"Fammi fare cazzo è bellissimo" gemette.

"A che cazzo vuoi arrivare?" Urlo incazzata.

"Tira giù i pantaloni e vieni con me" urla 'eccitato'

Mi prende in braccio portandomi verso quella che credo sarebbe casa sua.
Non ho avuto neanche un minimo secondo per gridargli addosso, che eravamo già spiaccicati sul letto.
Inizia a spogliarsi.

"Ma cosa f.."

"Zitta cazzo" gemette ancora.

È già praticamente nudo. Ha solo i boxer. Io sono in reggiseno e in mutande.

"Adesso basta!!!" Urlo impazzita.

"Spingi cazzo, spingi"

Lo buttai nel letto e corsi fuori spaventata.

Corro e arrivo in una stazione.
Mi fermo a guardare i binari in silenzio.
Sembra che parlassero

"vieni, solo qui puoi stare bene".

Mi decisi e con cautela mi avvicinai sempre più per poi essere completamente in mezzo.
'I binari hanno ragione' penso.

Aspetto.
Silenzio.

"La mia sfiga che quando finalmente è il momento giusto per morire, non arriva niente" urlo al mondo.
"perché non è il tuo momento. Perché morire?" Sento una voce consapevole che fosse Justin.

Mi giro, non è lui.
È un ragazzo familiare, ma non lo ho mai visto.
Lo guardo spaventata e inconsapevole.

"Chi sei?" Chiesi.

"Mah, sinceramente in questo momento non importa. Vorrei sapere perché lo stai facendo"

"Non interessa a nessuno"

"A me si" mi dice lui.

"Che ci fai da queste parti? Non viene mai nessuno qui" Chiesi incuriosita.

"Sono qui per cercare quello che ho perso. Mi serve, è l'altra parte di me"

"Una ragazza?" Chiedo.

"Si, ma non una qualsiasi. Mia sorella" gli cade una lacrimuccia.

"Mi dispiace. Anche io credo di aver un fratello. Non ricordo il nome, ma ti assomiglia molto" sorrido.

"Comunque mi chiamo Liam" disse porgendoli la mano.

Un colpo al cuore. Perché mi sembra di conoscerlo da tempo? 'Liam' mi suona diversamente.

".. Io mi chiamo Cloe"  risposi dando la mia.

"Non fare quello che stai facendo, non serve a niente credimi. Anche io ho passato momenti da dimenticare, ma non ne vale la pena fare ciò"  Mi 'rassicura' lui.

"Sai quante volte me lo ho sentito dire?" Rido.

"Ho capito. Tutti te lo impediscono"

"Esatto. Fatemelo fare, ne varrà la pena per tutti"

"Io voglio aiutarti"

"Chi sei una specie di psicologo?" Rido ancora.

"Può darsi" ride.

Che strano ridere in lui.

"Come si chiama tua sorella? Pensi che sia da queste parti?"  Chiedo.

"Purtroppo il nome non me lo ricordo"

"Passato di merda?" Dissi sedendomi su un muretto lì vicino.

"Già.." Rispose tristemente.

"Bene, abbiamo molte cose in comune"

"Posso farti una domanda?" Mi chiede sembrando incuriosito.

"Spara"

"Boom"

Ridiamo.

"Volevo sapere se tu credi nei sogni" disse guardandomi dall'alto per poi sedersi proprio di fianco a me.

"Nah" dico. "Tu?"

"Non mi è mai successo niente di indimenticabile"

"Hai mai provato a fargli avverare?" Chiedo.

"No. Avevo paura di rovinare le cose peggio di come erano già."

rido.
Mi guarda stranito sorridendo.

"Perché ridi?" Sorride.

"Assomigli al mio ragazzo" mi tocco i capelli veloce. "È così saggio, intelligente" rido.
"Scusa" continuo a ridere.

"Anche tu sei intelligente"

"Io? Pensare di morire è una definizione di essere intelligenti?"

"Può darsi" sorride.