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Un pomeriggio di pioggia

Quel pomeriggio di novembre la pioggia sembrava cadere più forte del solito e Lydia se ne stava tranquillamente seduta sulla sua poltrona di velluto con un libro tra le mani.

Un toc toc alla porta.

Senza fretta, lo aveva posato sul tavolino ed era andata ad aprire.

- Oh, Sam, come mai sei qui? - si era ritrovata davanti il suo fidanzato con gli occhi stralunati. 

Tremava.

- Char...

- Entra, entra - lo aveva fatto accomodare al tavolo della cucina – Cosa c'è?

Non era arrivata nessuna risposta dal ragazzo, era visibilmente sotto shock.

Lydia si era seduta davanti a lui e lo aveva guardato negli occhi:- Calmati e spiegami cosa è successo.

-Charlotte è stata uccisa.

-Come?! Come lo sai?

- L'ho vista.

-Hai visto il suo omicidio?

-Sì – era sprofondato in uno stato agitazione peggiore - L'ho vista passare sotto casa mia preoccupata, forse sapeva che qualcosa stava per succederle. Perciò si è infilata nella folla, per evitare il peggio. Invece no - aveva preso un respiro- Qualcuno l'ha raggiunta con 5 colpi di pistola: quattro al petto e uno dritto in fronte - si era bloccato - L'ho vista a terra, in una pozza del suo stesso sangue. Charlotte...è morta e io non ho potuto fare nulla - si era messo le mani in faccia.

- Sam... - le aveva tirate via e le aveva guardate. Sangue.

Gli occhi azzurri si erano fatti enormi, terrorizzati e consapevoli. Si era guardato intorno: Lydia lo fissava con la bocca a "O", le mani poggiate sul tavolo. Lì a fianco, la pistola ancora fumante.

- Sam, l'hai uccisa tu - gli aveva puntato gli occhi in faccia.

- No, non è possibile.

-Temo di sì...

Era scoppiato a piangere forte, non poteva credere di aver ucciso la sua migliore amica:- Perché?!

-Questo non lo so. Ma dovrai vivere con questo peso per sempre.

-No, no, no - continuava a girare la testa, la mente offuscata dal dolore. Gli occhi si erano posati sulla pistola. Ancora un colpo -No, non per forza - l'aveva afferrata rapido – Scusami - aveva premuto il grilletto e il sangue era esploso sulle tendine fiorate della cucina.

Senza fretta, Lydia si era alzata, si era pulita con lo strofinaccio ed era andata verso il telefono.

Un respiro profondo e aveva tirato su la cornetta:- Pronto, polizia? Il mio fidanzato si è appena suicidato in casa mia, davanti ai miei occhi - la voce era spezzata dal pianto, sembrava davvero scossa - Sì, venite subito - aveva messo giù ed era andata alla porta per aspettare la polizia, passando davanti al corpo inerme: - Così imparate a farvela sotto il mio naso.

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