Un sogno realistico
Giacomo era in classe con i suoi compagni. Stavano aspettando di essere chiamati all'esame dal prof di italiano.
Ad un certo punto entrò la bidella: -3D, De Marco è pregato di andare nella classe del prof. Franco!
Il ragazzo si alzò tremante. Era il primo. Si diresse verso la porta, seguito da sguardi di pietà e incoraggiamento, poi girò l'angolo e sparì dalla vista.
Giacomo si annoiava, era l'ultimo dell'appello. Ogni tre minuti veniva chiamato qualcuno e la classe si svuotò a poco a poco. Il ragazzo smise di prestare attenzione alle conversazioni dei suoi amici e si distrasse un attimo.
Iniziò a sognare ad occhi aperti, immaginando di essere il protagonista di una di quelle storie che amava leggere.
All'improvviso sentì la voce della bidella che chiamava:
-3D, Volta è pregato di andare nella classe del prof. Franco!
Giacomo fu preso dal panico. Fra un po sarebbe toccato a lui. -No, ti prego Maria, non andare! Ho un brutto presentimento! Ma lei si girò e sorrise:
-Non preoccuparti, andrà tutto bene. Aveva un sorriso rassicurante, ma la voce non era del tutto convinta.
Poi la ragazza uscì e chiuse la porta.
A Giacomo i tre minuti sembrarono anni. Quando fu chiamato per l'esame era spaventato.
Perché aveva così tanta paura? Cos'era quel brutto presentimento? Non lo sapeva, ma presto l'avrebbe scoperto.
Il ragazzo uscì in corridoio e stava per entrare nella classe quando sentì una mano prenderlo per la spalla. Sarebbe stato normale se non fosse per il fatto che il corridoio era deserto e che la mano aveva gli artigli.
Si girò lentamente.
Ora aveva davvero paura.
Vide il volto di Kira, una sua amica, sorridergli e dirgli:
-Fra poco sarai uno di noi, vieni. Aveva la pelle verde e gli occhi rossi.
I denti erano gialli e lunghi, le unghie si conficcarono nella pelle del ragazzo come aghi appuntiti.
Era diventata uno zombie.
Giacomo sapeva che il prof aveva qualcosa di strano ma non aveva mai sospettatto niente del genere.
Quell'uomo aveva sempre terrorizzato gli alunni con la pelle cadaverica e gli occhi neri.
Era come in uno di quei film Horror troppo realistici, solo che il protagonista era lui.
Altre mani lo afferrarono e lo spinsero nella classe. Giacomo cercò di ribellarsi ma la presa era troppo forte.
Nella classe lo aspettavano gli altri ragazzi. Erano nelle stesse condizioni di Kira.
Del prof non c'era traccia.
Lo misero con le spalle al muro e iniziarono a dire il suo nome sorridendo.
Giacomo cercò di urlare, ma il fiato gli si bloccò in gola.
Gli zombie lo afferrarono per le spalle e per le braccia e lo scossero. Volevano trasformarlo.
Uno di loro si avvicinò pericolosamente alla sua gola.
Solo allora il ragazzo riuscì a urlare e sentì un altra voce, più gentile, che lo chiamava.
Giacomo aprì gli occhi, accorgendosi solo in quel momento che quello era stato solo un sogno.
-Finalmente! È da tanto tempo che cerco di svegliarti!
Disse la bidella che l'aveva salvato dall'incubo.
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. Non era successo niente, era tutto finito.
Ma allora cos'erano quei segni di artigli sulla sua camicia?
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