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"Quindi hai notato quest'anomalia e papà non ha detto niente?"
"Esattamente".
"Non so cosa pensare sorellina, da quando ho Rosier e Dorca sul posto di lavoro non è mai successo nulla di particolare. Sei sicura che sia la sua bacchetta la sua fonte?"
La verità era che Elisabeth sperava con tutta sé stessa che ci fosse un errore; sapere che Antheo, suo marito, poteva essere coinvolto in un attacco su una persona per bene la sconvolgeva, oltre che darle troppi interrogativi.
Alexandra avrebbe voluto rassicurarla, dirle che non tutto poteva corrispondere alla realtà, che probabilmente c'era una logica spiegazione - in fondo la diagnosi parlava di una bacchetta di noce - e poi quante potevano effettivamente avere lo stesso nucleo? Alla fine quel foglio, quel risultato, non provava nulla.
"Io sono sicura che lui sia innocente. Qualcuno forse vuole incastrarlo, nel caso fosse la sua, ma Antheo mi ha promesso che ha chiuso con il passato. E poi... non ha la potenza adeguata, se fosse stato lui... be' quel poveretto non sarebbe qui".
"Sono d'accordo Lizie, conosco bene il soggetto e tutti sappiamo la sua reale forza".
Elisabeth si sentì sollevata da quella constatazione: fortunatamente Alexandra era abbastanza riflessiva da non saltare subito alle conclusioni, cosa che invece era successa al San Mungo. Oltre a questo, era decisa a provare leinnocenza del suo compagno, pur sapendo che non sarebbe stato facile: avrebbe voluto dire chiamare tutti i maghi e le streghe con la bacchetta corrispondente a tali caratteristiche e verificare le tracce magiche. Un processo lungo quanto troppo invasivo.
Oltre a questo... non era disposta a rischiare di tirare su panico inutilmente.
"Io avrei un'idea, e potrebbe funzionare" intervenne di nuovo Alexandra alzando un dito come se fosse a scuola, "Dato che il dubbio principale vede la bacchetta di Antheo, ti basterà controllare la sua. Se ha tracce magiche di quel genere, è fregato; altrimenti è innocente ed io a quel punto farò partire delle indagini".
"È una buona idea in effetti. Albiano solo due problemi: Antheo ha il sonno molto leggero e la bacchetta la tiene vicina; in secondo luogo, nessuno sa che ho qui i risultati e comunicare un fatto del genere potrebbe essere pericoloso".
"Lizie, stiamo parlando di un attacco che poteva costare la vita a qualcuno! Hai letto uno? Magia Oscura! Voglio dire: non la praticava più nessuno ed ora abbiano un attacco davanti al naso!"
"Non prova nulla comunque, può essere un caso isolato. Non lo puoi sapere".
Nonostante la teoria di Alexandra avesse una sua logica, Elisabeth si rifiutava di credere ad una cosa del genere. No non era possibile, il lato oscuro non poteva aver deciso di minacciare il mondo magico un'altra volta. Giocherelló con il camice che ancora aveva in dosso, non sentiva nemmeno più le parole della sorella, erano diventate parte dell'aria e della brezza che stava entrando dalla finestra; una spiegazione però doveva esserci, se non si trattava di un errore, non avrebbe creduto alla teoria di un marito pericoloso, né lo avrebbe accettato.
"Io la vedo così: se qualcuno vuole riportare il terrore nel mondo, al momento non è molto bravo, un punto per noi. Abbiamo la bacchetta, abbiamo qualcosa del nostro soggetto".
"Quello che più mi preoccupa... è che gli esami li ha visti nostro padre. Non ha detto nulla quando sono arrivata, però non era tranquillo".
"OK, sai che facciamo? Tagliano la testa al toro. Vieni con me".
Elisabeth seguì Alexandra con la curiosità leggibile nel volto. Percorsero i lunghi corridoi del Ministero, le loro figure venivano riflesse nelle mattonelle nere e lucide dello spazio percorribile fino a raggiungere gli uffici degli altri Auror. Volle sperare che la sorella non avesse intenzione di tirar su una battuta di caccia per un nemico ancora invisibile, ma più di tutti sperò davvero che lei non soospettasse di Antheo.
Lei si fidava di lui, era stata sempre la persona più sincera al suo fianco, pur facendo parte del fronte nemico. Quando lo aveva visto in battaglia prima e ad Azkaban poi, non aveva avuto nessun dubbio sulla sua psiche e sul suo temperamento.
Entrarono dentro una delle porte ed Elisabeth scorse la figura di Cedric china sugli ultimi fogli da esaminare. Quella visione la rese felice: sapere che Alexandra avesse ascoltato il suo consiglio le dava una ragione in più per credere in un futuro in cui non esistevano divergenze.
"Dorca, ho un lavoretto per te, so che sei l'unico che può farlo" dichiarò la Auror con un sorriso che già pregustava il trionfo e la vittoria.
"Inerente a cosa?"
"Guarda questo. È una diagnosi del San Mungo piuttosto sospetta. Vedi? Magia Oscura. So che ricordi bene tutti i vari modi e le abilità dei tuoi compagni, sai dirmi qualcosa?"
Cedric rimase per un attimo ad osservare il foglio, leggendo attentamente ogni riga. I suoi occhi rotearono su quelle parole come delle palline in un tavolo. Poi alzò lo sguardo, ed Elisabeth poté scorgere la pura e sola sincerità: "Non ho mai visto una bacchetta del genere".
"Nessuna? Zero assoluto?"
"I risultati mi fanno vedere una potenza magica molto inferiore a quella di tutti noi. Perfino Goyle riesce a fare di meglio".
Il sorriso di Alexandra si allargò contagiando anche la sorella: non era opera dei Mangiamorte, Antheo era innocente come tutti gli altri.
"Tuttavia..." continuò Cedric, "Per conoscere questa fattura, doveva essere del fronte. O almeno uno degli ultimi arrivati".
Il sorriso si spense a quella constatazione: non era tra i più conosciuti, ma poteva essere un Mangiamorte. Questo se possibile rendeva la cosa anche più difficile, com'era possibile che ci fossero seguaci capaci di passare inosservati?
"Capisco, molte grazie" Alexandra presr il foglio, ma non diede ulteriori spiegazioni, non voleva insospettire o allarmare il ragazzo ed era molto meglio tenere la cosa più segreta possibile.
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