizzare fuori la lingua per inumidirsi le lebbra prima di mormorare:

-Non ci pensare neanche.

E con quella frase ancora sospesa tra noi si allontana, gli occhi fissi nei miei. Brillano.
E sorridono.
Ricambio.
So quello che ha appena fatto e detto, ma piccolo segreto: il corpo parla.
E voi non l'avete percepita?
Che cosa?
La scintilla.
Per ora siamo 1-0 per lei.
Devo ammettere che è stata brava, anche mentre pronunciava quella frase era sensuale e non ha distolto lo sguardo neppure per un istante. Sapevo che questo gioco sarebbe stato divertente.
La ragazza è intrigante.
Non è finta e mi piace.
Ma non scommettete ancora su di lei, la partita è ancora aperta.
E se lei mi ha appena detto di no,le sue labbra, il suo corpo, il suo sguardo hanno detto tutt'altro.

E io sono Will Stones,
non dimenticatelo.

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