Agharta
L'assenza di vento e la mancanza di nuvole rendeva l'ambiente estremamente desolato. Quell'ultima monotona settimana, fatta da distese interminabili di ghiaccio, era passata lentissima per l'equipaggio della spedizione "Terra Cava" che era stata forzata all'abbandono dell'acqua su cui basava la sua locomozione. Il capitano, il signor Melting, della nave Iceberg era l'unico umano ad aver mantenuto l'entusiasmo iniziale condiviso dai cani che trainavano le slitte e, come un bambino, parlava e rideva con loro quasi noncurante del pessimismo generale che albergava negli animi dei sui subordinati. La dottoressa Stork era l'unica donna della spedizione e si occupava di prevenire ustioni da freddo e il congelamento degli arti. Oltre al suo lavoro cercava di rianimare gli animi abbattuti e seguiva con attenzione le attività del capitano senza capirne il senso. Melting passava la maggior parte del tempo a meditare e a leggere un libro di appunti e fogli ritagliati da altri libri contenenti descrizioni e disegni di posti esotici, ben lontani dai ghiacci del polo nord. "Posso dare un' occhiata al suo libro capitano?" Chiese la donna dolcemente. "Faccia attenzione è molto delicato." Rispose con un sorriso, alzandosi e porgendole con entrambe le mani l'oggetto tanto prezioso. L'apprensione che avrebbe potuto avere una madre nel donare il proprio figlio nelle braccia di un'altra persona era scolpita in quel gesto. La signorina Stork soppesò il materiale ricevuto che aveva il peso di un gatto adulto, ma le pagine, a causa del freddo, essendosi indurite, erano fragili come ali di farfalla. Sfogliando il libro notò appunti incomprensibili , scritture composte di lettere di diversi alfabeti e strane mappe accompagnate da disegni . Decifrare quel quaderno sarebbe stato impossibile dato che era il lavoro che aveva accompagnato il cambiamento del colore dei capelli del signor Melting dal castano ad un grigio lucente. "Come ci stiamo orientando dal momento che non possiamo fare affidamento sulla bussola e sulle stelle ?" Chiese la dottoressa essendosi arresa nell' impresa di poter capire qualcosa dal diario del capitano. Lui sorrise nuovamente e le disse strizzandole l' occhiolino " Mi faccia compagnia stanotte e le mostrerò cosa sto cercando". Quella sera, che precedeva di poco il solstizio, regalò danze di luce e colori : l'aurora boreale. Calato il sole tutti guardavano il cielo e avevano gli occhi riempiti di meraviglia nell' ammirare le forme che l'azoto e l'ossigeno descrivevano nell'aria con una combinazione di scie blu e verdi. "Stiamo andando dove queste luci vengono originate." Disse il capitano reggendo una tazza di the fumante e porgendone una alla signorina Stork. "Ma cosa stiamo cercando signor Melting?" Chiese la donna con curiosità. "Non credo che mi crederà se le raccontassi che molte delle leggende a cui siamo stati abituati da bambini si riferiscono a vere e proprie storie che qualcuno ha vissuto e raccontato. Vedrà con i suoi occhi e crederà, di più non posso raccontarle. Siamo molto vicini."
Il giorno seguente infatti la neve era diventata sempre più molle ed i cani facevano fatica a correre su quel terreno instabile. Un uomo dell'equipaggio era sceso dalla slitta ed era scivolato sollevando una nuvola di neve. La dottoressa aiutandolo a rialzarsi aveva notato che la caduta aveva portato alla superficie un diverso terreno : un prato ghiacciato era nascosto dal manto bianco. Il capitano con un segno della mano fece accatastare le slitte creando una specie di torre sulla quale invitò a salire la signorina Stork. Le passò il cannocchiale e le disse di descriverle il paesaggio. L'equipaggio aspettava pazientemente alla base della struttura. "Vedo della neve ancora per una buona distanza ma poi il terreno cambia colore... sembra una prateria." Disse la donna sorpresa. "Vede qualcosa in movimento?" Chiese il capitano. "Intravedo delle creature, sembrano cavalli ... ma aspetti ! ...sembra abbiano un corno sulla fronte."
Il capitano Melting sorrise.
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