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Capitolo 3

Quando mi risveglio, in un primo momento sono confusa, ma immediatamente dopo sono più concentrata che mai; guardo il mio polso ammanettato che ha smesso di farmi male, ma noto subito i cerchi rossi lasciati dalle strette manette, e mi chiedo quando lui, Löic, me le toglierà. C'é luce.Mi giro verso il volante, lui ancora lì, con la stessa faccia seria, forse un pò più rilassata a causa della visibile stanchezza cerchiata dalle occhiaie, mi chiedo da quanto tempo lui stia guidando, la mia domanda trova subito risposta quando leggo sullo schermo:9:20. L'assenza di una mappa sullo schermo mi induce a pensare che Löic(mi chiedo se è un nome vero) sa perfettamente dove stiamo andando, forse a casa sua, troppo lontano,forse in Messico, 'sii credibile' mi suggerisce una vocina, ma la ammutolisco,tutte le ipotesi vanno prese in considerazione, forse in uno di quei capannoni che appartengono ai gangster, uno di quei capannoni in cui...non mi permetto di pensarci, o forse sta andando verso un bosco dove lui possa uccidermi e poi nascondere il mio cadavere indisturbato, ci vorranno mesi prima che mi ritrovino, che cosa triste...Mi giro verso di lui, ancora concentrato sulla strada, come se io non esistessi; Guardando i tratti del viso, la mascella perfetta, zigomi alti, e alcune lentiggini alle guance e al naso, ricossi che Löic è davvero affascinante, allora la domanda mi porge spontanea:'a che cosa gli servo?', con uno bello come lui potrebbe adescare tante ragazzine, ed è qui che riniziano i brutti pensieri, scuoto la testa come per scacciarli ma non se ne vanno. Allora è lì che non riesco a trattenermi, chino la testa in modo che capelli mi coprano il volto, e inizio a piangere, prima cercando di trattenere la voce, ma poi non ce la faccio e scoppio, sono una piagnucolona lo so, mi sono abbassata a così tanto. Löic deve essersene reso conto perché qualche secondo dopo chiede:-"Kimori stai piangendo?"-Il suo tono è dolce, il che mi stupisce:-"Presto capirai tutto, vedrai."-Prosegue, io non rispondo e continuo a piangere,sento la sua mano che scosta i miei capelli dietro l'orecchio, ma chi è lui per toccarmi?!?Non perdo un attimo e addento un suo dito, stringo man mano di più per la rabbia, e udisco poi Löic imprecare, significa che gli sto facendo male, bene,cerca di staccare il dito ma non mollo, ad un certo punto sento il sapore del sangue,vedo il suo gomito che mi colpisce lo zigomo sinistro così forte che il dolore mi fa perdere la presa al suo dito, poi tutto buio.
Mi sveglio quando sento la mia portiera aprirsi, sbatto gli occhi per focalizzare chi ci sia in fronte a me. E poi lo riconosco, è sempre lui. Ma se è davanti a me significa che ci siamo fermati, alzo la testa di scatto, rendendomi conto di quanto mi faccia male lo zigomo,faccio delle smorfie di dolore e giro la testa da un lato a un altro.È molto buio ma non del tutto, scorgo molte auto di lusso parcheggiate perfettamente l'una accanto all'altra, forse sono in un garage.Quando Löic mi prende per un braccio facendomi alzare noto che in fondo a questo grande garage ci stanno raggiungendo due figure, mano mano che si avvicinano mi rendo conto che sono due uomini, uno sui trenta e l altro sui venticinque, entrambi vestiti di grigio.Löic prende le mie braccia piegandole dietro la mia schiena ancora un pò indolenzita,facendolo si china e mi sussurra:-"Non devi parlare"-Credo che non rispetterò il suo ordine in futuro, ma essendo ancora intontita resto zitta.I due uomini ci raggiungono fermandosi a circa due metri da noi. Il più giovane dice:-"Finalmente sei arrivato, la sala 7 ti stava aspettando, sperano che non abbia avuto intoppi durante il procedimento Mr.Löic."-Allora Löic è il suo vero nome! Löic risponde:-"Tutto è andato come programmato, adesso vi pregherei di condurci verso i Master."- Cosa? Allora sì che sono mafiosi, i tizi davanti a noi sembrano italiani.Ma dove finirò adesso? Il più vecchio con mia sorpresa parla:-" Ma certo,credo che ella voglia spiegazioni"-Dice guardandomi, la sua faccia non ha espressione e credo lo faccia apposta.Löic mi spinge leggermente in avanti e iniziamo a seguire la strana coppia, raggiungiamo una porta di vetro che si apre da sola, rivelando delle alte scale di marmo bianco, che vanno ad un piano superiore.Le saliamo e mi pargono lunghissime tanto che ad un certo punto mi fanno male i piedi, forse è per via dei tacchi, abbasso il capo verso le mie gambe, 2 lividi abbastanza visibili sulla mia pelle bianca, inoltre il vestito nero che indosso è stropicciatissimo, finalmente finite le scale, troviamo un'altra porta di vetro scuro, a questo punto l'uomo più vecchio tira fuori dalla giacca una carta rossa che inserisce all interno di un apparecchio nero posto accanto alla porta di vetro, la quale subito dopo si apre automaticamente portandoci in quella che sembra una sala d'accoglienza di un hotel, la sala è così bella che rimango stupita, essa è tutta bianca, pavimento in marmo, soffitto alto con vari lampadari di cristallo di rocca stupendi, ci sono un sacco di divani moderni in pelle grigia o bianca, sui muri si trovano piante rampicanti di un verde acceso, c'è anche un banco di marmo, dove poggiano vari fogli che una donna sulla quarantina è intenta a spostare. Accanto a lei c'è un'altra donna,leggermente più giovane che maneggia su quello che mi sembra un computer di ultima tecnologia, sembra un leggero pannello sospeso in aria. La sala non ha però un'unica porta d'ingresso come gli hotel, ma bensì varie porte di vetro, che deduco portino in molti corridoi. Ad un lato della sala noto alcuni ragazzi, aspetta, ragazzi? Forse mi possono aiutare, che escono da un ascensore, ci passano davanti ignorandoci; c'é molta gente nella sala, hanno tutti un aspetto minaccioso ma questo non significa che non sono disposti ad aiutarmi, devo solo aspettare il momento giusto. Gli uomini di prima sussurrano qualcosa a Löic, poi scompaiono in un corridoio, Löic mi spinge verso un'altra porta di vetro che però si apre automaticamente, lungo la strada incrociamo qualche donna che mi guarda interrogativa, e ad ognuna queste mimo aiuto, ma tutte mi ignorano e continuano per la loro strada, tutti queste porte corridoi e scale mi confondono, non ritroverei mai il punto dove siamo partiti. Finalmente ci fermiamo davanti ad una porta di vetro dove sopra scritto 7, vi è in attesa di qualcosa un ragazzo vestito anche lui di grigio, avvicinandomi, scorgo sulla sua giacca un punto luce azzurro. Lui mi scruta e poi guarda Löic:-"Giusto in tempo Mr.Löic, i Master sono gli all interno non credo le convenga farli aspettare, vado subito ad avvertirli del suo arrivo"-Detto questo il ragazzo scompare oltre la porta numero 7. Löic mi gira verso di sè:-"Adesso verrai portata in una sala dove ti faranno dei controlli e ti riporteranno qui, non fare cazzate come prima-dice indicandomi il dito fasciato- o ti meneranno anche al posto mio"- Devo dire qualcosa:-"Chi siete voi? Perchè mi hai sequestrato? E cosa mi faranno?"- Lui guarda la porta e poi si rigira verso di me:-" Te l'ho già detto, presto capirai tutto, ti porteranno in una sala per fare dei controlli, fatteli simpatici,fai come ti dicono loro e non rispondere fino a quando non ritorni qui, capito?"-Cosa? Non ha senso!:-"Perchè dovrei fidarmi?"-Lui si riguarda attorno e mentre si apre la porta dice:-"Perchè è l'unica scelta che hai."-Dalla porta escono di nuovo il ragazzo di prima accompagnato da una donna di colore che mi guarda sorridendo:-"È lei, giusto?"-Löic risponde secco un 'si' e la donna mi fa segno di seguirla, non mi guardo indietro, non voglio che Löic pensi che mi fidi di lui. La donna continua a camminare lungo i labirintici corridoi con noncuranza, forse potrei farla cadere e magari strangolarla per farle perdere i sensi, o...:-"Se sei intelligente Kimori, mi seguirai e basta"-Ma come ha fatto?Ad un certo punto si ferma davanti ad una saletta piena di gente vestita di bianco che la guarda, poi, ripartendo ci conduce ad un angolo della saletta e apre una porta dove sta uscendo una donna bionda che guarda un piccolo schermo alle sue mani:-"Accomodati"-Dopo qualche secondo di riflessione, entro incerta. Chiude la porta e mi dice:-"Spogliati e mettiti questo"-Indica un camice interamente bianco. Mi guardo attorno, è pieno di barelle e camici stirati; Decido di fare quel che dice, prima mi slaccio le scarpe, poi lascio cadere il vestito nero e prendo il camice, ma la voce della donna mi blocca:-"Mi spiace ma devi togliere anche il reggiseno, ti darò vestiti puliti, tranquilla"-Tolgo in fretta il reggiseno e metto subito il camice bianco.Mi guardo dietro e mi siedo sulla barella di ferro, guardo la donna che sta leggendo dei fogli sulla scrivania; subito mi guarda e chiede:-"Il tuo intero nome?"- Io continuo a fissarla, non le darò il mio nome!Lei sospira e continua:-"Mi serve per accedere ai tuoi dati, che già abbiamo nei file archiviati, quindi se mi dai il tuo nome renderai tutto più veloce e semplice."-Bé, se ha detto che hanno già i miei dati significa che sono degli  haker, forse hanno i dati anche dei miei genitori, allora, non so, ma alla fine cedo:-"Kimori Tullis Sage"-Lei con le dita scrive su un altro blocco fluttuante, come quello che ho visto prima e commenta:-"Strano nome, per una famiglia originaria dell'Europa."-Già l'ho sempre pensato anche io, direi, ma resto in silenzio. La donna aggira la scrivania e prende da un cassetto una scatolina di vetro blu, si avvicina a me e la porge:-"Prendine tre oralmente."-Dice, io guardo prima la scatolina,poi lei, indecisa su cosa dovrei fare:-"Senti, Kimori, voglio essere gentile con te, ma se non fai quello che ti dico sarò costretta a fartelo fare con sgarbate maniere, vedi tu."-Non mi convince, ma per oggi ne ho abbastanza di prenderle, ma chiedo:-"Cosa sono?"-Lei sembra più convinta che mai e risponde:-"Sono pillole per apprendimento veloce, ti aiuteranno a concentrarti e darti energia, ti serviranno vedrai."-Guardo ancora la scatolina e infine ne estraggo tre pilloline azzurre, che ingoio subito. Mi tremano le mani, insomma, ho ingoiato solo della droga.La donna mi guarda soddisfatta e con un sorriso dice:-"Vedi, non è così difficile, adesso, prelieverò del sangue e registrerò il tuo peso,altezza e ti porterò delle scarpe più comode"-Detto questo, un'ora dopo, deduco,dato che è passato del tempo, la donna esce dalla stanza per prendermi delle scarpe nuove. È il mio momento, penso. Aspetto di non sentire più i suoi passi nel corridoio accanto e poi col braccio indolenzito dal prelievo, scendo dal lettino e vado alla porta; chiusa dentro, bastarda. Ma ci deve essere una chiave da qualche parte, vado alla scrivania e apro tutti i cassetti, frugo e frugo, ma niente. Lancio un urlo per lo strazio e chiudo i cassetti sbattendoli uno ad uno. Perfetto, niente finestre e porta chiusa, decido allora di cercare di sfondare la porta. Escludo di tirare calci, sono troppo debole.Mi guardo attorno alla ricerca di qualcosa di robusto con cui sfondare la porta, ma l'unica cosa che mi viene in mente è la barella. La giro verso la porta e dopo qualche secondo, la spingo con tutta la forza che ho contro la porta. Guardo e niente, merda, solo un'ammaccatura. Riprovo altre tre,quattro volte, solo altre ammaccature, la porta non vuole cedere, urlo e in seguito mi viene in mente che potrei rubare qualcosa per poterla utilizzare contro qualcuno all esterno. Certo, forse delle siringhe o altro. Mi rimetto a cercare tra i vari cassetti; trovo delle forbici, magnifico, prendo dello scotch accanto, ne stacco un bel pezzo, e con esso attacco le forbici sotto il camice. La donna arriverà a momenti, si accorgerà di tutto e sarà la mia fine. Decido così di riordinare i cassetti il più in fretta possibile, e proprio quando salto a sedere sul lettino della barella la porta si apre. Cerco di controllare il respiro, per nascondere il fiatone, la donna sembra non accorgersi di niente, e prego che continui così:-"Tieni, mettitele starai più comoda."-Mi porge delle scarpe basse di tela grigia, non indugio e le infilo immediatamente, mi chiedo come faccia a sapere il mio numero di scarpe, forse lo ha letto tra i miei dati. Ad un certo punto sfiora con le dita il mio zigomo:-"È ancora gonfio, come lo hai fatto?"-Onestamente non so come risponderle e opto per la verità:-"Ho ricevuto una gomitata mentre mi portavano qui."-Lei sembra sorpresa, prende da un cassetto una piccola fiala. Aprendola con cura estrae un pò di crema color rosa, poi, lentamente, me la spalma sullo zigomo gonfio e io la lascio fare ma non stacco gli occhi dalle sue dita lunghe e affusolate.La donna, finito il lavoro si gira e apre la porta, facendomi segno di passare avanti, cosa che faccio lentamente. Una volta richiusa la porta, inizia a camminare a passo svelto davanti a me, così inizio a seguirla fino a quando, appena arrivate alla porta 7 lei bussa, dopo qualche secondo lo stesso ragazzo russo ci apre e vedendoci dice:"Finalmente, i Master aspettano."-La donna risponde:"Ci ho messo molto meno stavolta"-Poi mi guarda:-"Comportati come hai fatto con me, ti aspettano ora."-Il ragazzo russo mi da una spinta dietro la schiena facendomi entrare nella sala 7; del tutto fatta da marmo bianco ma con venature rosse, stupende.
La stanza pulsa assai come un cuore, il mio.


P.S.A: sarei molto felice se commentaste con le vostre opinioni sulla storia, comunque buona giornata a tutti... ;)

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